Nudità e oltre.
“Ho voglia di stare nuda.”
Con queste parole la mia ragazza si era lamentata della distanza temporale dalle vacanze estive nelle quali eravamo abituati a cercare sempre luoghi che consentissero di fare un po’ di nudismo. Era inverno e le occasioni di farlo mancavano per cui organizzamo un weekend in una località montana dove c’erano saune che consentivano di farle alla maniera nordica e quindi poter stare un po’ nudi, in libertà, in mezzo ad altre persone nude.
Alla mia ragazza piaceva molto stare nuda davanti ad altri, guardarli e soprattutto farsi guardare. E col bel fisico che aveva gli sguardi su di lei erano sempre molti. La nudità poi si accompagnava sempre ad allusioni erotiche, ci faceva crescere la voglia che poi sfogavamo una volta tornati a casa oppure anche sul posto, se il luogo lo consentiva, come alcune spiagge isolate. Le saune che avremmo frequentato, invece, non erano certo un posto in cui saremmo stati liberi di sfogare nulla. In quelle saremmo stati semplicemente nudi per poi riservare alla nostra stanza di albergo le voglie che ci sarebbero nate dalla nudità nostra e altrui.
E così entrammo finalmente in uno di quei centri con saune e piscine in cui la nudità era obbligatoria, per lo meno all’interno di ciascuna sauna. Nel resto degli ambienti, normalmente si girava coperti dagli asciugamani o dagli accappatoi. Ma la mia ragazza, con la sua voglia di stare nuda e il suo piacere nell’esibirsi, sfruttò ogni occasione per rimanere il più possibile nuda. Stava a lungo sotto le docce in piena vista, si spostava da un ambiente all’altro coprendosi il meno possibile, si stendeva al sole completamente nuda. Insomma se la stava godendo e anche tutte le altre persone potevano godere del suo corpo in mostra.
Eravamo seduti su dei lettini, rilassandoci un po’ dopo aver fatto un giro nelle varie saune, quando notai dei movimenti strani. Era seduta con le gambe strette e le stava muovendo leggermente sfregando una coscia contro l’altra. Intanto si mordeva un labbro e aveva lo sguardo un po’ perso.
“Che fai?” le chiesi a bassa voce.
“Niente.” rispose lei ma la vidi socchiudere gli occhi e tremare leggermente.
“Tutto ok?” insistetti.
“Sì, sì… è che… sono eccitata.”
Capii che in quella posizione riusciva senza toccarsi con le mani a premere o sfregare contro il clitoride in qualche modo e praticamente si stava masturbando senza che si notasse. Le guardai i capezzoli, dritti e turgidi.
“Si vede.” commentai e intanto, sotto all’asciugamano che tenevo legato in vita, il mio cazzo si stava risvegliando.
Ci spostammo nel bagno turco. Lei si fece tutto il percorso con l’asciugamano in mano, senza coprirsi per nulla. Entrammo nell’ambiente in penombra e pieno di vapore che rendeva difficile vedere poco oltre al proprio naso. Dopo poco che fummo dentro, seduti sui ripiani di marmo, notai un suo lieve ondeggiare, al mio fianco. Capii che in quel momento si stava platealmente toccando fra le gambe, nonostante non fossimo soli.
“Devo uscire.” mi disse dopo poco.
Quando fummo fuori le chiesi spiegazioni.
“Oddio, stavo per godere, per avere un orgasmo, ma mi sentivo svenire con quel caldo umido. Però bellissimo… lì in mezzo ad altri ignari… oddio, quanto sono eccitata, ancora.”
“Cerchiamo un posto tranquillo, così ti calmi.” suggerii.
Andammo in una sala piena di lettini e lei si sdraiò su uno di essi. Io mi sedetti sul bordo dello stesso.
“Sono troppo eccitata. Ho voglia di masturbarmi. Ho voglia di farlo davanti a tutti. Vorrei scopare.”
“Vuoi che torniamo in hotel?”
“No, siamo appena arrivati… e poi in hotel non ci sarebbe il brivido del farsi guardare.”
“Ok.”
Restammo un po’ lì. Il mio cazzo, sempre nascosto dai teli, si sgonfiò. Anche lei sembrò essersi tranquillizzata.
“Toccami tu.” mi disse invece, improvvisamente.
“Come?” chiesi non essendo sicuro di aver capito.
“Dai, appoggiati con la mano fra le mie gambe, come niente fosse. Ma così mi infili le dita dentro.”
“Qui? Non vuoi andare in un posto più privato?”
“No. Qui.”
Mi misi nella posizione che mi suggeriva e con aria distratta e impassibile allungai le dita fino a stimolarle le labbra della fica. Era bagnatissima. Si assestò e si spostò in avanti facendo in modo di risucchiare quasi le mie dita dentro di lei.
“Oddio… oddio.” mormorava mentre si mordeva un dito. I capezzoli erano durissimi.
Dopo pochissimo una scarica di tremori le percorse il corpo. Le mie dita furono quasi inondate di umori.
“Mmm, avrei voluto urlare e far sapere a tutti che stavo godendo… che bello avere un orgasmo così…”
Mi staccai da lei e la guardai, bellissima, stesa nuda sul lettino.
“E tu?” mi chiese. “Vuoi godere anche tu?”
“No, meglio di no. Sai, per noi maschi è un po’ più visibile che per voi, già sto facendo fatica a nascondere l’erezione sotto ai teli.”
“Ah, già. Mi spiace per te.”
“No, ma è già fin troppo bello vederti così.”
“Quindi ti piace se sono così esibizionista… così audace…”
“Sì, ma… non esagerare… non facciamo cacciare…”
“Io invece vorrei proprio esagerare…” commentò mordendosi le labbra. Poi si tirò su e si guardò attorno.
Io cercai di rilassarmi e farmi calare l’eccitazione.
“Quei due secondo me hanno visto e capito tutto. No, non girarti.” mi sussurrò dopo poco. Mi spiegò che c’erano due ragazzi che aveva notato che la stavano guardando e che confabulavano tra loro sorridendo. Secondo lei avevano notato le nostre mosse e si erano goduti lo spettacolo.
“Voglio provocarli e vedere se è vero.” aggiunse.
“No. Cosa hai intenzione di fare? Siamo in un luogo pubblico. E poi chissà chi sono.”
“Chi vuoi che siano, due ragazzi arrapati da me. Adesso mi alzo. Passo vicino a loro, nuda e sorridente, e vedo se mi seguono dentro a quella sauna.”
“E io?”
“Tu poi mi raggiungi fra poco. O ci raggiungi se loro mi seguono.”
“Non fare cazzate.”
“Tranquillo.”
La guardai alzarsi e camminare sculettando. Passo vicino a loro. Si scambiarono un sguardo e un sorriso. I due ragazzi tenevano uno dei due asciugamani appallottolato tra le gambe, come facevo io per nascondere l’erezione. Li vidi alzarsi subito dopo il passaggio della mia ragazza. La seguirono come lei aveva previsto.
“Cazzo…” mormorai fra me e me e cercai di contenere sia l’erezione sia il timore che lei facesse qualche casino. Già mi immaginavo che qualche addetto alla sauna ci cacciasse urlandoci dietro per atti osceni in luogo pubblico.
Lei si era infilata in una sauna di quelle più tiepide, di quelle in cui si poteva sostare dentro molti minuti senza problemi. Fuori dalla porta c’erano le sue ciabattine e appeso il suo asciugamano. Oltre a quelle, altre due paia di ciabatte e asciugamani. Apparentemente erano dentro solo in tre. Entrai con un certo timore di cosa avrei trovato dentro.
Il timore fu più che confermato. Seduti sui ripiani di legno c’era la mia ragazza in mezzo ai due ragazzi. Loro erano a gambe aperte e appoggiati con la schiena all’indietro. Lei invece era protesa in avanti e con le braccia aperte in modo che le sue mani raggiungessero i due cazzi eretti. Li stava segando con lentezza.
“Ma cazzo…!” esclamai vedendo la scena.
“Oh, amore, non entrare per favore. Resta fuori a controllare che non arrivi nessuno. Se poi arriva qualcuno entri prima di lui così noi possiamo riacquistare un contegno.”
“Ma… ma…” balbettai.
“Dai, per favore, lasciami giocare con loro…”
I due ragazzi mi guardarono con aria beffarda.
Mi ritrovai fuori dalla porta della sauna che non sapevo cosa fare. Dovevo fingere indifferenza ma nello stesso tempo impedire che qualcuno potesse entrare prima di me. Nello stesso tempo volevo cercare di sbirciare dentro dalla finestrella che c’era sulla porta, per vedere se la mia ragazza osava andare oltre ad una doppia sega. Il tutto cercando di nascondere l’erezione che mi tendeva l’asciugamano legato in vita.
Non ce la feci più, ad un certo punto, ed entrai.
Loro appena mi videro si ricomposero e fecero finta che non fosse successo nulla. Poi si accorsero che dietro di me non c’era nessuno.
“Beh, perché sei entrato?” mi chiese lei, seccata.
“Dai, basta. È troppo rischioso. Se qualcuno ti becca prendiamo una denuncia… e poi… cioè stai facendo una sega a due sconosciuti, così…”
“Non sono due sconosciuti, poi te li presento, sono simpatici.” ridacchiò la mia ragazza che ormai aveva perso il senno, guidata soltanto dagli ormoni impazziti.
“Dai, su. Smettila.” le dissi prendendola per mano e facendola alzare.
“Ok, la smetto. Ma perché in effetti mi ero stancata di fare solo una sega. Voglio di più.”
“Allora torniamo in hotel. Non qui.”
“Con loro?” mi chiese girandosi verso i due ragazzi.
“Anche con loro… se vuoi…” le concessi. Non avevo pregiudizi nel fare sesso con altri, anche se avrei preferito una cosa un po’ più organizzata e non così estemporanea, ma in quel momento dovevo darle un contentino per evitare che degenerasse.
“No.” mi rispose però lei. “Voglio restare qui.”
“Possiamo andare di sopra.” intervenne uno dei due. “C’è una sala relax vicino ad una sauna, ma la sauna è chiusa e quindi non c’è nessuno di solito.”
Inutile dire che la mia ragazza colse di buon grado quel suggerimento. E così mi ritrovai a seguire il terzetto su per le scale. La mia ragazza sempre del tutto nuda, davanti a sculettare per ingolosirci, e noi ragazzi dietro, ovviamente coperti per nascondere le erezioni.
La sala relax in effetti era vuota, con varie nicchie con dentro dei materassi dove ci si poteva stendere. La luce era bassa, così come la musichetta rilassante e i profumi di erbe diffusi nell’aria.
“Resta sulla porta. Come prima.” mi ordinò lei.
Dovevo fare il palo, in sostanza, e avvisarli se arrivava qualcuno. Lei invece, i pali, li avrebbe presi. Non si sarebbe limitata ad una sega e neanche a semplice sesso orale. Voleva farsi scopare. Da entrambi. Insieme. In un luogo pubblico e rischioso.
Capii che non c’era modo di fermarla, quando le prendeva quella eccitazione incontenibile. Se le avessi impedito di divertirsi non me l’avrebbe perdonata. E poi la verità era che io, nonostante la paura e la contrarietà per essere sostanzialmente escluso dai giochi e di fatto reso cornuto pubblicamente, ero in realtà stra-eccitato pure io. Era troppo bello vederla così porca e così troia da non sapersi fermare.
Rimasi sulla porta. Tenendo d’occhio sia le scale da cui potevano arrivare altre persone, sia la nicchia della sala relax. Uno dei due ragazzi si era seduto a gambe aperte. La mia ragazza gli stava succhiando il cazzo. L’altro la scopava da dietro.
Cambiarono posizione e configurazione alcune volte, prima di essere interrotti da me. Quella volta era vero, stava arrivando gente, e dovettero smettere. Restammo un po’ tutti e quattro seduti nella nicchia, ridacchiando per la situazione e facendo un po’ di conoscenza.
“Adesso possiamo tornare in hotel.” mi disse poi la mia ragazza. “Con anche loro due però.”
“Non ti è bastato?” chiesi in modo retorico.
“No, anche perché voglio fare una cosa che qui non si può fare.”
“Cioè?”
“Prendervi tutti e tre, contemporaneamente.”
“E perché qui non si può fare?” la provocai.
“Perché non abbiamo il lubrificante e perché voglio prima pulirmi bene il buco per cui serve il lubrificante.” rispose lei, ormai priva totalmente di pudore.
Splendido….esibizionismo e sesso con altri, io mio mix preferito