In palestra (antefatto)

Il sequel, anzi il prequel, di “In palestra” dove scopriamo che le cose non sono andate proprio come sono state raccontate.

Entrai negli spogliatoi tutto sudato dopo una intensa sessione nella sala pesi della palestra. Non c’era nessuno, era sera tardi. Mi spogliai e mi diressi verso le docce. Non sentii rumore di acqua che scorreva quindi forse non c’era nessuno neanche lì.

E invece girai l’angolo per andare nelle docce più lontane e mi trovai davanti un uomo. Aveva gli occhi chiusi. L’acqua della sua doccia era spenta. Non mi aveva sentito arrivare. Ovviamente era nudo. Aveva un corpo muscoloso, la pelle un po’ scura e qualche anno più di me. Lo avevo visto anche prima in palestra.

Si stava masturbando. La sua mano faceva avanti e indietro lentamente lungo un cazzo decisamente notevole in quanto a dimensioni, soprattutto in larghezza.

Restai immobile, sorpreso da quella visione. Lui per qualche secondo continuò quella sega che sembrava molto soddisfacente, con gli occhi sempre chiusi, immaginando chissà che cosa.

Poi probabilmente percepì la mia presenza, aprì gli occhi e mi guardò sorpreso ancor più di me. Subito interruppe il gesto della mano ma non mollò subito il cazzo.

“Oh, scusa. Pensavo non ci fosse nessuno.”

“Ah, no, scusa. Anche io pensavo che..”

Ci dicemmo un po’ imbarazzati. Non so chi più dell’altro.

Lui lasciò andare il cazzo con la mano ma gli restò durissimo, puntato verso di me. Io glielo guardai, non riuscii a non farlo.

“Scusa, non ho resistito… c’era una che mi attizzato un casino… stavo pensando a lei sotto la doccia… mi è venuto duro e… pensando di essere solo…”

“Ah, sì, figurati, non c’è problema.” gli risposi e lo guardai negli occhi e poi scesi di nuovo a guardargli il cazzo, era più forte di me. “Ma qui in palestra?” gli chiesi per cavarmi fuori dall’imbarazzo.

“Cosa?”

“No, dico, la tipa che ti attizzava.”

“Ah. Sì, sì. Era di là. Quella fregna con quel culo spettacolare. Con quei leggings poi… Cazzo, sembrava nuda. Prima si è messa a fare gli squat… poi sull’ellittica… non ce la facevo più.”

“Ma quale?” chiesi mentre un sospetto mi stava venendo in mente.

“Quella morettina con i leggings chiari. Non è la prima volta che la vedo qui. Mi arrapa sempre. Gran fisico, gran culetto.”

“Ah…” il sospetto era diventato certezza e intanto il mio cazzo si stava indurendo.

Restammo un po’ in silenzio. Nudi uno di fronte all’altro con entrambi i nostri cazzi duri. L’imbarazzo era cresciuto più di prima, almeno da parte mia. Ci fissavamo e poi guardavamo i nostri cazzi.

“Ma ti piace quello che stai vedendo?” mi chiese ad un certo punto lui, facendo un cenno in direzione del mio cazzo ormai in completa erezione.

“Eh? No, no…” dissi io spaventato. Lui mi aveva appena detto di essere arrapato a causa di una donna quindi non doveva essere gay. Al massimo bisex e io ai suoi occhi stavo apparendo gay, evidentemente. Dovetti dirgli la verità: “No è che mi sono eccitato perché… cioè… perché quella che hai descritto… quella che ti ha arrapato… è la mia ragazza.”

“Ah.” rispose lui e, non so se volutamente o istintivamente, si riprese in mano il cazzo, menandolo un po’.

“Eh, sì.”

“Beato te, è una gran figa… ma perché ti sei eccitato?”

“Non so…” balbettai. “Mi ha eccitato vedere che la mia ragazza ti ha fatto questo effetto.” e gli indicai esplicitamente il cazzo che era durissimo come prima e lui se lo teneva stretto in mano.

“Cioè ti eccita sapere che la tua ragazza fa arrapare gli altri in palestra? È per quello che la fai vestire così?”

“Eh? No, no. Cioè lei si veste così normalmente per la palestra, non decido io. Non è fatto apposta. Cioè non ci avevo mai pensato che potesse arrapare gli altri.”

“A te non ti arrappa quando si piega e mette in mostra il culo?”

“Sì, ma… cioè per me è normale, è lei… mi arrapa comunque… non credevo che…”

“Tu non le guardi le altre tipe in palestra? Non ti ecciti a guardare il loro fisico, le tette, i culi?”

“Sì, ma… ecco… non pensavo che arrivasse a fare questo effetto…” gli indico di nuovo il cazzo, che in quel momento ormai è tornato a segarsi esplicitamente. Mi viene istintivo prendermi in mano il mio.

“Com’è lei?”

“In che senso?”

“Dai, su, in che senso vuoi che intenda? Nel sesso. È porca? Cosa le piace fare?”

“Beh… sì… cioè normale… ogni tanto sa essere porca… quando vuole…”

“Cazzo, io una così la farei diventare porca anche se non lo è a forza di scoparla… tu la scopi come si deve? Quanto la scopi?”

“Boh, abbastanza… sì…” mi sentii intimorito e messo a confronto con quel ragazzo dal fisico decisamente più prestante del mio, soprattutto nella dotazione sessuale. Non volevo sfigurare al suo confronto anche sentivo un senso di inferiorità.

“Le dai il cazzo tutti i giorni? Guarda che una così se vuole trova chi vuole che glielo dà tutti i giorni.” insistette lui.

“Sì, sì, certo…” mentii.

“E dimmi, quel fantastico culetto glielo apri? Le piace dartelo?”

Potevo essere sincero ma non volevo apparire sfigato e quindi mentii.

“Sì, certo. Le piace molto.”

“Mmmh.” mormorò lui chiudendo gli occhi e probabilmente immaginandosi la mia ragazza piegata a novanta che si spalancava le chiappe per farsi inculare dal suo maestoso cazzo.

Vedere un maschio così arrapato per lei e immaginarmi io stesso quella scena mi mandò fuori di testa. In un istante sentii un orgasmo partire dal mio cervello e scendere giù fino a farmi schizzare.

“Ehi, che cazzo fai?” disse lui con tono incazzato quando sentì gli schizzi finirgli contro al suo stesso cazzo, alla sua pancia e fino al suo petto.

“Oh, scusa, scusa…” dissi imbarazzato e mortificato.

“Ma non ti sai trattenere? Duri così poco con la tua ragazza? Ci credo allora che lei fa la rizzacazzi in palestra, tu non le basti…”

“No, no è che…”

“Che cosa? Sicuro che non sei un po’ frocio e ti sei eccitato col mio cazzo?”

“No, no…”

“Cosa allora?”

“Mi ha eccitato… troppo… vederti così eccitato a causa di lei… pensare che la stavi immaginando… mentre la… inculavi…”

“E questo ti ha fatto sborrare?”

“Sì…”

Mi guardò con un sorrisetto di compatimento. Io arretrai imbarazzato, volevo togliermi da quella situazione, visto che stava diventato disagevole con l’eccitazione che svaniva.

“Dove cazzo vai?” mi fece.

“A fare la doccia…” sussurrai poco convinto.

“Senti, a me fa schifo la tua roba che mi hai schizzato addosso. Adesso vieni qua e me la sciacqui via tu. Io non voglio toccarla…”

“No, ma che dici… mettiti sotto l’acqua e va via…” provai a rispondere ma lui si fece improvvisamente in avanti verso di me e mi afferrò un polso tirandomi poi verso di lui. Aprì il getto della doccia e mi portò sotto insieme a lui.

“Puliscimi.” mi ordinò appoggiando la mia mano al suo petto, dove lo avevo sporcato di sborra.

Io, sopraffatto dalla situazione, non provai più a rifiutarmi e iniziai a sfregare il palmo della mano contro i suoi pettorali e addominali, mentre il getto d’acqua aiutava a far scivolar via la mia sostanza lattiginosa. In quel momento ero preoccupato soprattutto di una cosa: che arrivasse qualcuno e ci vedesse. Infatti mentre lo pulivo tenevo la testa girata, per guardare dietro di noi invece che verso di lui.

“Glielo dirai alla tua ragazza?” mi chiese mentre continuavo a sfregare la mano contro il suo torso, senza avere coraggio di scendere più in basso dove era ancora sporco.

“No, cosa dovrei dirle?”

“Che c’è uno in palestra che la vorrebbe scopare e che tu ti sei eccitato all’idea…”

“No, non è così…”

“Ah no? E com’è allora?” mi bloccò la mano e aggiunse: “Non c’è più niente qua, pulisci più in basso.”

“No…” mormorai continuando a non guardarlo, con la testa girata verso l’ingresso alle docce.

“Dai pulisci quello che ti ha fatto sborrare quando te lo sei immaginato mentre entrava nel culo della tua tipa… dai che ti piace, ho visto come lo guardavi… dai che vuoi toccarlo, vuoi sentire com’è rispetto al tuo…”

Mi spinse in basso il braccio fino a quando il mio polso sbattè contro la sua asta ancora rigida. Era caldo, grosso e duro. Usai due mani per sfregarlo e ripulirlo più in fretta

“Descriviglielo alla tua ragazza, quando le parlerai di me…”

“Non le parlerò di te…”

“E invece sì perché non ti uscirà più dalla testa l’idea di vederla scopata da questo cazzo dal quale anche tu non riesci a staccarti nonostante ormai sia ben pulito…”

“Vaffanculo.” gli dissi staccando immediatamente le mani da lui.

“Se non avrai il coraggio di parlarle sappi che le prossime volte che la vedrò in palestra mi farò avanti con lei e vedremo se lei è più coraggiosa di te…”

“Veniamo sempre insieme…” dissi sperando invano di dissuaderlo dai suoi propositi.

“Credi che questo mi impedirà di provarci? Ma non ti preoccupare, tanto so che le parlerai di me.”

“Cosa te lo fa pensare?”

“Beh, magari il tuo cazzetto che è tornato duro a fare questi discorsi?”

“Non ti illudere, non le parlerò e non avrai speranze se anche ci provi con lei.” risposi, ma non ero convinto neanche io.

Scappai via, turbato da quel ragazzo ma soprattutto dalle mie reazioni, mentali e fisiche a quello che era successo.

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