Vi ho viste

Forse poteva accadere solo lì. Forse poteva accadere solo con la complicità occulta del marito, guidato da un piano un po’ folle. Ma una volta accaduto è facile che non sia l’unica volta.

I

L’avevamo pensata come una vacanza che doveva servire a riaccendere un po’ la passione fra di noi. Non ce lo eravamo detto, ma era evidente che per entrambi era così. Sposati da diversi anni, con il lavoro intenso che portava via energie, la nostra intesa sessuale si era un po’ affievolita, mentre la nostra età aveva già superato gli “anta”.

La destinazione l’avevamo scelta per caso, in base alle offerte che la agenzia viaggi ci aveva proposto. Non pensavamo certo che il luogo avrebbe evocato ciò che nell’immaginario prometteva.

Qualcosa nei miei piani cambiò subito, fin dal volo in aereo. La tua vicina di posto era una viaggiatrice solitaria. Tu forse scambiasti il dialogo che si instaurò fra voi come una semplice chiacchierata fra sconosciute costrette per qualche ora a condividere gli stessi spazi. Io intuii subito che c’era qualcosa di strano. Lo capii quando le vidi illuminarsi gli occhi nel venire a conoscenza che avremmo alloggiato nello stesso villaggio turistico.

La viaggiatrice solitaria era molto più giovane di noi, e molto carina.

II

Ti venne a cercare lei in spiaggia e ti si incollò con insistenza. Tu la accogliesti di buon grado, forse felice di esserti fatta una nuova amica. Io vi osservavo e notavo in lei molta decisione e in te una sorta di distrazione che ti faceva abbassare le difese, ma che forse non ti faceva cogliere appieno il fine ultimo della tua nuova amica. O forse lo avevi colto, meglio e prima di me, e, incuriosita e lusingata avevi deciso di lasciare scorrere le cose.

Io, colto da una voglia di tentare l’azzardo, decisi di cercare di facilitare le cose. Doveva essere una vacanza riparatrice fra di noi ed invece assunsi fin da subito un atteggiamento un po’ scontroso, cercando svago altrove e lasciandoti spesso sola. Anzi, in compagnia.

Passò molto in fretta a farti dei gran complimenti, quelli che io forse non ti facevo da  un po’ di tempo. Riuscì subito a fare breccia anche nella tua intimità, con contatti fisici sempre più frequenti, baci ed abbracci.

Alla sera ti rifiutai, adducendo stanchezza per il viaggio. Fu difficile, ma il diabolico piano che mi si era formato in testa lo prevedeva. Il fatto che ti fossi fatta avanti in quel modo però mi rafforzava nelle mie convinzioni: qualcosa, durante il giorno, doveva averti stimolato. Una eccitazione latente albergava in te, indotta sicuramente dalle frequentazioni della giornata.

III

Mi iscrissi ad un torneo di calcetto organizzato nel villaggio, o almeno così ti raccontai sicuro che comunque non saresti venuta a vedermi giocare. Questo mi avrebbe dato modo di assentarmi spesso e di lasciare alla mia “rivale” campo libero.

Vi spiai quella sera ballare tra di voi nella zona animazione del villaggio. Lei era visibilmente infatuata di te. Tu, non ancora, ma quell’interesse e quel corpo giovane e bello stava facendo breccia nella tua affermata eterosessualità. Mai, mi dicesti, avevi avuto interesse per un rapporto saffico. Ma forse non ti eri mai veramente trovata nella condizione di averlo.

Quella notte non potevo respingerti di nuovo. Sarebbe stato troppo sospetto. Ma decisi di giocare una carta ancora più pesante. Ti scopai, ma senza pensare al tuo piacere. Ti presi con forza, quasi con brutalità. Sentivo che non ti stava piacendo e questo normalmente mi avrebbe atterrito, ma l’eccitazione che mi faceva continuare era pensare che forse quel gesto ti avrebbe spinta ancora di più verso le gentili braccia di quella ragazza. Pretesi anche un rapporto sodomitico che però si concluse anzitempo per la tua scarsa collaborazione.

Ti sentii mentre ti masturbavi quando io facevo finta di dormire. Stavi già pensando a lei mentre ti davi il piacere che io non ti avevo fornito?

IV

Era la sera giusta, lo sapevo. Io ti avevo abbandonato per il “calcetto”.

A guardarvi sembravate proprio una coppia, non così insolita nell’isola di Lesbo. Ero nascosto a fianco del nostro bungalow quando vi vidi arrivare. Rimaneste a parlare a lungo. Lei ti teneva una mano. La vidi tirarla alcune volte. Tu sembravi ritrosa e sembravi voler rientrare. Ad un certo punto, con uno strattone più forte, vi ritrovaste con i due corpi adiacenti. Erano così diversi fra loro. Il tuo abbondante, con curve così femminili. Il suo più in linea con la moda dei tempi, che vuole le ragazze sempre molto magre, ma pur sempre molto sensuale nella sua giovinezza.

La seguisti, verso il suo bungalow. Vi tenevate per mano e ridevate, tu nervosa e lei allegra. Non potevate accorgervi di un’ombra che vi seguiva, a debita distanza.

V

Venni masturbandomi diverse volte. Non ti avevo mai vista così, sia per la visuale insolita che per come ti comportasti. Persi il conto dei tuoi orgasmi mentre la ragazza stimolava abilmente tutti i tuoi punti erogeni, anche quelli che io, in anni, non ero mai riuscito a trovare.

Ti vidi abbandonarti come con me non avevi mai fatto e metterti con la faccia sul cuscino e il culo verso l’alto, tenendoti aperte le natiche per fare in modo che lei raggiungesse senza difficoltà il tuo sesso ed il tuo ano con la sua lingua tenera e le sue dita affusolate e gentili. Vidi la sua mano, intera, sparire dentro la tua vagina.

Quasi svenni, poi, quando ammirai l’uso che faceste di un doppio dildo che quella ragazza viziosa aveva estratto dalla sua valigia. Prima entrambe distese, poi entrambe a pecorina, a contendervelo nei vostri buchi. Mi stupii quando tu prendesti l’iniziativa e lo usasti su di lei, piegandolo in modo che la potesse penetrare doppiamente.

VI

Rientrasti che era quasi mattina. Io fingevo di dormire, in realtà ti avevo preceduto solo di qualche minuto.

Ci risvegliammo con il sole già alto. Scivolai su di te e ti trovai già calda, disponibile. Facemmo l’amore con molta dolcezza. Per fortuna in quei momenti non si ragiona troppo, perché se no avresti sospettato per il modo in cui ti toccai, ispirandomi a ciò che avevo visto quella notte.

O forse avevi capito già tutto e così come io avevo giocato con te spingendoti tra le braccia di una ragazza per farti scoprire nuovi orizzonti, così tu mi avevi preso in giro e ti eri tolta uno sfizio sapendo che tuo marito si sarebbe goduto lo spettacolo.

In ogni caso questo gioco ti prese forse più del previsto. Tornati a casa la tua malinconia non era dovuta al semplice rientro dalle ferie.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Torna in alto