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  • Una storia fra lui, lei e l’altro
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14 – L’altro

“Ti sono mancata?” mi chiese mentre era appoggiata con la testa sul mio petto nudo.

“Sì, ma sapevo che saresti tornata.”

“Davvero? E perché?”

“Perché ti piaceva troppo il mio cazzo.”

“Eddai…” si tirò su offesa dandomi uno schiaffetto sul braccio, “Perché devi essere sempre così volgare?”

“Perché so che ti piace se ti tratto come una troia.”

Sbuffò e si girò stendendosi sul letto dandomi la schiena. Ma nel farlo mi diede uno sguardo e si posizionò in una maniera che mi fece capire che voleva solo essere presa di nuovo. Le salii sopra e la penetrai con forza, con quel mio modo brusco che sapevo piacerle tanto.

“Mi è mancato il tuo culo.” le grugnii nell’orecchio mentre entravo in lei da dietro.

Lei mugolò e si spinse contro di me per farsi inculare ancora meglio.

“Chi era quella con cui eri in centro l’altro giorno?” mi domandò dopo un po’ che avevamo concluso un altro amplesso.

“Chi?”

“Ti ho visto con una bella ragazza mentre le compravi un paio di scarpe.”

“Ah, lei.”

“Sì, chi è?”

“È più o meno la mia ragazza.”

“Ah, ora hai una ragazza? In che senso più o meno.”

“Sai come sono fatto, no. Non amo i legami fissi. Lei forse un po’ di più, o forse ama i miei soldi. Ci vediamo, la scopo, a volte la presento come la mia ragazza, quando devo fare bella figura.”

“Ah…”

“Sei gelosa?”

“Un po’.”

“Tranquilla, ho tempo per entrambe, poi non so quanto durerà con lei.”

“Sì, ma preferirai lei a me. L’ho vista, è bellissima.”

“È vero, è molto bella. Infatti mi fa fare una gran figura, ma tu non saresti da meno. E poi per certe cose sei meglio te.”

“Davvero? Ad esempio?”

“Per scopare. Per il tuo culo.”

“Ma che dici? L’ho vista, ha un fisico bellissimo, mica un culone come il mio. Cos’è? Non te lo dà?”

“Primo: il tuo culone come lo chiami tu mi farebbe essere l’uomo più invidiato se ti presentassi come la mia donna. Secondo: certo che me lo dà, figurati se io potrei stare con una che non lo concede, ma, appunto, me lo concede, non si gode l’inculata come fai te.”

“Di nuovo mi fai passare come una troia.”

“Esatto, è questo che vi differenzia, lei non è troia come te.”

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