“Che c’è?” mi disse lei girandosi verso di me con in mano l’applicatore del mascara. Io ero sulla porta del bagno, lei davanti allo specchio che si truccava. Era scalza ma già indossava un vestito di tessuto lucido e aderente che le fasciava il corpo in maniera molto sensuale.
“No, niente, ti guardavo.”
In realtà stavo ribollendo dentro di me. Era la prima volta che sapevo in anticipo che sarebbe uscita con lui. Mi sentivo le gambe deboli, lo stomaco vuoto, avevo la testa intontita e il cazzo che sembrava lottare tra l’erezione e il rattrappirsi. Più volte mi era venuta la tentazione di fermarla, di dirle di non uscire. Non ero più così convinto, avevo cambiato idea. Anzi no, la cosa mi eccitava. Ero combattuto ma quello che alla fine mi convinse a lasciare che lei uscisse fu la figuraccia che avrei fatto con lei se, dopo tutti quei discorsi, alla prima occasione mi fossi dimostrato così debole, così incoerente rispetto alle mie fantasie erotiche.
Lei sembrava tranquilla, allegra, un po’ su di giri. Ed era bellissima, sexy più che mai. Poche volte era uscita con me così vestita. Poche volte l’avevo vista prepararsi con quella cura.
C’era un’altra cosa che ero stato tentato di fare ma anche su quella mi ero trattenuto, con la motivazione opposta, cioè non sembrare troppo esaltato dalla situazione. Mentre la guardavo che si sollevava sulle punte per avvicinarsi allo specchio e truccarsi da vicino avrei voluto andare ai suoi piedi, inginocchiarmi, sollevarle il vestito, abbassarle il perizoma e leccarla a fondo, su figa e culo, per procurarle qualche orgasmo, per scaldarla per lui.
Quando, infine, ricevette un messaggio sul cellulare, lo lesse e subito dopo indossò con eleganza e sensualità delle scarpe dal tacco alto, per poi prendere la borsetta e annunciarmi trionfante che per lei era ora di uscire, io, dentro di me, stavo provando una specie di orgasmo senza eiaculazione. Dissimulai, per non espormi troppo.
Ricordo che non mangiai neanche quella sera. Rimasi quasi tutto il tempo con il cazzo in mano. Per sfogarmi andai su internet e finii su una chat erotica. Avevo bisogno di condividere quelle sensazioni con qualcuno, di raccontare a qualche sconosciuto che mia moglie era uscita con un altro.
Mi svegliai, nel cuore della notte, sentendola che si infilava nel letto. Allungai una mano verso di lei e trovai il suo corpo nudo. Dopo qualche secondo per capire chi ero, dov’ero e il fatto che quella fosse mia moglie appena tornata da una scopata con l’amante, il cazzo mi diventò duro. Scivolai sopra di lei, che non disse niente e mi posizionai fra le sue gambe.
Puntai il cazzo all’ingresso della vagina e mi spinsi facilmente dentro. Era pronta, bagnata.
Affondai, sempre più intensamente, con foga, quasi rabbia, diversamente dal solito. Lei non disse una parola durante tutto il tempo, ma in qualche modo capii che apprezzava. Non percepii un suo orgasmo, se ci fu, fu silenzioso, ma il modo in cui si lasciò penetrare sembrava testimoniare una certa soddisfazione.
Il mattino dopo, alla mia domanda “Com’è andata ieri sera?” lei si rifiutò di rispondere.
Disse che aveva bisogno di tempo, che mi avrebbe raccontato ma con i suoi tempi, nei momenti in cui si sentiva di farlo. Mi chiese di far finta che non fosse avvenuto niente, mi chiese di far finta di non sapere, di continuare come se fossi all’oscuro del suo amante.