La divorziata

Tra compagna ed ex marito non mettere il dito, ma qualcos’altro sì.

C’era un “non detto” tra noi. Stavamo insieme da poco. Marisa era di qualche anno più vecchia di me, era vicina ai cinquanta ed era divorziata. Col suo ex marito il rapporto era stato molto burrascoso da quel che mi aveva raccontato. Tra loro era rimasto una sorta di odio cordiale. Si vedevano spesso, a causa delle figlie adolescenti, ma non si sopportavano.

Durante il loro rapporto soltanto una cosa aveva sempre funzionato bene, forse anche troppo a sentire Marisa, il sesso. Mi aveva confessato che l’intesa fisica tra loro era stata l’unica ragione per cui il matrimonio era durato così tanto. Su questo aspetto lei era stata molto sincera con me tranne che su un punto: non aveva smesso di scopare con lui.

Ne ero sicuro, dopo un po’ me ne ero convinto. Ogni volta che sapevo che si sarebbero visti sospettavo che in qualche modo sarebbero finiti a scopare. Qualche volta lo avevo capito dal comportamento di lei, da qualche accenno vago e a qualche incongruenza nei suoi racconti. Altre volte avevo notato anche qualche indizio più reale.

C’erano le volte in cui lei, appena rientrata a casa magari dopo aver portato le figlie da lui, si buttava subito sotto la doccia. Altre in cui l’incontro che doveva avere con lui per fargli firmare qualcosa si prolungava e non mi sapeva dare una spiegazione convincente di dove fosse stata. Poi c’era stata quella volta in cui avevo guardato nel cesto della biancheria sporca: le mutandine di lei sembravano sporche di sborra.

Marisa in qualche modo sapeva che io avevo capito. In qualche modo c’era un tacito accordo fra noi. Non ne avremmo parlato perché io non volevo ammettere di avere le corna e lei non voleva ammettere di non saper fare a meno del suo ex marito. Quindi lei continuava a vederlo e a cercare di nascondere la cosa e io facevo finta di non notare niente.

Insomma un rapporto di coppia molto comune, più di quel che si vuole ammettere.

Quello che forse era meno normale era la sensazione che era pian piano cresciuta in me riguardo a questa situazione. All’inizio l’avevo accettata come inevitabile e come un prezzo da pagare per vivere insieme ad una donna con un certo passato. Ma poi, lentamente, si era trasformato in qualcos’altro. Lei mi aveva parlato di lui tante volte. Mi aveva descritto tutti i suoi innumerevoli difetti e mancanze sotto tanti aspetti del loro rapporto. Ma mi aveva descritto anche come era a letto. In realtà lei mi aveva fatto solo qualche accenno, ma io, curioso, avevo voluto indagare di più. Marisa non sembrava volerne parlare volentieri, ma se le domande gliele facevo mentre eravamo impegnati in una scopata allora parlava e parlava e mi raccontava tutto.

Era diverso da me. Molto più dominante ed aggressivo nel sesso. Quasi violento, mi confessò. A volte troppo e lo era anche al di fuori dell’attività sessuale e questo fu la causa principale della loro separazione. Però, ammise Marisa, quando lo era al livello giusto, durante gli amplessi a lei piaceva. Piaceva essere sottomessa, dominata, sopraffatta dal suo fisico imponente e dal suo sesso instancabile, vigoroso e ingombrante.

Provai con lei ad imitare questi atteggiamenti, ma non fu cosa. Lei stessa mi disse di non farlo, non si aspettava quello da me. Le piacevo per altri motivi, non dovevo cambiare. E mi apprezzava anche per come ero nel sesso: fantasioso, disponibile, aperto, altruista, gentile. Non dovevo provare ad essere una copia del suo ex.

Anche perché, ma questo non lo disse, continuava ad avere lui per soddisfare quelle sue voglie.

Il modo in cui lei raccontava di come era con lui mi eccitava. E ad un certo punto iniziò ad eccitarmi anche l’idea che lei fosse ancora così, ogni tanto, con lui. Mi immaginavo i loro amplessi, me la immaginavo così sottomessa, come mai era con me. Se pensavo a queste cose avevo erezioni poderose che dovevo sfogare masturbandomi. Ormai ero contento ogni volta che sapevo che lei lo avrebbe incontrato e fantasticavo sui loro incontri.

Tenni nascoste queste mie voglie con lei, ma probabilmente anche questo aspetto rimase un “non detto” che però entrambi sapevamo. Forse lo capì dalle domande che le facevo, dalle reazioni che avevo quando lei mi raccontava le sue scopate con lui, facendo finta che fossero avvenute solo nel passato.

Saremmo andati avanti così, probabilmente, senza che nessuno ammettesse nulla. Felici, contenti e, io, cornuto. Ma poi capitò il matrimonio di amici di famiglia. Erano invitati sia lei che lui, le figlie ed io in quanto nuovo compagno di lei.

Conobbi lui, dunque, e non mi piacque molto. Non capivo come lei avesse potuto stare insieme ad uno così e farci addirittura due figlie. Per fortuna durante cerimonia e cena non ci furono molte occasioni per conversare. Gli sposi, previdenti, non ci avevano messo allo stesso tavolo sapendo che i rapporti tra i due ex coniugi non erano dei migliori.

Poi sul tardi, dopo tanto cibo, tanto bere e un po’ di balli e danze, ero rimasto solo. Avevo perso Marisa e non sapevo dove fosse. Mi aggirai tra gli invitati per cercarla non trovandola. Chiesi alle figlie se l’avevano vista ma loro alzarono le spalle.

Entrai nella cascina nel cui parco si svolgeva il ricevimento. La cercai dove c’erano i bagni. Aspettai di vedere se per caso usciva ma uscì un’altra donna. Mi aggirai per gli ambienti di quell’edificio, fino a sentire un rumore, passando vicino ad una porta socchiusa.

Sbirciai dentro. Era un locale di servizio, con vario materiale ammonticchiato, illuminato da una luce fioca, ma sufficiente a vedere bene cosa stava succedendo dentro.

C’era Marisa, piegata a novanta su un tavolo, con il vestito tirato completamente su per lasciare scoperto culo e gambe che penzolavano inermi dal bordo del tavolo. Dietro di lei c’era il suo ex marito. La stava scopando. La stava sfondando, questo il termine giusto. Colpi secchi, forti, violenti. Il suo cazzo usciva quasi del tutto, riuscivo a vederlo quasi per intero, e poi si rituffava dentro inesorabilmente causando un gemito di piacere in lei. La scena era impressionante, sembrava di assistere ad un film porno. Lei aveva la bocca aperta e il volto trasfigurato in una espressione di estasi. Guardai meglio la posizione di lei e l’angolazione da cui lui la stava penetrando. Quasi sicuramente stavo assistendo ad una penetrazione anale. D’altronde sapevo che questa era sempre stata la grande passione di lui con lei.

Lei aprì gli occhi. Forse aveva percepito un qualcosa, un rumore, un movimento proveniente dalla porta. Il viso di lui invece era coperto da dove ero, quindi non poteva vedermi. Lei invece mi vide. Ci guardammo negli occhi senza che nessuno dei due disse niente, fece niente o smise di fare quello che stava facendo. Lei si stava facendo inculare, io la stavo guardando.

Non chiuse più gli occhi, continuò a fissarmi. Ebbe sicuramente almeno un orgasmo in quel frangente. Io invece non venni soltanto perché il mio cazzo non era libero di essere stimolato a dovere, ma ce l’avevo durissimo e pronto ad esplodere.

Anche lui venne, lo capii dai grugniti, e crollò col corpo su di lei. Si era scaricato dentro di lei. Non avevo notato che indossasse un preservativo. Dunque le aveva riempito il culo di sborra. Accasciandosi su di lei anche il suo viso entrò nel mio campo visivo e io nel suo. Mi vide. Entrambi mi stavano guardando. Io ero lì, sulla soglia, immobile.

Entrai, muovendovi lentamente. Io e Marisa continuavamo a fissarci negli occhi. Nessuno disse niente. Il suo ex marito non si fece indietro, rimase fermo, probabilmente col cazzo gocciolante ancora dentro di lei. Marisa allungò una mano verso di me ed inizio a slacciarmi i pantaloni. Il mio cazzo spuntò fuori, ansioso di ricevere attenzioni e lei gliene diede, aprendo la bocca e invitandomi ad infilarglielo dentro.

Fu un pompino molto tranquillo e dolce ma nonostante quello non durai molto e le schizzai in bocca. Durai però il tempo sufficiente a dare modo all’ex marito di riacquistare vigoria. Infatti in corrispondenza della mia sborrata lui ricominciò a stantuffare il suo cazzo dentro di lei. Non era mai uscito mentre lei aveva il mio in bocca.

All’inizio lei non aveva mollato la presa dal mio cazzo che le si stava lentamente sgonfiando in bocca, ma quando i colpi da dietro si fecero di nuovo intensi mi spinse via. Non smise però di fissarmi. Mi guardava negli occhi mentre l’ex marito la inculava, con aria quasi di sfida.

La vidi godere di nuovo, ancora e ancora mentre lui era ormai in quello stato in cui avrebbe potuto continuare a lungo senza mai perdere l’erezione appena riconquistata. Poi mi fece cenno di andarmene ed io obbedii chiudendomi la porta alle spalle.

Una delle sue figlie mi chiese se l’avessi trovata quando mi vide tornare in mezzo agli invitati. Io scossi la testa in modo evasivo. Dopo qualche minuto poi Marisa arrivò e disse di essere stata in bagno. A guardarla nessuno avrebbe immaginato che quella donna era stata appena sodomizzata a lungo e aveva ricevuto della sborra in bocca. Subito dopo di lei però passo l’ex marito e mi accorsi che le figlie lo notarono. Mi chiesi se avessero capito cosa era successo, quanto sapessero dei rapporti della madre con lui. Mi sentii ulteriormente umiliato, ancor più che quello che avevo provato quando l’avevo trovata con lui e non avevo alzato un dito per fermarla, anzi avevo accettato la cosa anche di buon grado.


A fine serata, al momento dei saluti, il suo ex venne da me e mi strinse la mano, avvicinandosi poi a me per parlarmi senza essere sentito dalla gente attorno.

“Lo sapevi già, vero?” mi chiese, poi vedendo una mia leggera esitazione proseguì: “Che io Marisa scopiamo.”

“Sì.” dissi io sinceramente, era inutile inventarsi storie.

“D’altronde ti sarai reso conto che non puoi darle certe cose che le do io…”

“Beh, ci saranno altre cose che le posso dare solo io invece.” ribattei punto nell’orgoglio.

“Certo, ma del mio cazzo non sa farne a meno, non ha mai potuto farne a meno.”

Lo guardai, cercando dentro di me una risposta adeguata ma non trovandola.

“L’hai vista no?” continuò lui e io dovetti annuire e dargli ragione.


Tornati a casa, lei mi venne ad abbracciare, una volta che eravamo a letto, pronti per dormire.

“Sono contento che mi hai visto.” mi sussurrò senza aggiungere nient’altro perché era chiaro a cosa si riferiva.

“Ehm… anche io sono… contento di averti visto.”

“L’ho notato.”

Restammo qualche minuto in silenzio. Poi lei andò a cercare con la mano il mio cazzo dentro ai pantaloni del pigiama. L’ho trovò già duro, non ancora sgonfiato a causa dei pensieri che lei mi aveva suscitato.

“Dimmi cosa ti è piaciuto.” disse poi lei ad un certo punto mentre giocherellava con le mie palle.

“Mi è piaciuto…” feci una lunga pausa cercando di riordinare le mie stesse sensazioni. “Mi è piaciuto vederti godere…” provai a cavarmela così ma capii che lei voleva sapere di più e continuai. “Vederti godere in modo diverso… eri diversa… non ti avevo visto mai così…”

“Così come?”

“Non so bene come dire… sottomessa, forse. Anche per il modo in cui mi guardavi.”

“Come ti guardavo?”

“Come una che amava essere vista mentre si vergognava di quanto era scesa in basso nella propria perversione… in un certo senso ti sentivo sottomessa anche a me… fino al punto in cui però mi sono sentito io ancora più sottomesso.”

“Perché?”

“Perché non ho fatto niente per fermarvi. Anzi avevo il cazzo duro. In quel momento ho capito che non ti avrei mai fermato e che potevi fare quello che volevi con lui. Io non contavo più niente.”

“Tu contavi molto invece… non sai quanto ho goduto di più grazie alla tua presenza.”

“Ah… e quindi?”

“Quindi voglio farlo ancora. Con lui davanti a te, dico. Magari qui, nel nostro letto. Cosa ne pensi? Non c’è bisogno che mi rispondi subito…”

Marisa fece una pausa, poi tirò fuori la mano da dentro i miei pantaloni e cominciò a leccarsela golosamente. Era tutta ricoperta di sborra.

“…anche perché la risposta direi che l’ho già avuta…” commentò ridendo sorniona mentre leccava le sue dita.

3 commenti su “La divorziata”

    1. Capisco l’opinione, ma spero che nei racconti in cui c’è anche questo aspetto erotico, ce ne siano anche tanti altri che tu possa trovare interessanti

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