Una vacanza organizzata dal marito porta la moglie a compiere gesti che non aveva preventivato. Ma forse non è tutto come sembra…
L’uomo, che si presentò come Carlos, ci mostrò la parte di casa che era a nostra disposizione. Lui abitava al piano superiore, mentre il piano terra era, a parte alcuni locali, a nostra disposizione, così come l’ampio giardino dietro la casa che già di suo era immersa nel verde, in una pineta vicina al mare.
Fu molto gentile e prodigo di informazioni su come potevano godere al meglio quel periodo di vacanza. Ci diede una mano anche con i bagagli, aiutando mio marito a scaricarli e portarli in casa, dimostrando facilità nel sollevarli. In effetti, nonostante fosse più vecchio di noi, intorno ai cinquanta rispetto a noi trentacinquenni, si notava che avesse, sotto la camicia, un discreto fisico.
In realtà non eravamo lì proprio per una vacanza. Mio marito aveva bisogno di un periodo di qualche settimana di isolamento e tranquillità per completare la stesura di un progetto.
***
I primi giorni passarono bene. Mio marito lavorava parte della giornata. Io raggiungevo a piedi la vicina spiaggia, che in quella fine di estate era praticamente deserta, mi abbronzavo, nuotavo, leggevo e mi rilassavo. Poi tornavo a casa o andavo al vicino paese a fare spesa per cucinare.
Tutto molto bello, quasi perfetto, quasi troppo. In effetti dopo qualche giorno cominciavo un po’ ad annoiarmi. Oltretutto mio marito, anche alla sera, a volte era stanco e un po’ stressato. Ci rimasi un po’ male quando capii che non aveva neanche voglia di fare l’amore, mentre io, dopo giornate del genere, ne avevo un gran desiderio.
Nel lungo tempo passato nella casa ebbi modo di chiacchierare un po’ e fare conoscenza con Carlos, un uomo che mi raccontò di una vita abbastanza avventurosa alla quale aveva voluto porre un freno ritirandosi in quella casa isolata che affittava in parte, un po’ per guadagnare e un po’ anche per avere ogni tanto compagnia. Era una persona interessante, di origini spagnole e mi trovai bene con lui. Qualche volta lo invitai anche a cenare con noi. Mio marito ne apprezzava la compagnia, tranne qualche sera in cui non era molto in vena.
***
Una sera stavo parlando con Carlos sotto la veranda della nostra sala da pranzo, che dava sul prato prima della pineta. Avevamo cenato, dopo un po’ mio marito era tornato dentro, per dormire. Discorrevamo del più e del meno quando io, innocentemente, gli chiesi della sua donna, di dove abitasse. Lui sembrò stupirsi del fatto che davo per scontato che avesse una compagna. Io cercai di spiegargli che mi riferivo alla donna che la sera prima era venuta a trovarlo. L’avevo sentita arrivare a bordo di una auto sportiva e salire da lui.
“Cosa ti ha fatto pensare che fosse la mia compagna?” mi chiese, sornione.
In quel momento mi resi conto che ciò che me lo aveva fatto pensare non potevo dirlo.
“Oh. Immagino avremmo dovuto chiudere le finestre.” aggiunse lui ridacchiando.
In effetti era così. Io non l’avevo neanche vista. Non avevo neanche visto che era una donna. Avevo solo sentito l’auto. E poi, più tardi li avevo sentiti. E in quel momento avevo capito che era una donna. Che fosse la sua compagna lo avevo dedotto dai rumori che avevo udito mentre mi godevo la frescura della sera in veranda. Li avevo sentiti scopare. A lungo e piuttosto rumorosamente.
Carlos aveva capito tutti i miei pensieri e mi guardava sorridendo. Mormorai un “mi spiace”.
“Non è la mia compagna.” disse tranquillo. “È una donna della città qui vicino. Mi viene a trovare quando il marito è via per lavoro.”
“Oh.”
Rimanemmo un po’ in silenzio.
“Ti sconvolge questo?” mi chiese.
“Uhm. No, no. Siete persone adulte. Potete fare quello che volete.”
“Tu lo faresti?”
“Cosa?”
“Tradire tuo marito.”
“… No…”
“Hai esitato.”
***
La conversazione di quella sera cominciò a farmi vedere Carlos sotto un’ottica diversa. Era un bell’uomo, aveva un bel fisico, aveva un modo di fare seducente frutto anche del suo accento spagnoleggiante. E devo ammettere che da quello che avevo sentito quell’altra sera, con quella donna, sembrava anche un amante focoso.
Oltre a tutto ciò ci si metteva mio marito che continuava ad essere ben poco interessato all’argomento e le giornate che passavo in spiaggia che accendevano i miei sensi.
***
Una notte facevo fatica ad addormentarmi. Ero uscita al buio sulla veranda in canottiera e pantaloncini che usavo come pigiama. Mi vennero pensieri erotici. Mi toccai leggermente, senza volermi veramente masturbare.
Fui interrotta dal rumore di un auto che arriva sul cortile davanti a casa. Era Carlos, lo avevo sentito andare via prima di cena.
Pochi istanti comparve improvvisamente passando a fianco della veranda dirigendosi verso la pineta e il mare. Sobbalzai per lo spavento dato che mi aspettavo che fosse rientrato in casa. Lui mi sentì. Si scusò, mi chiese cosa stessi facendo. Io gli chiesi altrettanto.
“Stavo andando a fare una passeggiata in spiaggia. È una notte bellissima.” mi disse indicando il cielo sereno e stellato. “Vuoi venire?”
Fui tentata e mi alzai per seguirlo. Poi mi bloccai. Mi chiesi cosa stavo facendo. Dalla bocca mi uscì, senza sapere bene cosa intendessi veramente:
“E mio marito?”
“Lasciagli un biglietto, così se si alza e non ti trova sa dove sei.” rispose Carlos prontamente dando una sua interpretazione al mio dubbio.
Lo seguii e, nel tragitto gli chiesi, non so bene perché, se fosse stato da quella sua donna quella sera.
“No.” rispose e mi sentii quasi sollevata “Lei viene sempre qui. Non vuole che vada nella loro casa.” mi sembrò che avesse calcato su quel loro…
“Ero con un’altra.” aggiunse poco dopo. “Ma era soltanto una cena conoscitiva.”
Non so perché mi sentii un po’ insensatamente gelosa.
“C’era anche il marito.” concluse.
“Ah.” non ero sicura di aver capito che tipo di cena fosse, ma non indagai oltre.
Arrivati al mare ci sedemmo su un tronco spiaggiato. Ammirammo il cielo. Ascoltammo la risacca.
“Hai mai fatto il bagno di notte?” mi chiese Carlos
“Da ragazzina.” risposi.
“Vuoi?”
“No, meglio di no.”
“Dai, è bellissimo.”
Insistette ancora un po’. Eravamo molto vicini. La sensazione era che stessimo per baciarci. Volli interruppere quella situazione.
“Ok, va bene. Facciamo il bagno.”
Mi alzai e feci per tornare verso la casa.
“Dove vai?”
“A casa, a prendere il costume.”
Lui rise.
“Nudi. Il bagno di notte si fa nudi.” e iniziò velocemente a spogliarsi.
Nel leggero chiarore notturno non lo vidi chiaramente nudo sul davanti. Colsi solo la schiena muscolosa mentre si avviava verso l’acqua. Mi urlò di seguirlo.
Lo feci. Un po’ controvoglia, un po’ elettrizzata. Decisi di tenermi i pantaloncini. Poi a metà strada mi sentii ridicola e abbandonai anche quelli. Ero nuda. E un po’ eccitata.
L’acqua era calda. Nuotai alla cieca. Lui lo sentivo poco distante. Feci qualche bracciata parallelamente alla riva. Riemersi e mi guardai attorno. Non lo vedevo e non ne udivo neanche gli schizzi.
Poco dopo, improvvisamente, emerse proprio davanti a me, cogliendomi di sorpresa. Urlai e lui si avvinghiò a me con le braccia. Ci abbracciammo ed io percepii chiaramente il suo sesso semiduro che premeva contro la pancia.
Ci baciammo.
***
Quando ci ripensai, il mattino dopo, rimasi sconvolta dalla velocità con cui precipitarono gli eventi. Dopo il primo bacio prendemmo un attimo fiato e poi ricominciammo. Io mi avvinghiai a lui con le gambe intorno alla vita. In quel modo il mio sesso era a portata del suo cazzo. Non so quanti secondi passarono tra il bacio e il momento in cui il suo cazzo penetrava in me, ma temo pochissimi.
Non mi era mai capitata una assenza così totale di preliminari, nemmeno forse con mio marito. Mi ero trasformata da moglie fedele ad adultera con un cazzo piantato nella figa in pochissimi istanti.
Vorrei poter dire che anche l’amplesso fu rapido e che ritornai in me subito. Invece no. Mi scopò a lungo. Lui in piedi con l’acqua alle ginocchia che mi sosteneva e mi faceva impalare su di lui. La resistenza che avevo intuito da quanto erano durati i rumori quella sera con l’amante era confermata. E sentii nelle mia urla le stesse che aveva fatto quella donna.
Fu sconvolgente, nel buio della notte, nella spiaggia deserta, urlare ai quattro venti i miei orgasmi.
***
Nei giorni successivi mio marito fu ancora più evasivo e poco di compagnia. Mentre in me era cresciuta una gran voglia di sesso. Non raccoglieva nessuna mia provocazione e mi lasciava quindi insoddisfatta e delusa. Trovai questo suo comportamento come una giustificazione di quello che feci, cioè scopare con Carlos più e più volte.
Di giorno in mezzo alla pineta o nel tardo pomeriggio nella spiaggia deserta. Poi gli davo appuntamento di notte, mi alzavo dal letto e nuda uscivo di casa. Lo trovavo ad aspettarmi. Scopammo sul prato dietro casa o persino in veranda, trattenendo i gemiti e cercando di non far rumore per non svegliare mio marito a pochi metri di distanza.
Un giorno, addirittura, salii nel suo appartamento mentre mio marito credeva fossi in spiaggia. La finestra era aperta e non mi feci problemi a godere rumorosamente. Poteva sentirci, anzi sicuramente ci sentì, ma non poteva riconoscermi. Avrebbe pensato, così credevo, che fosse la donna di Carlos.
***
La vacanza finì. Salutai Carlos con un po’ di rimpianto ma promettendo a me stessa che quella trasgressione doveva finire lì. Tornando a casa dovevo tornare ad essere la moglie fedele che ero sempre stata. Ovviamente mi auguravo che anche mio marito tornasse ad essere il marito attento ai piaceri della propria moglie che era sempre stato.
Fu così, e fu così per molti mesi, fino ad un giorno.
Mi chiamò mio marito che era in giro per lavoro. Doveva controllare una cosa sulla sua posta elettronica ma dal telefono non riusciva. Mi chiese se potevo guardare dal computer di casa. Mi spiegò come fare, mi disse cosa cercare. Trovai l’email, gliela lessi, lui mi ringraziò e lo salutai. Stavo per spegnere quando l’occhio mi cadde sulla lista di email che erano state trovate dalla ricerca. Ne vidi una con mittente un certo “Carlos”. Ovviamente mi tornò in mente il periodo estivo ed il nostro ospite, ma non pensavo fosse lo stesso Carlos. Mi venne la curiosità di cliccare, ma poi mi fermai, ma poi cedetti e la aprii.
Lessi velocemente l’email. Poi la rilessi incredula. La chiusi e cercai tutte le email tra mio marito e Carlos. La loro conversazione iniziava molto prima del nostro arrivo presso di lui e continuava fino ad alcune settimane dopo.
Aprii alcune email a caso, leggendone dei pezzi per poi chiuderla e riaprirne un’altra, in modo frenetico. Non credevo a ciò che stavo leggendo, ma pian piano ricostruii tutta la vicenda.
A quanto pareva mio marito aveva trovato Carlos su un sito di annunci erotici e aveva organizzato la vacanza presso di lui con l’accordo che Carlos avrebbe dovuto cercare di sedurmi e di portarmi a letto. Mio marito descriveva l’eccitazione che questa idea gli provocava, descriveva anche l’amore che provava per me e la felicità nel pensare che Carlos avrebbe potuto regalarmi del piacere sessuale. Carlos, da parte sua, gli raccontava le sue altre esperienze con coppie di questo tipo e gli assicurava che sarebbe andato tutto bene.
La corrispondenza successiva alla vacanza consisteva invece in un resoconto di tutto ciò che io e Carlos avevamo fatto, con mio marito che chiedeva dettagli e cercava di capire quanto mi fosse piaciuto.
Nel leggere tutto questo non sapevo come sentirmi. In parte mi sentivo tradita, più da Carlos che da mio marito. In parte riaffiorava il mio senso di colpa per aver tradito mio marito nonostante la sua consapevolezza e anzi il suo desiderio nascosto che questo avvenisse. In parte ero delusa da lui, o meglio non capivo perché avesse questo desiderio, però nello stesso tempo lui spiegava che faceva parte del suo amore per me.
Chiusi tutto e non dissi niente a lui, riflettendoci su per diverse giornate.
***
Dopo il terzo orgasmo mi accasciai su mio marito, ansimante. Anche lui era piuttosto provato dall’amplesso intenso che gli avevo appena fatto vivere.
“Stasera sei proprio scatenata…” commentò.
“Ti dispiace?”
“No, no anzi. Sono solo piacevolmente sorpreso. C’è un motivo per cui sei così?”
“Mah… forse…”
“Cioè? Dimmi.”
“Sai, forse è perché da un po’ tempo ho un collega che mi corteggia… allora sentendomi ancora desiderata questo mi ha fatto risvegliare un po’ gli istinti sopiti… ti dispiace? Sei geloso?”
Raccontai questa bugia a mio marito per osservarne la reazione, volevo capire se quello che avevo letto nelle email era vero. Effettivamente lo sentii risvegliarsi nelle parti basse e sembrò molto interessato alla cosa.
Superò il test. Da quel giorno la complicità fra noi aumentò. Pian piano compresi e accettai questi suoi desideri, queste sue fantasie erotiche. Amanti immaginari cominciarono ad accompagnarci durante i nostri amplessi, evocati dalle nostre parole.
Rimase tutto confinato alla fantasia e il sesso fra noi migliorò decisamente. Non ebbi altri uomini oltre a mio marito.
Si avvicinò poi di nuovo l’estate e a quel punto cominciavamo a pensare alle vacanze. Io, fingendomi ignara e innocente, buttai lì una proposta:
“E se tornassimo dove siamo stati l’anno scorso? A me era piaciuto molto. Poi così magari questa volta te lo godi anche tu.”
Enfatizzai l’ultima frase, con un po’ di malizia, ma mio marito non colse. Gli si illuminarono però gli occhi e fu entusiasta.
Stavolta avrei condotto io il gioco. Volevo un po’ farla pagare ai due complici, ma ero sicura che tutti e tre ci saremmo divertiti.