I
Io ero quello con l’aspetto da bravo ragazzo di famiglia per bene ed effettivamente lo ero. Lui, Yuri, era quello con l’aspetto da latin-lover un po’ poeta maledetto un po’ cantante rock e anche per lui l’aspetto corrispondeva alla personalità. Eravamo molto diversi in tutto e, forse proprio per questo, molto amici.
Dopo l’università ci eravamo persi di vista. Io dovevo sposarmi, con Lavinia la mia fidanzatina di lungo corso, ed avevo iniziato la mia carriera lavorativa, tutto secondo i piani che altri avevano fatto per me e che io avevo accettato di seguire. Lui se ne era andato in giro per il mondo, facendo mille lavori e amando tante donne diverse.
Mi chiamò e mi disse che sarebbe passato da Roma. Io non esitai un istante ad offrirgli di stare da me. La casa era grande e Lavinia ancora non si era trasferita, voleva aspettare il matrimonio per iniziare la convivenza.
II
Lo andai a prendere all’aeroporto e poi, prima di andare a casa, ci facemmo un giretto fermandoci nella birreria che era stata la nostra seconda casa durante tutta l’università. Davanti a due bicchieri tornammo indietro nel tempo, rimembrando le nostre vicende, scherzando e ritornando amici come se ci fossimo visti fino al giorno prima.
Poi passammo a raccontarci le nostre vite negli ultimi cinque anni. Il mio racconto fu molto breve e privo di particolari avvenimenti. Il suo, invece, iniziò e non terminò, perdendosi in mille rivoli e vicende secondarie, tutte incredibili e avventurose.
Mi raccontò di varie donne che aveva avuto, di come scopano le africane, di quanto è bello il culo delle brasiliane, di una biondina del Texas che faceva di tutto e poi si metteva a pregare per chiedere perdono, delle tecniche delle asiatiche.
Io buttai lì una battuta, spinto anche dall’alcool che avevo in corpo, sul fatto che ero sollevato del fatto che non fosse diventato gay, visti i trascorsi.
Si azzittì e ci guardammo. Non avevamo più parlato di quella vicenda. Avevamo detto di non parlarne più. Ora era tornata in mente ad entrambi e capimmo che ci era rimasta dentro, più di quello che pensavamo.
III
“E tu a donne come vai?” mi chiese cambiando discorso.
“Usa pure il singolare. Sto con Lavinia da quattro anni e non ne ho avute altre. Ci sposiamo a maggio. L’ho conosciuta nello studio in cui ho fatto pratica. Era la figlia dell’avvocato titolare.”
“La figlia del capo, complimenti! Lavinia non è un nome comune.”
“Già, perché me lo chiedi? Forse puoi averla conosciuta, ai tempi dell’università girava con il gruppo della Giulia e di quegli altri. Lei dice che ci eravamo già incontrati. Io non la ricordo.”
“Mmmm, no, non credo. Com’è? Figa?”
“Sì, dai, è il mio tipo: bionda, perfettina, viso da adolescente, corpicino niente male…”
“Ah, sì, immagino. E a letto com’è? Una bomba? Di solito le figlie di papà sono delle porche…”
“Eh…” esitai un istante. “A te posso anche dirlo, sei mio amico, purtroppo da quel lato lì è ancora un po’ freddina, ha ricevuto una educazione molto severa.”
“Come freddina? Ma state insieme da quattro anni!”
“Lo so. Confesso che sono un po’ demoralizzato per questo. A letto non abbiamo una grande intesa. Su tutto il resto sì, e la amo troppo. Spero pian piano di farla sciogliere.”
Yuri rimase pensieroso e mi fissava scuotendo la testa. Eravamo rientrati in confidenza, gli avevo rivelato una cosa che non avevo mai detto a nessuno.
“Comunque non vedo l’ora di fartela conoscere.”
IV
Finita l’università eravamo andati in vacanza io e Yuri. Zaino in spalla e via, senza una meta precisa. Era stata la prima volta (e finora l’unica) in cui avevo fatto qualcosa di improvvisato, di non programmato, di folle. Per Yuri erano le prove generali di quella che sarebbe diventata la sua vita. Per me era l’ultima trasgressione prima di iniziare la vita da adulto responsabile.
In quella vacanza avevo scopato come mai prima di allora. Merito era della disponibilità delle turiste che incontravamo e del fatto che Yuri ci sapeva fare e spesso rimorchiava anche per me. Una volta in Ungheria ci eravamo portati in stanza la cameriera dell’albergo e avevamo scopato a turno. Un’altra volta, nel nord della Grecia, ci avevano invitato nella loro camera tre tedesche forse neanche maggiorenni che tra una scopata e l’altra ci deliziarono con spettacolini lesbo.
Il fattaccio successe lungo la costa croata. Stavamo tornando verso l’Italia ed avevamo preso un pullman che però, giunto ad un paesino, si fermò e non continuò il tragitto come noi pensavamo. Era sera tardi e non sapevamo dove andare a dormire. Ci inoltrammo appena fuori dal paese e scendemmo in spiaggia. Decidemmo di dormire lì, piantando la tenda. La luna piena forniva abbastanza luce per vederci bene.
“Ci facciamo un tuffo?” mi chiese Yuri mentre già si stava svestendo. Rimase nudo ma non mi impressionò più di tanto, ormai ci eravamo visti nelle situazioni più intime. Lo imitai e gli corsi dietro per andare a tuffarmi nell’acqua scura. Mi fermai sulla riva, indeciso se entrare. L’acqua mi sembrava fredda. Yuri era già sotto, incurante della temperatura. Vedendomi titubare pensò bene di spruzzarmi per bagnarmi. Io, scherzosamente mi incazzai e gli andai contro per punirlo del gesto.
Continuammo a fare gli scemi e dopo un po’ ci ritrovammo a lottare sul bagnasciuga. I nostri corpi aderivano fra loro. Dopo qualche istante di concitazione in cui ognuno cercava di afferrare e immobilizzare l’altro ci fermammo, imbarazzati. Entrambi sentivamo premere sul nostro addome l’erezione dell’altro. I nostri cazzi duri, il suo più grosso del mio, sfregavano l’uno contro l’altro. Ci guardammo negli occhi, ansimando. I nostri bacini stavano, impercettibilmente ma istintivamente, muovendosi per sfregarsi contro il corpo dell’altro. Mi aveva afferrato i polsi. Applicò la sua forza per farmi girare. Io non opposi resistenza, anzi, una volta a pancia in giù mi resi conto che arretrai i fianchi, per sentire la sua erezione premere sulle mie terga.
Non mi disse niente mentre con il cazzo cominciava a premere sul mio ano, per penetrarmi. Lo sentii entrare, grosso e possente, ed io lo accolsi con un pizzico di dolore che si tramutò ben presto in un piacere fino ad allora ignoto ma molto soddisfacente. Mi scopò a lungo, con forza ma anche con molta dolcezza. Io girai la testa e ci baciammo.
Mi venne dentro e poi ognuno rotolò da una parte. Rimanemmo qualche minuto ad ansimare mentre l’acqua del mare, periodicamente, arrivava a bagnarci. Non ricordo che pensieri feci in quei momenti. Ad un certo punto lui si mosse e scivolò verso di me. Io non avevo goduto ed il mio cazzo era ancora in piena erezione. Lo prese in bocca e dopo pochi istanti gliela inondai di sborra.
Non parlammo più di quello che era successo. Pochi giorni dopo la vacanza finì e il caso volle che ci vedemmo ancora per poco. Dopo l’estate io iniziai la pratica in uno studio e lui ripartì. La nostra amicizia si trasformò in una amicizia a distanza e per come eravamo fatti questo significava che in pratica non ci sentimmo né vedemmo quasi più. Non sapevamo quanto quello che era successo aveva influito sul nostro allontanamento.
V
“Lui è Yuri, lei è Lavinia” li presentai e li osservai mentre, apparentemente imbarazzati, si baciavano sulle guance. Yuri di solito era molto spigliato con tutti e anche Lavinia, seppur in modo formale, era sempre molto cordiale. Mi stupì quindi che tra due persone a me molto care ci fu una sorta di ostilità silenziosa. Dovetti io cercare di rompere il ghiaccio. Forse, pensai, a lei lui non piaceva (un po’ gliene avevo parlato) e lui forse non la giudicava bene per quel poco che gli avevo detto.
La serata non fu un granché anche se trovammo comunque qualche argomento di conversazione che coinvolgesse tutti e tre.
Riaccompagnai a casa Lavinia. Mentre Yuri mi aspettava in macchina io la scortai fino alla porta di casa, dove avemmo una piccola discussione, nata dal nulla. Lei era molto nervosa. Non sembrava contenta del fatto che il mio amico stesse ospite da me per qualche settimana. Le chiesi esplicitamente quale era il problema, se lui non le piaceva, e lei mi rispose che effettivamente era così.
Tornando a casa mi sfogai con Yuri, lamentandomi di certi atteggiamenti della mia futura sposa e lo stesso feci nei giorni a venire, calcando soprattutto sulla insoddisfazione sessuale. Gli chiesi se facevo bene a sposarmi con una che era la mia donna ideale tranne che in quell’ambito. Non mi rispose. Mi disse che forse dovevo riuscire a sbloccarla in qualche modo, forse dovevo essere un po’ diverso a letto con lei. Parlammo di quegli argomenti e ci ritrovammo entrambi con una erezione, ben visibile sotto il pigiama. Ci allontanammo imbarazzati.
VI
Yuri era sceso alcuni giorni in Puglia, a casa dei suoi, poi sarebbe tornato a Roma dove stava cercando lavoro. A quanto pare aveva deciso di fermarsi. Io approfittai della casa senza l’ospite per organizzare una seratina romantica con Lavinia, con l’obiettivo di fare l’amore in maniera più soddisfacente del solito. Andò male, lei fu più fredda del solito e litigammo molto pesantemente.
Quando tornò il mio amico mi trovò molto giù di morale.
“Ti ricordi quella mia piccola perversione che avevo ai tempi dell’università?” mi chiese un giorno.
“Quale? Quale delle tante?” risposi io ironico.
“Quella di filmarmi mentre mi trombavo le ragazze. Sai, quando sono stato a casa dei miei ho preso una cosa che non ero sicuro di volerti far vedere. Visto che ti ho trovato così penso sia il caso che te la faccia vedere. Vedo che con Lavinia le cose sono messe male. Questa cosa potrebbe servire a migliorarle oppure potrebbe definitivamente affossare la cosa. Io credo sia meglio che tu la veda, anche se so che sto mettendo a rischio anche la nostra amicizia.”
Non capivo e lo lasciai continuare. Mise su un dvd. Mandò avanti veloce delle immagini di lui che scopava con alcune tipe, sempre nella camera che aveva ai tempi dell’università.
“Ecco ci siamo.” mi disse e fece andare il filmato a velocità normale. Si vedeva lui inquadrato da vicino che armeggiava con la telecamera per accenderla. Quando si spostò vidi una ragazza in mutande e reggiseno seduta sul letto che sorrise alla telecamera. Mi venne un colpo al cuore. La ragazza era Lavinia.
VII
Il video era terminato già da alcuni minuti e lo schermo mandava soltanto della “neve”. Nessuno di noi due aveva ancora detto niente. Io rivivevo dentro la mia mente le immagini che avevo appena visto. Un video porno amatoriale di discreta qualità con protagonisti il mio migliore amico e una ragazza che all’epoca non conoscevo ma che stava per diventare mia moglie. Nel video questa ragazza si comportava come la migliore delle pornostar, spigliata davanti alla telecamera e perfettamente a suo agio in tutte le evoluzioni erotiche che la mente perversa del mio amico le proponeva.
L’avevo vista leccare e succhiare avidamente il suo pene, cosa che con me si rifiutava di fare. L’avevo vista che si apriva con le mani le chiappe per facilitare il suo ingresso in quello che, a quanto mi aveva detto, era un buco vergine e tale sarebbe rimasto.
Ero sconvolto. Ero eccitato.
“Forse non è la ragazza che pensi di conoscere.” disse Yuri. “Forse dovete solo trovare la chiave perché lei sia con te come è riuscita ad essere con me e forse non solo con me, prima che vi metteste insieme. Oppure forse è meglio se vi lasciate. Penso che sia meglio che tu lo sappia prima di sposarla.”
Io annuii.
“Ho voglia di scopare.” gli dissi dopo poco. Lui mi guardò, indeciso.
VIII
Il piano era questo: avrei fatto arrivare Lavinia a casa mia ma lì vi avrebbe trovato solo Yuri. Io avrei telefonato dicendo che non riuscivo ad arrivare, in modo che lei sapesse di poter rimanere in sua compagnia senza che nessuno li disturbasse. Lui l’avrebbe avvicinata, l’avrebbe sedotta, avrebbe ricordato la volta precedente (a quel punto avevo capito il loro imbarazzo quando si erano visti, si erano riconosciuti). In quel modo avremmo verificato la reazione di lei. Lo scopo era cercare di farla parlare con Yuri, farla aprire, far sì che confidasse a lui la verità sul nostro rapporto. Sarebbe stato anche un test di fedeltà, ma ero disposto ad accettare che mi tradisse con lui.
Ero in un bar, vicino a casa. Tamburellavo nervosamente sul tavolo e guardavo ogni cinque minuti l’orologio. Era passata ormai un’ora. Decisi di chiamarla per dirle che avrei fatto ancora tardi e che era meglio se andava a casa. Cercai di intuire qualcosa dalla sua voce, ma sembrò tranquilla. L’ulteriore quarto d’ora di attesa prima che Yuri si presentasse al bar per raccontarmi come era andata fu ancora più snervante. Mi arrivò un suo sms: “Ti aspetto qui. E’ andata via.”
IX
Entrai in casa e rimasi impietrito. In salotto c’era Lavinia, seduta sul divano, vestita elegante, bellissima. Non vidi Yuri.
“Vieni qui.” mi disse facendomi segno di sedermi. Era nervosa ma cercava di non sembrarlo. Io ero nervoso e si vedeva benissimo. Si vedeva che aveva pianto.
“Dobbiamo parlare.” aggiunse.
E parlò. Io ascoltai. Mi spiegò che aveva parlato con Yuri e lui le aveva raccontato tutta la vicenda. Sapeva che io sapevo. Conosceva il nostro problema e ammetteva che c’era e che era colpa sua. Con me non riusciva a lasciarsi andare. Io per lei ero il suo innamorato, il suo sposo, il futuro padre dei suoi figli. Con me non riusciva a lasciare uscire quella che era la sua vera natura, che lei considerava una natura di cui vergognarsi a causa dell’educazione che aveva ricevuto. Se si faceva vedere da me in quel modo si sarebbe sentita giudicata in maniera negativa.
Andò avanti a ribadire e ad approfondire questo concetto. Emerse che tra noi l’amore non mancava di certo, quello che mancava era il sesso. Quando terminò la sua arringa difensiva, in cerca di perdono e comprensione, io rimasi a lungo in silenzio. Non la odiavo, anzi. Tante cose si accavallavano nella mia mente ma una domanda emerse spontanea.
“Oggi avete scopato?”
“No.” sentii rispondermi da dietro. Yuri era appoggiato allo stipite della porta.
X
Il mio cazzo era durissimo. Evitavo di toccarlo per non venire subito. Osservavo il volto di Lavinia, trasfigurato dal godimento, mentre Yuri se la sbatteva in un modo animalesco. Erano bellissimi i loro corpi nudi e sudati, il grosso cazzo di lui che usciva lucido di umori e poi rientrava scivolandole dentro. Lei si era spogliata davanti a noi e poi si era inginocchiata per prenderlo in bocca. Io l’avevo guardata come se lo stesse facendo a me. Poi mi ero defilato e li avevo lasciati da soli nel letto.
Quando lui l’aveva girata avevo rivissuto una scena familiare. Mi ero sentito come se fossi al posto di lei ed avevo capito di amare entrambe le persone che stavano in quella stanza. Lui iniziò a penetrarla lentamente nel culo. Lei urlava di piacere. Venne dentro di lei e poi si afflosciò stendendosi con il suo corpo sopra a quello di Lavinia. Capii che il suo cazzo era ancora nelle sue viscere. Salii sul letto. Loro rimasero immobili, si stavano riprendendo dall’ultimo orgasmo. Mi posizionai in modo che il mio cazzo si appoggiasse tra le chiappe di lui ed iniziai a spingere.
Lo sodomizzai ma mi sentivo come se stessi sodomizzando anche Lavinia. Il cazzo di Yuri che era ancora dentro di lei riprese immediatamente vigore e le mie spinte si trasferivano anche in lei che, capita la situazione, riprese a godere come una pazza.
“Ora che mi hai visto così, forse ce la faccio a superare il blocco.” mi sussurrò. Io non indugiai, le salii sopra e la inculai.
XI
“Vuoi tu prendere in moglie la qui presente…”
Il prete leggeva la frase di rito ed io osservavo Lavinia, bella più che mai, nel suo candido e virginale vestito da sposa. Prima di rispondere, con la coda dell’occhio, guardai alla mia destra dove c’era Yuri, il mio testimone, un po’ ridicolo in quell’abito troppo elegante per lui.
Risposi di sì e la festa di matrimonio poté proseguire, sempre sobria, raffinata ed elegante come imponeva la famiglia di lei.
A portarci a casa, dopo la festa, fu sempre Yuri, anche se nessuno sospettava che sarebbe rimasto con noi tutta la prima notte di nozze. Era seduto davanti e faceva da autista. Noi due dietro cominciammo a darci da fare. Infilai le mani sotto la gonna di Lavinia e non trovai biancheria intima.
“Da quando sei senza?”
“Da stamattina, oggi non le ho messe.”
“Ma porc… ma sei diventata proprio una porca, se i tuoi parenti sapessero…”
“Non fare lo stronzo.”
“Veramente gli stronzi siamo stati noi, vero Lav?” intervenne Yuri.
“Cosa vuoi dire?” chiesi io
“Dai Lav, diglielo!” rispose lui.
“Ok, ok. Non ti arrabbiare, ma non sarai il primo a scopare tua moglie.”
“Cioè?”
“Cioè me la sono trombata stasera!” disse ridendo Yuri
“Siamo andati un attimo in bagno. Non ti sei accorto che siamo spariti insieme per dieci minuti?” lo interruppe lei.
“Le ho alzato la gonna, lo sapevo che non aveva niente sotto, e l’ho inculata mentre lei si appoggiava al lavandino.”
“Pensa che poi quando sono tornata in sala sentivo una gocciolina di sperma che mi scendeva lungo la gamba. Meno male che la gonna era lunga. Quando è arrivata al polpaccio ho sfregato le gambe fra loro per spargerla e per farla asciugare.”
Mentre mi diceva questo io iniziai a leccarla, partendo dal piede e salendo lungo la caviglia, il polpaccio e la coscia fino ad arrivare alla sua figa dolce.
“Ti sei incazzato?” mi chiese
“No.” dissi io interrompendo il lavoro di lingua. “Ma appena arriviamo a casa vi inculo. Entrambi.”