Stecche, palle e buche. Metaforicamente o meno l’importante è partecipare.
Io e Luisa eravamo arrivati in hotel, eravamo saliti in camera, avevamo scopato, poi eravamo scesi a cenare nel ristorante. Prima di tornare in camera a scopare di nuovo ci eravamo fermati, anche per dare il giusto tempo alla digestione, in una saletta dell’hotel nella quale c’era un bel tavolo da biliardo.
Piaceva sia a me che a lei giocarci, per cui ci mettemmo a farlo senza troppo impegno. Lei in realtà era molto più brava di me ed infatti mi stracciò senza troppe discussioni. Io cercai di trovare un giustificazione nel fatto che venivo distratto dalla sua bellezza, dal fatto che fosse vestita troppo sexy, con tacchi alti e un tubino rosso scuro, e dalle posizioni che assumeva per piegarsi e colpire le palle con la stecca.
Mentre eravamo attorno al tavolo da biliardo passò di lì un signore distinto che vedendoci giocare si fermò a guardarci. Ci salutò ma poi se ne stette in silenzio osservando le nostre mosse. Io lo controllavo con la coda dell’occhio. Notai come anche lui rimaneva piacevolmente colpito dall’aspetto della mia compagna di giochi.
All’ennesima partita vinta da Luisa, mentre lei esultava e mi prendeva in giro, il signore si lasciò andare ad un commento.
“Complimenti, sua moglie è molto brava a giocare a biliardo.”
Lei ringraziò e si lasciò scappare una risposta un po’ impudica.
“E non sono brava solo in quello…”
Detto questo scoppiò in una risata.
“È anche molto bella, tra l’altro.” aggiunse il signore, apparentemente ammirato dalla sua risposta pronta.
Io mi avvicinai a lui, mentre lei era impegnata a riposizionare le palle nel triangolo al centro del tavolo e per fare questo si era chinata mostrandoci le forme del culo sodo.
“Comunque non è mia moglie.” commentai io con lui, non so bene per quale motivo.
“Non siete sposati?” chiese lui indifferente a questa mia precisazione.
“No. Siamo amanti.”
Lui si girò verso di me e mi guardò con aria compiaciuta.
“Be’, allora le faccio i miei complimenti. Ha proprio una bella amante.”
“Grazie.”
Luisa si girò a guardarci, sicuramente aveva sentito il nostro scambio di battute, ma apparentemente non gli aveva dato peso.
“Allora? Sei pronto a perdere di nuovo?”
“Va bene, ma adesso ti batto e questa è l’ultima, chi vince questa vince tutto!” dissi scherzando.
Tornai a giocare e a perdere. Il signore rimase lì a guardare in silenzio. A partita finita, mentre stavamo riponendo le stecche e le palle parlò di nuovo.
“Vi farebbe piacere avere compagnia aggiuntiva per questa serata?”
Ci girammo verso di lui con l’aria di chi non è sicuro di aver capito la domanda.
“Fosse stati marito e moglie non mi sarei permesso di farvi questa proposta, pur avendola desiderata fin dal primo momento in cui vi ho visto, ma se siete amanti ho meno paura di offendervi nel proporvi una trasgressione a cui non tutti si presterebbero. Ma per come ho avuto modo di osservarvi mi sembrate una coppia di persone intelligenti e di mentalità aperta, per cui ho pensato che valesse la pena proporvelo, chiaramente con l’intesa che è sufficiente un rifiuto educato e me ne andrò lasciandovi alla vostra serata.”
“Ma, guardi, non credo…” iniziai io a rispondere, ma venni interrotto da Luisa.
“Perché no?” disse lei improvvisamente. La guardai e lei alzò le spalle e mi sorrise.
Ci fu un attimo di imbarazzato, almeno da parte mia, silenzio. Poi il signore, che si presento come Luigi, lo ruppe.
“Se va bene ad entrambi io mi unisco volentieri e lascio che siate voi a dirmi come mi posso introdurre nel vostro rapporto, con che modi e con quali libertà.”
“Non è la prima volta che fa una cosa del genere, vero?” chiese Luisa.
“Ammetto di no, ammetto che è una mia piccola perversione quella di aggiungermi ad una coppia nel loro talamo.”
“E di solito che ruolo assume in questo triangolo?”
“Se mi permette, spesso le coppie a cui mi sono unito cercavano una figura che facesse un po’ da guida in un rapporto a tre, che fosse, se mi passa il termine, un po’ dominante nei loro confronti.”
Io e Luisa ci guardammo. Io ero rimasto spiazzato sia dalla proposta di lui che dalla reazione di lei.
“Mi piace l’idea. Che ne dici?” disse rivolta a me.
Io a quel punto alzai le spalle. Avevo sempre immaginato un rapporto a tre ma il modo improvviso con cui era giunta questa opportunità mi lasciava incapace di prendere decisioni. Però in fondo l’idea mi piaceva, Luigi sembrava una persona per bene e sembrava saperci fare. Troppo male non poteva andare.
“Andiamo di sopra, allora.” dissi per uscire dall’impasse.
“Aspettate.” disse lui. “Luisa, fai prima una cosa per me. Vai lì, piegati sul tavolo.”
Luisa, ancheggiando sinuosa sui tacchi, si avvicinò al tavolo, appoggiò le mani sul bordo e poi, con una piroetta sensuale, ci rivolse la schiena. Poi lentamente si adagiò sul tavolo mostrandoci il culo fasciato dal tubino.
“Porti delle mutandine?” chiese lui. “Allora toglietele, facci vedere come lo fai.”
Luisa girò per un attimo la testa sorridendoci maliziosa. Poi fece lentamente salire il vestito fino a lasciar scoperto le chiappe, in mezzo alle quali si infilava il filo di un perizoma. Con le dita prese i bordi del capo di lingerie e lo abbassò molto lentamente, rimanendo nuda.
Luigi si avvicinò, si umettò il dito medio con un po’ di saliva e lo pose in mezzo alle natiche di Luisa, andando a toccare, presumibilmente, il buco.
“Ditemi un po’, voi siete amanti perché tu ami follemente il culo di Luisa, perché tua moglie non te lo concede mai mentre lei te lo concede volentieri a differenza di quanto fa con suo marito. Vero? È così?”
“In un certo senso…” mormorai io mentre Luisa annuiva.
Luigi tolse la mano e aderì al culo col suo corpo appoggiando la patta dei pantaloni contro i glutei di Luisa. Poi la prese per una spalla e la fece tornare dritta, aumentando la spinta contro il suo culo.
“Mi senti Luisa? Lo senti?”
“Mmm, sì.”
“Bene, possiamo andare di sopra in camera.” disse lui in modo sbrigativo staccandosi da lei.
In stanza inizialmente, con Luigi che dirigeva le operazioni, rimasi un po’ in disparte. Subito la fece inginocchiare per farselo succhiare. Io mi avvicinai abbassandomi a mia volta i pantaloni ma Luisa a me dedicò soltanto una mano, riservando a lui la bocca.
Successivamente lui si stese sul letto e si fece cavalcare da lei. Lui era ben dotato, più di me che modestamente mi difendo, e Luisa sembrò apprezzare molto questa sua qualità.
Dopo che l’aveva già fatta venire un paio di volte mentre lui sembrava essere ancora lontano dal raggiungimento dell’eiaculazione, mi chiamò sul letto.
“Mettiglielo dietro, scopiamola in due.” mi disse.
Io mi apprestai a farlo ma mi accorsi che non ero rigido abbastanza, probabilmente a causa della situazione insolita che mi rendeva un po’ nervoso.
“Dai cazzo, non ce la fai? Ma che amante sei?” mi apostrofò lui. Lei invece non sembrava farci caso, impegnata com’era a godersi il cazzo piantato in figa. “Allora leccala un po’, leccale il culo, fattelo venire duro. Devi allargarla che dopo la scopo io.”
Io mi chinai per farle quello che tante volte le avevo fatto e le amavo fare, cioè leccarle il culo. Soltanto che di solito non c’era un altro cazzo a pochi centimetri.
“Leccala, leccala anche più in basso.” disse e con le mani spinse in giù la mia nuca.
La mia lingua finì nella zona tra l’ano e la vagina e inevitabilmente finì anche a contatto con il suo cazzo e le sue palle.
“Bravo, lecca anche me. Lecca il cazzo che sta fottendo la tua amante… E ora se questo ti ha eccitato a sufficienza rialzati e inculala. Forza!”
Indugiai un attimo. Effettivamente ora mi sentivo bello duro. E avevo una gran voglia di sodomizzare Luisa. Ma questo significava anche ammettere che il contatto, per me inedito, con un altro cazzo aveva contribuito alla mia eccitazione. Ma smisi di preoccuparmene e vinse il desiderio di penetrare la mia amante nell’ano mentre aveva un altro cazzo dentro di lei.
Per lei fu una sensazione molto intensa a giudicare dalle grida di piacere che emise, ma non so se per lui fu più difficile, e nello stesso tempo più piacevole, subire una doppia penetrazione o la successiva sodomia da parte di Luigi che non ci andò certo leggero.
Vari amplessi più tardi eravamo tutti e tre stesi sul letto, esausti, quando Luigi parlò di nuovo:
“Luisa, ti piacerebbe vedere un uomo che succhia il cazzo ad un altro uomo?”
Lei guardò lui, poi guardò me che penso avessi uno sguardo implorante. Poi guardò di nuovo lui.
“Sì, mi piacerebbe.” e mi sorrise.
“Su, dai.” disse Luigi rivolto a me tirandosi a sedere e allargando le gambe.
Io potevo rifiutarmi, potevo non farlo, lui non insistette neanche, non si impose in nessun modo. Ma i ruoli quella sera ormai si erano definiti e sentivo di dover fare quello che era previsto che facessi. Ammetto anche, inoltre, che in parte l’idea non mi dispiaceva, soprattutto il fatto di farlo per lei, per farmi guardare da Luisa in questo gesto che altrimenti mai avrei fatto e mai avrei fatto probabilmente di fronte a nessun’altra donna che non fosse la mia amante, per la confidenza mista a disinibizione che avevo con lei.
Cominciai dunque a succhiare il cazzo di Luigi, faticando a tenerlo in bocca e contemporaneamente a muovermi come pensavo fosse opportuno fare.
Dopo qualche minuto lui chiese:
“Luisa, avete con voi qualche sex toy?”
Sentii lei alzarsi e scendere dal letto per andare a frugare nella sua valigia.
“Questo!” esclamò lei trionfante tornando verso di noi e mostrando a lui il cazzo finto che ogni tanto mi aiutava a soddisfarla nei nostri giochi.
“Ottimo.” commentò Luigi. “Infilaglielo nel culo.”
Anche in quel momento potevo oppormi, potevo impedirglielo. Ma la situazione mi eccitava. Farmi sodomizzare da Luisa mentre succhiavo un cazzo lo trovavo così umiliante che diventava sublime. Lei lo fece, non senza qualche difficoltà iniziale nonostante io cercassi di non oppormi.
Una volta abituatomi alla presenza nel mio retto lei cominciò a muoverlo avanti e indietro. In quel momento Luigi si alzò togliendomi letteralmente il cazzo di bocca e velocemente si pose dietro di lei. La spinse in modo che lei finisse sopra di me, steso a pancia in giù col suo peso sopra e ancora il cazzo finto dentro al culo.
Lui saltò sul letto e piegando le gambe pose il cazzo di nuovo fra le chiappe di Luisa. Riprese a sodomizzarla. Lui spingeva dentro di lei, lei pesava su di me e premeva il dildo dentro di me. Io venni sfregando il cazzo sul letto, lei venne a causa del rapporto anale e dello sfregare del suo clitoride contro il mio culo, lui venne schizzando nel suo intestino.
***
“Chiamatemi quando fate la rivincita a biliardo.”
Questo c’era scritto, seguito da un numero di telefono, sul biglietto che Luigi ci lasciò dopo essere uscito dalla nostra stanza durante la notte.
Osservai Luisa che si copiava il numero sul cellulare. Quando alzò lo sguardo su di me fece un’espressione interrogativa.
“Be’, che c’è. Tu non lo vuoi rivedere?”
Ammisi, un po’ a malincuore, di sì.