Fantasie?

I – lui

non le diedi tempo nemmeno di aprire la valigia. ero andato a prenderla all’aeroporto, dopo i due mesi che aveva passato ad ibiza in una vacanza-lavoro. io ero stato con lei solo la prima settimana. poi ero dovuto tornare al lavoro. lei, ancora studentessa, si era trovata un lavoro da barista per tirare su qualche soldo.

arrivati a casa le strappai quasi i vestiti di dosso e scopammo tutto il pomeriggio, fino ad ora di cena.

“mi sei mancata.” gli dissi al termine. “mi mancava la tua figa, la tua bocca. le tue mani, le tue gambe. i tuoi piedi, i tuoi seni. mi mancava il tuo culo.”

“anche tu mi sei mancato.” sussurrò lei, amorevole.

“bugiarda.” commentai io.

“no! perchè dici così? davvero. mi sei mancato.”

“ok, io forse ti sarò mancato, ma non credo che lui ti sia mancato.” dissi indicando il mio pene, ora flaccido dopo tanto lavoro.

“be’, quello effettivamente… no.” si morse un labbro e distolse lo sguardo.

II – lui

“guarda che te l’ho detto. è tutto ok. non sono geloso. o meglio, lo sono, ma mi piace esserlo.”

“sì, ma non è il caso.”

“se fai così mi arrabbio sul serio. raccontami cosa hai fatto durante la vacanza. voglio sapere.”

“mi vergogno un po’ a raccontare certe cose, così a freddo. poi forse è meglio se non sai proprio tutto.”

“ti rendi conto che così mi autorizzi a pensare le peggio cose?”

“adesso no. non ci riesco.”

III – lui

a sera, nonostante l’avessimo fatto durante il giorno, tornai all’assalto. volevo farla eccitare, così magari mi avrebbe raccontato. avevo passato alcune ore ad immaginarmela nelle situazioni più perverse. eravamo una coppia aperta, mi aveva già tradito altre volte ma poi mi aveva sempre raccontato tutto. il fatto che questa volta fosse restia mi spaventava e nello stesso tempo eccitava a dismisura.

“dai raccontami qualcosa.” le sussurrai all’orecchio, interrompendo per un attimo le succhiate ai capezzoli. restò un po’ in silenzio, poi man mano che la sua eccitazione saliva cominciò a lasciarsi andare.

“il primo l’ho succhiato quando tu eri ancora con me.” iniziò facendomi subito sussultare. “hai presente quando sono andata a fare il colloquio per il posto da barista. il tipo mi ha detto che mi avrebbe dato di più se ero carina con lui. ed io non mi sono tirata indietro anche perchè era un gran figo.”

“me lo ricordo il tipo. infatti ero già geloso. e mi ricordo anche che mi hai baciato subito dopo, perchè eri contenta che avevi trovato il lavoro per i due mesi successivi.”

“sì, ti ho baciato. e tu non ti sei accorto di niente.”

“che troia!”

“sì, sono una piccola troietta viziosa e ti piaccio così, non è vero?”

“troia.”

IV – lei

“una sera, alla chiusura, c’erano vari suoi amici. c’ero io che stavo rassettando il locale, e lui al tavolo con questi amici. si capiva che la situazione era voluta, ma non mi ha chiesto niente. sono io che ho iniziato a provocarli e ad attirare la loro attenzione. poi uno mi ha chiesto di ballare con lui, hanno messo su una musica, ma prima che finisse la canzone io ero in ginocchio e gli stavo tirando fuori l’uccello dai pantaloni. dopo me li sono trovati tutti attorno e li ho spompinati uno dopo l’altro. mi dicevano che ero una “puta muy hermosa”.”

V – lei

“un giorno sono andata in spiaggia con un gruppetto di italiani che ho conosciuto. erano tutti accoppiati, ma ce n’era uno molto carino e mi sono divertita a stuzzicarlo, di nascosto dalla sua fidanzata. ho visto che lui ci stava, o meglio ci sarebbe stato volentieri. in acqua gli ho toccato il cazzo di nascosto. devo avere un sesto senso, perchè era ben dotato. alla fine non ha resistito ed è riuscito a portarmi dietro alle dune senza farci vedere da nessuno. ricordo ancora come gli si è spento il sorriso quando gli ho chiesto se aveva un preservativo. poi si è ridestato. “se ti piace, posso mettertelo nel culo” mi ha proposto. “guarda che non è per quello. prendo la pillola. e dovrei farmelo mettere nel culo da uno così poco attento?” stava per mandarmi a cagare, quando ho tirato fuori dalla borsa un preservativo. “tieni. sempre noi donne ci dobbiamo pensare. comunque la risposta è sì, mi piace nel culo, fai pure.” è venuto dopo 30 secondi.”

VI – lei

“in una delle sere libere che ho avuto ho accettato l’invito di un olandese ad andare sulla sua barca. eravamo lui, intorno ai 50 anni, ed altre due ragazze, due francesi, più giovani di me. ha voluto guardarci mentre lesbicavamo, mi sono leccata le fighe rasate di quelle due. abbiamo passato la notte lì e il giorno dopo abbiamo anche fatto un giro con la barca. noi tre siamo state sempre nude. lui ci guardava, ma non ci ha mai sfiorato. alla fine quando sono scesa avevo voglia di un bel cazzone. le ditine affusolate delle francesi non erano abbastanza.”

VII – lui

un giorno, mentre lei dorme, mi sono trovato a sfogliare le foto che aveva sul cellulare, in cerca di qualche prova che confermasse i suoi racconti, ma non ho trovato nulla. sono rimasto sollevato da ciò, essendo rafforzato il sospetto che avesse inventato tutto. questa ipotesi però mi lasciava dentro anche delusione. sollievo e delusione. l’ho guardata mentre dormiva. sembrava così pura e innocente. me la figurai in tutte quelle situazioni, concentrai la vista sul culetto, che sembrava inviolato. venni masturbandomi, sulla porta della camera. riaprii gli occhi e mi accorsi che mi aveva sentito e mi stava guardando. sorrise.

“ti sono piaciuti i miei racconti, eh?”

“sì, ma erano solo delle fantasie, vero?”

“mmmm, non lo so. tu cosa pensi? cosa vuoi? cosa speri?”

“io penso che tu mi abbia messo le corna, ma non così tanto. io voglio che tu ti sia inventata tutto dal pompino al tuo capo a quell’ultima sodomia nei bagni dell’aeroporto. però… spero anche che tu mi abbia raccontato solo una parte di ciò che hai fatto.”

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