Il Permesso

I- lui

il cliente non la smette di parlare. il cellulare con la tua foto non la smette di vibrare. lo congedo. chiedo alla segretaria di non essere disturbato. mi sorride maliziosa, dietro gli occhialini. ti richiamo.

II- lei

perchè non rispondi? sei ancora in studio? mi mordo le labbra. le bagno con la lingua.“non mi risponde…”scendo dal letto. l’uomo sotto di me si lamenta.“dai, intanto ti faccio un pompino…”

III – lui

mi rispondi e ti sento eccitata. sapevo che la tua insistenza era dovuta a quello. mi siedo in poltrona. mi slaccio i pantaloni. non ho chiuso a chiave la porta. se la segretaria entra mi vedrà con il cazzo in mano, ma non sarebbe la prima volta che lo vede. l’ho scelta giovane, carina e scopabile.

tu cominci un racconto. sembri aver fretta, ma evidentemente merita di essere narrato. ci sei tu, per le calli di venezia, sopresa da un temporale in una giornata afosa. ti immagino che corri, sui tacchi, con un vestitino leggero che aderisce al corpo, poichè bagnato. e’ la mia immaginazione o sotto sembri non avere nulla?

IV – lei

e chi si aspettava una pioggia così? fortuna che ho trovato un cavaliere. in un sottoportego un sorriso di denti bianchi mi ha offerto un passaggio. nel buio ho visto solo quelli, il resto era scuro.un bel ragazzo, alto, atletico. pelle scura. fa il portiere d’albergo, james. ho chiacchierato camminando con lui verso casa. aggrappata al suo braccio, premuta contro di lui, non solo per il freddo, non solo per apprezzarne il fisico ma anche per fargli sentire il mio corpo.eravamo quasi sotto casa. come chiedergli di salire?

V – lui

non so quanto ci sia di vero e quanto di inventato nelle storie che mi racconta. io non so quanto spero che siano vere e quanto spero che siano fantasie. fa male pensare che sia tutto vero. ma è tremendamente eccitante se lo è.

da quando si è accorta, mentre scopavamo, che mi piaceva se faceva la troia con altri, ha iniziato a raccontare. a quanto pare prima, semplicemente, lo teneva nascosto.

d’altronde lo sapevo. in fondo l’ho conosciuta mentre stava tradendo il suo precedente compagno. con me.

più fa la troia e più mi eccita. so che non sono fantasie, ma faccio finta di non crederci, il dubbio è il sale. non voglio la conferma. devo far finta che non sia vero. e sperare che lo sia.

VI – lei

molto galante. prima l’ombrello, poi ha finto di non voler salire. ma sappiamo entrambi cosa stiamo per fare. gli ho promesso un caffè, per ringraziarlo per il passaggio.salgo le scale, lui è dietro. so dove mi sta guardando. la gonnellina ormai aderisce alla pelle.lo faccio accomodare e mi butto un attimo sotto la doccia calda. esco avvolta solo da un asciugamano.lui in giacca, cravatta, seduto sul divano. lo guardo meglio. e’ proprio bello. voglio dirgli una frase banale, per sentirmi un po’ puttana. chissà in quante gli hanno detto che volevano verificare se è vero quello che dicono dei neri.

VII – lui

ovviamente immagino che abbia confermato tutte le dicerie. e’ una bella storia. mi è piaciuta, mi hai eccitato, sto per venire. ora raccontami come avete scopato, sono curioso, ma lo sai che non ti credo.

come sarebbe a dire che non avete ancora scopato?

cioè mi vuoi dire che è ancora lì?

no, non voglio sentire la sua voce.

ma allora perchè mi hai chiamato? perchè eri così insistente?

che cosa???

VIII – lei

l’avevi detto tu, no? potevo scoparmi chi volevo, a patto che te lo raccontassi, ma con una limitazione: il culo doveva essere solo tuo.james ha un uccello troppo bello, lungo e grosso. non resisto. sono seduta sopra di lui, la punta del suo cazzo preme contro il mio sfintere. dammi il permesso. dimmi che mi può inculare.

IX – lui

il primo impulso è quello di mandarti a fanculo. ma sarebbe proprio quello che vuoi sentirti dire. non posso dirti di sì, ma sto sperando che tu lo faccia comunque. sentire la tua voglia è pazzesco. ho tolto la mano dal mio pene perchè altrimenti sarei già venuto.

mi dici che non ce la fai più. mi dici che il tuo buco del culo si sta aprendo da solo e sta accogliendo il membro maschile. immagino il contrasto tra la sua durezza e la tua morbidezza.

ti sento urlare di piacere e poi sento il telefono che ti sfugge di mano. non so dove ti sia caduto. sento le tue urla ovattate. attacco. non voglio sentire più nulla. ho la camicia tutta impiastricciata. sono venuto senza quasi rendermene conto e senza toccarmi.

X – lei

james mi ha detto che sei un cornuto molto fortunato, come me ce ne sono poche. esostiene di essersi scopato gran parte delle colleghe e moltissime delle facoltose clienti dell’hotel dove lavora.

gli ho detto che mi piacerebbe avere un collega come lui e lui ha risposto che se voglio mi presenta alla direttrice dell’hotel. dice che probabilmente andremmo molto d’accordo, anche lei, al colloquio per assumerlo, ha mostrato le mie stesse curiosità.

come mi vedi vestita da cameriera?

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