La prima volta che sentii parlare di lui fu dopo una cena tra mia moglie Ilaria e la sua amica Emma. Distrattamente le chiesi se Emma, una bella donna di 40 anni, fosse ancora single come era già da qualche anno. Mia moglie mi fece un sorrisino strano. Poi, con aria un po’ da cospiratrice, mi disse che c’era un segreto che a me poteva anche rivelare, sicura che io non lo avrei rivelato a nessuno anche perché non avevo altre amicizie in comune.
Da qualche mese Emma si vedeva con un uomo, un uomo sposato. Chiesi chi fosse, o meglio che tipo fosse, dato che la sua identità mi interessava fino ad un certo punto. Ilaria mi disse che era un cinquantenne, conosciuto in città, un uomo abbastanza importante. Mi spiegò che Emma viveva questa relazione in modo ambivalente. Erano amanti clandestini con tutto ciò che comportava. Si divertiva, si godeva la situazione eccitante ma dall’altro lato sapeva che era una relazione senza futuro dato che lui mai avrebbe lasciato la moglie.
Queste informazioni furono abbandonate presto dalla mia attenzione fino al giorno in cui, dopo che Ilaria era uscita nuovamente con Emma, chiesi come stesse l’amica. Mia moglie mi raccontò le sue vicissitudini con l’amante, ma notai come ad un certo punto sembrò quasi fermarsi e non volermi dire tutto. Non ci feci molto caso, magari erano cose fra donne.
Poco dopo però mi raccontò quello che inizialmente aveva taciuto. Con tono scherzoso mi disse:
“Sai cosa a chiesto lui ad Emma? Le ha chiesto di trovare un’amica con cui farlo in 3.”
“Ah, e lei cosa ha risposto?”
“Mah, sai, lei è abbastanza succube di lui, non riesce a dirgli molto spesso di no…”
“Quindi lo hanno fatto?”
“No, ancora no. Ma sai lei chi avrebbe pensato?”
“No…”
“A me! Ha detto che se dovesse scegliere fra le amiche vorrebbe me… Io le ho detto che è scema… ahahah”
Mia moglie rise e pronunciò queste parole in tono scherzoso. Anche io sorrisi, ma dentro di me non ero del tutto convinto. Mi chiedevo se lei lo avesse veramente preso sul ridere o se invece non lo stesse prendendo in considerazione. E in questo secondo caso mi chiedevo cosa ne avrei pensato. L’idea di farlo con due donne ovviamente ce l’avevo anche io e quindi comprendevo bene la voglia dell’amante di Emma. Io stesso, nel mio fantasticare, se avessi dovuto pensare ad una amica di mia moglie con cui farlo avrei probabilmente scelto lei. Quindi l’immagine di loro due insieme ad un uomo già faceva parte delle mie fantasie. Solo che in questo caso l’uomo fra loro non sarei stato io. Tutto ciò un po’ mi turbava, ma, nello stesso tempo, sentivo di essere in parte eccitato.
Come la volta precedente questo discorso rimase in sospeso e non ne parlammo più fino a quando lo tirò di nuovo fuori mia moglie. Avevamo appena scopato, lei era appoggiata col viso sul mio petto, con la mano stava delicatamente accarezzando il mio cazzo, ancora un po’ gonfio per il sesso appena fatto ma più morbido che rigido.
“Allora cosa dovrei rispondere ad Emma?”
“Di cosa stai parlando?”
“Dai, della proposta del suo amante.”
“Ma dici sul serio? Mi pareva che fosse uno scherzo.”
“Sì… però sono curiosa di sapere tu cosa ne penseresti. Me lo lasceresti fare?”
Io non sapevo cosa rispondere. O meglio: mi ero reso conto che l’idea mi eccitava e l’avrei lasciata fare, anche con piacere, ma non avevo il coraggio di dirglielo. Solo che a rispondere ci pensò il mio cazzo, che cominciò ad indurirsi per cui non le potei mentire del tutto.
“Be’, non sarei geloso, capirei che è solo una cosa di sesso, una tantum e se tu volessi veramente provarla non ti negherei questa esperienza…”
“Ah grazie… ma sappi che al contrario non vale! Io non te lo lascerei fare… Ma sento proprio che non ti dispiace l’idea… Senti qua come ti sei indurito… Sei proprio un porco, siete tutti porci voi uomini!”
Mi segò il cazzo, facendomi venire in breve tempo. Nella mia testa pensavo a lei, ad Emma e ad un altro uomo.
Mia moglie sapeva bene che con il cazzo duro ragionavo diversamente che dal solito e quindi le mie risposte a certe cose chieste in quei momenti erano diverse, forse in realtà più sincere. Approfittò quindi sempre di un momento in cui avevo il cazzo piantato dentro di lei per riaprire quel discorso, prima prendendolo un po’ alla larga e poi puntando a sapere se quello che le avevo detto era vero, se non avrei avuto obiezioni se lei avesse scopato con Emma e il suo amante.
Io non le avevo mentito, anche se ovviamente il pensarci in momenti di eccitazione mi rendeva forse un po’ più accondiscendente del solito. Non potevo negare che l’idea mi eccitava, che non l’avrei percepito come un tradimento da parte sua. D’altronde avrebbe potuto farlo senza dirmelo…
Mi cavalcava, godendosi il mio cazzo, e mi parlava godendo:
“Allora posso farlo? Mi dai il permesso? Le dico che ci sto?”
“Sì, cazzo. Fallo. E poi raccontami.”
“Ti eccita l’idea che tua moglie si faccia sbattere da un altro? Eh? Davvero?”
“Sì, mi eccita, troia, mi eccita.”
Godemmo insieme, lei mi crollò addosso e rimanemmo ansimanti con lei sopra di me e con il mio cazzo ancora dentro di lei.
Per un attimo mi venne il dubbio che lei dicesse quelle cose per eccitarsi, le usasse come fantasia, che in realtà non lo volesse fare. Quasi mi consolò questo pensiero, d’altronde ero appena venuto e certe idee in quei momenti sembrano meno eccitanti. Ma poi lei mi sussurrò qualcosa nell’orecchio:
“E se lo avessi già fatto?”
Rimasi pietrificato. Non sembrava dirlo con tono scherzoso. Sembrava seria. Lo smarrimento che provai fu risolto dalla reazione del mio corpo. Mi eccitai e lei lo sentì.
“Cazzo, ti stai eccitando, lo sento che cresce di nuovo dentro di me. Allora è proprio vero!”
“Cosa vuol dire che lo hai già fatto?”
E lei iniziò il racconto:
L’altro pomeriggio, quando ti ho detto che ero uscita a fare shopping con Emma, in realtà ero con lei ma ci è passato a prendere Mario, il suo amante, in auto. Voleva conoscermi, Emma gli aveva parlato di me. Gliene aveva parlato per quel motivo, perché sarei stata la terza del loro trio.
Abbiamo girato per un po’, chiacchierando mentre lui guidava. Io ero seduta dietro. Lui è un uomo molto affascinante e mi ha subito riempito di complimenti. È uno che sa mettere a suo agio una donna e devo dire che non mi stavo pentendo di essere lì con loro.
Siamo arrivati ad un centro commerciale e Mario ha parcheggiato l’auto al limite del parcheggio, in una zona vuota e distante da tutto. Lì il discorso si è fatto più esplicito. Abbiamo pensato a come fare, quando e dove. Poi lui mi ha chiesto se volevo già fare un po’ di conoscenza più intima.
Allora è sceso dall’auto ed è rientrato dietro, insieme a me, mentre Emma era rimasta seduta davanti. Ci siamo baciati e mentre lo baciava sono scesa con la mano fra le sue gambe, sentendolo già duro e molto “ingombrante”, come mi aveva detto la mia amica.
Gli ho slacciato i pantaloni e ho abbassato la testa per prenderglielo in bocca. Era bello, durissimo e molto grosso. Il pompino è durato alcuni minuti. Emma girata verso di noi ci guardava e si toccava. Lui non diceva niente se non qualche complimento ogni tanto per quanto fossi brava.
Non ha detto niente neanche quando stava per venire ma io sapevo cosa avrei dovuto fare. La sua auto di lusso non poteva certo sporcarsi. Sono rimasta lì e ho ingoiato tutto. Quando mi sono tirata su ho guardato Emma negli occhi. Lui ci ha detto: “baciatevi”, e lo abbiamo fatto, con la bocca ancora sporca.
Non la feci finire il racconto, se per caso ci fosse stato altro da sapere, ma le presi la testa e le ficcai il cazzo in bocca, sborrando all’istante e riempiendola.
Ebbi dei dubbi nei giorni successivi, mi chiesi anche se fosse vero quello che mi aveva descritto, ma venivano sempre spazzati via dall’erezione che prepotente si manifestava tutte le volte che iniziavo a pensare alla vicenda.
“Esco a cena con Emma” mi aveva detto e non aveva aggiunto altro. Io pensavo fosse una delle tante volte che si vedeva con l’amica. Non era neanche la prima volta che la incontrava dopo quello che mi aveva raccontato.
Quando la vidi prepararsi per uscire però, ebbi una sensazione strana. Non che normalmente non uscisse vestita bene ed elegante quando si vedeva con l’amica, ma quella sera era particolarmente sexy. Tacchi alti, gonna aderente che metteva in evidenza il culo di cui era generosamente dotata e camicia scollata. Era bellissima. Me lo faceva venire duro. Mi guardò sorridendo vedendomi che la ammiravo. Era un sorriso malizioso.
Al momento di uscire mi disse soltanto:
“Non so a che ora torno.”
E vedendomi un po’ interdetto aggiunse:
“Grazie, amore.” baciandomi.
Ci guardammo negli occhi. Io avevo capito e lei aveva capito che io avevo capito. Ma evidentemente non voleva dirmelo esplicitamente. Io ero in completa erezione. Credo se ne accorse.
Passarono alcuni giorni. Di quella serata non avevo saputo nulla. Non c’era stata l’occasione giusta per parlarne. Erano argomenti di cui non si poteva parlare come niente fosse, era necessaria da parte di entrambi un buon grado di serenità ed eccitazione.
Ero fuori ad un pranzo di lavoro, in un ristorante in centro. Stavo entrando quando sulla porta mi sentii salutare. Era Emma. Due convenevoli e poi, quando la gente cui ero si era allontanata entrando nel ristorante, Emma si avvicinò a me per parlare sottovoce.
“Grazie per la tua disponibilità.” mi disse facendomi l’occhiolino.
Ok, Emma sapeva tutto. Non ne avevo parlato con mia moglie, sinceramente era un aspetto a cui non avevo pensato. Subito trovai seccante che mia moglie, nell’accettare la proposta indecente dell’amica le avesse anche detto che io ne ero al corrente e che non mi ero opposto e forse anche che mostravo una certa eccitazione a riguardo. Poi però capii che era scontato che sarebbe successo. Erano amiche che si dicevano di tutto, d’altronde non avrebbero fatto quello che stavano facendo se non ci fosse stata quella intimità e confidenza.
“Non è da tutti accettare queste cose. Sei un uomo illuminato.”
“Ah, grazie.” risposi un po’ imbarazzato. “Mi fido di lei. E poi mi fido anche di te.”
“Sì, sì, certo. Puoi stare tranquillo.”
Dopo questa frase rimanemmo un attimo in silenzio, un silenzio con un po’ di imbarazzo. Ma ciò che ruppe il silenzio non ruppe l’imbarazzo. Notai Emma guardare qualcuno alle mie spalle e salutarlo. Si avvicinò un uomo, con aria circospetta. Salutò Emma in modo formale. Lei poi guardò un attimo lui e poi me e poi di nuovo lui. Lui intanto guardava me in modo sospettoso.
Emma capì di dover fare le presentazioni, anche per togliere a quell’uomo la diffidenza nei miei confronti. Diffidenza che io capii nel momento in cui mi venne presentato.
“Lui è Mario.” disse con me mentre davo a lui la mano. “E lui è il marito di Ilaria.” disse con lui.
Vidi varie espressioni dipingersi sul volto di Mario, nel giro di pochi istanti. Prima un sollievo per il fatto che non fossi nessuno che poteva trovare sospetto che loro due si incontrassero ad un ristorante. Poi la sorpresa per il fatto di scoprire che ero il marito di quella che si era scopato insieme ad Emma. Un sogghigno quasi beffardo. Difficile da dissimulare nel momento in cui stringi la mano ad un uomo di cui ti sei scopato la moglie. Nel mentre anche la stretta di mano si fece più vigorosa, come a sottolineare un sentimento di superiorità per essere la causa delle altrui corna. Poi ci fu una espressione di circospezione, di indecisione. Probabilmente non sapeva se io potevo sospettare qualcosa e quindi quale fosse il mio sentimento nei suoi confronti.
Io non so che espressioni feci. Sicuramente di sorpresa nel momento in cui avevo scoperto chi fosse quell’uomo, poi di studio, di analisi di come fosse l’uomo a cui si era concessa pochi giorni prima mia moglie. Forse risposi al suo sogghignare e alla sua stretta vigorosa con un abbassamento degli occhi. In fondo mi sentivo in una situazione di inferiorità, nonostante il tutto fosse avvenuto con il mio consenso e ne trovassi anche piacere.
Alla fine ci pensò Emma, forse in modo inopportuno, a stravolgere nuovamente i nostri pensieri e le nostre espressioni facciali.
“Tranquillo, sa tutto.” gli disse. “Ed è d’accordo. Ha dato lui l’ok a Ilaria.”
“Ah.” disse lui rassicurato ma anche più sorpreso di prima. “Allora ti faccio i complimenti. Per la gran donna che è tua moglie e per la tua… sportività.” mi disse sorridendo soddisfatto.
Non seppi cosa rispondere. Cosa si può rispondere ad un uomo che ti fa i complimenti perché hai lasciato che tua moglie lo scopasse insieme all’amica? Mi limitai a stringergli di nuovo la mano.
Poi Mario, con tono impaziente, si rivolse a Emma.
“Entriamo?”
“Non arriva anche Diego?” chiese lei.
“Arriverà. Non mi va di farmi vedere qui fuori con te.” le disse seccato. Poi mi guardò per un attimo, come se fossi la causa del loro indugiare all’esterno del ristorante. “A lui glielo presenteremo un’altra volta.”
“Chi?” chiesi io che non stavo capendo bene la situazione.
“Diego.” disse Emma come se fosse ovvio mentre Mario la stava trascinando dentro.
“Diego…?” provai io ad insistere.
“Sì, l’altro. Il quarto.” disse Mario con tono sgarbato mentre entrava nel ristorante seguito da Emma che mi stava salutando con la mano.
Rimasi lì, un po’ interdetto. Non avevo capito chi fosse questo Diego. Poi dopo qualche istante decisi di entrare anche io nel ristorante, per tornare da colleghi e clienti con cui era previsto il pranzo.
“Allora? Ti sei pentito?” mia moglie me lo chiese mentre, ancora ansimanti, eravamo stesi l’una sull’altro nel nostro letto dopo una scopata intensa, condita dalle parole del racconto di mia moglie e del suo rapporto a tre con l’amica e l’amante dell’amica. Parole che mi avevano mantenuto costantemente eccitato, facendomi riprendere in fretta dagli orgasmi e consentendomi di farlo a ripetizione.
“No, non mi sono pentito. E tu?”
“Io? Perché mai avrei dovuto pentirmi io?”
“Non so… perché stavi tradendo tuo marito?”
“Non ti stavo tradendo, lo sapevi che l’avrei fatto, avevi detto che potevo…” chiese un po’ allarmata da una mia possibile gelosia a posteriori.
“Quando gli hai fatto il pompino in macchina non ti avevo dato l’ok…”
“Va beh… ma sapevo già che lo avresti fatto… ti conosco…”
“Ok. Allora non diciamo pentita. Diciamo: avresti preferito qualcosa di diverso?”
“Tipo?”
“Non so. Da quel che hai detto non c’è stata grande interazioni fra voi due amiche. Io un rapporto a tre con due donne me lo immagino con molte cose lesbo… questo Mario deve essere veramente resistente a sentire quanto vi ha scopato…”
“Non capisco dove vuoi arrivare?” chiese Ilaria, un po’ preoccupata.
“Niente, ho l’impressione che avresti preferito un trio con due uomini, invece che con un uomo e una donna…”
“Beh… forse sì…”
“Davvero?”
“In effetti hai ragione… senza rapporti fra donne… se ci fosse stato un quarto…”
“Un quarto? Quindi non una cosa a tre? Una cosa a quattro?”
“Sì…”
“Dimmi, come sarebbe stato?”
“Beh… io ed Emma avremmo potuto farci scopare contemporaneamente… sicuramente veniva meglio…”
“Contemporaneamente?”
“Sì.”
“Ma intendi contemporaneamente cioè un uomo con te uno con lei oppure contemporaneamente nel senso che due uomini avrebbero potuto prendervi, prima una e poi l’altro, nello stesso momento… in due buchi diversi?”
“Beh… anche la seconda… ti ecciterebbe?”
“Cosa? Scopare una donna insieme ad un altro?”
“No… ti ecciterebbe se io mi fossi… cioè se io mi facessi scopare da due uomini… contemporaneamente?”
Il mio cazzo era tornato duro. L’avevo provocata e stavo ottenendo forse la confessione completa di quello che era avvenuto. Con anche il quarto, fino a quel momento tenuto nascosto.
“Mi sembra che ti stia eccitando l’ipotesi…” disse prendendomi in mano il cazzo.
“È solo una ipotesi?”
“Cosa vuoi dire?”
“Raccontamelo… raccontamelo come se fosse avvenuto veramente…”
“Cioè?”
“Dimmi che in realtà l’altra sera c’era un altro uomo. Che non me l’hai detto perché ti vergognavi, che pensavi fosse troppo, che quello non l’avrei accettato. Così come hai fatto quel pompino prima di dirmelo. Me lo hai tenuto nascosto perché volevi farlo ma temevi che io ti dicessi di no. E quindi in realtà eravate in quattro. Non era una cosa a tre con rapporto bisex tra voi donne. Era una cosa a quattro. Due uomini e due donne. È così?”
“Sì… forse è così…”
“E quindi vi hanno scopato… contemporaneamente?”
“Sì…”
“Contemporaneamente, come?”
“In tutti i due i modi che dicevamo…”
“Cioè, prima Mario ha scopato Emma mentre tu eri scopata dall’altro… come lo chiamiamo?”
“Ehm… chiamiamolo… Diego…”
“Ok. Diego. Mario con Emma e Diego con te. Giusto?”
“Sì.”
“Poi?”
“Poi Mario con me e Diego con Emma.”
“E poi? Anche l’altra contemporaneità?”
“Ti ecciterebbe se ti dicessi di sì? Ti ecciterebbe tanto da dirmi che potrei farlo?”
“Tu dimmelo. Dimmi se è successo. Dimmi come è successo. E io ti dirò se mi eccita, quanto mi eccita.”
“È… è successo…”
“Fica e bocca? Culo e bocca? O…”
“Culo e fica.”
Non le dissi quanto mi eccitava, lo capì dagli schizzi che ricevette sulla mano con cui mi segava.
“Allora posso fare anche questo?” mi chiese dopo un po’ mentre ci stavamo riprendendo.
“Solo se lo ha già fatto…”
Ispirativo e moolto eccitante 💋💋💋
Elena T.