Una coppia di ospiti ordina lo champagne in camera ma i piani sono ben altri oltre al solo brindare…
La stanza del mio bed & breakfast era particolarmente romantica e adatta a coppie. Per questo motivo tra i servizi che offrivo c’era anche la consegna in camera, su richiesta, di calici e bottiglia di champagne.
Fu la donna a telefonarmi per chiedere se potevo consegnargliela e fu sempre lei ad aprire la porta della stanza per accogliermi.
Era una bella donna tra i trenta e i quaranta, con un corpo formoso e capelli rossastri. Quando spalancò la porta mi colpì per ciò che indossava: un paio di stivali con zeppa e tacco altissimo che le arrivavano oltre il ginocchio fasciandole le gambe, un reggiseno con le coppe aperte, cioè con i seni in vista e soprattutto un paio di mutande a cui era attaccato un pene finto che le penzolava tra le gambe.
“Oh, mi scusi, pensavo di dover venire subito, se vuole torno più tardi.” dissi io un po’ imbarazzato, temendo di essermi introdotto in camera nel momento sbagliato, non valutando che era stata lei ad aprirmi.
“No, no, entri, prego, si accomodi, non c’è problema.” disse con molta naturalezza facendomi spazio per passare.
Entra in stanza andando verso il mobile in cui poter appoggiare i due calici e il secchiello con ghiaccio e bottiglia di champagne. Ciò che vidi mi stupì ancora più.
Il marito di lei, un uomo rasato dal fisico che testimoniava molte ore passate in palestra, era sul letto, appoggiato sulle ginocchia e sulle spalle con il culo rivolto verso l’alto, e completamente nudo a parte un paio di calze autoreggenti da donna. Le sue braccia erano incrociate dietro la schiena, con i polsi chiusi in un paio di manette. Aveva una benda sugli occhi ed era fermo immobile, senza dire niente.
Mi girai verso la moglie che mi aveva seguito dopo aver chiuso la porta. Lei mi sorrise.
“Spero di non averla scandalizzata.”
“No, no, è solo che non me l’aspettavo ma… tra adulti consenzienti non c’è niente di male a divertirsi un po’.” risposi nervosamente.
“Può aprirmelo?” disse lei, cambiando subito discorso e indicando la bottiglia.
“Certo.”
Mi misi ad armeggiare con il tappo, un po’ goffamente. Non sapevo cosa guardare, se tenere gli occhi bassi sulla bottiglia, se guardare lei vestita da dominatrice o il marito sottomesso.
Il tappo saltò, con il rumore caratteristico. Lei mi avvicinò i due bicchieri che io riempii. Poi, con mia sorpresa, me ne porse uno e mi invitò al brindisi.
“Prego, prego, beva, non si preoccupi.”
Mentre a piccoli sorsi mi gustavo lo champagne, lei raccolse da terra il tappo, si avvicinò al marito sul letto, gli aprì con le mani i glutei e, con movimenti rotatori, spinse il tappo nel suo ano, lasciandone fuori la testa.
“Ahah, sei bellissimo.” gli disse ridendo e immortalando la scena con il telefono. Poi si rivolse a me, parlandomi piano nell’orecchio.
“Senta, non conosco i suoi gusti sessuali, ma non credo che ormai si scandalizzerà più di tanto se glielo chiedo: le andrebbe di scopare mio marito? Lui non se lo è mai fatto fare da un altro uomo, solo da me, ma io vorrei tanto vedere come è con un uomo. Lei mi sembra un bell’uomo, e mi sembra non si sia turbato più di tanto a vederci. Eh? Cosa ne dice?”
Io guardai lei e poi il marito, indeciso. La proposta mi aveva completamente spiazzato ma, per quanto assurda fosse, non la stavo scartando a priori.
“Non mi sembra indifferente all’idea…” aggiunse lei poco dopo accarezzandomi il cazzo da sopra ai pantaloni. Si era già un po’ indurito da quando ero entrato in quella stanza e lei gli diede la spinta finale a ergersi del tutto. E con quel gesto mi convinse.
Non dissi niente, semplicemente non la fermai e lei proseguì slacciandomi i pantaloni e abbassandomeli insieme alle mutande. Io intanto mi tolsi la camicia, rimanendo nudo.
“Bene, ce l’ha bello largo, mi piace.” commentò lei stringendomi il cazzo fra le mani.
Mi passò un preservativo, che indossai, e mi spinse verso il letto. Devo ammettere che oltre a quella situazione pazzesca ad eccitarmi a compiere quel gesto per me così insolito fu anche il culo dell’uomo, molto rotondo e muscoloso, completamente depilato. Nella sua virilità aveva un qualcosa di femminile che me lo faceva desiderare quasi quanto avrei desiderato quello della moglie.
Lei gli tolse il tappo di champagne e aggiunse dell’ulteriore gel lubrificante al buco già abbondantemente unto. Poi mi afferrò il cazzo e lo condusse verso l’ano del marito. Entrai facilmente, mi accolse dentro al suo buco morbido ed elastico. Era evidente che era abituato a prenderlo dalla moglie.
Quando io iniziai a fare avanti e indietro lui cominciò a grugnire in maniera molto sexy e mi fece sentire molto potente. Stavo sodomizzando un uomo molto più muscoloso di me, che si lasciava scopare come una donna davanti alla propria moglie che mi incitava a incularlo con forza.
Nella foga dell’amplesso lui si ritrovò steso con le gambe aperte e con il mio corpo sopra di lui, con il mio pene infilato dentro.
“Fermo, gli resti dentro.” mi intimò la moglie. Io obbedii con piacere anche perché così rallentai l’arrivo dell’orgasmo che era ormai imminente.
La sentii salire sul letto e venire dietro di me. Percepii il suo cazzo finto, bagnato di lubrificante, appoggiato tra le mie natiche.
“Vuole provare? Allarghi anche lei le gambe.”
La guardai dubbioso e un po’ spaventato. Lei mi sorrise e dolcemente mi spinse sulla coscia.
“Mi lasci scopare mio marito attraverso di lei.”
Il mio cazzo dentro al culo del marito si indurì ulteriormente mentre lasciavo cadere il mio peso su di lui e spalancavo le gambe appoggiandole su quelle di lui.
La moglie pian piano spinse e dandomi indicazioni su come dovevo comportarmi riuscii ad introdurre il cazzo finto nel mio ano. Appena fu chiaro che mi ero abituato alla presenza iniziò a scoparmi con la stessa foga che io avevo usato con suo marito. Ogni colpo che mi dava si ripercuoteva sul marito.
Poco dopo ebbi un orgasmo imponente ma lei non smise di incularmi e di farmi inculare il marito. Non capii più niente, quasi persi i sensi.
Rimanemmo per alcuni minuti immobili a riprendere fiato. Il marito steso, io collassato da un lato e lei dall’altro. Poi sentii che loro ripresero a muoversi, a toccarsi fra loro, a coccolarsi, a baciarsi. Capii di essere di troppo in quel momento e scivolai di lato scendendo dal letto. Loro, dopo quella scopata selvaggia, stavano facendo l’amore come una coppia di innamorati. Lei si era sfilata la mutanda con il cazzo finto e lui la stava penetrando. Io, silenziosamente mi alzai, raccolsi i miei vestiti con l’intenzione di lasciarli soli. Prima di allontanarmi raccolsi il bicchiere con ancora un po’ di champagne dentro. Lei mi stava guardando, alzai il calice alla sua salute, lo bevvi in un sorso e le feci un cenno di saluto. Lei mi sorrise mentre godeva parzialmente per la penetrazione da parte del marito.
***
La mattina dopo si presentarono per saldare il conto e consegnarmi le chiavi della stanza. Lei era raggiante, con sandali a zeppa e un vestitino leggero che le davano un’aria molto diversa da quella da dominatrice della sera prima. Lui appariva invece imbarazzato, come lo ero io.
Esitai nel porre le classiche domande che facevo a tutti gli ospiti su come si erano trovati, se era andato tutto bene. Ci pensò lei a rompere l’impasse affermando come erano stati bene e che sarebbero sicuramente tornati. Io feci loro un forte sconto sul costo della camera, per ringraziarli di avermi coinvolto nei loro giochi.
Stavano per salutarmi e andarsene quando lei, avvinghiata al braccio del marito gli disse piano, ma facendosi sentire anche da me:
“Amore, perché non lo ringrazi per quello che ti ha fatto ieri? Dai, ieri non hai avuto modo di farlo ma lo sai che vorrei vederti mentre lo fai.”
Lui abbassò lo sguardo e venne verso di me, aggirando la scrivania che usavo come reception.
“Posso?” mi chiese mentre si inginocchiava davanti a me e allungava le mani verso la mia cintura.
Il mio cazzo si indurì istantaneamente mentre lui lo prendeva in bocca. La moglie, appoggiata alla scrivania, si sporgeva verso di noi, allungando il collo per non perdersi nulla del pompino praticato dal marito. Si diceva entusiasta dello spettacolo che stava osservando e intanto si toccava con una mano da sopra le mutande.
“Sto per venire…” mormorai per fargli capire che quasi c’ero e lasciare che decidesse lui come continuare.
Ma non fu lui a prendere la decisione. La moglie allungò la mano e la pose sulla nuca del marito spingendogli la testa verso di me, impedendo che si ritraesse quando io riversai nella sua bocca tutto il mio sperma.
Li guardai andare via così, ancora con i pantaloni abbassati. Lei che sculettava ondeggiando tenendo una mano sulle chiappe del marito. Poi lo sguardo mi cadde sull’oggetto che lei aveva lasciato sul mio tavolo: il tappo dello champagne.