Dopo diversi mesi la nostra situazione si era stabilizzata. Ci amavamo più di prima. Lei usciva anche con lui e pian piano si era anche abituata a raccontarmi cosa facevano. Io mi eccitavo sia a pensare a lei che a pensarla insieme lui.
“Raccontami qualcosa che ancora non so.” le dissi una sera mentre cercavo di riacquisire l’erezione che avevo perso dopo essere venuto quasi subito a differenza di lei che stava appena iniziando ad eccitarsi.
“In che senso qualcosa che non sai?”
“Qualcosa che hai fatto con lui che non mi hai mai raccontato. Qualcosa che hai fatto quando io non sapevo nulla.”
“Ma… non saprei…” disse incerta.
“Dimmi qual è la cosa più porca che hai fatto con lui.”
“La cosa più porca? Ma non lo so… niente di speciale… qualche scopata qua e là, ma te le ho già raccontate.”
“Dai. Io mi immagino cose e non so se possono essere vere. Tu con lui sei diversa. Non riesco a capire se puoi aver fatto anche certe cose o no. Non riesco a decidere se la mia immaginazione è troppo fervida oppure tu sei più porca di quello che posso immaginare. Mi fanno impazzire questi pensieri. Ho bisogno di sapere.”
“Ma sei sicuro? Sapere cosa poi?”
“Non lo so… ad esempio… “ deglutii nervosamente, “Ad esempio a volte immagino che tu possa averlo fatto con lui e… e con qualcun altro. Cioè in tre. Ti è capitato?”
Lei scosse la testa, ma distolse lo sguardo nella maniera in cui era solito farlo quando mentiva.
“Dimmelo. Se lo hai fatto, dimmelo.” la incalzai.
“Dai, smettila.” mi disse respingendomi via e girandosi su un fianco. Io la abbracciai da dietro e rimanemmo così, in silenzio, per qualche minuto.
“Una volta ero andata nel suo ufficio.” cominciò lei a parlare dopo un po’, a bassa voce. Io drizzai le orecchie e, immediatamente, iniziò a drizzarsi anche il mio uccello. “Avevo voglia di lui. Mi ero vestita anche un po’ sexy. Non era la prima volta, ma ero un po’ più imbarazzata del solito a chiedere alla sua segretaria se potevo andare da lui. Non so perché, forse perché pensavo si notasse che ero più vogliosa del solito.”
“Ma la segretaria sapeva di voi?” la interruppi, curioso.
“Credo di sì. Credo l’avesse capito. Spesso arrivavo da lui a fine giornata e le diceva che dopo avermi fatto entrare poteva andare a casa.”
“Ok, e poi che è successo quel giorno?”
“Allora, io come al solito l’avevo avvisato che stavo andando lui. La segretaria mi disse che era impegnato, ma poco dopo lui la chiamò, chiese se ero arrivata e mi fece entrare nel suo ufficio. Appena dentro rimasi stupita. In ufficio non era solo.”
“Chi c’era?”
“Un uomo. Me lo presentò come un suo amico. Disse che stavano parlando di affari. Mi fece accomodare. In effetti parlarono per un po’ tra loro. Io pensavo che presto se ne sarebbe andato e invece, con ancora lui lì, mi chiese io cosa volessi. Ero imbarazzata, lo sapeva benissimo cosa ero andata lì a fare e non sapevo cosa inventarmi sul momento. Vedendo la mia esitazione mi spronò, mi disse che non dovevo farmi problemi a dirlo. Io non sapevo cosa fare, l’amico mi guardava le gambe. Visto che non dicevo niente si alzò e fece per salutarmi e accompagnarmi alla porta, ma quando mi fu vicino mi sussurrò: ‘Perché non ci fai un pompino a entrambi?’”
“E tu come hai reagito a questa proposta?”
“Ho sentito quasi cedermi le gambe. Ho capito di essere troppo eccitata. L’ho guardato e poi ho guardato l’amico che intanto si era seduto sul divanetto a gambe larghe con le mani dietro la testa e mi guardava beffardo.”
“E poi?” le chiesi sistemandomi meglio per insinuare il mio cazzo durissimo contro le sue labbra vaginali.
“Poi sono andata verso l’amico abbassandomi e finendo di spostarmi a gattoni. Gli ho slacciato i pantaloni guardando negli occhi l’altro che mi incitava a continuare. E gliel’ho preso in bocca.”
“Gli hai fatto un pompino fino alla fine, troia?”
“No, dopo un po’ mi sono interrotta e sono passata a farlo a lui che intanto si era seduto anche lui sul divanetto. Sono andata avanti così, alternandomi fra i due. A quello a cui in un dato momento non glielo stavo succhiando gli facevo una sega.”
“Come ti sentivi in quel momento?”
“Mi sentivo la peggiore delle zoccole. Tra le gambe sentivo un calore umido insostenibile.
Credo di essere venuta avendo solo un cazzo in bocca… non mi era mai successo e…”
“Dai continua…” mormorai mentre entravo in lei.
“Oddio, no. Cosa mi stai facendo dire… non ci riesco…”
“Dai, troia…”
“No… no… dai scopami… non ce la faccio più…”
Iniziai a scoparla quasi con rabbia.
“Dai, troia, dimmi cosa hai fatto poi? Te li sei scopati entrambi?”
“No, no, gli ho fatto solo un pompino… non mi ha scopato neanche lui quella sera…”
“E quindi è finita lì? Non l’avete fatto in tre?”
“No. Basta. Scopami e basta. Sono stata cattiva. Scopami.”
Avrei voluto che continuasse a raccontare e soprattutto avrei voluto che ci fosse altro da raccontare ma non mi disse altro. Ebbi il sospetto che mi nascondesse qualcosa ma non riuscii ad estorcerle altro ed ero troppo eccitato per concentrarmi su quei dettagli invece che sfogarmi fottendola con vigore.
Finito l’amplesso mi venne anche il dubbio che si fosse inventata tutto solo per eccitarmi.
Per qualche attimo sperai fosse così. Ero incerto. Mi piaceva sapere che potesse essere stata così troia, ma nello stesso tempo mi sconvolgeva. Mi resi conto che anche se lei mi raccontava non avrei mai potuto sapere cosa era successo veramente e rimanevo così schiavo della mia immaginazione.