Galeotta fu l’erezione

I – lui

partii il giorno dopo l’esame di maturità, senza neanche attenderne l’esito. presi tutti i pochi soldi che avevo, e che sicuramente non sarebbero bastati per tutta la vacanza, ma avrei dovuto trovarmi qualche lavoretto nel frattempo. il mio progetto era di stare in giro per l’italia per un paio di mesi. caricai ed inforcai la bicicletta ed uscii che ancora albeggiava in un milano deserta per l’orario e per l’estate.

salii su un treno diretto al sud, caricando anche la bici, e mi misi a dormire in uno degli scompartimenti.

dormii pesantemente fino alla costa adriatica.

II – lui

nel dormiveglia mi resi conto di avere varie, classiche, erezioni mattutine. quello di cui non mi resi conto subito, ma solo quando aprii del tutto gli occhi, era che tale erezione era molto ben visibile a causa della mia posizione e dei miei pantaloncini attillati da ciclista. alzando gli occhi mi accorsi di dividere lo scompartimento con una donna. mi sorrise quando ne incrociai lo sguardo e mi diedi anche il buon risveglio.

si rivelò subito una compagna di viaggio loquace, ma mentre le parlavo non potevo fare a meno di chiedermi se avesse notato la mia erezione. tra l’altro questo pensiero e il fatto che si trattava di una donna molto bella, ben vestita e dotata di sensualità naturale, facevano sì che il mio pene non fosse andato del tutto a riposo.

dopo i convenevoli, sapute le mie intenzioni e la mia destinazione mi fece subito una proposta. se scendevo con lei, nelle marche, potevo stare da loro (aveva un agriturismo sulle colline col marito) e inoltre avrei potuto fare qualche lavoretto e ricevere una ricompensa.

III – lui

non avevo alternative migliore e, inoltre, ero tremendamente affascinato da quella donna. aveva un fare seduttivo che non capivo se fosse il modo di essere naturale o se invece aveva anche lei qualche interesse su di me. nella mia testa si accavallavano le fantasie, ma cercavo di non farmi troppe illusioni.

in stazione caricai la bicicletta sul retro del suo pickup. salendo per i colli si rivelò sempre più espansiva, arrivando ad appoggiare un mano sulla mia coscia, con la scusa di farle sentire i muscoli da ciclista amatoriale. forse avevo visto troppi film, ma mi sembrava che questa qui ne volesse parecchio.

IV – lui

arrivati all’agriturismo fu presa dal lavoro. mi presentò al marito, un bel tipo, più giovane di lei, che mi fece accomodare in una stanzetta del loro appartamento, ricavato in un ala della casa. disse che potevo usufruire di tutte le comodità del posto, non mi avrebbero fatto pagare nè vitto nè alloggio e che dal giorno dopo mi avrebbe trovato qualcosa da fare.

durante la notte, alzatomi in cerca di qualcosa da bere, mi recai nella cucina. udii dei rumori provenire dalla loro stanza, la cui porta era aperta. mi avvicinai in silenzio. erano inequivocabilmente i rumori di due persone che facevano l’amore. la sentii godere.

dopo li sentii parlare ma non riuscivo a comprendere le parole. l’unica cosa che mi sembrò di capire era lei che chiedeva a lui: “ti ho fatto male?”

V – lui

mi fecero lavorare nel parco della casa colonica. per metà giornata poi potevo andare a farmi dei giri in bici sulle colline.

pur non volendo abusare della loro ospitalità chiesi se potevo approfittare del servizio massaggi, in modo da sciogliere per bene i muscoli delle gambe dopo le fatiche della giornata.

scoprii che a praticare i massaggi era il marito stesso.

VI – lui

mi stesi sul lettino nudo, non trovando un asciugamano per coprirmi. quando arrivò si scuso della mancanza, dicendo che i clienti se lo portavano dalle stanze. gli dissi che non c’era problema, non era necessario. “siamo fra uomini” dissi.

fu decisamente rilassante. non si limitò alle gambe ma mi unse anche la schiena e me la massaggiò con mani esperte. mi fece i complimenti per il fisico. diceva che si vedeva che facevo ciclismo.

chiese il permesso di massaggiarmi anche i glutei. “a mio parere sarebbe opportuno, ma essendo una zona particolare chiedo sempre il permesso al cliente prima di farlo.” disse.

fu molto piacevole sentire le sue mani che scivolavano sulle mie terga. mi venne spontanea una erezione.

VII – lui

“lo vuoi un massaggio veramente rilassante?” mi chiese ad un certo punto. notai una inflessione strana nella sua voce, quasi eccitata. io ormai eccitato lo ero e non mi tirai indietro, qualunque cosa avesse in mente di fare non ero nelle condizioni di dire di no.

mi spalmò dell’ulteriore olio in mezzo alle chiappe, anche se probabilmente non ce n’era bisogno. poi lentamente, ma inesorabilmente, i massaggi si avvicinavano sempre di più al mio ano, fino a cominciare a premervi con le punte delle dita.

in breve mi ritrovai prima con uno poi con due delle sue dita infilate su per il buco del culo. mi stimolò la prostata facendomi eiaculare senza che quasi me ne accorgessi.

mi addormentai e mi risvegliai solo più tardi, da solo, nella stanza dei massaggi.

VIII – lui

il mattino dopo stavo facendo colazione nella loro cucina mentre lei era intenta a preparare quella per gli ospiti. andava e veniva dalla stanza. ad un certo punto mi chiese, con molta naturalezza:

“ti è piaciuto ieri il massaggio?”

io risposi affermativamente. lei uscì dalla cucina. al rientro, sempre con molta scioltezza mi domandò:

“e il trattamento speciale? l’hai gradito?” dicendo trattamento speciale fece il gesto delle virgolette, sorridendo.

“che trattamento speciale?” finsi di non capire.

“quando ti hai infilato le dita nel culo e ti ha fatto venire.” mi disse, con il tono di chi ti chiede se ti è piaciuto ciò che hai mangiato.

deglutii e non risposi.

“non hai nulla di cui vergognarti. non ti preoccupare. non lo avevi mai fatto prima?” io scossi la testa. lei uscì dalla stanza, lasciandomi sconvolto e imbarazzato. al suo ritorno non ne fece più cenno, ma mi spiegò i compiti che avevo per quella giornata.

IX – lui

“guarda e impara” disse lei. mi avevano invitato a passare la serata da loro. ben presto erano stati evidenti le intenzioni a carattere sessuale. lei era una che comandava. in breve tempo io e il marito ci eravamo spogliati e l’avevamo aspettata mentre lei era andata a cambiarsi. era tornata, nuda, con addosso solo degli stivali sopra al ginocchio e un fallo finto legato in vita. aveva fatto piegare il marito e si apprestava a penetrarlo nel culo con quel minaccioso arnese.

fu una visione sconvolgente vederli godere entrambi per quella pratica insolita. il turbamento era amplificato dal fatto che sapevo che poi sarebbe toccato a me e dal fatto che questa consapevolezza non mi spaventava ma anzi ero impaziente di essere al posto del marito.

fino ad allora non avevo neanche mai concepito che si potesse fare una cosa del genere, eppure mi intrigava come poche altre cose. se lei mi avesse chiesto se preferivo scoparla o essere scopato non avevo dubbi su cosa avrei scelto.

X – lui

passai un mese in quell’agriturismo. al mattino lavoravo. al pomeriggio facevo delle escursioni in bici e alla sera andavo nella loro stanza.

l’essere penetrati da lei era una costante. altre volte ci ordinava di scopare fra noi due uomini, con tutto il corollario di baci e sesso orale. non ero gay e non mi sentivo tale, ma farlo davanti ad una donna che si masturbava eccitata dal nostro rapporto mi piaceva.

ogni tanto anche lei si faceva scopare. più da me che dal marito e più in culo piuttosto che in figa.

per le estati successive avevo un lavoro assicurato.

1 commento su “Galeotta fu l’erezione”

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