Esperienza

I – lui

non facemmo apposta a scegliere la piazzola. nel caldo pomeriggio in cui arrivamo e montammo la tenda non c’era nessuno in quella di fronte e in quella fianco ad essa. verso sera vedemmo tornare dal mare i suoi occupanti. noi eravamo quattro ragazzi appena maggiorenni e loro erano la nostra perfetta controparte. quattro nostre coetanee, una più carina dell’altra. iniziamo subito a fare i galletti, a metterci in mostra, ad attirarne l’attenzione.

prima di andare a dormire, nella penombra della tenda, sussurrando in modo da non farci sentire ci accordammo in modo da non pestarci i piedi. ognuno doveva provarci solo con quella a lui assegnata. non fu facile decidere perchè alcuni gusti si sovrapponevano. prove di forza stabilirono l’ordine di scelta.

io non dovetti lottare, la mia preferita era considerata troppo piatta dagli altri, ma a me piaceva particolarmente. per il viso e per il fondoschiena.

II – lui

i nostri propositi battaglieri furono leggermente smorzati il mattino dopo quando scoprimmo che le ragazze erano accompagnate, nella tenda a fianco, da due donne, madri di due di loro, tra cui quella della mia preda.

qualcuno fece la battuta che ci saremmo fatte anche loro, se necessario. erano piuttosto giovani. non sfiguravano nel confronto con le figlie. era stata una battuta, ma a me, al solo pensiero era venuto duro.

III – lui

jack fu il primo ad andare a segno, o per lo meno così dichiarò. si vantò di un pompino ottenuto nel bagno della discoteca. le verifiche, le mezze parole, i sottintesi che usammo il giorno dopo con le ragazze per indagare meglio misero parecchio in dubbio la sua versione.

le ragazze, più furbe di noi, compresero subito quale era il nostro gioco e fecero di tutto per rovinarcelo fingendosi ingenue, ma mandandoci sempre in bianco. appurate quali erano le coppie da noi decise facevano anche in modo di ingelosirci l’un l’altro.

IV – lui

una sera riuscii a fare in modo di rimanere solo con Sabrina, ovvero colei a cui puntavo, nella loro tenda. tentai qualche approccio, prima velato, poi un po’ più insistente. cercai di baciarla. lei si oppose. essendo un po’ brillo mi abbassai i boxer e cercai di portare il suo volto contro il mio pacco. lei urlò e mi scaraventò fuori dalla tenda, con una spinta. uscì anche lei e si allontanò, mandandomi a fanculo.

sentii una risatina alle mie spalle. ero per terra con i pantaloni abbassati. dall’altra la tenda, la giovane madre rideva della scena a cui aveva assistito.

V – lui

“siete troppo irruenti con le ragazze. sono giovani, molte cercano ancora del romanticismo.”

mi diceva dopo avermi invitato ad entrare nella sua tenda. io rimasi immobile, imbambolato un po’ dall’alcool e un po’ dallo stupore per quello che mi stava capitando. mi abbassò nuovamente i pantaloni, non nascondendo una piacevole sorpresa per ciò che vi era sotto.

“ti hanno mai fatto un pompino?”

io risposi di sì, a mezza voce, ma avrei dovuto dire no, tanta era la differenza di sensazioni che quella bocca esperta mi provocò rispetto alle veloci e frettolose leccate delle compagne di scuola.

VI – lui

mi insegnò a ricambiare, guidandomi e spiegandomi la geografia della zona pubica femminile. persi la concezione del tempo, con le sue cosce che mi cingevano il volto, oppure venendo cavalcato da lei che sfruttava la mia capacità di ripresa giovanile.

non dissi nulla ai miei amici. preferii fare la parte dello sfigato che non era riuscito a concludere nulla, in confronto a loro che almeno una sega erano riusciti a farsela fare. riuscii a rivederla un paio di volte, una veloce nella cabina dello stabilimento balneare dove mi fece venire solo con le mani, e un’altra di nuovo nella tenda a scopare in posizione canonica.

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