Una festa a casa di amici di un’amica e il coinvolgimento in un gioco inaspettato e con qualche sorpresa
Avevo accompagnato la mia amica Roberta ad una festa a casa di una sua amica. Era gente facoltosa, con una bella casa grande con un grande terrazzo. Io non conoscevo né i padroni di casa né nessuno degli invitati e per certi versi non partecipavo alla serata del tutto volentieri. Però c’era una motivazione irresistibile per farlo: la fica.
Sì perché la mia amica Roberta ogni tanto mi chiedeva di accompagnarla da qualche parte e ogni volta che le facevo da cavaliere poi si finiva con ogni probabilità a scopare. Eravamo quel che si dice trombamici. Quindi io quella sera già pregustavo di godere del corpo morbido di Roberta, di fotterla come piaceva a lei, di farla impazzire con il mio cazzo che lei tanto amava.
E quindi ero lì, su quel terrazzo con la vista sui tetti della città, con un bicchiere in mano mentre ascoltavo Roberta che chiacchierava con Virginia, la padrona di casa. Virgina era una bella donna vicina ai cinquanta, magra e in forma, con i capelli biondi corti. Una tipa un po’ algida, con la puzza sotto al naso. Non una compagnia che apprezzassi particolarmente ma sopportavo, immaginando in testa il momento in cui Roberta si sarebbe piegata a novanta per me.
Lei sapeva che io spesso non gradivo le situazioni in cui mi coinvolgeva e a volte si divertiva anche a mettermi in difficoltà e a farmi soffrire un po’. Era una sorta di provocazione amichevole che usava per poi farsi perdonare scopando. Le piaceva il potere che aveva su di me, pur essendo soltanto amici, e forse le serviva per non sentirsi troppo dipendente da quello che io avevo su di lei: al mio cazzo non ci sapeva rinunciare.
Quasi non mi accorsi che Roberta si allontanò con una scusa lasciandomi da solo a conversare con Virginia. La donna era molto loquace ed io la lasciai parlare, intervenendo solo di tanto in tanto. Parlava di posti in cui andare in vacanza, posti che io nella maggior parte dei casi non mi sarei potuto neanche permettere.
Ascoltavo le sue parole, il suo modo di parlare, annuendo e quasi estraniandomi dato che non tutto quello che diceva mi interessava. Poi però disse una frase che mi destò per la sorpresa. Non erano soltanto le parole che avevo udito ad avermi colpito ma anche il fatto che erano state dette senza cambiare il tono, come se facessero parte di tutto il resto della conversazione mentre in realtà avevano un significato totalmente diverso e inaspettato.
“Tu mi vuoi scopare?” aveva detto Virginia con l’espressione di una che mi chiedeva dove sarei andato in vacanza.
Mi guardai attorno, interdetto.
“Come?” chiesi pensando di aver capito male.
“Ti ho chiesto se vuoi scoparmi.” disse lei tranquilla, come se volesse sapere se gradivo qualcosa da bere.
A parte la stranezza della richiesta da parte di una che conoscevo da pochi minuti, a sorprendermi era proprio il suo linguaggio del corpo mentre me la faceva. Non aveva il tono e l’atteggiamento di una donna che propone una scopata. Era come se parlasse del più e del meno. Virginia si guardò attorno, sorrise a qualche altro ospite della serata e a quel punto capii perché faceva così. Non voleva che la gente attorno a noi cogliesse la sua malizia, il suo flirtare, il suo proporsi ad un quasi sconosciuto. Però questo voleva dire che non stava scherzando. Le sue parole erano probabilmente serie.
“Io.. io… cioè in che senso?” risposi io incapace di gestire una situazione così inaspettata.
“Scopare. In che senso vuoi che sia? Non voglio che mi pulisci casa, ovviamente. Ti piaccio? Mi vuoi scopare?”
“Be’… sei una bella donna, sicuramente, ma… come… cioè quando…”
“Adesso.” rispose con tutta la naturalezza del mondo.
“Come adesso? E dove? Ma c’è la festa e…”
“Siamo a casa mia, no? Saprò dove farlo, no? Nella stanza in fondo al corridoio. Posso andare e aspettarti lì. Ti spiego qual è.”
“Ma… ma… cioè tu vuoi veramente che io ti scopi adesso, qui, a casa tua mentre c’è in corso una festa?”
“Sì. Tu non vuoi scoparmi?”
“No… cioè, sì… è solo che… cioè una proposta così non mi è mai capitata… ma perché me lo proponi?”
“Roberta mi ha parlato bene di te. Pensavo fossi un po’ più sveglio, ma lei ha detto che scopi bene, quindi…”
“Ah, ok. No è solo che mi hai colto di sopresa. Cioè dai, non è una cosa normale. E poi…”
“Poi cosa?”
“Scusa ma con tutta la gente che c’è… voglio dire… con anche tuo marito qui… non è rischioso? E se ci scopre?”
“Certo che è rischioso. È questo il bello. Tradirlo a casa nostra, mentre diamo una festa, con lui ignaro a pochi metri. È questo che mi eccita. A te non ti eccita?”
“Oddio sì… è eccitante, certo.”
“Oh, io ti voglio già ben eccitato quando entri nella stanza. Cioè deve essere una cosa veloce, non abbiamo tempo da perdere. Niente preliminari, devi essere già duro e sbattermelo dentro. Mi piace così. Io sono già bagnata, vuoi sentire?”
Virginia si girò dando la schiena al resto delle persone, con un rapido gesto si infilò una mano sotto la minigonna e poi passò le dita con cui si era toccata sul bordo del suo bicchiere lasciando una traccia umida. Mi diede in mano il suo bicchiere e se ne andò dandomi le istruzioni: dopo dieci minuti esatti sarei dovuto entrare nella seconda porta a sinistra del corridoio che partiva dal salone dove erano tutti. Mi portai il suo bicchiere alla bocca e passai la lingua sul bordo. Era indubbiamente molto eccitata e questo mi spingeva a superare l’esitazione per la situazione pazzesca in cui mi aveva coinvolto.
Cercai Roberta che mi accolsi con un sorrisino di chi sapeva, di chi era d’accordo.
“Allora? Ti piace Virginia?”
“Ci sei tu dietro a tutto questo?”
“No, è solo che lei è una donna molto calda e… mi ha chiesto se avevo qualcuno da suggerirle per fare questa cosa…”
“Quale cosa?”
“Questa. Farsi scopare mentre c’è una festa in casa sua. Era una sua fantasia.”
“E tu hai pensato a me?”
“Ho fatto male?”
“No… no… è solo che… non lo so… non me l’aspettavo.”
“Lo so, ma sapevo che non ti saresti tirato indietro, porco come sei.”
“Eh, già, mi conosci…”
“Piuttosto, sei ben eccitato? Mi raccomando, devi essere ben pronto. Non farmi fare brutta figura.”
“Io a te?”
“Sì, le ho decantato le tue doti.”
“Ah.”
“Hai bisogno di un aiuto per essere già bello duro?”
“In che senso?”
Roberta si spostò in modo che fossimo un po’ in disparte al riparo dalla vista di altre persone. Dall’esterno poteva sembrare che stessimo semplicemente chiacchierando, ma lei aveva appoggiato una mano sul mio pacco e mi massaggiava lentamente ma vigorosamente. Tutta la situazione e la complicità con la mia amica mi avevano fatto venire una bella erezione. Ero pronto ad andare e controllavo nervosamente l’orologio.
La stanza era in penombra, soprattutto dopo che richiusi la porta alle mie spalle. Virginia era appoggiata con le mani al fondo del letto e aveva le gambe lunghe aperte e il culo spinto all’indietro. Stava in punta sui tacchi, per darmi il miglior accesso. Le sollevai la minigonna aderente, sotto non indossava niente. Mi sbottonai i pantaloni e tirai fuori il cazzo.
“Dai, sbattimelo dentro.” disse lei compiaciuta dal vedere la mia erezione spuntare fuori.
Feci come mi chiedeva. Trovai una fica umida e che si dilatò all’istante per accogliere la punta del mio cazzo che la apriva.
“Sbattimi.” mi ordinò ed io lo feci, senza tante remore, senza indugiare.
Era calda e scivolosa. Era vogliosa.
“Fammi urlare ma fai in modo che non mi senta nessuno.” mi disse prendendomi un polso.
Io le tappai la bocca con la mano ed aumentai la forza e la frequenza delle mie spinte dentro di lei. Virginia perse l’appoggio delle braccia finendo con le spalle sul letto e lasciando il culo verso l’alto. Poi allungò la mano dietro di sé e vidi che andò a cercare con le dita il suo buco del culo. Mentre la fottevo si infilò prima uno e poi due dita nel culo. Io le infilai il pollice in bocca e lei me lo succhiò avidamente. Poi appena lei si tolse per un attimo le dita dal culo gliele sostituii con il mio pollice bagnato di saliva. Lei trasalì di piacere. Sentivo il suo ano pulsare attorno al mio dito.
“Vuoi che ti inculi?” le chiesi sottovoce.
Lei mugolò quasi con dispiacere e poi rispose:
“Stasera no. Non c’è tempo. Bisogna farlo per bene.”
“Ok.” risposi io limitandomi ad affondare ancora di più il mio pollice e il mio cazzo dentro di lei.
“Dai! Finiscimi!” mi incitò ed io in breve arrivai a sborrare dentro di lei.
Mi diede pochissimo tempo per riprendermi. Mi ricacciò il cazzo sporco nelle mutande e mi disse di uscire subito dalla stanza mentre lei si ricomponeva.
Pochi minuti dopo la osservavo da lontano mentre chiacchierava con degli amici a fianco del marito che le teneva un braccio intorno ai fianchi. Vicino a me invece c’era Roberta che era curiosissima di sentire come era andata. Io non le stavo dando troppi dettagli.
Vidi Virginia dare un bacio al marito. Pensai a quella bocca che prima di rimettermi il cazzo nelle mutande si era appoggiata brevemente alla punta del mio cazzo per dare una succhiatina.
“Sei ancora eccitato?” mi chiese Roberta vedendomi trasalire.
“Sì.”
“Anche io. Da quando vi siete nascosti in quella camera sono eccitata.”
“Vuoi che andiamo via?” chiesi speranzoso di anticipare la scopata con la mia amica.
“No. Però voglio…”
Non finì la frase e mi trascinò con lei. Aspettammo il momento giusto e poi ci infilammo nel corridoio e poi di nuovo in quella stanza. Appena dentro Roberta si inginocchiò ed iniziò a slacciarmi i pantaloni.
“Sono ancora tutto sporco.” le dissi provando a frenarla.
“Meglio.” disse lei con una faccia da porca. “Sei sporco di lei?”
“Di lei e di me.” dissi sorpreso dal fatto che Roberta potesse essere ancora più perversa di quanto la conoscessi fino ad allora.
Fu un lungo, lunghissimo pompino. Io ero venuto da poco e Roberta non aveva intenzione di farmi venire in fretta. Restammo molti minuti chiusi in quella stanza, forse troppi.
Effettivamente troppi minuti perché ad un certo punto la porta si aprì.
“Ops, scusate, ma…”
Era il marito di Virginia. Mi vergognai come un ladro ad essere colto a farmi fare un pompino a casa sua, io che neanche lo conoscevo.
“No, no, scusa, ci siamo lasciati prendere… non avremmo dovuto…” dissi io cercando di giustificarmi e di uscire dall’imbarazzo, mentre invece Roberta non diede segni di pentimento restando inginocchiata ai miei piedi, ma almeno avendo smesso di succhiarmelo ma non di tenermelo in mano.
“No, be’… sì magari se potete evitare…” disse lui ingarbugliandosi come me. Sembravamo entrambi imbarazzati allo stesso modo anche se io mi sentivo molto più in colpa per il gesto in cui mi aveva sorpreso e anche per il fatto che gli avevo da poco scopato la moglie.
Io staccai Roberta, che si tirò su, e mi ricomposi riallacciandomi i pantaloni.
Volli andare via subito, senza neanche salutare Virginia, in modo un po’ da cafone. Ma ero troppo imbarazzato. Mi vergognavo di quello che era successo. Roberta invece sembrava solo divertita, ma acconsentì di venire via con me, dopo aver brevemente salutato la sua amica padrona di casa e pure il marito, senza apparenti imbarazzi.
“Dove andiamo? Ho un pompino da finire di farti.” disse Roberta ridendo di gusto mentre eravamo in auto.
“Forse è meglio se la chiudiamo qui. In questa serata sono successe già troppe robe strane.” dissi io.
“Ahahah, ma perché?” disse la mia amica.
“Be’, mi sono scopato una sconosciuta che voleva tradire il marito che era appena fuori dalla stanza, poi il suddetto marito ci ha beccato mentre mi succhiavi il cazzo in casa loro… cioè, non so che altro può succedere in una serata così pazzesca.”
Roberta rimase un po’ in silenzio mentre la sentivo ridacchiare tra sé e sé.
“Ma davvero non hai capito niente?” mi disse poi sibillina.
“Cosa avrei dovuto capire?”
“Non hai notato niente di strano quando lui ci ha sorpreso in stanza?”
Ripensai alla scena. Non capivo cosa volesse dire Roberta. Però qualche cosa di anomalo, rispetto alla situazione già di suo folle, c’era stato. L’atteggiamento di lui non era solo quello di uno imbarazzato.
“Allora?” mi incalzò Roberta.
“Sì, forse qualcosa…” dissi io.
“Cosa?”
“Non so, una sensazione… Ho visto che lui mi guardava in modo strano.”
“In che senso in modo strano?” disse Roberta che evidentemente sapeva qualcosa e mi stava facendo capire che ci avevo azzeccato.
“Mi ha guardato a lungo… il cazzo. Mi pareva che mi guardasse in basso, come se gli interessasse vedere il mio cazzo.”
Roberta rise.
“E perché voleva vederti il cazzo, secondo te?”
“Non so… è omosessuale in realtà? È per quello che Virginia lo tradisce? Non ha più un uomo che la scopa e quindi…”
“No, no, no…” disse Roberta ridacchiando.
“E cosa allora?”
“Voleva semplicemente vedere bene il cazzo che aveva appena scopato sua moglie.”
“Cioè? Vuoi dire che lui sapeva?”
“Certo che sapeva. A quei due piace così. Lei finge di tradire il marito e lui gode nel fare il cornuto. Evidentemente l’ha vista particolarmente soddisfatta dopo che è uscita dalla stanza con te e quindi era curioso di vederti meglio. Mi ha fatto un cenno prima che noi tornassimo in quella stanza.”
“Eri d’accordo con lui, quindi?”
“No, non ero proprio d’accordo, ma ci siamo capiti al volo.”
“Sei molto in confidenza con loro, quindi?”
“Be’, sì. Diciamo che Virginia ama tradirlo… non solo con uomini.”
Lasciai andare un mugolio di piacere all’idea di quelle due donne insieme.
Quando, arrivati sotto casa di lei, Roberta mi chiese se volevo salire io smentii prontamente la mia ritrosia precedente.
“Fammi vedere come hai scopato Virginia.” mi disse ammiccante. “Fammi quello che hai fatto a lei.”
La feci assumere la posizione della sua amica e la scopai con la stessa foga e gli stessi gesti, compreso il tapparle la bocca e il farle succhiare il pollice per poi posizionarglielo sulla rosellina dell’ano.
“Che fai?” mi chiese girandosi.
“Quello che ho fatto a Virginia.” dissi risoluto spingendole il dito dentro. Roberta spalancò bocca e occhi nel sentirsi violata in quel modo.
“L’hai anche inculata, poi?”
“No, mi ha detto che non c’era tempo, non c’era modo di farlo come si deve.”
“Aveva ragione, probabilmente.” commentò la mia amica mentre insistevo con il pollice nel suo culo.
“Noi invece abbiamo tutto il tempo che vogliamo, no?” provai a stuzzicarla sperando che accettasse.
“No, lo sai che a me non piace…” mi rispose come sempre.
“Il dito mi pare che ti piaccia, però.” tentai di convincerla.
“Il dito sì, il cazzo è troppo grosso e mi fa male, lo sai.”
“Peccato.” dissi aumentando l’intensità delle spinte e sculacciando quel bel culo rotondo che aveva Roberta.
“Ti consolerai con il culo di Virginia, la prossima volta. Lei ama il sesso anale.”
“Quindi ci sarà una prossima volta?” domandai speranzoso.
“Credo proprio di sì. A lei sei piaciuto e credo anche al marito. Ti inseriranno nei loro giochi, sono sicura.”
“Allora dovrò sdebitarmi con te per avermi segnalato a loro. Cosa dovrò fare per ringraziarti?”
“Quello che stai già facendo…” mormorò Roberta mentre gemeva per l’orgasmo.
“Cioè?”
“Darmi il cazzo. Non smettere di darmi il cazzo.” disse dopo che le ondate di piacere in lei si placarono e subito prima che io scaricassi in lei gli ultimi schizzi di sborra di quella serata.
Un po’ meno “mentale” di altri racconti, ma sempre ben scritto. Bravo!
Grazie. Cerco di non scrivere sempre lo stesso racconto, anche se magari non sempre sono esperimenti che mi convincono, ma penso valga la pena provare.
Certo. Capisco.