Per errore

Un invio sbagliato che rivela un segreto.

Io e la mia amica Francesca ci stavamo scrivendo dei messaggi. Lei mi aveva chiesto una cosa e io le volevo inviare un link a un video che l’avrebbe aiutata. Andai su youtube cercai il video poi copiai l’indirizzo e lo incollai nella chat con lei. O almeno così pensai di avere fatto. Passò qualche secondo. Nella chat non comparve la classica anteprima del video, ma un altro indirizzo che mi era comunque familiare.

“Oh merda, cazzo, cazzo, merda…” mormorai tra me e me agitandomi per cercare di capire come si poteva cancellare l’invio.

Ci impiegai un po’, per colpa dell’agitazione. Ma riuscii a cancellarlo. Non sapevo se lei lo avesse visto, ma probabilmente no. Ero riuscito ad essere abbastanza veloce e poi magari se lo aveva anche visto per un attimo non aveva fatto in tempo a visitarlo. Quindi forse l’avevo scampata. Cercai di rassicurarmi.

Tornai sul video e copiai con più attenzione l’indirizzo e glielo inviai. Poco dopo lei ringraziò, non fece cenno al messaggio cancellato che probabilmente vedeva, non chiese spiegazioni. Mi convinsi così di averla scampata. L’indirizzo che le avevo mandato per sbaglio era quello del mio sito di racconti erotici.

Pochi giorni dopo, con Francesca e altri amici, mi trovai al mare. Una normale giornata fra amici. Tutto come sempre, niente di strano. In fondo perché mai avrebbe dovuto esserci qualcosa di strano? Dell’episodio dell’invio sbagliato ormai mi ero anche dimenticato.

Cominciò a tornarmi in mente notando qualche sguardo strano di Francesca nei miei confronti. Quando mi giravo verso di lei spesso mi stava osservando ed aveva sempre un sorrisetto a metà. Di solito non era così oppure non lo avevo mai notato. Ma in realtà ancora non collegavo niente a quella chat di qualche giorno prima, fin quando, nelle chiacchere fra amici fu Francesca a tirare fuori un argomento strano.

“A voi capita di leggere racconti erotici? Non trovate che la letteratura erotica sia sottovalutata? Si vedono tante immagini, tanti video, più o meno allusivi, ma della fantasia che può scatenare la parola se ne parla poco. Invece io trovo che possa essere anche più soddisfacente, non pensate?”

Tra amici non c’erano grandi tabù e si parlava tranquillamente anche di argomenti del genere. In sé non sarebbe stato un discorso così sorprendente se non fosse stato per quel messaggio che avevo mandato per sbaglio. Mi sentii avvampare. Voleva dire che lo aveva letto? E se fosse stato perché tirare fuori l’argomento così, davanti a tutti, mentre a me non aveva detto niente? Forse era solo una coincidenza.

Tendenzialmente le persone che c’erano negarono di leggere cose erotiche, gli uomini soprattutto, salvo qualcuna che nominò qualche libro classico, magari di quelli in cui la parte di erotismo c’era, magari anche significativa, ma che non era il clou del racconto.

“E tu?” mi chiese ad un certo punto a bruciapelo Francesca, sorridendo curiosa.

Balbettai qualcosa. Nominai un libro di quelli a cui avevano fatto riferimento e che avevo letto anche io. Poi dissi che però ero d’accordo con lei che fosse un po’ sottovalutato il potere della parola in come veniva descritto l’erotismo nel sentire comune.

Lei sembrò soddisfatta e la conversazione proseguì cambiando pian piano argomento.

A metà pomeriggio ci ritrovammo io e Francesca isolati dal resto del gruppo. Lei era stesa su un lettino, col telefono in mano, ed io ero seduto nel lettino a fianco.

“Lo conosci questo sito?” mi chiese mostrandomi il telefono. Cercai di nascondere la sorpresa e il sussulto che mi venne istintivamente. Era il mio sito di racconti. Allora aveva visto il messaggio e quindi cosa voleva? Voleva smascherare il fatto che io avessi mentito quando mi aveva chiesto davanti a tutti se leggevo cose di quel tipo?

“Uhm, sì, forse ci sono capitato qualche volta.” dissi capendo che era inutile mentire del tutto.

Lei mi guardo sorniona e si riprese il telefono, continuando a fissarmi.

“Sei tu, vero?” mi disse poi dopo poco.

“Cosa?” dissi io trasalendo.

“Sei tu che scrivi questi racconti.” non era più una interrogativa.

Come cazzo aveva fatto a scoprirlo? Non lo sapevo ma dovevo negare, non potevo ammetterlo. Non che fosse una cosa così disdicevole scrivere racconti erotici, anzi, ma era un aspetto di me che volevo mantenere privato, per avere maggiore libertà.

“Io? Ma quando mai?” dissi cercando di essere convincente ma sapendo che le mie doti di attore erano sicuramente inferiori a quelle di scrittore.

“Mi hai mandato il link a questo sito. Poi l’hai cancellato, come se volessi nascondere qualcosa.”

Mi maledii tra me e me.

“Ne ho letti diversi.” continuò lei “E dopo un po’ ho cominciato a notare certe cose… certi riferimenti a luoghi… a situazioni… c’erano troppe coincidenze…”

“Mi sa che ti sei fatta un viaggio. Sì, ok, mi piace leggere racconti, prima davanti a tutti non mi andava di ammetterlo, ma da qui a scriverli, addirittura…”

“Guarda che li ho trovati belli. Ci fai una bella figura davanti a me. Anzi, complimenti. Non credevo avessi questa fantasia.”

“Ti dico che non sono io. Non sarei così bravo e non avrei quella fantasia.”

“Però hai quelle fantasie?” insistette lei.

“In che senso?”

“Le fantasie erotiche su cui sono incentrati molti dei racconti. Le hai anche tu? Oppure, dato che per me tu sei l’autore, per te non sono solo fantasie ma anche cose vere? Eh?”

“Non ti sto neanche a rispondere.” dissi simulando di essere scocciato quando invece ero soltanto molto imbarazzato.

“Ok.” rispose lei fingendosi rassegnata. “Io continuo a leggere qualche tuo racconto. Poi mi spiegherai perché ti è venuto duro.”

Dicendo questo si abbassò gli occhiali da sole per rendere evidente che mi stesse guardando fra le gambe. Nonostante avessi i boxer il gonfiore era in effetti visibile.

Lei, di contro, aveva i capezzoli turgidi sotto al reggiseno del bikini, segno che ciò che leggeva le faceva effetto.

Ripensai a lungo su cosa dire. Era forse il caso di ammetterlo. In fondo che male c’era. Però non me la sentivo. Considerando le cose che avevo scritto, nonostante Francesca fosse una buona amica, ero imbarazzato nell’ammettere che in effetti quelle erano le mie fantasie. Poi in fondo lei ne era già convinta. Quindi per un verso non sarebbe cambiato niente, ma per un altro se lo ammettevo non potevo più tornare indietro. Lei avrebbe conosciuto con certezza quel mio segreto.

Dopo un po’ mi chiese aiuto per riportare un po’ di cose nella cabina comune che avevamo tra tutti gli amici, prima di andarsene. Io ero perso nelle mie riflessioni e la seguii senza pensare alla stranezza di quella richiesta. Me ne resi conto solo dopo aver appoggiato la borsa nella cabina. Lei era entrata con me e aveva chiuso la porta. Mi girai e i suoi seni premevano contro il mio petto, i nostri visi erano vicinissimi.

“Vorrei sapere una cosa.” disse con voce roca.

“Co… cosa?”

“Se la descrizione che fai del cazzo del protagonista è autobiografica o no…”

“Ma… io…” non sapevo che fare, da un lato, cazzo, perché non approfittare di quella situazione, in fondo Francesca era una bella ragazza. Dall’altro lato… non lo sapevo neanche quale fosse l’altro lato.

Intanto lei si stava inginocchiando, continuando a parlare.

“Quando parli del cazzo del protagonista maschile spesso sottolinei una caratteristica che ha… e che mi incuriosisce… la larghezza…”

“Che… che fai?” balbettai ormai in suo totale potere.

Mi abbassò i boxer. Il mio cazzo, già del tutto rigido fin da quando avevo sospettato le intenzioni di lei, sbucò fuori rimbalzando dopo essere stato tirato in basso dall’elastico.

“Direi che questa è la conferma che cercavo…” disse lei. È proprio come è descritto nei racconti… bello largo…”

Poi smise di parlare perché lo prese in bocca.

“Cazzo…” sussurrai io godendomi la cosa ma capendo di essere totalmente in suo controllo.

“Vediamo se è vero anche il resto…” disse e subito dopo mi fece girare di 180 gradi poi mi tirò indietro per i fianchi in modo che mi piegassi in avanti mostrandole bene il culo.

Cominciò a toccarmi e poi leccarmi e intanto segandomi il cazzo.

“Ti fa impazzire, vero?” mi chiese

Io mugolai.

“Proprio come descrivi nei racconti. Sei un porco.”

“No… non sono i miei racconti…” continuai a negare, non sapevo bene perché, ormai dovevo rimanere nella mia parte.

“Però ti piace, vero?”

“Sì…” quello non potevo certo negarlo.

Era troppo bello e ormai eravamo andati troppo oltre. Quasi di colpo mi svanì tutto l’imbarazzo e decisi di godermela fino in fondo.

“Ma sei hai letto un po’ di quei racconti…” iniziai a dirle.

“I tuoi racconti.” mi interruppe lei.

“Quei racconti.” sottolineai io che su quel punto non volevo cedere.

“Come vuoi.” concesse lei.

“Se li hai letti, dimmi, cosa succederebbe ora se fossimo in uno di quei racconti?”

“Diventerà un racconto?” chiese lei entusiasta.

“Lascia stare, dimmi cosa succederebbe secondo te.”

“Quindi non sono tutti di fantasia? Ce ne sono di veri?” insistette lei.

“Smettila. Dimmi cosa succederebbe.”

“Ok. Se ti ho inquadrato bene, una cosa che non manca quasi mai nei tuoi racconti è…” si fermò come se dovesse pensarci su.

In realtà si tirò su in piedi, si girò appoggiandosi alla parete della cabina e si abbassò la parte sotto del costume, sfilandosi anche il pareo che ancora indossava.

“Non manca mai il sesso anale.” disse con voce roca e sensuale e porgendo verso di me le sue terga.

Le afferrai i fianchi e le feci sentire il cazzo duro contro le chiappe.

“C’è della crema idratante nella borsa.” disse lei come se stessimo parlando del tempo, spegnendo per un attimo la tensione erotica e riportandoci ai problemi pratici che nei racconti spesso vengono sottaciuti.

La presi e me la spalmai abbondantemente sul cazzo. Poi con le dita gliene infilai un po’ nell’ano che si aprì docile. Fu un po’ più difficile quando le puntai contro il cazzo.

“Piano… sei largo…” mormorò.

Non durai molto, per colpa della stimolazione precedente. Subito dopo aver sborrato dentro di lei mi resi conto di quanto fossi sudato. Anche lei grondava. Nella cabina faceva caldissimo e non girava l’aria.

Ci guardammo, conciati come eravamo, e scoppiammo a ridere.

“Quindi leggerò su quel sito di questo sesso nella cabina al mare?” mi chiese Francesca mentre uscivamo di soppiatto dopo esserci ricomposti. Non volevamo che qualche amico ci vedesse.

“Avresti dovuto dare il culo all’autore di quei racconti se avessi voluto esserne protagonista.”

“Allora aspetterò fiduciosa.” concluse lei ammiccando. “Mi piace essere la protagonista… anche di più racconti se l’autore volesse…”

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