I – lui
nonostante la ricchezza famigliare e la carriera predeterminata, hanno sempre voluto che lavorassi per mantenermi gli studi. durante l’università ho spesso speso un paio di mesi estivi presso un villaggio turistico delle cicladi.
lavoro poco specializzato, di fatica. con un grande pregio. di giorno le turiste mi notavano. corpo giovane, muscoloso e sempre seminudo. la sensazione di libertà e trasgressione della vacanza.
II – lei
io e le mie amiche lo notammo il primo giorno, mentre sistemava la spiaggia, in costume. dopo scoprimmo che era italiano. così, per scherzo, divenne una sorta di obiettivo di fine vacanza.
ci divertivamo a provocarlo, a fare le civette. lui stava al gioco.
alla sera, in paese, attiravamo corteggiatori. sandali col tacco, vestitini leggeri, la spregiudicatezza di vent’anni, che ci rafforzavamo a vicenda.
III – lui
la maggioranza erano più vecchie di me. quarantenni soprattutto, con le quali la cosa era molto diretta. non chiedevano corteggiamenti. pretendevano sesso.
molte straniere. nord europa. molte sposate, in vacanza col marito, che, raramente inconsapevole, le aspettava in stanza. qualcuno voleva anche assistere. altri avrebbero anche partecipato e non solo per dedicarsi alla moglie, ma ero ancora acerbo.
fu esperienza e apprendimento.
IV – lei
arrivavamo a sera sempre su di giri. tutto il giorno sotto il sole. l’esibizionismo di una di noi ci spinse a cercare le zone per nudisti. ci spalmavamo la crema, facevamo le sceme e attiravamo qualche sguardo.
in camera, per accelerare i tempi, usavamo il bagno in modo promiscuo. fu un attimo essere tutte e tre sotto la doccia. i tempi si allungarono.
una sera, mentre la fede avrebbe passato la notte con un francese, noi due perdemmo tutte le inibizioni e fu per entrambe la prima vera esperienza con saffo.
dalla sera dopo avremmo coinvolto anche lei.
V – lui
38 anni. olandese. nasino all’insù.
“in the ass, please”
lo diceva sempre e mi insegnò tutto a riguardo.
era bello vederla durante il giorno e fare il confronto di come era a letto. e poi guardarsi attorno e pensare a quante altre erano come lei.
VI – lei
le altre avevano perso interesse in quel ragazzo italiano che lavorava nel villaggio. chiesi se per l’ultima sera avevo quindi campo libero. cominciai a lavorarmelo.
simpatico. diventammo quasi amici, anche se era chiaro come sarebbe finita. probabilmente sapeva che le turiste tendevano a concedersi alla fine della vacanza. quando le conseguenze possono sparire in fretta e quando l’ultima occasione spazza via gli ultimi scrupoli.
salutai il mio ragazzo per telefono, prendendo accordi su quando ci sarebbe venuto a prendere l’indomani in aeroporto. poi bussai alla porta, un po’ in anticipo.
VII – lui
erano tre belle fighette. poco più giovani di me. bei corpicini, gran bei culetti. erano abbastanza sfrontate. mi provocavano. io fingevo disinteresse. potevo permettermelo.
un giorno, al tramonto, nella zona nudista della spiaggia, andai a fare un bagno, passando loro vicino. sentii i loro occhi sul mio pene dondolante. fino a poco prima ce l’avevo avuto duro, per cui era ancora un po’ gonfio, anche se morbido.
mi buttai nell’acqua fredda prima di una nuova erezione.
VIII – lei
mi accolse con un asciugamano legato alla vita. era per il mio anticipo o mi aspettava così?
chiuse la porta che io ero già in ginocchio, l’asciugamano ai suoi piedi. il suo cazzo nella mia bocca.
percepii la differenza di esperienza rispetto al mio ragazzo. ricambiò a lungo il rapporto orale. con un dito mi stimolava l’ano.
IX – lui
avevamo scopato in piedi contro il muro. lei poi era crollata a pancia in giù sul letto. io guardai un po’ la luna fuori dalla finestra, in attesa di riprendermi.
mi aveva detto “scopi meglio del mio ragazzo”.
le guardai il culo.
le chiesi: “il tuo ragazzo te lo mette nel culo?”
si girò a guardarmi. fece un gran sorriso. perverso. felice. diabolico.
“no”, rispose, “da lui non mi faccio inculare”, aggiunse
detto questo mise la faccia contro il cuscino e inarcò la schiena. le chiappe si schiusero, rivelando l’antro che mi veniva offerto.
X – lei
il mattino dopo, in aereo, ripensavo alla nottata. con le mie amiche non fui prodiga di particolari. ad esempio, pur non essendo un tabù per noi, omisi il racconto della sodomia.
pensavo non l’avrei più rivisto. lui aveva cercato di scoprire qualcosa su di me, ma credevo solo per cortesia.
mesi dopo, un giorno, me lo ritrovai fuori dalla mia università. mi stava cercando. mi chiese se avevo ancora un ragazzo a cui non concedevo il culo.
gli dissi di no. voleva diventarlo lui? disse di essere disposto anche a quello, anche se la prima sera non andò così.