I – lui
l’aspettai all’uscita degli arrivi internazionali e mi venne incontro correndo e mi abbracciò con tutta l’esuberanza dei suoi diciannove anni.
“grazie di essere venuto. con tutti questi ritardi pensavo di non arrivare più. meno male che ci sei tu, già mi vedevo a passare la notte in aereoporto.”
il viaggio non l’aveva stancata e venni inondato di parole e racconti mentre guidavo verso casa nella sera milanese. era la sorella, da parte di padre, della mia ragazza. di diversi anni più giovane, ma carina e spumeggiante come lei.
II – lui
l’avrei ospitata per la notte visto che i suoi voli erano arrivati molto più tardi del previsto e non c’era nessun altro che poteva andarla a prendere. portandole su la valigia la seguivo per le scale, distratto dal culetto avvolto negli short che mi stava davanti. a quell’età alcune mostrano una sensualità inconsapevole e ingenua. per alcune è sinceramente ingenua ma altre hanno già imparato a manipolarci.
cercavo di distrarmi da questi pensieri, quando venni chiamato dentro al bagno dove stava facendo la doccia. dovetti passarle un asciugamano per il corpo, lei non aveva niente di adatto. evitai di sbirciare, ma lei non sembrava imbarazzata.
III – lui
guardavo la tv quando venne a chiedermi delle cose. appoggiata allo stipite della porta, piedi nudi, asciugamano legato sopra i seni, che arrivava poco sotto al pube, e asciugamano intorno ai capelli a mo’ di turbante. risposi un po’ sovrappensiero. non aveva più biancheria pulita e mi chiedeva se lì da me c’erano dei vestiti della sorella. in effetti ne lasciava sempre un po’ da me, per quando veniva a trovarmi. le indicai il cassetto dove avrebbe potuto trovare qualcosa.
solo dopo un po’ mi resi conto che il cassetto in cui le avevo detto di cercare conteneva non solo il normale intimo della mia ragazza, ma anche alcuni capi un po’ piccanti e soprattutto alcuni giocattoli erotici che usavamo ogni tanto. corsi di là sperando di interromperla in tempo.
IV – lui
sul letto già giacevano alcuni completini non proprio casti che avevo regalato alla mia fidanzata. da una parte invece aveva appoggiato quelli più classici, probabilmente per poi sceglierne uno da mettersi.
era accovacciata e rovistava nel cassetto. la posizione faceva sì che l’asciugamano lasciasse scoperta parte delle chiappe. mi scusai istintivamente, mentre lei si alzava e mostrandomi qualcosa mi chiedeva:
“e questo cos’è?”
il sorrisino che aveva stampato in faccia faceva intuire che conoscesse già la risposta alla domanda.
V – lui
rimasi immobile e senza parole. sentii la faccia in fiamme, non so che colorito assunsi. contemporaneamente però anche il mio arnese fra le gambe dava segni di vita ed essendo rimasto in pantaloncini si poteva anche notare.
la sorellina diciannovenne della mia ragazza mi guardava tenendo nella mano destra la mutanda in latex con attaccato sul davanti un grosso fallo di plastica nera che a volte usavamo, quando amavamo scambiarci i ruoli.
“mmmhh… mi sa che allora non mi ha raccontato proprio tutto quello che fate voi due…” ridacchiò rimettendo via l’oggetto. non mancai di notare che la frase che aveva pronunciato implicava che comunque sapesse già molto di noi due. non sapevo che avessero un rapporto così confidenziale da raccontarsi anche un certo genere di cose.
VI – lui
non ricordo esattamente se dissi qualcosa e come ne uscii. lei poi si andò ad asciugare i capelli e a prepararsi per la notte e io la evitai per quanto possibile. cercai di non guardarla troppo quando andammo a letto. indossava una mia t-shirt e un paio di mutandine. io dormivo in boxer.
quando spegnemmo le luci lei cominciò a parlare. a fare domande. l’argomento fu subito chiaro e diretto. la scusa era che le dessi consigli su come piacere ai maschi, come se ne avesse bisogno. le curiosità riguardavamo molto anche ciò che facevamo noi. ne approfittò per raccontarmi qualche sua esperienza. alla fine fece domande specifiche proprio su quell’oggetto.
io, col cazzo in tiro per tutto il tempo (per fortuna eravamo al buio), risposi a monosillabi.
VII – lui
piano piano si addormentò. io ero troppo eccitato per farlo. quando le sentii il respiro pesante andai in bagno, a sfogarmi. quando tornai a letto finalmente sentivo il sonno avere la meglio.
non so quanto era passato. era notte fonda. rimasi un po’ nel dormiveglia senza comprendere subito cosa mi aveva svegliato. sentivo un corpo di donna su di me, mi baciava, mi accarezza e con una mano mi teneva il cazzo. ci impiegai un po’ a capire che non ero a letto con la mia ragazza, ma con la sua sorellastra. ci impiegai troppo a capirlo, tanto che feci prima in tempo a ricambiare baci e carezze. quando mi ridestai del tutto la respinsi.
“dai, fammi essere la tua puttanella.” queste furono le uniche parole che mi disse. dopo averle sentite mi mandai mentalmente a fanculo e cominciai a scoparla con tutte le mie forze.
VIII – lui
ci svegliammo con i nostri corpi nudi aggrovigliati. non sembrò essere pervasa da nessun senso di colpa, al contrario di me. non che questo mi impedì di strisciare nuovamente sopra di lei e possederla da tergo. oppure di godere del lungo pompino sotto la doccia.
ero già in giacca e cravatta, pronto per andare al lavoro e per accompagnarla in stazione, quando mi chiamò in stanza. lei non era pronta. era ancora nuda. non del tutto. indossava lo strap-on.
“voglio provarlo” disse.
“ma devi prendere il treno, io devo andare a lavorare.” abbozzai io
“prenderò quello dopo. e tu non vuoi che lei lo venga a sapere. guarda che dirò che mi sei saltato addosso tu.”
imprecai. e cominciai a slacciarmi i pantaloni. “siete proprio tali e quali voi due” dissi mentre prendevo il tubetto di lubrificante.
IX – lui
“dai, fammi essere la tua puttanella.”
risentivo sempre queste parole, tutte le volte che la vedevo, in qualsiasi situazione, familiare o no, avvenisse l’incontro. non abbiamo più fatto nulla insieme. lei non vi ha più fatto cenno ed è come se nulla fosse successo.
“dai, fammi essere la tua puttanella.”
una volta queste parole me le ha sussurrate la mia ragazza. ho avuto un attimo di esitazione. poi l’ho scopata. ma non pensavo a lei.