Da sola e da solo

Una serata trasgressiva da passare insieme, questi erano i piani

“Eccolo!” esclamò mia moglie che controllava nervosamente da diversi minuti l’ingresso del ristorante. Mi strinse la mano sotto al tavolo.

“Sembra bello come nelle foto, speriamo di piacergli.” aggiunse a bassa voce stringendosi a me.

La guardai ed era bellissima. Capelli raccolti a lasciar scoperto il collo, un paio di perle alle orecchie, un trucco leggero ma ben fatto, una collanina dorata con una perla e smalto rosso alle unghie. Indossava un vestito con riflessi dorati che le lasciava la parte superiore del corpo quasi nuda eccezion fatta per due strisce di stoffa che davanti le coprivano i seni, le passavano sopra le spalle e dietro si univano al centro della schiena per il resto scoperta. Questo vestito, estremamente sexy e impossibile da portare con un reggiseno, si concludeva in basso con una minigonna aderente, sotto alla quale mia moglie indossava un perizoma. Le gambe erano nude e ai piedi portava dei sandali aperti con tacco a spillo. Era uno spettacolo da vedere.

“Sei stupenda, rimarrà a bocca aperta.” la tranquillizzai.

Ci vide e ci riconobbe, venne verso di noi e fu evidente che rimase colpito dalla bellezza di mia moglie alla quale dedicò un galante baciamano. A me strinse la mano e poi si accomodò. Mia moglie era seduta fra noi due, nella panca con schienale semicircolare che affiancava metà del tavolo tondo.

Lui si chiamava Lucas e lo avevamo conosciuto in un sito di incontri. Tra i tanti che si erano proposti per conoscere mia moglie era stato l’unico che si era approcciato a noi nel modo giusto e che contemporaneamente appariva esteticamente affascinante a mia moglie. Aveva infatti pochi anni meno di noi e un fisico scolpito dalla palestra, che si intuiva anche sotto i vestiti eleganti che portava quella sera.

Durante la cena si confermò persona educata e dalla conversazione gradevole pur non avendo molto in comune con noi. Pur essendo evidentemente affascinato da mia moglie cercò di non lasciarmi del tutto da parte, in modo molto corretto.

Mia moglie sembrava rapita da lui ed io avevo un brivido ogni volta che lei parlandogli gli toccava il braccio o addirittura appoggiava una mano sulla sua coscia. Poi si girava verso di me, mi sorrideva e mi prendeva la mano, in cerca di conferme. Qualche volta, per essere maggiormente certa che stessi gradendo la situazione mi sfiorava in mezzo alle gambe, trovandomi sempre inevitabilmente mezzo duro.

Al termine della cena si rivolse a noi con una domanda:

“Bene, allora avete deciso se e come volete proseguire la serata?”

Io e mia moglie ci guardammo. Lei mi sembrava molto ben disposta quindi supponevo che avrebbe voluto continuare così come ci eravamo detti in tante nostre fantasie, ma ovviamente la decisione spettava a lei, che mi parve leggermente titubante mentre mi guardava mordendosi il labbro inferiore.

“Se volete vi lascio un attimo soli, vi aspetto fuori mentre decidete.” Propose lui con tatto, accorgendosi dell’attimo di indecisione e fece per alzarsi.

“No.” disse subito mia moglie mettendogli una mano sulla gamba per fermarlo per poi girarsi verso di me.

“Io… io voglio passare la notte con lui…” mormorò mia moglie lasciando però la frase in sospeso. “Però… da sola.”

Il mio sorriso si spense. Pensai di non aver capito cosa intendeva.

“Come da sola?” le chiesi.

“Sì, voglio essere da sola con lui.”

“Perchè?” dissi con voce un po’ alterata.

Lei intanto insinuò una mano sotto la mia cintura, raggiungendo il mio cazzo che si era indurito nonostante questi ultimi scambi fra di noi. Per essendo un po’ contrariato non mi opposi a questo suo gesto, che trovai molto eccitante soprattutto perché fatto in luogo pubblico.

“Lucas mi piace molto e penso che rispetterà tutte le aspettative che mi ero fatta su di lui. Anzi forse andrà anche oltre ed io ho voglia di lasciarmi andare completamente. E sento che con la tua presenza non sarei in grado di farlo del tutto.” mi spiegò lei mentre mi segava il cazzo.

“Ma non erano questi i patti.” provai a ribattere.

“I patti erano che avremmo fatto tutto e solo quello che volevo io.”

“Sì, ma…”

“Non mentirmi. La cosa ti eccita lo stesso, lo sto sentendo.”

“Non farlo venire prima che ti abbia detto sì.” intervenne Lucas con un suggerimento a mia moglie mentre mi guardava in maniera beffarda.

“Non deve dirmi di sì, decido io. Vero, amore? Ti prometto che la prossima volta ti farò guardare mentre scopo con un altro uomo, ma stasera la cosa mi sembra troppo perfetta per non sfruttarla fino in fondo.”

“E io cosa faccio?” provai ad impietosirla.

“Tu starai a casa a farti delle seghe immaginandomi con lui, come hai sempre fatto finora. Solo che stavolta è vero.”

“Ma cos’è che pensi di fare con lui e che non riusciresti a fare se ci fossi anche io?”

“Non è un qualcosa di preciso… è più un come…”

“Poi mi racconterai tutto?”

“Sì… forse sì.”

“Come forse?”

“Se non mi vergognerò troppo… di quanto sarò stata troia.”

Schizzai nelle mutande, mentre la mano di mia moglie mi stringeva il cazzo e mi diceva quelle parole. Lei ridacchiò e tirò fuori la mano. Un paio di dita erano ricoperte di sborra. Guardò Lucas, quasi a cercare un assenso, e poi lì, davanti a tutti, se le portò alla bocca, per leccarle e ripulirle.

“Paghi tu, no?” disse con tono di scherno mia moglie mentre si alzava e dopo avermi dato un bacetto sulle labbra, si dirigeva verso l’uscita del ristorante a braccetto con Lucas.

Io non le risposi neanche, impegnato com’ero ad evitare che la copiosa sborrata che avevo fatto nelle mutande non filtrasse andando a sporcare in modo evidente i pantaloni sul davanti.

Poco dopo alzai gli occhi e mi guardai attorno. Ero rimasto solo. A pochi tavoli di distanza notai un signore sulla sessantina che mi guardava. Quando incrociammo lo sguardo sollevo leggermente il calice di vino che teneva in mano e fece come il gesto di brindare. Non seppi come rispondere ma in qualche modo gli feci un cenno di assenso. Lui lo intese come un’autorizzazione a farsi avanti. Si alzò infatti dal suo tavolo e si venne a sedere al mio.

“Buonasera, permette il disturbo? Mi chiamo Guglielmo.” mi disse allungandomi la mano perché gliela stringessi.

“Non ho potuto fare a meno di osservarvi.” iniziò un discorso come se niente fosse sedendosi al mio fianco. “D’altronde sua moglie non poteva passare inosservata al mio sguardo, così bella e provocante.”

“Grazie.” bofonchiai in risposta, ancora un po’ inebetito dalla situazione.

“E non ho potuto fare a meno di capire quello che stava succedendo davanti ai miei occhi. Lei è un cuckold, vero?”

“Ehm, sì.” fu strano ammetterlo ad un perfetto sconosciuto.

“Sa, nella mia vita di mogli altrui ne ho scopate tantissime, quasi tutte all’insaputa del marito cornuto, ma le situazioni migliori sono sempre state quelle in cui il marito accettava la cosa e magari vi partecipava anche. Lei perché non è andato con loro?”

“Mia moglie non ha voluto.”

“Davvero? E come mai?”

“Voleva… sentirsi più libera.” stavo per dirgli: essere ancora più troia.

“Lei è un uomo molto fortunato, allora.”

“E perché mai?”

“Perché vuol dire che sua moglie è veramente troia, scusi il termine, e una moglie troia rende felice il proprio marito. Non è di quelle che lo fa per accontentarlo, lo fa perché le piace, e sono le migliori.”

“Se lo dice lei.” dissi un po’ seccato.

“Si fidi. Ho una certa esperienza, come le ho detto. Lei ora soffre un po’ di gelosia, ma è bello che sia così, altrimenti non ci sarebbe gusto. Vedrà che dopo questa esperienza sua moglie vorrà farne tante altre, in tutti i modi, anche con lei presente.”

“Ok, ma io stasera che faccio. Sono rimasto qui come un coglione.”

“Sfrutti anche lei il fatto di essere rimasto solo e faccia qualcosa che con lei non farebbe. Se vuole ho una proposta.”

“In che senso?”

“Venga con me, alloggio nell’hotel qui a fianco. Possiamo divertirci e rilassarci.”

“Che intenzioni ha? Guardi che io non sono bisessuale.”

“Neanche io, ma due uomini possono lo stesso divertirsi insieme. Lei ha delle foto di sua moglie in atteggiamenti erotici?”

“Ehm… sì, qualcuna.”

“Allora possiamo fare così: lei me le mostra e io mi masturbo e le racconto cosa farei a sua moglie se fosse lì con noi. La eccita l’idea?”

Rimasi interdetto di fronte a quell’inaspettata proposta di quello sconosciuto. Ero turbato, non mi fidavo fino in fondo. Però ero un po’ incuriosito e sentivo una sorta di bisogno di rifarmi rispetto al fatto che mia moglie mi aveva lasciato solo. Come aveva detto quell’uomo sentivo di dover approfittare del fatto di poter fare qualcosa di eccitante senza di lei. Poi forse avevo bisogno di distrarmi, non pensare troppo a cosa stesse facendo lei, altrimenti sarei impazzito. E, particolare di non poco conto, il mio cazzo era durissimo e non mi faceva ragionare bene.

Seguii Guglielmo nella camera del suo hotel dopo un momento imbarazzante al momento di pagare il conto al ristorante. Lui insistette per pagare anche il nostro conto, come ringraziamento preventivo della serata che avremmo passato in camera sua. Avevo uno strano presentimento, che non si sarebbe limitato a masturbarsi di fronte alle foto di mia moglie. Era una sensazione di qualcosa di inevitabile, di qualcosa a cui non potevo oppormi e nonostante questo lasciai che tutto proseguisse.

Appena arrivati nella sua stanza lui andò in bagno e ne uscì completamente nudo. Subito pensai di aver fatto una cazzata, vedendolo. Il suo corpo non era lontanamente paragonabile a quello dell’uomo con cui era in quel momento mia moglie e dunque non sarei riuscito ad immaginare la situazione come se fosse lui a scoparla.

Mi invitò a spogliarmi, in modo che sarei stato più libero anche io di masturbarmi. Lo feci, consapevole che non avrei dovuto, ma mi sentivo in balia degli eventi. Non potevo tirarmi indietro.

“Ha un culo stupendo sua moglie.” commentò Guglielmo dopo aver visionato le prime foto che gli stavo mostrando sul telefono. Erano scatti fatti in vacanza a mia moglie nuda sul letto.

“Grazie” risposi come se il complimento fosse stato fatto a me.

“Le piace prenderlo in culo?” mi domandò dopo essersi sputato sulla mano ed aver iniziato a segarsi. Il suo cazzo si era indurito fin da subito ed era forse la parte più gradevole del suo corpo. Mi sorpresi a fare questa considerazione, ma lui mi aveva spiegato che avrei dovuto immedesimarmi e pensare che lui fosse l’uomo che scopava mia moglie e il suo il cazzo che la violava al posto mio.

“Se è abbastanza eccitata sì, le piace… ma lo facciamo molto raramente.”

“Crede che stasera sarà abbastanza eccitata? Crede che se lo stia facendo sfondare in questo momento, da quell’uomo?”

Sentii il bisogno di segarmi un po’, prima di rispondergli.

“Forse sì.”

“Tolga il forse. Stasera sua moglie si donerà completamente come mai prima d’ora a quello stallone. In tutti i buchi. Rimpiangerà solo di non avere più di un cazzo a disposizione.”

“Ok.” dissi quasi odiandolo per quanto mi facevano eccitare le sue parole.

“Fosse qui io non mi farei mancare per nulla al mondo il suo culo. Vorrei incularla per bene e a lungo. E sa cosa mi piacerebbe?” mi chiese scorrendo avanti le foto che la raffiguravano in pose sempre più oscene.

“No. Cosa?”

“Mi piacerebbe che fosse lei a guidare il mio cazzo dentro al culo di sua moglie. Lo farebbe?” mi chiese sventolando davanti a me il suo cazzo lungo e duro.

Io deglutii nervosamente e fissai il sesso di quell’uomo.

“Mi dica, prenderebbe in mano il mio cazzo, per spalmargli sopra un po’ di lubrificante, mentre sua moglie è qui a pecorina che si allarga le chiappe e lei gli infila la lingua nel culo per prepararla alla mia penetrazione? Guiderebbe il cazzo di un altro uomo dentro l’ano di sua moglie, in modo che possa essere sfondata davanti a lei? Eh? Mi risponda! Le piacerebbe prendere in mano il mio cazzo?”

Non risposi. Lo guardai un attimo negli occhi e poi li abbassai. Ero troppo eccitato. Quelle sue parole mi turbavano l’anima. Avrei voluto veramente che mia moglie fosse lì. Poi pensavo a lei che invece si stava facendo scopare da un altro senza di me. Era una situazione pazzesca, non prevista e più sconvolgente di quello che avevo immaginato nelle mie fantasie.

Allungai lentamente la mano e percepii la strana consistenza di un cazzo non mio.

“Bravo, così.” sussurrò Guglielmo.

Feci una lenta sega muovendo molto poco la mano attorno al suo cazzo. Era una sensazione strana toccare un cazzo di un altro. Però ero troppo eccitato e la repulsione veniva vinta dalla voglia di trasgredire fino in fondo.

“Non ho con me del lubrificante. Se non vuole che faccia male a sua moglie mentre glielo infilo in culo bisogna usare qualcos’altro.”

Il suo era un invito velato che io compresi fin da subito. Mi sorpresi a pensare che però mi era nata voglia di farlo anche prima del suo suggerimento. E così lo feci. Abbassai la testa e presi in bocca il suo cazzo, insalivandolo bene.

Avevo sempre avuto qualche curiosità ma non era mai stata così forte da pensare che un giorno l’avrei fatto. Però l’immedesimarmi nella situazione e pensare che quello poteva essere il cazzo che avrebbe inculato mia moglie era una considerazione così folle che non ragionavo più e mi lasciavo guidare dall’istinto sessuale. Poi c’erano altre parole che rimbombavano nella mia testa, quelle di Guglielmo che mi aveva suggerito di sfruttare quella sera per fare come aveva voluto fare mia moglie: cioè fare cose che davanti al coniuge si sarebbe vergognata di fare e magari non avrebbe fatto.

Mi chiesi se fossi stato insieme a lei e Lucas in una situazione del genere cosa avrei fatto. Avrei succhiato il cazzo di lui davanti a lei? Forse no. O forse invece sarebbe stato ancora più eccitante ed avrei superato questo tabù anche davanti a lei. Chissà se anche per lei era la stessa cosa, chissà se il comportamente che stava avendo con lui l’avrebbe ripetuto in mia presenza.

“Bravo. Sta preparando molto bene il cazzo che presto inculerà sua moglie. Si vede che la ama. Un bravo marito cornuto ci tiene che sua moglie sia inculata al meglio dagli altri uomini.”

La voce di Guglielmo interruppe i miei pensieri ma mantenne elevata l’eccitazione. Mi concentrai un attimo sulla insolita sensazione di avere un cazzo in bocca. Non mi piaceva, non potevo dire che fosse gradevole, ma era il contorno, la perversione assoluta che me lo faceva fare che rendeva tutto fattibile.

Poi venne un’altra sorpresa. Sentii che lui si stava sputando sulle mani e poi sentii le sue dita che raggiungevano l’incavo delle mie chiappe. Cercò il mio buco del culo ed iniziò ad umettarlo un po’ con la sua saliva. Avrei dovuto interrompere tutto ma invece lo lasciai fare.

“Credo che sua moglie sia pronta. Il suo buchetto si è ammorbidito e mi sembra di capire che voglia sentire il mio cazzo nel culo.”

Sollevò la mia testa dal suo cazzo e si spostò dietro di me. Io ero a quattro zampe, per terra sulla moquette della stanza d’albergo. La punta del suo cazzo si appoggiò dietro di me ed iniziò a spingere.

“Pensi a sua moglie con quell’uomo. Quell’uomo adesso sono io. Lei è sua moglie.”

Sentii un gran dolore ma resistetti. Pensando a lei. Poi passò qualche interminabile minuto e il mio culo si abituò. Cominciò lentamente a piacermi. Cominciai a gemere non più di dolore ma in modo più simile a come gemeva mia moglie quando la inculavo. Chissà come stava gemendo invece in quel momento, forse in un modo in cui non l’avevo mai sentita gemere.

“Provi a chiamarla.” disse Guglielmo indicando il mio telefono appoggiato sul letto, con ancora in vista la foto del culo di mia moglie, mentre ormai aveva preso un buon ritmo nell’incularmi.

Era un’altra idea folle, ma quell’uomo ormai poteva farmi fare qualunque cosa.

“Amore.” rispose ansimando dopo molti squilli.

“Eh…” mormorai io non sapendo cosa dire.

“Mi… mi sta scopando…” disse lei faticosamente dopo un po’.

“Co… come?” chiesi io balbettando perché intanto le spinte dietro di me erano aumentate come intensità.

“Non… non voglio dirtelo…”

“Perché?”

“Perché mi vergogno…”

Restammo un po’ in silenzio. Io sentivo il rumore ovattato di corpi che sbattono fra loro e il costante ansimare di mia moglie.

“E tu? Cosa stai facendo?” mi chiese improvvisamente lei, forse avendo sentito anche lei dei rumori sospetti.

“Ni… niente… non voglio dirtelo.”

“Perché?”

“Anche io mi vergogno…” le risposi e la potenza di quella confessione mancata unita al fatto pazzesco che un uomo mi stava inculando mentre ero al telefono con mia moglie che veniva probabilmente inculata a sua volta mi fecero sborrare senza che il mio cazzo fosse neanche sfiorato e neanche molto duro a dire il vero.

“A più tardi… a casa… ti amo.” mi disse lei, prima di chiudere.

Le avrei confessato tutto? E lei mi avrebbe confessato tutto quando ci saremmo rivisti? Non lo sapevo. L’unica cosa che sapevo che quella serata sarebbe stata la prima di tante che avrebbero poi necessitato confessioni di coppia imbarazzanti.

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