Giochi fra inquilini, che portano a qualcosa di buono
Durante gli anni universitari ho abitato in un piccolo appartamento insieme a Franco, un ragazzo di qualche anno più grande di me. Io dei due ero quello bello, con un gran fisico derivante dal tanto sport che praticavo. Lui invece aveva un aspetto meno gradevole e un fisico decisamente meno atletico. Ma lui, a differenza mia, era spigliato con le ragazze e ne conquistava sempre una nuova. Non sapevo come facesse ma ne vidi tante, e spesso molto carine, entrare in camera con lui.
Una sera rientrai di ritorno da un weekend passato a casa e trovai Franco insieme ad una ragazza. Erano sul divano e stavano dormendo, lui seduto, lei chinata su di lui, con la testa appoggiata alle cosce. Non mi avevano sentito entrare, non li avevo svegliati. Lui aveva i pantaloni alle caviglie ed era quindi nudo dalla vita in giù. Non era difficile immaginare cosa stavano facendo prima di addormentarsi. A testimoniarlo c’era anche una chiazza lucida e lattiginosa sulla guancia di lei.
Non rimasi particolarmente stupito della cosa, ma rimasi colpito da un particolare. Il cazzo di Franco era mollemente appoggiato sulla coscia non occupata dalla ragazza ed era, per dimensioni e aspetto, un pene che così avevo visto soltanto nei film porno. Era decisamente lungo e grosso e molto bello come forma. Quasi contrastava con il corpo sgraziato di Franco. Rimasi ipnotizzato a guardarlo. Lui si era sempre vantato esplicitamente di quella sua qualità, ma non pensavo che fossi così tanto vero.
Alzai un attimo lo sguardo e incontrai il suo. Si era svegliato e mi stava guardando. Aveva sicuramente visto come io lo avevo guardato, cosa avevo guardato. Mi imbarazzai all’istante, sentii divampare il viso. Farfugliai una scusa per averlo svegliato e frettolosamente mi diressi verso la camera.
L’incidente sembrò concludersi lì fino a qualche giorno dopo. Stavo cucinando quando arrivò franco e si mise sul divano di fronte alla tv. Indossava una canottiera e dei pantaloncini. Rimase in silenzio. Quando mi girai a guardarlo vidi che mi stava guardando con un sorriso sornione sul volto.
“Che c’è?” chiesi quasi infastidito.
“Niente, niente”
Passò qualche minuto di silenzio fin quando mi chiese, improvvisamente.
“Lo vuoi rivedere?”
“Cosa?”
“Ho visto come lo guardavi. Vuoi rivederlo? Vuoi vedere come è quando è duro?”
Io non risposi, imbarazzato. La curiosità in effetti l’avevo, ma a me piacevano le ragazze, perché ero attratto dal cazzo del mio coinquilino?
“Dai, guarda!” mi disse poco dopo. Si era abbassato i pantaloncini e si stava menando l’uccello che era quindi maestosamente in erezione.
Lo guardai, indubbiamente affascinato.
“Fammi vedere il tuo, dai.” disse subito.
“No, no, che cazzo dici?” cercai di ritrarmi. Mi vergognavo, non solo perché nel confronto il mio ne sarebbe uscito decisamente sconfitto ma anche perché non volevo che vedesse che mi era diventato duro.
Mi venne contro e mi abbasso con forza pantaloncini e mutande, girandomi verso di lui.
“Ah, anche il tuo è duro. Ti sei eccitato a vedere il mio?”
“No…” sussurrai io imbarazzato, girandomi per nasconderlo e dandogli le spalle per non far vedere che ero diventato rosso.
“E che bel culo che hai…” mi disse subito. “Così sporgente e muscoloso, si vede che lo sport ti fa bene… E’ più bello di quello di alcune ragazze con cui sono stato.”
Non sapevo cosa fare, ero immobile e rimanevo girato per nascondermi. I suoi apprezzamenti al mio culo mi imbarazzarono ma mi eccitarono ulteriormente. Mi venne vicino.
“Posso?” chiese, meno spavaldo di prima.
Sentii una sua mano sul gluteo. Poi l’altra.
“Dai, smettila.” ebbi la forza di dire, gli spostai le sue mani e mi rivestii.
Lui ridendo mi lascio fare e la cosa terminò lì.
Dopo qualche giorno, in cui nessuno aveva più fatto cenno alla cosa, ero tornato particolarmente stanco da un allenamento. Franco mi chiese se volevo un massaggio. Capii subito che dietro questa offerta si celava altro e che era un ottimo modo per poter andare oltre a quello che avevamo fatto fino ad allora. Feci finta di niente. Probabilmente perché volevo anche io andare oltre e accettare un massaggio, di cui avevo in effetti bisogno, era un modo innocente per iniziare.
Ero comunque incerto e rimasi in mutande. Lui iniziò dalla schiena, poi passò alle gambe. Era anche piuttosto bravo. Mani forti e delicate.
Ad un certo punto, senza dire nulla, infilò due dita nell’elastico delle mutande e le iniziò a togliere, senza riuscirci. Infatti si erano incastrate sul mio pene che a causa del massaggio si era indurito. Io inarcai la schiena alzando il culo per facilitare l’operazione sperando che non si accorgesse che ce l’avevo già duro. Franco non si fece molti problemi, passò una mano sotto al mio corpo e liberò l’elastico toccandomi il cazzo. Io feci un sospiro. Lui mi tranquillizzò.
Nei minuti successivi le sue mani impastarono i miei glutei e le sue dita si insinuarono fra essi. Un uomo mi stava sfiorando il buco del culo, fino ad allora nessuna ragazza aveva osato. La cosa mi piaceva, mi faceva impazzire. Mi accorsi che avevo inarcato la schiena per facilitargli l’accesso. Il mio corpo parlava per me.
“Che bel culo che hai…” mi sussurrò nell’istante in cui un suo dito si stava infilando dentro di me.
Quel gesto, unito allo sfregamento del mio cazzo contro il letto, mi provocarono un orgasmo. Me ne vergognai ma fu bellissimo.
Rimasi esausto sul letto per alcuni istanti. Franco non aveva ancora tolto il suo dito dal mio culo. Lo fece poco dopo, chinandosi verso di me e parlandomi all’orecchio mentre si massaggiava il cazzo che spuntava dalle mutande.
“La prossima volta ti scopo…”
La “prossima volta” arrivò il giorno dopo. Tornato dall’università gli chiesi un altro massaggio. Non c’era motivo fisico, stavolta. Lo aspettai sul letto, già nudo. Il massaggio quasi non ci fu. Mi preparò con le dita. Poi si unse per bene il suo cazzo.
“Fai piano…” fu l’unica cosa che gli dissi.
E fece piano. Fu bravissimo, quasi dolce. Glielo dissi, alla fine e lui rispose:
“Ho imparato con le ragazze. Sono poche quelle che accettano di prenderlo dietro e se voglio avere qualche speranza devo andare con calma. Ma sono contento che adesso posso inculare te, trovarne una che non ha paura del mio cazzo è sempre difficile.”
“Vuoi dire che lo rifaremo?”
“Non vuoi?”
“Uhm… non è che non voglio, ma io sono etero, non mi piacciono gli uomini… anche tu sei etero, no?”
“Ti è piaciuto quello che abbiamo fatto?”
“Sì, mi è piaciuto.”
“E allora goditelo, senza tante domande.”
E ce lo godemmo. Mi scopò tante altre volte. Non sempre era agevole prendere il suo cazzo così grande e a volte la mia penetrazione si limitava alle dita. Dopo, magari, lo faccio venire facendogli una sega. L’unica cosa che non capitò mai fu sesso orale. Il rapporto rimase sempre di mia sottomissione a lui. Iniziai anche a girare nudo per casa e Franco, quando voleva, poteva usarmi.
Era il nostro segreto, o almeno avrebbe dovuto esserlo.
Un giorno era in casa con noi la sua nuova conquista, una bella ragazza che anche io avevo addocchiato ma che alla fine era riuscito solo lui a portarsi a letto.
Stavo preparando da mangiare mentre loro erano sul divano che confabulavano e ridevano fra loro. Sentii lei chiedergli:
“Ma è lui?”
Franco rise e poi si rivolse a me: “Ehi, mi chiede se sei tu.”
“Cosa?”
“Vuol sapere sei sei tu.”
“Sono io cosa?”
“Dai chiediglielo” disse Franco rivolgendosi a lei.
“No, dai non posso.” rispose lei ridendo.
“Dai, dai, chiediglielo.”
Lei ci penso su un po’ per poi dirmi:
“Sei tu il ragazzo che si fa inculare da Franco?”
Io avvampai e quasi svenni. Come poteva averglielo raccontato. Proprio a lei, poi, che avevo sognato di scoparmi. Cercai di rispondere di no, ma non so se ci riuscii. Franco intanto rideva.
“Hai visto come è diventato rosso?” le disse
“No, ma allora è vero!” disse lei. “Ma come fai? E’ troppo grosso!”
“Vuoi vedere?” intervenne Franco. “Vuoi vedere che lo facciamo? Così magari ti convinci a provare anche tu?”
Lei mi guardò. Io non sapevo cosa fare. La implorai con lo sguardo di dire di no, ma poi sentii la sua voce:
“Davvero? Mi fareste vedere? Mi interessa vedere due uomini scopare, è sempre stata una mia fantasia… Dai, per favore, fatemi vedere.”
Queste sue parole mi fecero sentire lusingato, sentivo un suo interesse nei miei confronti, anche se non era quello che avevo sperato. Mi eccitai. L’idea di essere guardato da lei improvvisamente mi sembrava piacevole.
Mi feci scopare da Franco, con lei che assisteva e che, ad un certo punto, mi sfiorò con la mano il cazzo, facendomi venire.
Franco era sempre stato bravo a trovarsele le ragazze, ma mai a tenersele. Anche quella ragazza che assistette alla nostra scopata non rimase con lui a lungo, ma nonostante questo continuò a frequentare la nostra casa. Anzi, continuò a frequentare me, fino a diventare mia moglie.
Racconto stupendo!
bellissimo racconto……e sicuramente reale
grazie
Ho un ricordo intenso di cosa è accaduto a me anche se non sono omosex con un mio amico all’eta di 20 anni,orgoglioso di essere etero.Io fui più deciso nell’avere un rapporto con lui.Glielo presi in bocca con grande emozione mista a piacere,e4 lo portai all’esplosione del piacere nella mia bocca.Il sapore della sborra fu intenso e gradevole,mi piacque gustarmelo e ingoiarlo.Era la prima volta,ma mi piacque tanto che poi abbiamo ripetuto gli incontri e anche se poi mi sono sposato non dimentico mai il piacere che provavo nel dedicarmi al suo CAZZO,finchè con decisione un giorno mi penetro e fu la prima esperienza poi co0ntinuata anche da sposato
Angelo
L’ho letto segandomi, molto bello e sincero.
Godere col culo è una cosa che ogni maschio dovrebbe imparare a (voler) fare.
grazie, sono molto belli anche i tuoi racconti
Ti ringrazio! Molto belli anche i tuoi…
Dovremmo fare una chiacchierata noi due 😉