Tramonto sul mare

Un costume più succinto del solito eccita una coppia e la induce a trasgredire più del solito…

La osservai mentre si metteva sulle punte per allungarsi a prendere i due bicchieri di mojito che le stavano passando da dietro il bancone. Mi venne una erezione. Era stata con me in spiaggia tutto il giorno, con quel bikini veramente succinto, ma il vederla ora in mezzo alla gente del bar sulla spiaggia era diverso. Non che il resto delle persone fosse molto più vestito, ma il contesto era quello in cui normalmente si stava più coperti che in spiaggia. Molti indossavano una maglietta, diverse ragazze un pareo. La mia ragazza, invece, solo quel costumino striminzito. Vista da certe angolazioni sembrava quasi nuda. Era eccitante e lo era anche notare gli sguardi degli altri ragazzi. Mi accorgevo di come giravano la testa, di come le guardavano il culo.

Arrivò dove ero seduto e mi baciò, appoggiando i due bicchieri sul tavolino.

“Mmh, mi hai eccitato…” le dissi con voce bassa.

“Cosa?”

Le presi la mano e me la portai sopra i boxer, facendole sentire l’erezione. Lei sorrise compiaciuta.

“E come mai ti sei eccitato?”

“Perché… perché sei quasi nuda con solo quel costume addosso.”

“Eh, lo so, quest’anno ho osato un po’ di più nella scelta dei costumi… ma ce l’ho avuto addosso tutto il giorno, perché ti ecciti solo adesso?”

“A parte che due o tre erezioni le ho avute anche in spiaggia, ma vederti qui in mezzo alla gente… non so, mi sembri nuda in mezzo a gente vestita e tutti ti guardano…”

Lei diede un sorso al mojito succhiando dalla cannuccia piegando un giù la testa senza staccare lo sguardo dal mio, come quando mi succhiava il cazzo.

“E questo ti eccita più che il solo vedermi stesa al sole?”

“Beh… sì…”

Mi guardò con un sorriso malizioso. Diede un altro sorso al cocktail e poi avvicinò il suo volto al mio, per dirmi qualcosa nell’orecchio.

“Sai, non sapevo se potevo dirtelo ma… anche a me eccita un casino girare in mezzo alla gente con questo costumino.”

Ci guardammo, complici. Io alzai le sopracciglia, lei fece una espressione di finto pudore.

“Davvero?” chiesi io banalmente.

“Sì. È come dici tu. Mi sembra di essere nuda. Mi sento come se mi guardassero tutti. E mi sento bagnata.”

“Mmh, cazzo, ti vorrei scopare.” le dissi dopo averla baciata. “Cerchiamo un posticino in cui…”

Lei mi fermò.

“No, aspettiamo. Godiamoci un po’ ancora questa sensazione, no? Visto che piace a entrambi.”

Si guardò attorno. C’era tanta gente e musica alta. Alcuni ballavano sulla sabbia appena sotto al bar.

“Balliamo un po’ anche noi?” mi suggerì.

Mi stavo per alzare ma mi fermai.

“No.” risposi. “Facciamo così. Vai tu a ballare. Io ti guardo da lontano. È ancora più eccitante così, no? Tutti ti guarderanno e vedendoti da sola faranno pensieri ancora più sporchi su di te.”

Lei mi guardò di sottecchi, riflettendo sulla mia proposta con la bocca corrucciata. Poi annuì.

“Ok. Ci sto. Mi sembra divertente. Hai ragione.”

Si incamminò verso la zona in cui si ballava e io le piantai lo sguardo sul culo sculettante. Si fermò subito e si girò.

“E se qualcuno ci prova con me?” mi chiese ad alta voce.

Sollevai le spalle e le dissi la risposta che mi venne spontanea:

“Tu lascia che ci provi. Sarà divertente. Tanto io sono qui. Ti controllo. Se c’è bisogno intervengo.”

“Ok.” mi rispose sorridente e corricchiò via.

Io la seguii poco dopo e mi misi in una posizione un po’ sopraelevata da cui avevo una buona visuale. Era fantastica da vedere. Si muoveva sinuosa e sensuale e il costume copriva veramente poco. Il culo era praticamente nudo, la figa era nascosta da un triangolino, così come i capezzoli. Diede spettacolo. Tanti la guardavano ammirati.

Ad un certo punto un ragazzo più intraprendente degli altri si mise a ballare vicino, coinvolgendola nelle sue mosse. Lei non si tirò indietro e ballò vicino a lui provocandolo. Vidi che si scambiarono anche qualche battuta. Lei gli sorrideva maliziosa. Ogni tanto notai che lei si guardò attorno, forse per cercarmi con lo sguardo.

Dopo qualche minuto un altro ragazzo si unì a loro. I due erano chiaramente amici. La strinsero fra loro. Lei ballava e si dimenava e spesso sfiorava i loro corpi. I due ragazzi erano in boxer. Sicuramente avevano entrambi una erezione.

Ballarono ancora un po’ poi vidi che il primo dei due le disse qualcosa nell’orecchio e la prese per mano. Lei fu un attimo titubante ma poi si lasciò trascinare fuori dalla zona di ballo da quel ragazzo e dall’amico. Mi accorsi che mi cercò nuovamente con lo sguardo. Non sembrava particolarmente allarmata ma forse voleva essere sicura che io ci fossi. Mi spostai per seguirli.

Sembravano diretti verso la vegetazione dietro al bar. Accelerai il passo per non perderli di vista. Quando fummo un po’ lontani dalla zona affollata lei si girò e mi vide che li stavo seguendo.

“Ah, eccoti.” disse fermandosi. I due mi guardarono interdetti. Io raggiunsi il trio.

“Lui è il mio ragazzo.” disse lei per spiegare la situazione. I due sembrarono un po’ allarmati.

“Oh, amico, scusa. Non sapevamo avesse il ragazzo. Sembrava disponibile, sembrava starci.” commentò uno mettendo le mani avanti come per calmarmi.

“No, ok. Tranquilli. Eravamo d’accordo.” li informai.

“Sì, lui voleva vedere se rimorchiavo qualcuno.” commentò lei.

“Beh, bella come sei e con quel costume non vedo come non avresti potuto farlo.” disse uno dei due, apparentemente già più rilassato.

“Ok, però tu perché te ne stavi andando con loro?” chiesi alla mia ragazza con tono un po’ geloso.

“Non lo so… mi sono lasciata trascinare…”

“Che intenzioni avevate?” domandai rivolto non solo a lei. I due si guardarono alzando le spalle.

“Ma… non lo so… niente… sapevo che saresti arrivato…” disse lei.

“Oh, amico. Noi volevamo scoparcela, senza offesa per nessuno.” commentò uno di loro.

Rimanemmo in silenzio per un po’. Gli sguardi di ognuno vagarono sugli altri. Nessuno sembrava sapere come rompere quell’impasse.

“Va beh, dai, andiamo.” dissi io allungando la mano verso di lei che era ancora fra loro due. Lei mi diede la mano ma dovetti tirare per farla muovere.

Dopo due o tre passi lei si fermò.

“Però…” cominciò a parlare.

“Cosa?”

“Però qualcosa potremmo farlo.” disse guardando prima me poi i due ragazzi.

“In che senso?”

Si strinse a me in modo che i nostri corpi aderissero l’un l’altro. Con una mano mi tastò il cazzo da sopra i boxer, con l’altra mi prese sulla nuca, per parlarmi nell’orecchio.

“Perché non facciamo qualcosa di trasgressivo? Dai, hai visto quanto sono carini. Mi sembrano due tipi a posto. Lasciami fare qualcosa con loro.”

Io subito non seppi cosa rispondere. Mi staccai un po’ da lei per guardarla in faccia, per capire se era seria. Poi guardai i due che, avendo capito, ci guardavano speranzosi. Intanto il mio cazzo, per la situazione e per le carezze di lei, si stava ergendo.

“Cosa vuoi fare?” le chiesi.

“Quello che vuoi che io faccia.” mi rispose con voce dolce.

Ci pensai un po’ su. Il cazzo era sempre più duro.

“Ok. Va bene.” dissi e prendendola per mano tornai verso i due, superandoli e proseguendo verso la boscaglia.

Appena trovammo una piccola radura ben nascosta ci fermammo. Gli accordi che avevamo preso durante il breve tragitto era che la mia ragazza avrebbe fatto una sega a quei due. Solo una sega, masturbazione manuale.

E così fu. I due ragazzi ai fianchi, con i boxer calati e due bei cazzi svettanti e la mia ragazza in ginocchio in mezzo a loro, con una mano che faceva su e giù attorno al cazzo di uno e l’altra attorno a quello dell’altro. Io ero davanti a loro. Li guardavo e, istintivamente, mi segavo allo stesso ritmo di lei.

“Complimenti, amico, la tua ragazza è bellissima…” commentò uno.

“Ed è una gran porca.” concluse l’altro. Lei mi sorrise.

Poco dopo lei li fece mettere uno a fianco all’altro e lei si mise in fronte a loro, per poterli guardare entrambi mentre li segava. Messa così però il suo viso si avvicino pericolosamente al cazzo di uno dei due. In pratica ci stava respirando sopra a pochi centimetri. Anche io mi ero avvicinato per vedere meglio cosa faceva. Lei girò gli occhi verso di me, con la bocca semi aperta.

“Posso?” mi chiese indicando impercettibilmente con la fronte verso il cazzo che teneva in mano.

“Si era detto solo una sega…” risposi io

“Posso?” insistette lei.

Ci fissammo negli occhi per alcuni interminabili istanti. In lei vedevo una espressione da porca che non avevo mai visto prima. Le sue mani avevano rallentato molto il ritmo. I due cazzi erano durissimi, arrossati e con le vene in risalto. Non le diedi una risposta, ma non la fermai neanche. La osservai mentre infine distoglieva da me lo sguardo e si concentrava sul cazzo che aveva davanti. Vidi come aprì le labbra e, dolcemente, accolse fra loro prima la capella turgida e poi il resto dell’asta.

“Cazzo, che troia!” mormorò il destinatario del pompino.

I minuti successivi li passò alternando un cazzo in una mano e l’altro in bocca. Con la mano libera si toccava fra le gambe. Gemeva eccitata. Io avevo diminuito il ritmo della sega. Non volevo arrivare all’orgasmo. Non sapevo come avrei reagito se mi fosse calata l’eccitazione.

Ad un certo punto percepii un movimento lateralmente dietro di me. C’era un uomo di mezza età seminascosto dalla boscaglia. Un guardone. Si stava masturbando anche lui. Quando vide che ci eravamo accorti di lui si fece avanti e venne al mio fianco.

“Che gran figa e che zoccola…” commentò.

“È la mia ragazza…” mi venne spontaneo informarlo.

“Bravo, sei un bel cornuto tu, allora.”

Quella sua definizione invece che offendermi mi fece sentire quasi orgoglioso. La mia ragazza stava eccitando quattro uomini, era bellissima ed eccitante ed io ero il suo ragazzo. Anche se il cazzo che aveva in bocca non era il mio.

I due sborrarono all’unisono su di lei che diresse i loro getti sul seno, sul collo e in parte anche sul viso. In quel momento anche il guardone, che si era avvicinato e si era messo dietro di lei, venne schizzandole la schiena e il culo.

Il sole stava ormai tramontando sul mare. La luce soffusa e rossastra del tramonto donava alla scena un certo romanticismo, ben contrastato dall’immagine della mia ragazza che sculettava verso l’acqua tutta sporca di sborra davanti e dietro. Si tuffò in mare per ripulirsi. Io l’attesi a riva con l’asciugamano e l’abbracciai stretta. Sembravano una coppietta di fidanzatini. Eravamo un neo cornuto e una troia.

4 commenti su “Tramonto sul mare”

    1. Grazie. Hai ragione, poteva starci anche che fosse in topless. Magari la vacanza non è finita, nei giorni successivi potrebbe osare ancora di più…

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