Ad una festa di matrimonio lei incontra un ex che la provoca…
“Dietro la villa. Fra 5 minuti.”
Lessi il messaggio sul telefono e subito alzai lo sguardo alla ricerca del mittente. Era seduto due tavoli più in là e ovviamente mi stava osservando per vedere la mia reazione.
Che stronzo che era. Durante la cerimonia mi si era avvicinato e mi aveva fatto una proposta che io avevo rifiutato ma nonostante questo non demordeva.
“Entro la fine della festa, ci facciamo una scopata?” mi aveva sussurrato.
“Ma sei scemo?” avevo risposto, “È troppo rischioso.”
“Ah, però ne avresti voglia, eh? Se solo non fosse così rischioso te la faresti una scopata con me.”
Dicendo così spostò il mio braccio in modo che la mia mano gli sfiorasse il pacco.
“Smettila, dai. C’è mio marito… e c’è tua moglie!”
“Eddai, una volta il rischio ti piaceva. Ti rendeva ancora più zoccola.”
Lo fulminai con lo sguardo e mi allontanai.
“Che bastardo!” pensai tra me e me ma mi resi conto che ero arrabbiata più con me che con lui, perché aveva ragione: quella semplice proposta mi aveva fatto venire voglia e il fatto che fosse così rischioso non faceva altro che amplificarla.
Lui era un mio ex. Quel tipo di ex con il quale mai avrebbe potuto funzionare ma con il quale il sesso era stato ottimo, talmente ottimo che avevo continuato a frequentarlo, con quell’unico scopo, anche durante le mie storie con i fidanzati successivi, anche dopo essermi sposata, seppur sempre con minor frequenza.
“Dietro la villa. Non te ne pentirai.” mi scrisse di nuovo.
Lo guardai male. E non gli risposi. Lui sorrise come uno che sa che dovrà solo aspettare un po’ ma poi avrà quello che vuole.
Non so quanto passò, forse veramente solo cinque minuti, prima che la voglia che ribolliva dentro di me mi fece alzare. Dissi a mio marito che andavo in bagno. Uscendo dalla sala guardai il mio amante che capì subito.
Chiesi ad un cameriere dove fossero i bagni, ma poi andai dalla parte opposta. Uscii dalla villa e le girai attorno camminando sul prato. Sul retro il parco non era illuminato ma dalle finestre aperte usciva luce sufficiente a far sì che ci si vedesse.
Mi appoggiai ad un muretto che delimitava una scala e attesi. Poco dopo sentii dei passi e lo vidi arrivare. Sfrontato come sempre non fece in tempo ad avvicinarsi che già si stava slacciando i pantaloni per far fuoriuscire il cazzo. Sapendo di dover fare in fretta non persi tempo neanche io: ero già in ginocchio quando fu vicino a me.
“Ogni volta dimentico quanto sei brava a succhiarmelo.” mi provocò.
“Sono più brava di tua moglie?” gli risposi.
“Secondo me non lo succhi così neanche a tuo marito, eh troia?”
Smisi di succhiarglielo e glielo menai un po’ con la mano.
“Dai, tirati su. Voglio scoparti.”
“No, non puoi scoparmi, dai. Non abbiamo tempo. Poi come faccio con questo vestito, si rovina.”
“Toglilo.”
“Ma sei scemo? Ho solo le mutande sotto.”
“Spogliati completamente nuda. Tieni solo le scarpe.”
“E se mi vede qualcuno? Dai, non posso.”
“È proprio quello il bello. Non puoi.”
Rimasi a fissarlo in parte incazzata con lui e in parte vogliosa di seguire le sue pazzie.
“Dai, aiutami.” dissi girandomi di schiena e alzandomi i capelli in modo che lui potesse abbassarmi la zip. Sfilai il vestito dai piedi, lo appoggiai al muretto e poi mi girai verso di lui.
“Nuda, ho detto. Solo le scarpe.” mi intimò lui.
Abbassai le mutandine lasciandole cadere ai miei piedi. Mi toccai fra le gambe, come per contenere l’orgasmo che stava nascendo e ottenendo invece solo il fatto di provocarmelo definitivamente. Ero completamente nuda all’aperto a pochi metri da tanta gente che festeggiava e stavo tradendo mio marito.
“Vieni qui.” si appoggiò al muretto e puntò il cazzo verso di me.
Mi misi in piedi, a gambe un po’ larghe, davanti a lui, in modo che con il cazzo potesse toccarmi la clitoride e poi, piegandosi un po’, potesse infilarmelo dentro.
“Oh, sì.” dissi quando lo fece. “Cazzo, sì.”
“Che puttana che sei.”
“Ogni volta dimentico quanto mi piace il tuo cazzo.” gli dissi riprendendo la sua frase di prima.
Non passò più di un minuto, mi stavo avvicinando ad un nuovo orgasmo, quando sentii dei passi alle nostre spalle.
“Cazzo, c’è qualcuno.” dissi cercando di liberarmi da lui che invece mi afferrò per le chiappe non lasciandomi scappare. “Mollami!”
“Ssssh, tranquilla. È un mio amico. È tutto sotto controllo.”
“Cazzo stai dicendo?”
“Lasciaci fare. Ti avevo detto che non te ne saresti pentita.”
Girai appena la testa e con la coda dell’occhio vidi un’ombra avvicinarsi. Un riflesso ne illuminò la parte bassa del corpo. Anche lui non aveva perso tempo e si era già abbassato i pantaloni.
“Ciao, bella.” sentii una voce profonda e la pressione di un corpo sulla mia schiena.
“Lo vuoi, vero? Ci vuoi entrambi, vero troia?” sentii il cazzo dell’altro che si posizionava fra le mie chiappe.
“Siete due porci. Fate in fretta, cazzo!”
L’uomo dietro di me mi tappò la bocca con la sua mano appena io cominciai a urlare il mio godimento incurante di tutto.
“Stai zitta, troia. Vuoi che ti sentano tutti?”
Ero sospesa in mezzo a loro, stretta fra i due corpi, impalata sui loro cazzi.
“Che ti avevo detto, è una bella troia, eh?” parlavano fra loro, come se io non ci fossi.
“Cazzo, sì. Le sono entrato dietro come niente.”
“Sì, quando è eccitata è così. Lo prende come se niente fosse.”
“Però le piace.”
“Oh, sì che le piace.”
“Aaah, cazzo, sto venendo.” disse quello dietro.
Sentii i suoi schizzi riempirmi. Poi si sfilò e con lui anche il mio ex che subito mi fece girare e mi spinse contro il muretto al quale mi appoggiai con le mani assumendo una posizione quasi a novanta gradi.
“Fammi venire anche a me nel tuo culo.” disse penetrandomi subito dopo.
L’amico intanto salutò e torno verso l’ingresso della villa. Io subii qualche altra decina di secondi di spinte fino a ricevere i frutti anche del suo orgasmo.
“Ci rivediamo dentro, risistemati che così sembri una troia che si è appena fatta scopare da due cazzi.”
“Stronzo.” mormorai mentre lui se ne andava.
Attesi qualche istante per riprendermi. Mi sentivo sporca. Cercai le mutandine per rimettermele ma non le trovai. Capii che doveva averle prese lui. Gli avevo visto raccogliere qualcosa mentre se ne andava ma subito non avevo focalizzato.
“Fanculo.” dissi fra me e me. Ero arrabbiata ma sentivo anche un po’ di eccitazione all’idea di proseguire la serata senza niente sotto. Probabilmente era ancora la coda lunga dell’orgasmo che mi faceva sragionare.
Mentre mi rivestivo percepii qualcosa, un movimento, forse un rumore, che proveniva da qualche parte sopra di me. Alzai lo sguardo e intravidi un’ombra che spariva da una finestra al primo piano. C’era qualcuno? Qualcuno mi aveva vista? Da quanto era lì questa persona? Aveva assistito a tutta la scopata? E chi era questa persona?
Restai un po’ ad osservare la finestra per vedere se ricompariva ma non successe nulla. A quel punto mi ero agitata e mi affrettai a tornare nella sala della festa.
Cercai di notare se ci fosse qualche sguardo particolare rivolto verso di me. Il mio ex sorrideva sornione, il suo amico mi guardava beffardo. Mio marito mi vide e mi venne incontro.
“Ti cercavo. Ci hai messo tanto. Tutto bene?”
“Eh? Ah, sì sì. Sono solo un po’ stanca.”
“Ma sei sempre bellissima.” mi disse subito prima di baciarmi in modo appassionato.
Mi strinse a sè ed io percepii contro la mia pancia la sua erezione. Mi staccai dal bacio e lo guardai con aria interrogativa.
“Ma sei eccitato?”
“Sì. Solo a guardarti.” mi rispose in maniera un po’ sibillina.
Lo guardai dubbiosa e, dopo averci pensato un attimo, lo presi per mano.
“Vieni. Andiamo un attimo fuori. Cerchiamo un posto più tranquillo.” gli dissi maliziosa.
“Magari dietro la villa.” suggerì lui.
Farsi scopare la moglie il giorno delle nozze può capitare, non credo nella maniera descritta in questo racconto. La mia per esempio è stata scopata si la prima notte ma in maniera del tutto casuale dopo una serata di balli e molto prosecco. Così la cosa è più credibile. In tutti i casi sempre cornuti si è.
Il racconto non descrive il giorno delle nozze della protagonista. Storia interessante anche la tua, comunque.