Trinità

Un incontro casuale col passato

“No, non ci credo! Ma che ci fai tu qua?”

In attesa dell’arrivo della sposa, ad un matrimonio di amici, mia moglie ebbe quella reazione di stupore incontrando un uomo circa della nostra età. Iniziarono a parlare, stupiti dalla rispettiva presenza. Incominciarono a spiegarsi come erano collegati agli sposi e quindi per quali strani giri avevano quelle persone tra le amicizie comuni. Poi cominciarono a chiedersi da quanti anni non si vedevano. Una ventina disse mia moglie, no, al massimo quindici la corresse lui. Qualche accenno alle rispettive vite durante quel periodo, la presentazione di me a lui:

“Lui è mio marito…”

“Ah, piacere.”

“Piacere.”

“Lui è…”

“Ecco la sposa!” un urlo dietro di noi e l’attenzione venne catturata dalla protagonista del giorno.

Applausi, grida. Poi tutti dentro alla chiesa.


“Ma chi era quello?” chiesi a mia moglie a metà della messa per la celebrazione del matrimonio.

“Chi?”

“Quello che hai incontrato prima?”

“Ah. Non l’hai capito?”

“No.”

Non mi rispose e mi fece cenno di stare zitto. Ma colsi un leggero sorrisetto sul suo volto.

“Dai, chi era?” insistetti dopo qualche minuto.

“Era Gabriele.” mi disse come se il nome bastasse.

“Gabriele?”

“Sì, dai. Gabriele. Gab. Il mio scopamico dell’università.”

“Lui? Quello lì?”

“È un po’ cambiato. Un po’ invecchiato. Ma guarda che lo siamo anche noi.”

“Tu sei sempre bellissima.” le dissi.

“Oh, smettila.” mi diede un colpetto sul braccio.

“Ma quindi lui è quello… quello di cui mi hai sempre parlato?”

“Sì, quello di quando tu fai il porco e vuoi sentire le mie storie del passato prima che ti incontrassi.”

“Me lo ero immaginato diverso…”

“Cioè?”

“Be’… lo hai sempre descritto come un dio del sesso…”

“Lo era…” disse guardandomi con aria maliziosa e diabolica.

Mi guardai attorno cercandolo tra la gente. Mi era sempre piaciuto farmi raccontare da mia moglie le sue esperienze passate col sesso, prima di me. E da sempre c’era stato nei suoi racconti questo amico con il quale aveva un rapporto soltanto fisico e col quale si era divertita molto, facendo tante esperienze nuove e trasgressive, molte poi mai più ripetute con altri, nemmeno con me. E a sentire lei lui era bravissimo a scoparla e farla godere, oltre che molto dotato. Anzi, nonostante fosse molto dotato, ci aveva sempre tenuto a precisare dato che quelle dimensioni avrebbero potuto essere facilmente un handicap rispetto alla capacità di far godere una donna nei modi in cui lui la faceva godere. A me eccitava tantissimo sentirle ricordare quelle esperienze e a letto spesso le chiedevo di raccontarmi e riraccontarmi quelle storie. Mi caricavano, la caricavano e poi scopavamo decisamente più eccitati.

Lo vidi e confermai la mia impressione: non l’avrei mai immaginato nei panni di come me lo aveva sempre descritto lei.

“Non ci credo…” sussurrò mia moglie guardando in basso verso di me.

“Cosa?”

“Ti sei già eccitato.” disse indicando il tessuto teso dei miei pantaloni.

“No, non è vero…” mentii. Certo che mi ero eccitato, mi erano tornati in mente i racconti di mia moglie.

“Bugiardo.” mi sibilò nell’orecchio mentre si appoggiò a me e con una mano mi palpò il cazzo attraverso i pantaloni. “Vatti subito a confessare, siamo in chiesa.”

“Dovresti andarci prima tu… hai da farti perdonare ancora tutte le cose che hai fatto con lui… non era manco il tuo fidanzato…” risposi secco spostandole la mano, preoccupato che qualcuno potesse notarci.

Lei si staccò e mi fece la linguaccia, divertita.


Più tardi, seduti al tavolo per il pranzo di matrimonio, lo vedemmo passare a fianco. Mia moglie gli sorrise, poi istintivamente si girò verso di me.

“Allora?” mi chiese.

“Allora cosa?”

“Sei contento di aver dato un volto al terzo incomodo delle nostre scopate?”

“Non lo definirei così…”

“Ah no? Quindi quando mi dicevi: immagina che sia quello di Gab, mentre mi infilavi il dildo insieme al tuo cazzo, ti riferivi ad un altro?”

“Dai, smettila. Comunque no, non sono contento.”

“Perché?”

“Perché me lo immaginavo diverso.”

“Diverso come?”

“Più… non so… più bello. Più maschio, più virile. Non so come dire. Per me era come un attore nella mia fantasia, nel figurarmi i tuoi racconti. Invece lui è… un uomo normale.”

“Cioè tu pensavi che io mi scopassi Rocco Siffredi, praticamente.”

“Una specie… ma in realtà non mi ero mai figurato il suo volto… cioè l’ho sempre immaginato più che altro solo come…”

“Come un cazzo duro che mi scopava…”

“Sì.”

“E quindi ora sei deluso… non ti eccita più?” nel chiedermi così appoggiò una mano sulla mia coscia, pericolosamente vicina al mio sesso. Non potevo mentirle, avrebbe controllato.

“Non è che non mi eccita… è una sensazione diversa… nuova.”

“Cioè?” chiese sfiorandomi e rassicurandosi sentendo la mia erezione.

“Non so come spiegarlo… fino ad ora lui era per te e quindi anche per me come il dio del sesso… un essere inarrivabile… ok, ti aveva fatto godere come non mai, come io mai sarei riuscito… poi aveva anche un cazzo contro il quale il mio non avrebbe mai potuto competere e quindi era irraggiungibile per me. Era umiliante per me non poter essere il miglior maschio per te, ma… ubi maior minor cessat. Lo accettavo e mi eccitava che io potessi solo cercare di emularlo e che tu avessi quell’ideale in testa mentre io ti scopavo. Era quasi un modo per tenere vivo il nostro rapporto: avevamo un ideale di sesso a cui tendere.”

“E invece adesso?”

“Adesso… è ancora più umiliante. Lui sembra come me. Anzi sembra peggio di me. Io sono più bello.”

“Sì, è vero.”

“Però non so perché continua ad eccitarmi… anzi forse di più. Prima ero sconfitto da un dio. Ora da un uomo. Fa male ma mi eccita. Come se fossi masochista.”

“Sai su cosa lui non potrà mai raggiungerti ed è la cosa che più mi piace di te… intendo dal punto di vista sessuale?” mi disse mia moglie nell’orecchio.

“No.”

“Che tu hai una mente profondamente perversa. Le scopate con te che godevi a sentirmi raccontare le scopate con lui sono sempre state meglio delle semplici scopate con lui.”

“O… ok…” le risposi spostandole la mano dal mio cazzo, non potevo rischiare di sporcare i pantaloni del vestito con una eiaculazione abbondante e non prevista.


Le festa di matrimonio andò avanti. Dal pranzo-cena si passò alle danze. Mia moglie si scatenò. Io abbandonai prima la zona del ballo, preferendo andare a chiacchierare con un po’ di amici. La persi di vista per poi ritrovarla dopo diverse decine di minuti, felice e accaldata.

“Non è cambiato per nulla.” mi disse mentre era venuta da me a bere qualcosa.

“Cosa? Chi?”

“Gab. È sempre lo stesso.”

Ebbi un improvviso vuoto allo stomaco, come di fronte ad un precipizio. Guardai mia moglie. Aveva l’aria di una che aveva ballato senza pensieri, ma poteva anche avere l’aria di una che aveva appena scopato. Poteva essersi appartata con lui. Avrebbe avuto il tempo e il modo di farlo. Ne sarei rimasto sconvolto, ma mi sentivo ancor più sconvolto dal fatto che, in fondo, l’idea che mi era balenata nella testa non era poi così brutta. Sarei stato appena cornificato ma ne sarei stato eccitato.

“Co… cosa intendi?” chiesi timoroso di qualsiasi risposta.

“Che mi ha proposto di scopare.”

“Qua… quando?”

“Non so… un giorno… mi ha detto di rimanere in contatto e di vederci…”

“E… e tu?”

“Tranquillo. Ho sorriso, ho ringraziato, ma gli ho detto che sono sposata.”

“Ah.”

Probabilmente avevo una faccia da ebete. Mia moglie mi guardò e sembrò studiarmi per diversi istanti. Poi sorrise e mi palpò per l’ennesima volta della giornata la patta dei pantaloni.

“Sei eccitato. Ancora.”

“Eh…”

“Ti ho appena detto che il mio scopamico storico si è fatto avanti per scoparmi di nuovo e tu ti sei eccitato…”

“Io…”

“Dimmi perché?”

“Cosa?”

“Dimmi cosa ti ha eccitato di quello che ti ho detto.”

“Io… io per un attimo ho pensato che tu ti fossi appartata con lui…”

“Cioè hai pensato che ti avessi appena tradito?”

“Sì.”

“E la tua reazione è stata… ti è venuto il cazzo duro e basta? Niente scenate di gelosia?”

“Sì.”

“Quanto sei perverso?” dopo avermi detto questo mi palpò poi si girò e si incamminò di nuovo verso la zona delle danze.


“Ecco, mio marito voleva conoscerti meglio.”

Mi aveva portato da lui, ci aveva messo l’uno davanti all’altro ed aveva esordito con quella frase. Io rimasi un po’ interdetto. Lui anche.

“Dai, amore, digli perché.”

“Ma… io… veramente…”

“Devo spiegarlo io, allora?”

Guardai mia moglie completamente basito. Cosa aveva in mente? Era impazzita? Forse era solo tanto ubriaca. Non mi diede tempo anche perché io esitai ancora e quindi iniziò a parlare lei.

“Devi sapere che a mio marito è sempre piaciuto conoscere le mie esperienze sessuali prima di quelle con lui. Abbiamo sempre parlato durante il sesso e lui mi ha sempre chiesto queste cose. Ovviamente quindi tu sei stato il principale protagonista di questi racconti. Quasi tutte le esperienze le ho fatte con te e gliele ho raccontate tutte. Quindi tu per mio marito sei un po’… come è che hai detto prima?”

“Ehm… amore, magari è meglio di n…”

“Un dio del sesso. Quello che mi ha fatta godere meglio di tutti. L’ideale irraggiungibile di maschio a cui lui si sente inferiore. E per questo mio marito mi ha sempre scopato alla grande, eh, intendiamoci. Ha sempre cercato di essere alla tua altezza e spesso ci è quasi riuscito.”

Gabriele guardava me e mia moglie e ridacchiava. Io mi stavo vergognando ma nonostante tutto mi ero eccitato di nuovo. Mia moglie rideva brilla e soddisfatta di quello che stava dicendo.

“Sai poi una cosa ricorrente che abbiamo sempre fatto in questi anni?” continuò lei. “Lui mi ha regalato un dildo. Me lo ha fatto scegliere a me con una precisa indicazione: che avesse le tue dimensioni e poi sai come lo usavamo? Diglielo tu, amore.”

Non ci potevo credere. Non avrei mai immaginato una situazione più umiliante di quella e allo stesso tempo la mia eccitazione non faceva altro che crescere, amplificata anche dal capire che anche mia moglie era non solo ubriaca ma anche eccitata.

“Lo usavamo… per simulare una doppia penetrazione…”

“E cosa mi dicevi mentre me lo infilavi, eh amore?”

“Le dicevo che era…”

“Mi diceva che era il tuo. Che c’eri tu con noi.” capii in quel momento perché mia moglie aveva messo in piedi quella conversazione assurda.

“Tutto questo ha a che fare con la proposta che ti ho fatto prima?” disse Gabriele dopo averci ascoltato ed essersi divertito di fronte al mio imbarazzo e alla spregiudicatezza di mia moglie. Anche lui aveva capito.


“Metteteli vicini. Voglio leccarli insieme. I miei due cazzi.”

Era impietoso il confronto tra il mio cazzo e quello di Gabriele. Per il resto il mio corpo non aveva nulla da invidiare al suo, anzi ero decisamente più in forma, ma tra le gambe, almeno per gli standard che noi maschi ci autoimponiamo, non c’era gara.

Mia moglie iniziò a sfregare i nostri cazzi fra loro e poi li prese in bocca, alternativamente o con leccate che passavano da uno all’altro. Insieme in bocca era infattibile, non certo a causa del mio.

“Allora, amore, visto che hai detto che di lui ti eri immaginato solo il cazzo, era così che te lo eri immaginato?”

“Ehm… sì, più o meno…”

“Dai, guardalo bene.” mi disse tirandomi in giù e facendo in modo che quell’imponente membro maschile fosse a pochi centimetri dalla mia faccia. Ebbi paura che volesse farmelo prendere in bocca. Paura, terrore. Quasi speranza. “Hai visto che bello? Te lo immaginavi così?”

“Io… me li immaginavo dentro di te più che altro… vorrei vederlo dentro di te.”

Lei mi guardo con uno sguardo carico di amore.

“Hai sentito Gab. Mio marito vuole che mi scopi.”

Lui non si fece di certo pregare. La spostò sul letto. Stesa sulla schiena e con le gambe tirate su all’indietro. Completamente esposta e indifesa. La leccò qualche minuto con golosità e poi si posizionò per penetrarla.

“Guardalo bene da vicino.” mi ordinò mia moglie. Lo avrei fatto comunque.

Vedere quel cazzo maestoso aprire con facilità le labbra morbide della fica di mia moglie fu uno spettacolo indimenticabile, impresso nella mia mente.

Mi misi quasi sotto di lui che stava a gambe aperte e piegate e la scopava spingendo verso il basso. Vedevo le sue palle penzolare, la fica aperta e sbrodolante di mia moglie e il suo buchetto del culo che pulsava a ritmo con le ondate di piacere che la attraversavano. Mi venne voglia di leccarglielo. Infilai la testa sotto. Le palle di lui si appoggiarono sulla mia fronte. Mia mogliè urlo il suo piacere.

“Ne voglio un altro.” cominciò a dire.

“Cosa?” chiesi io ingenuo.

“Voglio un cazzo nel culo. Mettimelo nel culo.”

Provai a capire come potevo riuscire mentre lei era in quella posizione. Impossibile. L’intreccio e l’ingombro dei corpi avrebbe impedito anche al cazzo di Gabriele di riuscirci da dove ero io.

“Forse è meglio se cambiamo posizione.” provai a dire.

“No, così. Adesso. Lo voglio.” fu irrimovibile mia moglie.

“Ma… non riesco…”

“Prendi il dildo.” mi ordinò.

E così, guidandolo con le mani e incontrando comunque parecchia resistenza vista la posizione, sodomizzai mia moglie con il dildo che aveva sempre rappresentato il cazzo vero che in quel momento la scopava sul serio. La doppia penetrazione da sempre da noi riprodotta come fantasia stava avendo luogo ma di nuovo per mezzo di un cazzo finto e quella volta, la volta più perversa di tutte, l’altro cazzo non era il mio, ma quello del suo vecchio scopamico. Vecchio e nuovo, perché capii ben presto che quell’incontro sarebbe stato soltanto il primo di tanti. Il sesso ideale era tornato ad essere alla portata di mia moglie, ma in realtà anche mia se lo consideriamo come perversione mentale. Fisico e mentale per lei. Fisico per lui, mentale per me. Una trinità del sesso.

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