I – lui
forse ti pentisti subito di aver portato con noi in vacanza la tua sorellina appena diciottenne. l’avevi salvata dalle ferie in compagnia dei genitori e lei era stata ben contenta di venire insieme a noi, anche se avevamo quasi il doppio dei suoi anni.
dimostrò subito di non vederci come due figure adulte, ma come suoi pari, e mise in mostra una esuberanza che non ci aspettavamo.
il primo giorno, arrivati in spiaggia, si tolse i cortissimi pantaloncini aderenti e la t-shirt rimanendo con un bikini estremamente striminzito. le mutandine erano alla brasiliana e mettevano in evidenza un culetto perfetto, sodo e tondeggiante. il reggiseno a triangolo coprì per poco tempo un seno poco pronunciato. si mise ben presto in topless.
tu la misi in guardia contro i pericoli del prendere il sole in quelle zone, ad una età così giovane soprattutto. lei, quasi dispiaciuta, ti diede ascolto e si mise a prendere il sole a pancia in giù.
io sospettai che il tuo consiglio fosse anche un po’ per invidia.
II – lui
acconsentii di buon grado a fare un passeggiata sul bagnasciuga, per allontanarmi dal quel corpo provocante e proibito che avevo al fianco.
quando tornammo ebbi un sussulto. per un attimo mi sembrava che si fosse messa completamente nuda. in realtà aveva solo slacciato i laccetti della mutandina che ora restava, ammucchiata, come un unico pezzettino di stoffa a coprire la fessura delle chiappe.
ormai aveva attirato l’attenzione di alcuni dei pochi visitatori della spiaggia e c’erano alcuni uomini e ragazzi che continuavano a passare vicino ai nostri teli, senza apparenti motivi.
i miei occhi non furono gli unici a seguire l’ondeggiare delle vostre natiche mentre andavate a buttarvi in acqua. in realtà non avevi molto da invidiarle, in quanto a sensualità, ma erano due sensualità diverse.
io, ben conoscendo la tua sessualità matura, ero turbato da quella così apparentemente spontanea e curiosa della tua sorellina.
III – lui
i colpi al cuori non si limitarono alla spiaggia. nella nostra casetta, vista mare, lei diede conferma di non avere pudore nel mostrarsi alquanto svestita davanti a me. non che vidi nulla di più di quello che avevo visto in spiaggia, ma il suo agire così naturale e nello stesso tempo sensuale mi provocava eccitazione.
tutta questa eccitazione la sfogai su di te alla sera, ma mentre ti scopavo avevo due timori. il primo era che tu capissi che il mio ardore e la mia foga non erano del tutto per causa tua. il secondo era che lei ci sentisse mentre amoreggiavamo. la seconda paura, trasformandosi quasi in desiderio, aumentava l’eccitazione.
lei intanto, durante le serate, faceva strage di cuori tra i ragazzetti in paese. in molti la guardavano e la corteggiavano. lei sembrava saperli trattare con fermezza e nonostante all’inizio cercammo di tenerla d’occhio per evitarle problemi capimmo che sapeva cavarsela.
IV – lui
una notte particolarmente calda non riuscivo più a dormire ed uscii un istante sulla veranda. passando davanti alla sua camera avevo notato che non era ancora tornata. era andata in discoteca con alcuni degli amici che si era fatta in quei giorni in spiaggia.
mentre mi godevo la leggera brezza notturna, in mezzo al rumore di cicale, udii un suono sommesso provenire da vicino alla casa. tesi l’orecchio e mi sembrò che fossero le voci di due persone intente a fare l’amore. pensai che venisse dalla casetta a fianco.
mi avvicinai, curioso, per sentire meglio, e anche, lo ammetto, per vedere se per caso dalla finestra si vedeva qualcosa.
mi accorsi che non proveniva dalla casa a fianco, ma dallo spazio fra le due case. alla luce della luna vidi due corpi, chiaramente nudi, avvinghiati per terra, a un paio di metri da me. mi nascosi dietro all’angolo e osservai.
V – lui
era lei, la sorellina di mia moglie con uno dei ragazzi della spiaggia, il più bello e prestante. la vidi fargli un pompino, poi scoparlo alla missionaria, e poi con lei sopra di lui.
si fermarono un attimo, dopo di chè sentii lui che le chiedeva di mettersi con le mani appoggiate al muro. lei obbedì e lui la afferrò ai fianchi per posizionarla meglio, mettendola con il culo proteso all’infuori.
“senti, lo hai mai preso nel culo?” sentii lui chiedere a lei. non sentii la sua risposta ma colsi sul suo volto un sorriso.
vidi lei sputarsi abbondantemente sulla mano e poi portarsela alle terga per inumidire il più possibile il buco. lui faceva lo stesso con il cazzo che, tra parentesi, visto nella penombra sembrò essere di dimensioni ragguardevoli.
mi rimasero scolpiti in testa gli urletti che fece lei, prima di leggero dolore, poi chiaramente di grande godimento.
VI – lui
ero rapito dalla scena a cui stavo assistendo e quasi mi stavo dimenticando di rimanere nascosto. per un attimo ebbi l’impressione che lui, girando la testa, incrociò il mio sguardo e mi vide. mi tirai indietro ma sempre tenendoli in vista. mi sembrò che lui si piegò in avanti come per sussurrarle qualcosa nell’orecchio. lei venne in quell’istante, si capì in modo evidente, quasi incitata dalle parole di lui.
nella mia immaginazione lui le aveva appena detto che c’era uno spettatore e questo le aveva dato lo stimolo finale, stuzzicando il suo lato esibizionista che, a giudicare da quei giorni, era particolarmente sviluppato.
non raccontai a mia moglie cosa avevo visto quella notte. e non le spiegai perchè, rientrato in camera, la svegliai, le salii sopra e poi la presi, in quella maniera per noi inusuale. lei non si lamentò. non la preparai a dovere, ma eccitato come ero venni istantaneamente.