Cosa è successo dopo l’invito ricevuto…
Rientro a casa lunedì sera. Trovo Francesca come al solito sul divano, col telefono in mano. Si alza per venirmi ad abbracciare e baciare, come se le mancassi da molto anche se sono stato via solo tre giorni.
La cena è già pronta. Ci mettiamo a tavola. Mi chiede com’è andata la trasferta di lavoro. Io dico che è andata bene, senza entrare in troppi dettagli noiosi.
“E il tuo weekend com’è andato?” provo ad indagare.
“Bene.” risponde serafica e non aggiunge altro.
“Bene?” insisto.
“Sì. Tutto bene.” è evidente che non ne vuole parlare adesso.
Dopo cena ci mettiamo a guardare qualcosa in tv, ma la mia testa è concentrata su altro. Francesca è appoggiata alla mia spalla.
“Non mi racconti niente del tuo weekend, allora?” le sussurro.
“Dopo.” mi risponde senza ammettere repliche.
Andiamo a letto, io l’aspetto steso mentre lei finisce di prepararsi. Entra in stanza che è già nuda. Gattona sul letto verso di me e mi abbassa le mutande. Mi fa un pompino, dolce e lento, senza dire niente. Dura diversi minuti. Poi quando nella mia testa si insinua la convinzione che non sono stato l’unico a ricevere questo trattamento negli ultimi giorni non resisto più e le sborro in bocca.
Francesca a quel punto risale e mi bacia con la lingua.
“Allora vuoi sapere cosa ho fatto nel weekend?”
Ho un attimo di esitazione. Sono appena venuto. Sono in una fase in cui l’eccitazione è in calo e quasi rifiuto ogni pensiero sessuale. Ma voglio sapere e quindi annuisco.
“Ti faccio vedere le foto.” dice allungandosi sul comodino per prendere il telefono.
La prima che mi fa vedere è un selfie di lei sulla sua Vespa con il porto sullo sfondo.
“Avevi solo quello zainetto?” commento.
“Sì, non mi serviva mica niente per il weekend.” risponde con una punta di malizia.
La seconda foto è un selfie di lei e Fabio, sulla barca. Mi fa male vederlo così sorridente a fianco di lei. Capisco che in quel momento stava pregustandosi i due giorni insieme alla mia ragazza, che non vedeva l’ora di farmi cornuto. Che stronzo.
“Cosa?” mi fa lei. Mi accorgo di aver sussurrato il mio ultimo pensiero.
“No, niente.”
“Hai detto stronzo o stronza?” mi incalza.
“Stronzo. Stronzo. Mi riferivo a lui.”
“Ah ok. Sì, hai ragione, è proprio uno stronzo.”
“E allora perché sei andata con lui?”
“Proprio per questo motivo.” mi risponde sorridendo diabolica.
La terza foto mi fa sobbalzare. È sempre un selfie di lei. Inquadrata dall’ombelico in su. I seni sono nudi, solo un po’ coperti dai capelli lunghi. Dietro di lei si vede il mare.
“Qui eravamo salpati da poco.” mi informa.
“E… e tu eri già nuda?” le chiedo con voce incerta.
“No, ma figurati. Non potevo mettermi subito nuda… Aspetta…” sfoglia qualche foto senza farmi vedere. “Ero così.” e mi mostra il telefono.
Si vede lei stesa a pancia in giù che prende sulla prua della barca. Si vedono i piedi, le caviglie incrociate, le gambe, il culo, la schiena e i capelli sparsi. L’unica cosa che la rende non nuda è un sottile filo rosso di un perizoma. Il mio cazzo dà segni di risveglio.
“Be’, insomma, non è che fossi molto vestita.” commento sarcastico.
“Lo so. È stato divertente. Sono andata a svestirmi sotto coperta e sono tornata su così. La faccia di Fabio è stata incredibile quando mi ha visto. Era bello perché ero praticamente nuda ma tecnicamente non lo ero. È stato come fargli capire che ero totalmente disponibile ma lasciargli un piccolo dubbio che magari in realtà non lo ero. Sarebbe stato troppo esplicito uscire già nuda. Credo abbia capito e apprezzato.”
“Capito cosa?”
“Che volevo giocare un po’. Volevo far passare un po’ di tempo in cui gli facevo capire che ci sarei stata, che ti avrei tradito con lui, ma in cui fare finta che potesse anche non accadere. Un periodo in cui fare allusioni, doppi sensi, senza esplicitare tutto.”
Fa scorrere le foto. C’è lei da ogni angolazione, in tante posizioni diverse. Tutte foto scattate da lui. Il costume è veramente succinto. Non l’aveva mai messo prima. Non eravamo mai stati in posti in cui avrebbe potuto metterlo senza rischiare una denuncia per atti osceni. Il mio cazzo è tornato completamente rigido.
“Ti piacciono le foto?” chiede lei indicandomelo.
“Eh, sì…” sospiro io.
Ci sono altre foto di lei in acqua, di lei che si asciuga, di particolari del suo corpo. Qualcuna anche di lui. Ne studio il fisico ben scolpito facendo immediatamente un confronto con il mio e sentendomi un po’ invidioso e geloso.
Poi ci sono le foto di una cenetta imbastita sulla barca, al tramonto, con anche diversi panorami della costa vicino alla quale si sono ancorati.
“Tu eri ancora vestita come prima?” le domando.
“Sì, è stata bella l’attesa. Ho apprezzato che non mi sia saltato addosso. È stato bello provocarlo tutto il tempo. Vedere che sotto il costume era duro ma che piaceva anche a lui fare finta che poteva anche non succedere niente fra noi. Credo che il fatto di non renderlo scontato fin da subito abbia reso le corna più realistiche.”
“Ma per lui erano vere corna, no? Non sapeva che io sapevo tutto.”
“Sì, però così gli ho dato l’idea che mi dovesse in qualche modo convincere, conquistare.”
“Allora non è stato così stronzo come dicevi…”
Fa un sorrisetto senza rispondermi. Poi riprende in mano il telefono e mi mostra la foto successive. È lei, illuminata dalla luce del mattino, di schiena e seduta sui talloni. Non indossa più nessun perizoma.
“No, no, ferma, aspetta. Perché siamo già passati al giorno dopo? Non ci sono foto della serata? Cosa avete fatto dopo cena?”
“Non ho fatto foto…”
“Te l’avevo chiesto. Volevo vederti mentre…”
“Mentre?”
“Dai lo sai.”
“No, dimmelo. Volevi vedermi mentre…?”
“Ehm… mentre ti facevi scopare da lui.”
“Davvero? Sei sicuro? Di volermi vedere.”
Deglutisco nervosamente. La guardo negli occhi. Il cazzo è durissimo. Mi induce a dirle di sì.
“Sicuro?” insiste.
“Sì.” sospiro.
Lei prende il telefono. Ci muove le dita sopra e dopo un po’ lo gira per farmi vedere lo schermo.
È partito un video. L’inquadratura è fissa sulla zona di poppa della barca, dove c’erano dei divanetti. La scena è poco illuminata, ma comunque in modo sufficiente per vedere. C’è Francesca inginocchiata. Arriva lui. Tira fuori il cazzo, già in tiro. Lei lo prende in mano e, subito, in bocca. La vedo di profilo che fa un pompino voglioso. A volte lui le prende la testa e la ferma, scopandole la bocca. L’impressione è che la tratti come una puttana. L’altra impressione è che a lei piaccia molto.
Il video va avanti. A me viene da toccarmi il cazzo ma appena lo faccio sento che rischio di venire e quindi lo lascio stare. Francesca osserva da vicino le mie reazioni e sembra divertita. Vedo che nel video lui la fa mettere a gambe aperte sui divanetti. Poi la scopa in maniera intensa. Lei urla. Gode. Lui la sbatte. Lei lo incita. Lui la tiene per le caviglie.
“Ti fai mai scopare in questo modo, cagna?” sento che lui le fa questa domanda.
“No. No. Sono la tua cagna.” risponde lei. Sincera.
La guardo negli occhi. Lei scrolla le spalle e sorride.
“Scusami.” mi dice.
La ignoro e torno a guardare il video. Il movimento di spinte di lui dentro di lei è quasi ipnotico. Poi vedo che lui si sfila. Sale sul divanetto e le mette il cazzo vicino al viso. La inonda di sborra.
“Non avete usato il preservativo?” le chiedo, un po’ contrariato.
“No.” risponde mordendosi le labbra.
Nel video si vede lui che passa le dita sul viso di Francesca, raccogliendo la sua propria sborra e poi facendosi ripulire le dita infilandogliele in bocca.
“Visto che porco?” mi dice lei, quasi orgogliosa. Poi aggiunge: “Qui puoi andare un po’ avanti, per un po’ non facciamo nulla.”
Scorro avanti nel video e mi rimetto a guardarlo quando Francesca è tornata a succhiargli il cazzo. Lui è seduto sul divanetto a gambe larghe. Lei è accovacciata per terra, seduta sui talloni. Questa volta il pompino è molto meno focoso e quasi dolce. Noto che lei si mette anche a leccargli le palle. Poi lui le spinge la testa un po’ in basso e solleva le gambe, mettendosi quasi nella posizione in cui era lei prima mentre la scopava.
“Cosa gli stai facendo?” le chiedo. Lei guarda bene il video e sembra avere una esitazione nel dirmelo. “Dimmelo.”
“Gli sto…” si morde il labbro. “Gli sto leccando il culo.”
Chiudo gli occhi. Cerco di scacciare l’immagine dalla mia mente, ma sento che dal mio cazzo fuoriesce un po’ di sborra che cola lungo l’asta e va a bagnarmi le palle. Riesco però ad evitare l’orgasmo completo.
“Ho fatto troppo la troia con lui?” mi chiede fintamente preoccupata.
Non le rispondo. Torno a guardare il video. Dopo un po’ lei sale su di lui, sedendosi e impalandosi sul suo cazzo. Ne osservo il culo che fa su e giù. Vedo le mani di lui che lo agguantano, lo aprono, si infilano in mezzo.
“Ora ti scopo il culo.” le dice.
“No.” risponde lei.
“Come no? Sento che ti piace che ti sto toccando il buco. Sento che mi chiede di essere scopato.”
“No. Non voglio.” conferma lei.
La guardo.
“Non volevi?” le chiedo, quasi stupito.
Lei mi guarda in modo come se non avessi capito nulla. Mi fa solo cenno di continuare a guardare il video dove lui la fa posizionare a novanta gradi appoggiata al divanetto. Si sputa sulla mano e le insaliva un po’ il buco del culo. Francesca si lamenta, lo implora di fermarsi, però mentre lo fa sembra posizionarsi per offrirgli meglio il culo. Lui poi appoggia il cazzo.
“Ora ti inculo, troia.” urla.
“No. Fermo. Stronzo. Sei uno stronzo.” mentre dice queste parole si allarga le chiappe, lo invita chiaramente ad entrare.
“Ma io ti piaccio proprio perché sono stronzo, vero? Mica come quel cornuto del tuo ragazzo.”
Il mio cazzo ha un sussulto. Loro nel video proseguono.
“Che bastardo che sei. Ooooh.” l’urlo di piacere accompagna la penetrazione nel culo.
Lui la sbatte, la incula, la sodomizza mentre lei lo insulta ma spesso non riesce nemmeno a completare le parole, presa dal piacere. È una scena a cui non resisto, non posso resistere. Il mio cazzo comincia a zampillare. Sei o sette schizzi, forse di più, uno più abbondante dell’altro. Tremo e godo, senza essermi toccato. Francesca si posiziona in modo da riceverne gran parte sul viso, in bocca, non appena si accorge che sto venendo.
Il telefono mi è caduto di mano. Non so più dove sia finito. Sento solo la voce di lei che gode per l’inculata che sta subendo.
Francesca si avvicina per baciarmi, tutta sporca di sborra.
“Oddio, ma perché è così bello essere cornuto?” le sussurro.
“Non lo so, amore, ma piace anche a me.”
Ci abbracciamo e ci coccoliamo. Nel telefono il video va avanti, ma finirò di guardarlo in un altro momento.
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Grazie, la prima parte è molto bella, poi forse un po troppo diretta, si discosta un po dal tuo stile.
Grazie. Capisco l’appunto sullo stile ma cerco anche di variarlo un po’, ripetere sempre la stessa cosa diventa noioso, nella scrittura come nel sesso.
Fantastico!
Tu riesci sempre a farmi eccitare un casino con i tuoi racconti ma questa volta c’è mancato poco che zampillasse anche a me mentre leggevo…
Grazie mille! Cosa ti è piaciuto soprattutto?
Innanzitutto mi è piaciuta tutta la dinamica. Un rapporto di coppia sereno come mi piacerebbe che sia…
Poi mi è piaciuto l’atteggiamento di Francesca… piccante e pungente al punto giusto con la giusta dose di cattiveria necessaria ad una donna.
Poi anche a me è piaciuto l’inespresso… le cose lasciate in sospeso che hanno il potere di farti fare mille conclusioni senza mai arrivare al punto…
Grazie, grazie. Sono contento che esprimiate il vostro parere sui racconti, fa piacere ricevere un riscontro e spesso sono osservazioni di cui tengo conto.
Ottimo seguito, era da un po’che non scrivevi un racconto più dettagliato.. Poi il particolare dell’assenza del preservativo contribuisce a rendere la situazione più piccante..
La sodomia finale lasciata a metà lascia quel crudele senso di incompiuto che apre spazio all’immaginazione..
Grazie. Credo che il senso di incompiuto che lascio sempre nei miei racconti sia dovuto al fatto che il sesso e le perversioni sessuali sono per loro natura incompiute. Non si raggiunge mai l’apice. Quando lo raggiungi ne intravedi subito un altro un po’ più su. Non esiste mai un finale.