Il porno (2ª parte)

Continua da Il porno (1ª parte)

“Sono scesa.” sussurrò mia moglie al telefono. “Sto andando nella zona del bar dell’hotel.”

“C’è gente?” le chiesi.

“Sì. Credo sia un locale aperto anche agli esterni all’hotel.”

“Ottimo.”

“Cosa devo fare?”

“Lo sai meglio di me. Sai essere molto seduttiva quando vuoi. Vestita come sei vestita non sarà difficile. Siediti al bancone e guardati attorno, fai capire di essere disponibile a fare conoscenza.”

“Ok. Col telefono cosa devo fare? Non posso far vedere che sto facendo una telefonata.”

“No, tienitelo vicino e lascia aperta la telefonata. Io resto in ascolto.”

“Davvero ti eccita questo gioco?”

“Sì, dovresti sentire il mio cazzo. Sono durissimo. Evito, se riesco, di toccarmelo perché sento che se no verrei all’istante. Ma questo solo se il gioco eccita anche te, ovviamente. Tu sei eccitata?”

“Sì.” mi rispose dopo una breve esitazione. “Ho anche fatto una cosa per aumentare l’eccitazione e darmi così un po’ di coraggio in più…”

“Cosa hai fatto?” domandai curiosissimo.

“Ehm… non ho indossato niente sotto al vestito… sono nuda sotto…”

“Non dirmelo…”

“Perché?”

“Perché mi fai venire solo al pensiero… cazzo… ti piace proprio questo gioco…”

“Sarà stato il porno che ho visto prima… saranno state le tue parole… ho voglia, ma per riuscirci ho bisogno di sentirmi un po’… un po’ troia, ecco. Ed essere senza mutandine aiuta.”

“Cazzo se aiuta! Non vedo l’ora che tu lo faccia scoprire a qualcuno. Dai, entra e sii seducente al massimo, cerca di adocchiare qualche uomo interessante e fissalo, fatti guardare… insomma, fai come sapete fare voi donne se volete accalappiare un uomo.”

“Ok. Allora lascio il telefono acceso.”

“Sì.”

“Vado. Ti amo.”

“Anche io.”

I suoni diventarono ovattati, quasi impercettibili. Mi misi gli auricolari per sentire il più possibile e anche per poter tenere il telefono a distanza in modo da non fare a mia volta rumori che si potessero sentire dall’altro lato. Sentii mia moglie ordinare da bere e il barman risponderle. Poi per lunghi e interminabili minuti sembrò non succedere niente. Sentivo una leggera musica di sottofondo ma nessuno parlava vicino al telefono. Era passata circa mezz’ora e io l’avevo passata con il cazzo costantemente in mano a metà tra il barzotto e l’erezione completa, quando udii, seppur bassa, la voce di mia moglie che salutava qualcuno.

Riuscire a capire la conversazione era difficilissimo. Probabilmente lei aveva messo il telefono nella borsetta. Capivo quando era lei a parlare ma non intendevo le parole. La sentii ridere. La voce maschile era ancora più difficile da sentire, forse perché più lontana dal telefono o forse solo perché più bassa, però dopo essere stato in attento ascolto per qualche minuto mi sembrava di aver colto una cosa: la voce maschile in realtà erano due voci diverse. Mia moglie stava chiacchierando, forse flirtando, con due uomini. Quella idea, collegata anche al porno che mi aveva raccontato prima, fece indurire al massimo il mio cazzo, pronto e desideroso di sborrare. Provai ad immaginare cosa potesse passare nella testa di mia moglie, dopo aver fantasticato su quel rapporto a tre rappresentato in quel video. Era possibile che dopo essersi masturbata a lungo davanti a quelle immagini fosse rimasta così eccitata da voler provare qualcosa di simile sul serio con due sconosciuti? Era una ipotesi troppo folle per essere vera e troppo eccitante perché io riuscissi a contenere la mia sega e la sborrata conseguente.

Passarono altri minuti. Dovevo riprendermi dal mio orgasmo e continuavo a non sentire quasi nulla se non, ogni tanto, la risata squillante di mia moglie. Sembrava allegra, serena. Forse stava bevendo, forse si stava pregustando il dopo.

Ad un certo punto, quasi di sorpresa, sentii sussurrare nel telefono. Era lei.

“Ci sei? Sei ancora lì?”

“Sì, sono qui.” risposi dopo qualche istante. “Che fai?”

“Sono andata un attimo in bagno. Tu hai sentito tutto?”

“Ehm, no, veramente non sento quasi niente. Ti sentivo ridere e parlare senza capire le parole. Mi sembrava che tu stessi parlando con… due uomini. Mi sbaglio?”

“Eh… sì. Sono due.” disse apparentemente imbarazzata.

“E… come sono?”

“Uno è più vecchio di noi, l’altro invece più giovane. Sono simpatici. Ci sanno fare.”

“Ci stanno provando?”

“Sì. Direi che hanno capito subito che ero in cerca e ci stanno provando.”

“Ti piacciono?”

“Mah… uno abbastanza, l’altro meno. Ma non è tanto importante questo.”

“Cosa vuoi dire?”

“É l’idea che mi piace… mi piace troppo.”

“Che idea?”

“L’idea… come dire?… che loro siano in due…”

“Come nel porno?” insinuai anche per stuzzicarla.

“Sì. Esatto. Cioè è che proprio danno l’idea… cioè me lo hanno fatto capire… che loro sono abituati.”

“Abituati a cosa?”

“A scoparsi una donna in due.”

“E tu hai una voglia pazzesca di provare ad essere quella donna, vero?”

“Ehm… sì. Ma immagino tu non voglia, giusto?”

“Perché credi che io non voglia?”

“Non so, non sei geloso che tua moglie provi questa esperienza senza di te?”

“Sono tremendamente geloso.”

“Ecco vedi. Lo sapevo. Per questo ho voluto parlarti prima. Non voglio fare una cosa che tu non vuoi.”

“Non ho detto che non voglio.”

“Ma hai detto di essere geloso.”

“Sì, ma ancor più eccitato che geloso. Mi fa impazzire questa idea. Impazzire di gelosia e impazzire di desiderio. Il pensiero che tu voglia farti scopare da quei due, di cui io non so nulla è talmente folle che… no basta, meglio che non ci penso troppo se no vengo di nuovo.”

“Ma quindi cosa vuoi che faccia?”

“Io voglio che tu faccia tutto ciò che veramente senti di volere. Non riesci a resistere a questa tentazione? Non resisterci.”

“Davvero?”

“Sì. Forse il mio cazzo che parla al posto mio ma se lo vedessi in questo momento non avresti dubbi su quale sia il mio vero desiderio.”

“Ti amo, lo sai?”

“Certo che lo so.”

“Quindi… vado?”

“Vai. Lascia acceso il telefono.”

“Sì.”

Sentii il rumore di lei che rimetteva in borsetta il telefono. Poi il rumore di acqua che scorreva e infine il rumore dei suoi tacchi mentre tornava presumibilmente da quei due fortunati maschi. Fortunati e bravi a cogliere quella occasione che si era presentata sotto forma di mogliettina sola e vogliosa di una serata trasgressiva.

Passò ancora qualche minuto in cui i tre dovevano essere rimasti nel locale e avevano proseguito la chiacchierata, anzi il corteggiamento che però aveva già un finale scritto, un finale di successo. Il rumore di fondo poi diminuì e contestualmente sentii nuovamente il rumore dei passi sui tacchi a spillo. Non ci voleva un gran intuito per capire che erano usciti dal locale e stavano probabilmente salendo in camera. Sentii una risata, sia femminile che maschile. E poi più nulla.

Osservai preoccupato il telefono: la linea era caduta. Forse entrando in ascensore il segnale si era per un attimo interrotto. Dannazione!

Aspettai qualche istante. Non sapevo cosa fare. Pensai di richiarmarla ma lei non poteva rispondere a suo marito mentre era in ascensore con due uomini che stavano per scoparla. Doveva accorgersene da sola che la linea era caduta. Oppure dovevo provare a chiamarla in un momento in cui fosse più libera di rispondere. Ma quando? Provai a immaginarmi mentalmente il tempo di salita di un ascensore di hotel. Pensai a loro tre che si incamminavano nel corridoio, forse la tenevano a braccetto, facendole pregustare l’imminente rapporto in cui lei si sarebbe trovata in mezzo a loro. Me la figurai che entrava in stanza, li faceva accomodare e, forse, andava un attimo in bagno a sistemarsi e a raccogliere il definitivo coraggio per buttarsi tra le loro braccia. Oppure mandava in bagno loro, perché si lavassero e lei li avrebbe aspettati sul letto… Non avevo idea di come sarebbe andata, non mi aspettavo che mia moglie potesse trovarsi in una situazione del genere, tra l’altro spinta da me. Forse avevo fatto una cazzata. Come potevo godere di una cosa del genere? Eppure era così.

Non resistette e provai a chiamare. Il telefono squillava. Anzi più probabilmente vibrava. Quasi sicuramente era dentro la borsetta. Chissà dove l’aveva appoggiata. Magari non lo stava neanche sentendo, se anche avesse avuto la possibilità di rispondere. Cazzo! Ero tagliato fuori. Stava succedendo qualcosa di incredibile e io non ne sapevo niente. Lei però avrebbe potuto anche controllare che io fossi ancora l’ascolto. La troia. Puttana. Cazzo, mi stava tradendo con due uomini e mi aveva abbandonato qui, da solo nel nostro letto, nudo con il cazzo in mano che, stronzo pure lui, non ne voleva sapere di sgonfiarsi e ci godeva nell’essere cornuto e abbandonato dalla fica di una zoccola.

Mi segai rabbiosamente e imprecai sborrando. E pensai a lei, tra due uomini. E il cazzo tornava duro e mi segavo di nuovo. Una serata così, fino a crollare addormentato, sporco di sborra e ignaro di tutto quello che stava accadendo in quella camera di hotel, tra una moglie troia e due porci lussuriosi.

(continua qui)

8 commenti su “Il porno (2ª parte)”

  1. Pingback: Il porno (1ª parte) – analcoholic

  2. Pingback: Il porno (3ª parte) – analcoholic

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Torna in alto