Col polpastrello del dito medio premevo e picchiettavo sul suo clitoride. Indice e anulare, uniti tra loro entravano e uscivano dalla sua fica. Con il pollice le massaggiavo i bordi dell’ano.
Lei era con faccia, petto e spalle contro il cuscino e culo in alto. Le ginocchia su cui si appoggiava erano larghe mentre i piedi si riavvicinavano, quasi toccandosi.
Io ero seduto sui talloni, con le ginocchia larghe e piegato in avanti. Il mio cazzo duro si adagiava contro le sue piante dei piedi, sbattendoci contro a causa dei miei movimenti. Con la bocca le stavo mordendo una chiappa.
“Fai piano, col pollice sul culo. Mi fa ancora un po’ male.” mi disse tra un gemito e l’altro.
“Ancora?” chiesi io non capendo l’uso di quell’avverbio.
Passò qualche minuto senza altre parole tra noi. Lei stava godendo o era sul limitare dell’orgasmo. Io pensavo all’ultima volta che l’avevo inculata. Di sicuro non era successo nelle ultime settimane.
Tolsi le dita dalla sua fica e mi dedicai con esse soltanto a stimolare il clitoride. Tolsi anche il pollice dal buco del culo. Non le ero entrato dentro, mi ero limitato a fare pressione sui bordi dello sfintere esterno. Lo sostituii con la lingua.
Ebbe un sussulto. Il contatto tra la mia lingua e la sua parte più intima spesso la imbarazzava un po’ ma nello stesso tempo la faceva impazzire.
“Oh, sì.” mugulò.
Adoravo leccarle l’ano e mi ci dedicai con molto impegno per qualche minuto, mentre la sua fica sbrodolava sul palmo della mia mano, pressatogli contro.
“La tua lingua è proprio quello che ci voleva… dopo il cazzo che ho preso ieri.”
“Scusa?” dissi io sollevando la bocca dalle fiere chiappe.
“Non fermarti, continua a leccare.” mi implorò lei.
“No, scusa. Cosa hai detto?”
“Se continui a leccarmi ti spiego tutto.”
“Ma stai scherzando? Cioè mi stai dicendo che mi hai tradito? E me lo dici mentre ho la lingua nel tuo culo?”
“Lasciami spiegare. Non arrivare a conclusioni affrettate. Dopo avermi ascoltato deciderai cosa pensare di me. Però intanto continua a leccarmi il buco del culo, per favore.”
Rimasi interdetto per alcuni secondi. Era la conversazione più surreale che mi fosse mai capitata. Tanto valeva assecondarla e vedere dove sarebbe andata a parare. Inutile agitarsi prima. Probabilmente era tutto uno scherzo, un gioco che lei voleva condurre da eccitata qual era.
Ricominciai a leccarla e lei ricominciò a parlare. Oltre a parlare iniziò a muovere un po’ i piedi facendo in modo che le piante sfregassero contro le mie palle e il mio cazzo, stimolandomi.
“Ti ho tradito. Più volte. Con uno. Ma non ti devi preoccupare. Lui è uno stronzo, non mi piace, è solo sesso.”
“Cosa cazzo stai dicendo?” dissi interrompendo l’analingus.
“Zitto e lecca.” disse lei allungando un braccio dietro per spingermi la nuca e farmi tornare con la faccia fra le sue chiappe.
Il suo ano pulsava, la mia lingua tentava di aprirlo.
“Ti dicevo che è solo sesso.” continuò. “Anzi, è solo sesso anale.”
A lei piaceva il sesso anale, ma doveva essere ben predisposta per riuscire a farlo e per quel motivo lo facevamo raramente. E invece mi stava dicendo che c’era uno con cui faceva solo quello. E me lo diceva mentre io avevo la lingua proprio nel suo ano? Era impazzita? A che gioco stava giocando?
“E no, adesso mi sto incazzando. Che cazzo stai dicendo?” dissi alterandomi, tirandomi su e prendendola di forza per girarla verso di me. Lei rimase lì stesa sulla schiena e mi guardò sorridendo in modo malizioso, mordendosi un dito.
Restammo così fermi, a guardarci negli occhi in attesa che qualcuno facesse una mossa. Lei, intanto, quasi senza che io me ne accorgessi, stava continuando a stimolarmi il cazzo con i suoi piedi, sfregandoli lungo l’asta o contro le palle.
“Ti ho appena detto che sei cornuto eppure hai ancora il cazzo durissimo…” disse lei dopo un po’ indicando dove stavano giochicchiando i suoi piedi.
“Cazzo…” mormorai io guardando in basso, quasi come se lo scoprissi in quel momento che ero eccitato.
Era un gioco quindi? Mi aveva raccontato una cazzata per vedere come reagivo? Per vedere se restavo eccitato nonostante la confessione di un tradimento? O forse proprio a causa di essa?
Con la pianta di uno dei piedi premette contro l’asta, stringendola tra il suo piede e la mia pancia e facendo lentamente su e giù. Con le dita e il collo dell’altro piede, invece, mi toccava le palle da sotto, con piccoli colpetti e spinte verso l’alto. Con l’alluce di questo secondo piede, poi, sfregò nella zona perianale arrivando fino a sfiorarmi il buco del culo.
Guardai in basso l’opera di stimolazione che riusciva a fare con i suoi bellissimi piedini. Poi la guardai in faccia. Aveva un’aria da porca, divertita dal fatto che stava giocando con me, con il mio cazzo tramite i suoi piedi e con il mio cervello tramite le sue parole. Fu troppo eccitante e mi salì improvviso un orgasmo. Schizzai contro la mia pancia, sporcandole il piede.
Lei ridacchiò.
“Era tutto un gioco quello che dicevi, vero? Una provocazione, una fantasia?” chiesi conferma.
“Che importanza ha? Hai sborrato quando le due ipotesi potevano essere entrambe vere. Vuol dire che ti piacciono entrambe.”
“Non proprio. Una delle due ipotesi la odio.”
“E a me mi ami?”
“Certo che ti amo.”
“E se avessi fatto veramente la cosa che dici di odiare? Mi ameresti lo stesso?”
Mi guardai il cazzo, gocciolante di sborra e mezzo moscio.
“Sì.” ammisi con lei e con me stesso.
Lei sorrise e si tirò su per baciarmi. Un lungo bacio appassionato con la lingua in bocca. Pieno di amore e di lussuria. Tanto intenso che lei nel mentre ebbe un leggero orgasmo, provocato dalle emozioni erotiche accumulate. In quel momento capii quale era la verità dietro alle sue parole di prima. Ed era una verità che amavo e odiavo allo stesso tempo.