Una coppia va a fare acquisti per sperimentare una cosa nuova…
Ero steso sul letto a pancia in giù. Dietro di me c’era la mia ragazza. Mi teneva le chiappe aperte con le mani e da qualche minuto era impegnata a leccarmi il buco del culo e tutto l’intorno, fino ad arrivare alle palle che ogni tanto risucchiava dentro la bocca.
Tutto questo mi faceva impazzire. Lei mi faceva impazzire. Così tanto più giovane di me e così tanto più porca di tutte le mie precedenti fidanzate.
Si tirò infine su e rimase a stimolarmi la zona solo con un dito.
“Sai cosa mi piacerebbe fare?” sussurrò con voce roca.
“Cosa?” dissi io tirandomi su sui gomiti e girandomi a guardarla.
“Mi piacerebbe penetrarti. Mi piacerebbe infilarti qualcosa nel culo.”
Io la guardai stupito. Nessuna mi aveva mai fatto una proposta simile.
“Che c’è? Ti sembra così strano?” mi chiese.
“Beh, un po’.”
“E che c’è di strano. Hai un culo così bello, così muscoloso. Viene voglia di aprirlo. Non te lo hanno mai fatto?”
“No, figuriamoci.”
“In che senso? Non l’hai mai fatto con nessuna?”
“No, ma va là. E’ già tanto se qualcuna me lo ha toccato, non parliamo di leccarlo e addirittura di penetrarlo. Ho anche provato a chiedere a qualcuna un dito dietro mentre mi faceva una pompa, ma nessuna ha voluto.”
“Ma con chi sei stato prima di me?”
“Lasciamo stare.”
“Però quindi ti attira l’idea?”
Mi fermai un attimo prima di rispondere. Era fantastica nel modo naturale con cui si approcciava al sesso e nel modo in cui ti metteva a tuo agio su tutto. Nonostante questo ebbi qualche imbarazzo nel confessarle quei miei desideri.
“In effetti sì. Ammetto che è una mia fantasia, una mia curiosità.”
“Dai, che bello! Allora facciamolo!” rispose tutta entusiasta come solo lei sapeva essere e quando faceva così mi faceva sempre venire una erezione.
Usammo uno dei suoi vibratori, uno dei più piccoli. Lei lo unse per bene e poi me lo spinse dentro. Fu piacevole, fu divertente, fu estremamente eccitante. Quando lo tirò fuori vide che si era sporcato un po’.
“La prossima volta facciamo un bel clistere prima.” disse prendendomi in giro. Questo tipo di incidente non era mai capitato quando ero io a inculare lei ma, mi disse, lei di solito non aveva necessità di pulirsi internamente prima.
Al termine di questa mia prima sodomia con ruolo passivo io ero un po’ in imbarazzo per come avevo reagito. Mi ero sentito preso da lei come mai prima ed avevo goduto in maniera diversa dal solito. Mi ero un po’ vergognato, ma lei sembrava non averci fatto caso, oppure, ancora meglio, sembrava apprezzarmi anche con quel ruolo.
Però lei non sembrava del tutto soddisfatta.
“Che c’è? Non ti è piaciuto?” le chiesi notando il suo disappunto.
“Sì, ma c’è qualcosa che manca… Bisogna che compriamo una di quelle cinture con il cazzo attaccato.”
“Uno strap-on? Perché?”
“Perché voglio proprio… voglio scoparti… voglio fare come se il cazzo che ti penetra fosse mio. Non vorresti così anche tu?”
“Mah… non so… forse. A me è piaciuto anche così…”
“Sì, ma vuoi mettere farlo come se avessi anche il cazzo? Pensa alle posizioni, pensa alle spinte che ti posso dare… così poi godo anche io… dai, sarebbe bellissimo.”
“Ok, ne compreremo uno. Lo cercherò su internet…”
“Uhm, ok… anzi no. Prendiamolo subito.”
“Ok, se proprio insisti. Prendo il computer…”
“No. Andiamolo a comprare. Andiamo in un sexy shop. Voglio sceglierlo, voglio vedere com’è dal vivo.”
Da quando stavo insieme a lei avevo imparato poche cose, una di queste era che era meglio non contraddirla e un’altra era che se la lasciavo libera di esprimere la sua sessualità ne godevo molto anche io. Quindi poco dopo eravamo in auto, diretti al più grande sexy shop della città.
Entrammo circospetti e fummo accolti dal sorriso della donna dietro al bancone.
“Buonasera. Se vi serve aiuto chiedete pure.”
La mia ragazza mi fece dei cenni per invitarmi a rivolgermi alla commessa. Io avevo dato per scontato che avremmo fatto da soli, oppure che avrebbe chiesto lei. Ma l’adoravo quando era un po’ stronzetta e si divertiva a mettermi in imbarazzo, per cui stetti al gioco.
“Sì, buonasera. Ecco noi cercavamo… di quelle… cinture… sì, insomma, di quelle cinture a cui si può attaccare un caz… un pene finto.” balbettai un po’ e non so perché mi sembrava fuori luogo usare termini volgari anche se eravamo dentro ad un sexy shop.
“Prego, di qua.” fece lei gentile invitandoci a seguirla. “Vi serve solo la cintura o anche il fallo da inserire dentro?”
Mi rimase un piccolo dubbio su cosa fosse il dentro in cui inserirlo ma probabilmente intendeva la cintura.
“Ci serve anche il cazzo finto.” intervenne la mia ragazza, naturalmente sboccata.
“Bene, ne abbiamo diversi modelli e diverse misure, potete vederne qui alcuni. E’ per voi?”
“Sì.” ammisi a denti stretti.
“Ok, quindi la cintura è per la signorina che lo deve usare su di lei?”
Forse si stavano tutte e due divertendo alle mie spalle. E in fondo eravamo lì proprio perché la mia ragazza voleva divertirsi alle mie spalle. Comunque annuii, sempre un po’ imbarazzato ma anche un po’ compiaciuto da questa sottile umiliazione a cui mi stavo sottoponendo.
“Allora questa le va sicuramente bene.” disse la commessa passandoci in mano una scatola con sopra la foto di una ragazza nuda che indossava uno strap-on e un ragazzo nudo di spalle. “Poi potete abbinarci il fallo che volete. Avevate qualche preferenza?”
“Io pensavo…” intervenne la mia ragazza, “Io vorrei un cazzo finto che sia simile al suo.” mi indicò, “Cioè come dimensioni. Vorrei che sentisse come sento io quando è lui a incularmi.”
Io probabilmente arrossii. Di sicuro distolsi lo sguardo da quelle due donne che puntavano istintivamente i loro occhi verso il mio pacco.
“Ah, capisco. E tra questi ne vede qualcuno che può assomigliargli?”
La mia ragazza scorse la collezioni di falli di gomma colorata che erano esposti nella bacheca del sexy shop.
“Ecco, forse come lunghezza questo… ma il suo è più largo, direi come quello anche se quello è decisamente più lungo.”
La commessa aprì la vetrinetta e allungò la mano per afferrare quel cilindro di plastica di notevoli dimensioni.
“Beh, se il suo ragazzo ce l’ha effettivamente così largo è difficile trovarlo più corto di questo. Di solito chi chiede una certa larghezza si aspetta anche una notevole lunghezza.”
“Sì, lui è parecchio largo.” commentò la mia ragazza, “Il più largo con cui sono stata. Direi che va bene, prendiamo questo.” aggiunse prendendo in mano quell’enorme pene finto.
“Mannaggia al mio cazzo grosso…” mormorai io tra i denti. Colsi un sorrisetto sul volto della commessa.
“Bene, vi serve altro? Un lubrificante? Un altro fallo più piccolo per prendere confidenza con la penetrazione?”
“Uhm, no, lubrificante ne abbiamo… per abituarlo userò qualche mio dildo… ah, ecco, magari una peretta per fare i clisteri.”
“Bene, abbiamo questa.”
“Ok, direi che è tutto.”
La seguimmo di nuovo fino al bancone dove ci fece il conto.
“Bene, ragazzi, sono sicura che vi divertirete parecchio.” ci disse facendomi l’occhiolino e guardando con un sorriso complice la mia ragazza.
“Mh, sì, non vedo l’ora.” commentò lei dandomi una sculacciata e una palpata.
“E tu? Anche tu non vedi l’ora?” chiese impertinente la commessa passando anche a darmi del tu.
La mia ragazza anticipò la mia risposta, che peraltro era incerta, dopo avermi trovato duro toccandomi sul davanti.
“Sì, anche lui…”
Uscimmo dal negozio. Lei rideva di gusto, io ero imbarazzato. Ma eccitato.
“Sei arrabbiato con me perché mi comporto così?”
“Ehm, è stato un po’ imbarazzante, un po’ umiliante…”
“E quindi?”
“E quindi… mi è piaciuto.”
“Mmh, ti adoro quando sei così. Non vedo l’ora di arrivare a casa e lì sì di umiliarti sul serio, infilandoti quel cazzone nel culo.”
“Come fai ad essere così?” le chiesi.
“Così come?”
“Così… non so… sei la stessa ragazza che ama farsi sottomettere, sculacciare, sodomizzare, scopare forte, legare, ammanettare…? Sei la stessa che era vuole dominarmi? Come fai?”
“Sì, sono la stessa… anche tu sei lo stesso e non mi pare ti dispiacciano i due aspetti.”
“No, è vero…”
Mi fermò in mezzo al parcheggio del centro commerciale. Mi buttò le braccia al collo e mi baciò appassionatamente con la lingua per molti secondi. Poi si interruppe e rimanendo con il viso a contatto col mio e con lo sguardo fisso nei miei occhi mi sussurrò:
“Allora ti piace la tua ragazza che a volte è sottomessa ma che ora arrivati a casa indosserà quel cazzo finto, si stenderà sul letto e ti chiederà di siederti sopra di lei e di infilartelo su per quel tuo bel culetto?”
“Sì, mi piace, la adoro.”
“Lo sai perché ho pensato quella posizione?”
“Sì, lo so.”
“Dimmelo allora.”
“Perché così sono io a incularmi, da solo.”
“E quindi?”
“E quindi… e quindi è più umiliante ancora.”
“Perché?”
“Perché sono io che volontariamente mi faccio inculare, non posso fingere di subire la penetrazione, di non volerla veramente…”
“Bravo, lo vedi come ci capiamo io e te…”
Arrivammo all’auto e ripartimmo verso casa. Fu un viaggio per lo più silenzioso. Ognuno di noi evidentemente rifletteva sulle sue fantasie.
“Lo sai vero che mi rifarò con gli interessi?” dissi io ad un certo punto con tono fintamente minaccioso.
“Lo so.”
“E’ per questo che lo fai?”
“Uhm… anche. E tu lo sai che diventerà un’abitudine?”
“Cosa?”
“Io che ti inculo con il mio cazzo. Oh, senti come è bello dirlo!” scoppiò a ridere e poi, per il resto del viaggio stette con la mano infilata nei leggings a masturbarsi.