Ero in anticipo ma vidi da lontano che anche la mia ragazza era arrivata prima nel luogo del nostro appuntamento. Lei non mi aveva ancora visto arrivare. Stava guardando il telefono. Poi fece un gesto strano. Mi bloccai per osservarla.
Le cadde qualcosa dalle mani e si piegò per raccoglierla. Ma non lo fece in modo del tutto normale. Indossava una minigonna che, prima di piegarsi in avanti, fece salire ulteriormente lungo in fianchi con un gesto quasi impercettibile della mano. Movimento che però fu sufficiente per far sì che, piegandosi, sarebbe stata ancor meno coperta nella parte posteriore dal tessuto della gonna. Inoltre quando si piegò lo fece lasciando le gambe pressoché dritte, andando in giù con la schiena. Il risultato di questa combinazione di movimenti doveva essere inevitabile. Da dove ero io non ebbi modo di verificarlo con certezza, ma chi si trovava dietro di lei, se avesse guardato nella sua direzione avrebbe sicuramente visto molto di più di quello che normalmente si mostra in pubblico. Il culo della mia ragazza, o per lo meno la sua parte inferiore, era rimasto sicuramente esposto. E il suo piegamento fu fatto in modo lento, restando dunque in quella posizione fin troppo a lungo.
Dietro di lei c’era molta gente, che passeggiava e bighellonava. Osservai le reazioni. Qualcuno notò la scena. Una donna strabuzzò gli occhi e fece una espressione indignata. Un paio di ragazzi rimasero a bocca aperta e diedero di gomito agli amici vicini che però non fecero in tempo a vedere e si dovettero limitare a sentire la descrizione concitata ed esaltata dei fortunati. Un uomo sorrise compiaciuto.
Dopo quel gesto la mia ragazza tornò in posizione normale, come niente fosse, ma da lontano scorsi un sorriso sul suo volto. Io rimasi a distanza, quasi nascondendomi. Volevo osservarla, vedere se faceva altro. Nel frattempo mi ero eccitato. Il cazzo si era indurito a vedere quel momento di esibizionismo della mia ragazza, così naturale e apparentemente innocente, ma evidentemente ben voluto e pianificato.
Anche qualcuno di quelli che aveva visto tutto si era fermato a distanza per vedere se lei avrebbe fatto ancora qualche gesto simile. Ma dopo qualche minuto senza particolari movimento tutti noi desistemmo, loro tornarono alla loro giornata ed io mi feci avanti per raggiungerla.
La baciai con molto trasporto, intrecciando le nostre lingue e abbracciandola stretta. Con la mano scesi fino a palparle in modo palese il culo. Non mi importava che fossimo in pubblico e di sicuro neanche a lei. Strinsi una delle sue chiappe nella mia mano. Non percepii nessuna mutanda al tatto. Forse indossava un perizoma. Non potendomi infilare sotto alla gonna per controllare provai a passare le dita nella zona dove iniziava il solco fra le chiappe. Non sentii nulla. Possibile che fosse completamente nuda sotto? E se era così, cosa erano riuscite a vedere le persone dietro di lei? Il mio cazzo si indurì ancora di più e lei non poté non sentirselo premere contro la pancia. Mi sorrise. Forse capì che l’avevo vista, poco prima.
Andammo in un grande negozio di vestiti. Lei voleva fare un po’ di shopping.
Mi accorsi che la sua vena esibizionista non si era esaurita con l’azione fatta per strada mentre stavo tornando verso il camerino nel quale si stava provando i vestiti dopo che lei mi aveva mandato a prendere dei pantaloni di una taglia diversa da quelli che si era provata. Avvicinandomi notai un uomo lì vicino che stava palesemente soffrendo per riuscire a sbirciare con la coda dell’occhio in direzione del camerino della mia ragazza senza farsi notare dalla sua donna che gli chiedeva pareri sui vestiti che aveva indossato. Quando arrivai sul posto capii bene perché quell’uomo aveva quell’atteggiamento: la mia ragazza aveva lasciato la tenda parzialmente scostata e quindi si riusciva a guardare dentro. Lei era con la testa fuori, in attesa del mio arrivo con i pantaloni. Quando glieli passai sbirciai dentro e intuii quale poteva essere stata la visuale per quell’uomo: la vedeva riflessa nello specchio, nuda dalla cintola in giù, col culo in bella vista.
Lui era palesemente a disagio. Non riusciva a non guardare e doveva non farsi notare dalla sua donna. Sudava e sicuramente cercava di nascodere l’erezione che aveva.
La mia ragazza, afferrati i pantaloni, non si preoccupò di chiudere meglio la tenda del camerino e, grazie al fatto che la compagna di quell’uomo si chiuse a sua volta dentro al suo camerino per cambiarsi, lui poté osservare meglio lo spettacolo della mia ragazza che si vestiva e svestiva. Io ogni tanto sbirciavo scostando la tenda dall’altra parte. Anche io avevo una erezione.
Notai che lei scambiò qualche occhiata con l’uomo, attraverso il riflesso dello specchio, sorridendogli per fargli capire che l’esibizione che gli stava donando era voluta e gradita. Dalla mia posizione invece non avevo una visuale su di lui.
Poi la mia ragazza mi mandò via, dandomi una serie di vestiti che avrei dovuto restituire ad una commessa e spiegandomi per filo e per segno quali altri vestiti dovevo portarle per farglieli provare. Restai così via qualche minuti, col pensiero costante di cosa stesse facendo lei nel camerino, nuda come l’avevo lasciata.
Il mio dubbio svanì ben presto quando ritornai. La tenda era ben scostata. L’uomo si era avvicinato e teneva il bacino proteso in avanti nello spazio lasciato aperto. Poi si tirò indietro improvvisamente. Non tanto per il mio arrivo, quanto per il fatto che la sua donna stava uscendo dal camerino con in mano i vestiti che aveva scelto e nell’altra quelli da scartare. Li incrociai mentre mi recavo al camerino della mia ragazza e notai un bel rigonfiamento nei pantaloni di lui. La mia ragazza, probabilmente, lo stava accarezzando proprio lì.
La trovai dentro al camerino, seduta sullo sgabello con le gambe aperte, palesemente impegnata a masturbarsi. Con l’altra mano si stava invece filmando con il cellulare. Ignorò completamente i vestiti che le avevo portato, non era veramente interessata, era stata solo una scusa per farmi allontanare un po’ e avere campo libero con quel guardone.
Mi misi come avevo visto che era messo lui e lei allora mi accarezzò la patta dei pantaloni come sicuramente aveva fatto con lui. Con me però si spinse oltre, perché io potevo lasciarla fare, e abbassò la zip e infilò la mano dentro per segarmi. Mi tirò fuori il cazzo e io, preso dalla situazione pazzesca, sborrai quasi subito, schizzando su di lei, per terra e sullo specchio.
Per fortuna ebbi quella eiaculazione così repentina perché pochi istanti dopo si palesò una commessa, venuta a fare un giro nei camerini per sentire se c’era bisogno di lei. Io, paonazzo e imbarazzato, non feci in tempo a rimettere dentro il cazzo nei pantaloni e presi uno dei vestiti che avevo portato alla mia ragazza e lo tenni davanti alla patta per coprirmi.
“Come vanno i vestiti?” chiese la commessa ad alta voce.
La mia ragazza non rispose. Io sbirciai dentro e con una mano chiusi meglio la tenda. Lei era in ginocchio, col culo verso lo specchio, che si masturbava furiosamente.
“Vanno bene?” riprovò la commessa.
“Sì.” arrivò da dentro al camerino, quasi come un mugolio.
“Li sta provando.” aggiunsi io per uscire dalla situazione imbarazzante.
“Quello non va bene?” disse lei indicando il vestito con cui mi nascondevo le pudenda e allungando una mano per prenderlo se io glielo avessi passato.
“Eh? No, no… non lo so… deve pensarci.” balbettai.
“Ok. Se avete bisogno chiedete pure.” disse infine la commessa, allontanandosi.
“Sì, grazie.” risposi.
Poi sbirciai dentro. Lo stupore maggiore non fu per quel che vidi ma per il fatto che la mia ragazza fosse riuscita a farlo senza emettere nessun rumore. Era venuta ed aveva anche schizzato un po’ contro lo specchio. La vidi prendere uno dei vestiti e usarlo per asciugare un po’. La mia sborra invece la pulì con un fazzoletto.
Comprò diversi capi, con un’aria divertita e soddisfatta, molto di più di quanto avrebbe potuto esserlo per il semplice shopping.
Mentre eravamo al bancone del negozio e la commessa ripiegava e metteva i vestiti in un grande sacchetto, io mi avvicinai a lei e le sussurrai nell’orecchio.
“Sei proprio una puttanella.”
E intanto con una mano scesi verso il suo culo, andai sotto la gonna e da dietro le infilai un dito nella fica ancora bagnata. Poi spostai il dito nel buchetto posteriore e glielo inserii di botto, facendola sobbalzare.
“Ok, paghi tu?” disse lei divincolandosi e afferrando il sacchetto dalle mani della commessa, allontanandosi e lasciandomi lì, felicemente costretto a regalarle tutti i suoi acquisti, ben sapendo che la ricompensa per la mia gentilezza era solo cominciata nel camerino di quel negozio.
Bel racconto di esibizionismo fatene di piu
Grazie
Bella. Mi piacciono le situazioni di esibizionismo.
Così come lo apprezzo nella mia splendida moglie. A luglio si era vestita con un abito a cui le tette uscivano sempre. Ci siamo fatti un giro della città dove praticamente ha mostrato buona parte del seno a chiunque la incontrasse.
Visto la buona predisposizione della giornata, le ho fatto un bel servizio fotografico molto sexy.
Foto in cui le sue splendide tette sono protagoniste assolute.
Spero che, come promesso, si faccia fotografare completamente nuda.
Adoro quando troieggia così…
Bravi, divertitevi