Cilecca

Un vecchio racconto, di quelli che rimangono lì non pubblicati per tanto tempo perché certe cose non sempre le vuoi raccontare

Ero ad un cinema, una di quelle multisale così brutte e anonime che non vedi l’ora di entrare nel buio della sala per goderti il film. Stavo aspettando un amico, con il quale avevo appuntamento. Nel frattempo decisi di andare a mangiare nell’unico fast-food che offriva il luogo.

Al mio fianco si sedette una coppia che sicuramente si faceva notare. L’uomo aveva più di quarant’anni, non particolarmente in forma, non particolarmente gradevole di aspetto e non particolarmente elegante di vestiario. Lui, fosse stato solo, non lo avrei sicuramente notato. La donna, o meglio la ragazza, che era con lui avrà avuto poco più di venti anni. Alta, bionda, magra, molto bella. Vestita in modo molto appariscente, con jeans aderenti, tacco a spillo e una maglietta firmata che metteva in forte risalto un seno che, date le dimensioni, non poteva essere naturale. Essendo al tavolo adiacente al mio potei udirne chiaramente l’accento straniero, dell’est probabilmente.

A vederli nasceva spontaneo un pensiero: che lei stesse con lui soltanto per soldi. Pensai addirittura che lei potesse essere una prostituta, ma i loro atteggiamenti, il modo in cui parlavano fra loro non lasciava dubbi che fossero veramente una coppia.

Io, seduto da solo al tavolino, li osservai a lungo, sbirciando soprattutto lei (e il suo corpo) e ignorando lui.


Finii la cena. A breve sarebbe finalmente arrivato il mio amico per andare a vedere il film.

L’uomo della coppia al mio fianco era al telefono. La ragazza, invece, aveva cominciato a guardarmi, a fissarmi negli occhi. Io quasi subito distolsi lo sguardo. Pensai che forse aveva notato che la avevo guardata a lungo. Ritornai con lo sguardo su di lei e mi accorsi che non aveva smesso di fissarmi. Non sembrava uno sguardo di rimprovero e non era neanche uno sguardo perso nel vuoto. Stava proprio fissando me, con un leggero sorriso sul volto. Sostenni un po’ lo sguardo, pensando che lei finalmente lo avrebbe distolto ma cedetti nuovamente prima io.

Decisi di alzarmi, per andare via, ma in quello stesso istante lo fece anche lei ed io mi bloccai. Si chinò verso il suo uomo, sussurrandogli qualcosa nell’orecchio, per poi dirigersi verso i bagni. Io, istintivamente, ne guardai l’incedere, soprattutto concentrandomi sul culo ondeggiante e ben fasciato nei pantaloni.

Feci di nuovo per alzarmi ma mi accorsi che ora a fissarmi era il suo uomo. Io mi sentii colto in fallo, pensando che si fosse accorto di come avevo guardato la sua donna. Questo mi fece indugiare un attimo e lui ne approfittò per rivolgermi la parola.

“Ehi, amico.” mi disse fermandomi con un braccio.


“Ciao, non riesco a venire, ho avuto un contrattempo. Tu guarda pure il film. Mi spiace. Alla prossima.”

Digitai velocemente questo messaggio al mio amico mentre ero seduto sul sedile a fianco del guidatore sulla macchinone sportivo della coppia incontrata al fast-food. Lui guidava e mi spiegava, ridendo, i progetti per la serata. Lei era seduta dietro ed accoglieva con risatine e gridolini le parole del suo uomo.

Io, a quanto pare, le ero piaciuto e mi avevano scelto per coinvolgermi nei loro giochini erotici. Per un attimo temetti di essere finito nelle mani di due pazzi pericolosi, ma ciò che mi aveva prospettato mi aveva fatto vincere la paura.


“Beh, c’è qualche problema? Sei frocio?” mi chiese lei, nuda e bellissima, inginocchiata sotto di me, interrompendo la fellatio che non stava avendo gli effetti desiderati dato che il mio membro rimaneva flaccido e inerme.

“No, scusate, è la situazione, la telecamera,” indicai verso di lui che ci stava riprendendo, “non lo so. Tu non hai niente che non va.”

“Senti, amico,” intervenne lui, “sbrigati a fartelo venire duro. Se non ti viene duro con lei vuol dire che hai qualche problema. Quando la trovi una puttanella così bella e disponibile?”

“Ok, ok, ora mi concentro.” provai a dire, ma sapevo che la situazione non poteva che essere peggiorata dal punto di vista psicologico.

Lei insistette ancora qualche minuto, tentandole tutte, ma poi ad un certo punto si alzò, scocciata, mandandomi a fanculo e andandosene. Io ero mortificato.

“Senti andiamo a cercarne un altro, siamo ancora in tempo.” disse lei con il suo uomo.

“No, aspetta. Invertiamoci. Tu stai alla telecamera.”

“No, cazzo, io stasera volevo essere scopata, già l’altra volta con quella tipa alla fine ti sei divertito solo tu.”

“Dai, tesoro, dopo ti scopo io, tranquilla.”

Andarono avanti un po’ a discutere, mentre io li guardavo, impietrito e nudo, seduto sul letto. Intanto l’uomo si spogliò rivelando un corpo ben poco gradevole, ma con una verga fra le gambe di discrete dimensioni. Si fece avanti verso di me, mentre la ragazza prendeva in mano la videocamera.

“No, ma veramente…” provai a dire io mettendo avanti le mani.

“Stai zitto, frocio. Se non te lo sei fatto venire duro con la mia donna ora ti meriti una punizione. Ci hai già fatto perdere troppo tempo. Vedrai, ti piacerà.”

Fu molto aggressivo ed era anche più forte di me per cui mi prese i polsi e mi fece girare, sbattendomi sul letto a pancia in giù e con le gambe penzoloni.

“Lascialo fare, non ti opporre.” intervenne lei. “Se ti lasci andare non ti farà male, anzi…”


“Allora com’era il film?” chiesi al mio amico il giorno dopo.

“Ma, insomma, una mezza cagata. Un po’ una presa per il culo, non ti sei perso niente. Ma tu, piuttosto, che imprevisto hai avuto?”

“Ma… niente…”

“Avevi un intorto con una tipa? Eh? Ci scommetto…”

“Ma… sì… una cosa del genere.”

“E come è andata? Limonata? Pompino? Scopata?”

“No, no… diciamo che mi è andata un po’ come a te per il film.”

“Ah, capisco. Va be’, andrà meglio la prossima volta…”

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