Un incontro particolare con la sua ex che andrà peggio del previsto (o forse meglio)
Con Federica mi ci ero messo insieme alla fine delle scuole superiori. Poi mentre io avevo iniziato a lavorare lei era andata a studiare all’università ed era cambiata. Le opportunità, la libertà e un incontro sbagliato l’avevano allontanata da me. Aveva iniziato a tradirmi, era venuto fuori, aveva promesso di farsi perdonare ma poi nel giro di pochi mesi mi aveva lasciato e si era messa con quell’uomo che aveva conosciuto. Uno più vecchio di noi, uno molto diverso da me, uno che secondo me non era fatto per lei. Eppure funzionò.
La stalkeravo un po’ sui social per capire cosa facesse. Stava ancora insieme a lui, aveva cambiato stile e abitudini, frequentava gente diversa. Guardavo anche i profili social di lui, per capire cosa avesse quell’uomo per aver affascinato quella ragazza che con me era sempre stata timida e morigerata. Lui era tutto il contrario, sbruffone ed eccessivo e non si faceva problema di mettere in piazza tutti i suoi vizi. Grazie a questo scoprii una cosa che mi sorprese e mi turbò. Lui a volte condivideva o faceva commenti che riguardavano un club scambista della zona. Apparentemente ne era un frequentatore abituale e da quel che si intuiva lo frequentava come coppia. Possibile che Federica si prestasse a quella cosa? La Federica che conoscevo io non l’avrebbe mai fatto, ma lei non era più quella.
L’idea che Federica fosse diventata una scambista viziosa mi turbava e nello stesso tempo mi eccitava in maniera inaspettata. Quando mi aveva tradito e poi lasciato avevo capito che con quell’uomo più esperto lei si era lasciata andare ad una sessualità più libera, ma non immaginavo fino a questo punto. Questa idea scavò come un tarlo nella mia mente e non riuscivo a pensare ad altro che non fosse la mia ex in un club privé, attorniata da uomini, che faceva porcate che non le avevo mai visto fare.
Le prime volte mi limitai a stare per alcune serate dentro l’automobile nel parcheggio vicino a quel club nell’area industriale della città, nella speranza almeno di vederla entrare, per essere sicuro che fosse tutto vero. Ma non capitò. Forse non avevo mai beccato la serata giusta o erano entrati arrivando da un’altra direzione.
Una sera, deluso e sconfortato, presi coraggio ed entrai nel club, un mondo per me nuovo. Non feci molto altro che osservare altra gente scopare segandomi nel mentre. Ma fu comunque divertente. Decisi che avrei continuato quella mia sorveglianza, sperando finalmente ti vedere Federica e a quel punto magari anche entrare per vederla all’opera.
Ero forse un po’ patetico in tutto questo, ma l’eccitazione che mi provocavano tutte queste fantasie non era paragonabile a nient’altro. In quel periodo ebbi anche un inizio di storia con una ragazza, ma che non portò a nulla perché io mi sentivo più attratto dall’idea della mia ex che scopava in un club che dalla ragazza che avevo di fronte. Mi sentii parecchio sfigato.
Erano loro? Erano loro quei due che camminavano sotto le luci dei lampioni dirigendosi verso l’entrata del club in quella fredda sera nebbiosa? Sembrava di sì. Non ne ero certo al 100% dato che erano arrivati dalla parte opposta rispetto a dove ero io, ma ero convinto di sì. Ci pensai su un attimo e poi mi decisi ad entrare nel club, aspettando diversi minuti per non rischiare di incontrarli appena dentro. Avrei voluto trovarli già nella zona privé, in modo da poterla osservare con discrezione.
L’ambiente era in penombra, alcune stanze chiuse, altre in cui si poteva osservare da fuori, attraverso fori o dietro a sbarre. La cosa pazzesca fu che trovai Federica guidato da un unico gemito sentito mentre passavo a fianco di una stanza in cui si scopava. Riconobbi il suo modo di godere, anche a distanza di anni e nonostante io non le avessi mai donato quel piacere che invece aveva probabilmente scoperto col suo nuovo uomo.
Mi intrufolai nella stanza. Al centro c’era un grande letto circolare. Su di esso c’erano due donne messe a pecora. Alcuni uomini le attorniavano e, a turno, le scopavano. Federica era fisicamente ancora più bella di quando stava con me. E poi vederla impegnata in un atto sessuale era una cosa che mi mandava fuori di testa. Ero più eccitato di quando lei era la mia ragazza e faceva sesso con me. Ripensai anche a tutte quelle volte che, dopo essere stato lasciato, avevo continuato per mesi a masturbarmi pensando a lei, pensando a lei che scopava col suo nuovo ragazzo.
Dopo aver goduto per qualche minuto di quella visione eccitante, osservai meglio la situazione per capirla. L’uomo di Federica si stava scopando l’altra donna sul letto, mentre quello che era probabilmente l’uomo dell’altra donna era seduto sul letto e si masturbava guardandoli. Tutti gli altri invece erano attorno a Federica, quasi in fila per aspettare il loro turno per scoparla. L’uomo di Federica, a parte dedicarsi in maniera apparentemente instancabile all’altra donna, in qualche modo “dirigeva il traffico”. Era lui che dava l’ok a ciascuno per occuparsi della sua ragazza. A lui si rivolgevano per sapere se potevano scoparla. Lei era quasi inerme, sulle ginocchia, col culo in alto e la faccia sul materasso, e si lasciava scopare.
Mi avvicinai. Mi misi in fila, cominciando a segarmi lievemente il cazzo per mantenerlo duro ma evitando di avvicinarmi troppo all’orgasmo.
“Le piace nel culo a questa troia?” sentii questa domanda rivolta dal ragazzo prima di me all’uomo di Federica.
“Certo che le piace.” rispose lui e a me quasi scoppiò la testa.
Mai, quando lei stava con me, mi aveva neanche quasi fatto avvicinare al suo buco posteriore. Se ne vergognava, temeva le facesse male e quindi mi aveva lasciato a bocca asciutta. Mi tornarono in mente tutti i pensieri che facevo durante le masturbazioni a lei dedicate dopo che mi aveva lasciato. A volte quel pensiero si era insinuato, il pensiero che lei col nuovo uomo fosse molto più disinibita e che avesse fatto tante cose che a me aveva sempre negato.
Il ragazzo sembrava essere vicino all’orgasmo. Sarebbe toccato a me di lì a poco. Nel frattempo un altro uomo si era posizionato sul letto e se lo stava facendo succhiare da Federica. Il compagno di lei, invece, sembrava aver finalmente concluso di scopare l’altra donna e si era messo semplicemente ad osservare Federica.
“Ehm… posso nel culo?” chiesi a lui balbettando quando mi ritrovai davanti quel perfetto culo nudo che da anni non avevo più potuto neanche ammirare, figurarsi toccare. Per non parlare di penetrare. Mai l’avevo fatto quando stavo con lei e stavo per farlo in quel momento, senza che lei neanche sapesse che ero io.
La situazione era pazzesca ed eccitante in una maniera mai provata prima. Appoggiai la punta del cazzo, coperto da preservativo, tra le chiappe di Federica. Con le mani le afferrai i fianchi. Provai un brivido nel toccare di nuovo la sua pelle. Ma fu troppo.
Sborrai senza neanche aver provato a insinuarmi dentro di lei. Il suo uomo capendolo si mise a ridere e subito mi tirò via, dandomi dello sfigato che manco la sapeva scopare.
Io quasi mi misi a piangere, defilandomi ma restando lì ad osservare a fianco di lui. Intanto un altro uomo prendeva il mio posto e lui sì che riusciva a penetrarla con vigore, anche se aveva preferito farlo nella figa.
“Oh, manco gliel’hai appoggiato e sei venuto.” disse l’uomo di Federica rivolgendosi a me e dandomi un buffetto su un braccio.
“Eh lo so.” dissi io chinando il capo, umiliato e pieno di vergogna. “Non sono come te. Ti ho visto per quanto hai scopato quell’altra.”
“Eh, sì, siamo parecchio diversi.” disse lui e con lo sguardo guardò in basso.
Io seguii il suo sguardo e vidi a cosa si riferiva. I nostri cazzi erano vicini fra loro, quasi a contatto. Il suo era moscio ma ancora un po’ gonfio e lungo. Il mio era tornato duro, poco dopo aver sborrato grazie alla visione di Federica scopata. Il suo cazzo, nelle condizioni in cui era, era comunque più grosso del mio eretto. Fu un momento di ulteriore umiliazione.
“Sì, tu sei superiore.” dissi e in quella frase c’era anche tutto il trascorso e la considerazione che lui mi aveva portato via la ragazza, probabilmente affascinandola anche grazie a prestazioni sessuali per lei nuove e molto più appaganti di quelle con me. “Ti meriti la donna che hai.” aggiunsi.
Non distolsi lo sguardo dai nostri cazzi e lui se ne accorse.
“Puoi toccarlo, se vuoi.” mi sussurrò in un momento in cui Federica aveva smesso di gemere per il piacere.
Quello era il cazzo che la mia ragazza aveva preferito al mio. Mi sentivo succube di lui e del suo proprietario. Obbedii al suo suggerimento. Glielo presi in mano. Non avevo mai toccato un cazzo che non fosse mio. Era diverso dal mio, molto più ingombrante. Pian piano lo sentii indurirsi.
Pensai a tutte le volte che Federica doveva averlo toccato, succhiato, preso in figa e in culo. Anche mentre era ancora con me. Sentii il bisogno di rendergli in qualche modo onore, di rispettarlo e quasi adorarlo. Mi inginocchiai.
Mi ero sempre chiesto come fosse leccare e succhiare un cazzo ma non avevo mai pensato che avrei mai potuto farlo. Non ero attratto dagli uomini, mi piacevano solo le donne. Ma quella sera una donna non ero neanche riuscito a scoparla ed era la donna che più mi piaceva fra tutte, ancora dopo alcuni anni. Avevo dimostrato di non essere in grado di assolvere il mio ruolo da maschio, con lei, quella sera. E quindi potevo solo sottomettermi a colui che invece assolveva a quel compito ben oltre le aspettative.
Mi immedesimai in Federica, in come doveva essere stato per lei succhiare per la prima volta quel cazzo, mettendolo a confronto col mio mentre mi tradiva con lui.
Per diversi minuti persi la cognizione di quello che avveniva intorno a noi. C’ero solo io e il cazzone dell’uomo di Federica e c’era solo il nostro rapporto di subordinazione data dalla diversa mascolinità. Nel frattempo però lei aveva esaurito la fila di uomini che volevano scoparla. Era rimasta un po’ stesa sul lettone, per riprendersi, poi si era alzata in piedi ed era andata a fianco del suo uomo.
“Pure dagli uomini te lo fai succhiare, porco?” le sentii dire al suo uomo mentre si strusciava contro il suo corpo e lo baciava.
“Sì, è uno sfigato che ha provato a mettertelo nel culo ma è venuto prima di entrare.” commentò lui.
In quel momento mi sentii morire. Non poteva esserci situazione più umiliante. Il mio cazzo giocciolò fuori la sborra in una sorta di orgasmo silenzioso. Avevo il terrore che Federica mi riconoscesse. Le sarebbe bastato guardarmi per farlo. Invece si limitò ad appoggiarmi una mano sulla testa, spettinandomi i capelli e dando il ritmo al pompino che stavo facendo al suo uomo.
“Dai finisci con lui, che voglio andare a casa.” disse lei.
“Ne hai avuti abbastanza?”
“Non sono mai abbastanza lo sai, ora voglio te, ma a casa.” rispose lei ed io pensai a tutte quelle volte che lei non ne aveva voglia, a tutte quelle volte che si negava, a tutte quelle volte che voleva smettere di farlo anche se magari non ero neanche riuscito a farla venire.
“Allora aiutami anche tu a venire che poi andiamo.” disse lui e di nuovo il terrore si impadronì di me. Pensai che lei si sarebbe inginocchiata per dividere con me il suo cazzo aiutandomi nel pompino.
Ed infatti la sentii abbassarsi, ma per fortuna andò dietro di lui. Iniziò, da quel che intuivo, a leccargli il culo. Lui mi prese la testa fra le mani e mi scopò la bocca. Venendo pochi istanti dopo. Io crollai a terra, nascondendo il mio volto. Loro due si incamminarono via, salutandomi. Io restai lì diversi minuti, piagnucolando per l’umiliazione subita e segandomi eccitato per lo stesso motivo.