Il pretesto

I

La mia presenza serviva per tranquillizzarli.

Tutto era cominciato durante i miei burrascosi anni universitari. Una sera in cui era girato un po’ troppo alcool e un po’ troppo fumo mi ero ritrovata in stanza con Marco e Luca, due amici di una mia compagna di appartamento. Io ero sul letto e cominciai a fare la scema, provocandoli e stuzzicandoli. Loro furono abbastanza passivi, timorosi e increduli. Feci tutto io. Quando capirono che non stavo scherzando si lasciarono un po’ andare.

Era la prima volta, per me come per loro due, che facevo un incontro di sesso a tre. Non andammo molto oltre al sesso orale. Prima glieli succhiai a lungo, alternandomi da uno all’altro. Poi proseguii solo su Marco, mentre Luca cominciò a leccarmela. Verso la fine provò anche a scoparmi, venendo però immediatamente senza quasi avermi penetrato.

La mattina dopo io avevo quasi rimosso l’evento. Forse anche loro si risvegliarono chiedendosi se era stato solo un sogno confuso. Non capitò di incontrarci per diverse settimane. Li rividi ciascuno una volta, ma in occasioni diverse. Nessuno fece cenno a quello che era capitato.

Sembrava che fosse tutto destinato a rimanere un unicum, fino alla festa di fine anno accademico. Eravamo in un gruppetto di amici e ci ritrovammo tutti e tre insieme. Ci fu un attimo di imbarazzo che io prontamente superai trascinandoli entrambi sulla pista. Ballammo, io in mezzo a loro, strusciandomi a turno su uno e sull’altro. Ero estremamente allegra e su di giri, sexy ed eccitante, pur essendo molto più sobria della volta precedente.

Flirtai con loro tutta la sera fino a quando chiesi se mi accompagnavano a casa.

Furono molto più a loro agio in quella seconda occasione. Io stavo a pecorina mentre uno mi trombava e l’altro mi porgeva il cazzo da succhiare.

“Voglio provare ad avervi entrambi dentro di me contemporaneamente!” dissi ad un certo punto.

“Ma… come?” chiese uno dei due, più per lo stupore che per una reale incomprensione.

“Te lo devo spiegare?” chiesi maliziosa. “Apri il cassetto, dovrebbe esserci una crema lubrificante.”

Ci furono momenti un po’ comici, nel tentativo di trovare la giusta posizione per tutti. Ci chiedemmo come facevano nei film porno. Io li invitai a non farsi troppi problemi se per caso i loro sessi fossero venuti in contatto fra loro.

“Su! Non fate i difficili. Non credo vi capiti tutti i giorni di avere una ragazza che vuole farsi scopare nella figa e nel culo insieme, o no?”

Superarono le loro stupide remore e riuscimmo nell’opera. Grazie al fatto che erano già venuti più volte quella sera, durarono molto a lungo ed io mi godetti quella prima doppia penetrazione con vari orgasmi consecutivi.

Al termine io scivolai fuori dal loro abbraccio. Ci addormentammo. Loro due rimasero uno appoggiato all’altro, con le gambe intrecciate fra loro.

Mi svegliai prima di loro al mattino. Li guardai. Pur essendo in posizione diversa erano ancora avvinghiati l’uno all’altro. I loro sessi erano in erezione. Sapevo che ai maschi questo capitava spesso al mattino. Andai ad aprire la finestra per fare entrare un po’ di luce ed aria fresca. Si mossero, nel dormiveglia. Vidi Marco allungare istintivamente la mano per afferrarsi il pene. Luca si girò, disturbato dalla luce. Io ero a bocca aperta, non sapevo se intervenire o se assistere allo spettacolo. Marco abbracciò Luca insinuando il cazzo dure fra le natiche dell’amico, ma era evidente che nessuno dei due era abbastanza lucido da rendersi conto della situazione.

Aprirono gli occhi contemporaneamente, accorgendosi che qualcosa non andava. Si guardarono un po’ terrorizzati e un po’ imbarazzati. Io mi mossi facendo un rumore. Si girarono verso di me e poi, immediatamente, saltarono uno da una parte e uno dall’altra, allontanandosi fra loro.

Passò qualche istante di silenzio in cui ognuno di noi fissava a turno uno degli altri due.

“Eravate veramente carini!” dissi io per sdrammatizzare, anche se in realtà lo pensavo veramente.

Ottenni quello che volevo, si misero a ridere e a scherzare su quel contatto fra loro, a parole indesiderato e non apprezzato. Finite però le battute si guardarono. Entrambi avevano il cazzo ancora dritto e duro. Io mi accorsi che cominciai a trattenere il respiro, come per non influenzare con il minimo movimento lo svolgersi della vicenda. Capii che dentro le loro menti stavano passando mille dubbi, mille desideri sopiti e mille domande sulla reazione dell’altro.

Fu Marco ad abbassarsi verso Luca. Gli toccò il cazzo con la punta delle dita, prima di ingoiarlo titubante.

Per alcune decine di minuti non mi degnarono di uno sguardo né di una parola. Ero una spettatrice di uno show erotico omosessuale. Si alternarono, prima timorosi poi sempre più spavaldi, in tutte le combinazioni possibili. Ebbero a turno un ruolo attivo e un ruolo passivo, fino ad un 69 che li impegnò entrambi in modo paritario.

Io, quasi senza accorgermene, mi ritrovai a masturbarmi davanti alla scena.

II

Fu così che iniziammo a trovarci periodicamente per fare sesso a tre. La volta successiva le cose ripresero in modo normale, io ero sempre al centro delle loro attenzioni, ma tutte le volte, man mano che proseguiva la serata si toccavano sempre di più fra loro fino ad escludermi dal rapporto.

Io dovetti munirmi del mio vibratore per soddisfarmi da sola quando venivo messa da parte. Inutile dire che ben presto il vibratore venne incluso fin dall’inizio nei nostri giochi, come quarto componente virtuale.

Marco e Luca hanno avuto entrambi nel tempo delle ragazze fisse che mai sono state coinvolte e neanche informate dei nostri giochi a tre. Due di queste sono poi diventate anche le loro mogli.

Ogni tanto mi chiamano e ci troviamo, pur vivendo in città diverse. Da quel che mi hanno confidato nessuno di loro ha mai avuto rapporti omosessuali con altri uomini, e mai si sono trovati senza che ci fosse anche io.

Io gli servo da scusa, da pretesto. Si giustificano con loro stessi per il fatto che incontrano anche una donna. Mi fa un po’ ridere questo loro timore a dichiarare con se stessi che amano scoparsi uno del loro stesso sesso, ma in fondo non mi dispiace essere sempre coinvolta. Sono gentili e si occupano anche di me. Siamo diventati bravi nella doppia penetrazione.

Anche io, come loro, non tradisco in nessun’altra occasione il mio compagno. E’ la nostra unica valvola di sfogo.

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