Un matrimonio tradizionale, ma non troppo
Che io e Leo non fossimo una coppia dalle usanze tradizionali era noto a tutti. In molti in effetti si erano anche stupiti quando avevamo annunciato il nostro matrimonio. Ma come tutte le cose l’avremmo fatto a modo nostro, senza essere schiavi delle consuetudini. Una cosa però ci era sembrata giusta da mantenere. Il giorno prima di sposarci lo avevamo passato separati e il mio futuro marito era andato a dormire in un hotel. Io durante la giornata avevo ricevuto la visita di vari parenti e così anche lui ne aveva accolti di quelli dalla sua parte. Poi verso sera, finalmente, ero rimasta sola.
“Che fai stasera?” gli scrissi. “La tua ultima serata libera.” aggiunsi varie faccine.
“Niente di che. Credo che me ne starò in camera a guardare un film.”
“Un porno?” gli chiesi con tono scherzoso. “Ti fai l’addio al celibato?”
Eravamo una coppia molto aperta sulle questioni sessuali.
“Quasi quasi…” mi rispose lui facendo una linguaccia.
“Io invece non ho voglia di restare da sola… e quelle stronze delle mie amiche non mi hanno organizzato un addio al nubilato come si deve.”
“Che intenzioni hai?” mi chiese con tono forse un po’ preoccupato.
“E se andassi su Tinder a cercare compagnia per la serata?”
“Tu sei matta… la sera prima di sposarti su Tinder…” abbondanza di faccine.
“Non mi ami proprio per questo?” risposi con una faccia scherzosa e una ammiccante.
“Sì.”
Era stata una battuta, ma mentre ne parlavo con lui l’idea diventava sempre più stuzzicante. Chiusi la conversazione con Leo senza fargli capire veramente se stavo scherzando o no, forse perché non lo sapevo neanche io.
Da tempo non usavo quell’applicazione. Mi feci un profilo nuovo. Caricai qualche foto maliziosa e scrissi che mi stavo per sposare e cercavo compagnia per una notte. Poi iniziai a sfogliare le proposte che c’erano in città. Era per gioco, all’inizio, ma più andavo avanti e più la cosa mi sembrava così folle che era proprio una cosa da me.
E poi uno mi scrisse in chat. Un bel tipo. Uno di quelli che quando lo avevo selezionato avevo pensato: “Con uno così potrei anche farlo veramente.”
Dopo qualche scambio avevamo già fissato un appuntamento in un locale non lontano da casa. Ero corsa in bagno a prepararmi. Sexy ma non troppo. Avevo salutato il mio futuro marito in modo ambiguo, dandogli appuntamento all’indomani senza essere chiara su cosa avrei fatto il resto della serata. Ma lasciandogli il sospetto. Lui sicuramente pensava che non l’avrei fatto, nonostante sapesse che ero capace di tutto.
Era carino il tipo. Le sue foto su Tinder non mentivano. Era uno decisamente scopabile.
“Allora ti sposi, eh?” mi chiese dopo un po’ facendo un brindisi con una birra, ridendo come se non ci credesse.
“Sì, domani.” risposi io sicura.
“Ahaha, sì, come no.” rispose lui.
Glielo giurai. Lui non ci credeva ma il mio insistere pian piano lo convinse. Gli feci vedere le foto delle partecipazioni, con la data e tutto.
“Ma sul serio, quindi? E tu la sera prima di sposarti vai su Tinder ed esci con uno sconosciuto?”
“Sì.”
“Ma perché?”
“Così. Per fare l’addio al nubilato.” risposi come fosse la cosa più naturale del mondo.
“Ah. E cosa vorresti fare per il tuo addio al nubilato?”
“Non so. Io da domani, per legge, dovrei scopare sempre e solo con quello che sarà mio marito. Ma stasera, sempre secondo la legge, sono ancora libera.”
“E tu sei una che la rispetta la legge?” chiese lui stando al gioco ma mostrando sempre più interesse.
“La legge io in genere la rispetto… ma quella in particolare non so se la rispetterò proprio sempre…”
“Sei un po’ viziosetta tu, eh? Un po’ infedele…”
“Forse…” dissi facendo la faccia innocente. “Però vorrei cercare di rispettarla… e stasera è la mia ultima occasione…”
“Non fartela scappare, allora.”
“E cosa dovrei fare, quindi?”
“Non so… se vuoi venire da me…” mi disse lui ammiccante.
“No.” risposi seccamente e vidi che lui subito rimase deluso, ma poi continuai. “Non voglio venire da te. Andiamo da me. Voglio farlo nel mio letto… nel nostro letto…”
“Allora, o questo è uno scherzo e sono su una candid camera… oppure tu sei proprio una porca viziosa…”
“Sta a te rischiare.”
“Mi prenderò il rischio… sei troppo attraente…”
“Grazie. Andiamo?”
Quando uscimmo dal locale ebbi un momento di lucidità. Ma davvero mi stavo portando a casa uno sconosciuto per scoparci insieme, nel nostro letto, la sera prima di sposare mio marito? Davvero ero capace di questo?
L’eccitazione che provavo per il fatto di quanto fosse proibita la situazione in cui mi stavo cacciando vinceva qualsiasi scrupolo morale. Aveva ragione quello sconosciuto, ero una porca viziosa e Leo amava questo lato di me. Era anche questo che mi confortava nella mia assurda decisione, la certezza che quando glielo avrei raccontato a lui sarebbe piaciuto, per quanto folle fosse.
Pensai a lui, nella sua camera d’albergo. Sicuramente si era un po’ innervosito quando aveva capito che le mie parole sui piani per quella sera potevano non essere solo delle fantasie. Ma ero sicura che insieme a quella leggera ansia di gelosia ci fosse una eccitazione perversa. Lo immaginai nel letto non suo, nudo sotto le coperte con il cazzo in mano, a segarsi pensando alla sua futura mogliettina in compagnia di uno incontrato quella sera stessa, la sera prima di sposarlo.
Oh, quanto avremmo ricordato questa mia follia negli anni a venire, ero sicura sarebbe diventata una delle nostre fantasie di letto preferite. Come tutte quelle che non erano solo fantasie ma erano state anche realtà.
Un’altra concessione alla tradizione famigliare fu il matrimonio in chiesa. Né io né Leo eravamo religiosi ma ci era sembrato più bello, più scenografico farlo in chiesa e così le nostre famiglie sarebbero state contente. In effetti quando entrai nella chiesa, con tutte le persone presenti, gli addobbi e l’atmosfera e vidi in fondo alla navata, ad aspettarmi sotto l’altare Leo, bello e ben vestito, quasi mi commossi.
Poi, mentre avanzavo camminando sicura sui tacchi, reggendomi al mio accompagnatore e salutando col sorriso tutti i convenuti, mi venne in mente che mi ero tolta le mutande in bagno prima di uscire di casa, che quindi sotto al vestito da sposa ero nuda e mi venne in mente la notte che avevo trascorso e la commozione svanì. Sostituita da una allegria perversa che solo il mio futuro marito avrebbe potuto comprendere.
Mi veniva da ridere a pensare a quando mi ero svegliata poche ore prima e in tutta fretta avevo cacciato di casa il mio amante di quella notte e avevo risistemato alla meglio la mia camera prima che la mia casa fosse invasa dalla parrucchiera, da mia madre e dalle mie cugine.
Ero bellissima quel giorno. Lo capii da come mi guardò Leo quando fui vicina a lui. Aveva lo stesso sguardo di quando facevamo sesso.
“Come va?” ci sussurramo baciandoci sulle guance.
“Ho dormito pochissimo.” commentai io.
“Troppo nervosa?” mi chiese lui, stupito.
“No.” dissi semplicemente ma poi lo guardai con il nostro sguardo complice. Ero sicura che avrebbe intuito qualcosa. Lui infatti sgranò gli occhi e scosse la testa incredulo.
Poi il prete iniziò a parlare e il nostro dialogo silenzioso si interruppe. Io sorridevo radiosa. Come tutte le spose, ma per motivi che nessuno avrebbe mai immaginato.
Appena ci fu il momento Leo si piegò verso di me e mi chiese:
“Che hai fatto stanotte?”
Io non risposi e mi limitai ad alzare le sopracciglia.
“Tinder?” mi chiese lui. Non credo che quella parola sia mai stata pronunciata da una coppia davanti all’altare.
Io sorrisi.
“Davvero?”
Annuii leggermente. Con aria seria. Il prete probabilmente pensava lo stessi ascoltando.
“Giura?”
Rimasi seria e impassibile.
Sbirciai in basso. La stoffa dei pantaloni di Leo era particolarmente tesa sul davanti. Io non avevo le mutandine e mio marito aveva una erezione. E davanti a noi c’era il prete davanti all’altare sacro. Eravamo veramente fatti l’uno per l’altra.
Mi morsi le labbra. Non riuscivo a non ridere.
Poi il prete ci chiese di pronunciare la formula di rito. E quando io dissi con voce sicura: “Sì.” guardai negli occhi mio marito e fu chiaro ad entrambi che quella era anche la risposta alla sua domanda precedente. E il suo “Sì” era stato chiaramente un apprezzamento a tutto quello che ero. Tutto, anche quei miei colpi di testa trasgressivi. Anzi, forse soprattutto quelli.
Ridacchiammo entrambi quando il prete lesse gli articoli del codice civile in cui era prevista la fedeltà degli sposi.
Iniziai a raccontargli i dettagli già mentre uscivamo dalla chiesa, poco prima di ricevere il lancio del riso. A ogni cosa in più che gli dicevo la sua erezione si rinvigoriva. Cercai spesso di controllare se l’impressione visiva dei pantaloni tesi corrispondesse alla durezza del sesso.
Che fossi senza mutandine glielo dissi tra il saluto ad una delle zie e quello ad alcuni amici di vecchia data.
Che mi avesse scopato tutta la notte lo seppe mentre il fotografo ci scattava alcune foto ricordo.
I dettagli di come mi avesse scopata, di come avesse il cazzo, di quanto fossi stata troia glieli centellinai durante il pranzo.
Dall’esterno sembrammo una coppia molto affiatata, molto complice, sempre vicina anche durante la festa di matrimonio. Era così, in effetti, ma non potevano immaginare quale era il vero motivo che ci legava in quel modo.
Quando poi venne il momento del ballo romantico davanti a tutti gli invitati fu lui, il mio neo sposo, a dirmi la sua. Eravamo stretti l’uno all’altra, ondeggiavamo lentamente al suono di una musica struggente. E ci sussurravamo cose romantiche.
Tipo: “Sei veramente una troia.”
“E tu sei un porco.”
Poi gli vidi negli occhi lo sguardo di quando gli veniva una idea. Di solito erano folli come le mie. Capii che in un certo modo voleva rifarsi, voleva avere una idea più folle della mia, più perversa della mia.
“Riusciresti a ricontattarlo?”
“Chi?”
“Quello che ti ha scopata stanotte.”
“Sì. Perché?”
“Perché voglio fare una cosa ancora più trasgressiva. Voglio essere più perverso di te.”
“E cosa vuoi fare?”
“Tu hai scopato un altro la sera prima di sposarti. Non si fa, ma in fondo ci sta, la tua ultima sera da donna libera e sei stata una donna libera. Stasera invece è la prima notte di nozze. Tutti scopano la prima notte di nozze.”
“Tranne quelli troppo ubriachi.” ridacchiai io.
“Io non sarò troppo ubriaco ma voglio fare una cosa che non fa nessuno.”
“E cioè?”
“Cioè far scopare la mia neo sposa da qualcun altro.”
Lo guardai come si guarda un pazzo. Un pazzo che si ama pazzamente, però. Talmente assurda l’idea che poteva essere solo dell’uomo che avevo sposato.
“Chiamalo. Chiedi se è libero anche stasera.”
“Tu sei pazzo.”
“Di te.”
“Queste sono le chiavi della stanza. Tu sali, aspettaci lì. Ci vorrà ancora un po’, dobbiamo salutare gli ultimi invitati.”
Mi guardò con sospetto. Non ci poteva credere che lo avevo richiamato, che lo avevo convinto a raggiungerci sul luogo del ricevimento. Che mi ero veramente appena sposata e che ero così porca e avevo un marito così perverso che voleva farmi scopare di nuovo da lui. Ma sull’incredulità aveva vinto la voglia di scoparmi di nuovo, di partecipare a quel gioco trasgressivo.
Quando entrammo in camera quasi lo ignorammo. Io e Leo ci baciavamo in modo affettuoso e romantico. E pian piano ci spogliavamo. Il nostro ospite si avvicinò e mi venne alle spalle. Aiutò mio marito a slacciarmi il vestito da sposa.
“Non toglierlo del tutto.” disse poi Leo e l’altro allora sollevò la gonna, trovando il mio culo nudo.
“Può baciare la sposa.” disse inserendosi nel gioco e facendoci superare un momento di empasse.
Io e mio marito ci baciammo teneramente.
“Può scopare la sposa.” disse poi mio marito al nostro ospite che prontamente mi fece sentire il suo cazzo duro contro le natiche.
“Aaaah.” mugolai io appoggiandomi a mio marito.
“Che c’è?” mi chiese premuroso.
“Gli hai detto di scoparmi… ma lui ha ripreso da dove si era interrotto ieri notte…”
Mio marito allungò una mano ad afferrarmi una natica. Insinuò le dita in mezzo e trovò conferma a quello che aveva immaginato. Mi stava inculando.
Il primo uomo ad infilare un cazzo dentro di me dopo che mi fui sposata non fu mio marito. E il primo cazzo che presi da sposata lo presi nel culo.
Che bel matrimonio, pensai, peccato non poterlo raccontare a nessuno.
Ricordo ancora la faccia del cameriere che il mattino dopo, molto sul tardi, aveva l’ordine di portarci in stanza la colazione. Rimase interdetto quando guardò mio marito che al suo fianco lo faceva accomodare e gli diceva dove appoggiare le cose, ringraziandolo, e nello stesso tempo guardava il nostro letto dove c’ero io, completamente nuda. Ma non era la mia nudità a turbarlo, o meglio non solo quella. Strabuzzò gli occhi come convinto di avere le allucinazioni quando si accorse che gli uomini nella stanza erano due. Mio marito e un altro uomo che ancora dormiva nel letto, vicino a me.
Dopo la colazione salutammo il nostro “terzo incomodo”, dovendo correre a casa a prendere le valigie per poi partire per il nostro viaggio di nozze.
“Vuoi venire con noi?” disse scherzando mio marito. Lui rispose ridendo e dandogli una pacca sulla spalla.
“No ma quando tornate, se volete…”
Io li guardai, ridendo.
“Non sembri dispiaciuta, non hai gradito queste ultime due notti?” mi prese in giro mio marito.
“Certo che le ho gradite. Ma non sono dispiaciuta perché tanto troveremo sul luogo chi lo potrà sostituire degnamente.”
“Che troia.” dissero in coro i due uomini che mi avevano scopato la prima notte di nozze. Uno era mio marito. Dell’altro non sapevo quasi nulla, se non che scopava bene.
Questo bellissimo racconto mi mette nostalgia, mi ricorda la mia prima notte di nozze. Anche mia moglie in maniera e circostanze diverse è stata scopata da un altro, un mio carissimo amico che ci ospitò a casa sua, addirittura la svergino, dato che io ancora non lo avevo fatto aspettando quella prima notte. Che seghe mi feci quella sera, non avrei mai creduto ché mi piacesse così tanto essere cornuto.
Grazie. Sembra molto interessante la tua storia, dovresti raccontarcela bene.
Infatti… Anche io penso che sia stata una bella storia.
Perché non la racconti?
Bellissimo. Questo è proprio il mio genere 👏👏👏
Grazie
Ciao, bellissima storia. Purtroppo a noi non è successo la stesso, ma a posteriori ci sarebbe piaciuto.
Grazie. Peccato 😏😆