La serata perfetta

Una serata di coppia tra un momento stressante di lavoro e l’altro, che si trasforma in qualcosa di non previsto.

“Stasera ti voglio più in tiro che puoi, indossa il vestito più sexy che hai con le scarpe più belle che ti sei portata dietro… voglio passare una bella serata…”

Mia moglie mi venne incontro ancheggiando sensuale dopo aver sentito queste mie parole. Indossava soltanto un asciugamano legato sopra al seno, aveva i capelli bagnati. Eravamo in una camera di un hotel lussuoso di Milano. Io ero lì per lavoro, avevo avuto una giornata faticosa e lei mi aveva seguito ed era stata a fare shopping.

“Sarà una serata perfetta…” mi sussurrò dopo aver staccato le sue labbra dalle mie.

“Mhh… allora non metterti niente sotto al vestito che sceglierai, ti voglio senza mutandine… mi eccita…” dicendo così le presi la mano e le feci sentire che il mio cazzo si era già indurito. Lei mi guardò in modo malizioso e poi si staccò da me per andarsi a preparare.


Scendemmo a bere qualcosa al bar dell’hotel. Eravamo seduti al bancone, su alti sgabelli. Lei era bellissima, con le gambe nude accavallate in modo provocante e le scarpe dalle suole rosse ai piedi. Il vestito era nero, corto ed aderente. Sulla schiena era aperto e intrecciato, il che rendeva evidente che non portasse nessun reggiseno. Meno evidente, ma ancora più intrigante, era che non indossasse biancheria neanche sotto. Io lo sapevo e questo mi eccitava.

Sorseggiavamo dei gin tonic che stavano aiutando a far salire di temperatura un atmosfera già calda. Ci scambiavamo sguardi pieni di amore e lussuria. Pensavo che presto saremmo tornati in stanza per scopare.

Ma ad un certo punto il mio telefono cominciò a vibrare. Lo tirai fuori dalla tasca.

“Cazzo!” bofonchiai.

“Che c’è?” mi chiese preoccupata mia moglie.

“È lavoro. È sicuramente per l’incontro che ho domani. Scusa ma devo per forza rispondere.”

Mia moglie si mostrò dispiaciuta ma comprensiva. La osservai mentre giocava con il bicchiere e mostrava un’espressione un po’ imbronciata (ma sempre sexy, dannazione) mentre io mi allontanavo un attimo per poter rispondere in un ambiente tranquillo, al riparo dalla musica del bar.

La questione si rivelò problematica, io mi concentrai sulla telefonata per discutere col mio capo di eventuali ostacoli che si sarebbero presentati il giorno dopo e persi un po’ la cognizione del tempo. Dimenticai per un po’ mia moglie e la serata che mi si prospettava.

Quando chiusi la telefonata mi resi conto che era passata almeno mezz’ora. Tornai trafelato dentro al bar, preoccupato di aver abbandonato lì mia moglie per così tanto tempo dopo averla già trascurata per tutta la giornata.

Entrai ma mi bloccai subito sulla porta. Mia moglie non era sola. Stava parlando con un uomo. Anzi, non stava solo “parlando”. Conoscendola alla perfezione mi bastarono pochi istanti per cogliere il significato del suo atteggiamento. Stava sorridendo, stava parlando amabilmente, ogni tanto si spostava sullo sgabello e cambiava posizione alle gambe, si toccava i capelli, rideva spesso alle battute che le faceva quell’uomo. Insomma, in una sola parola: stava flirtando.

Lui subito non ebbi modo di vederlo bene. Dalla mia posizione era per me di spalle. Era alto e brizzolato. Sembrava un po’ più vecchio di noi. Era vestito molto elegantemente. Si muoveva in modo da sembrare a suo agio in quella conversazione.

Mia moglie si accorse che ero tornato e per un attimo i nostri sguardi si incrociarono. La nostra perfetta intesa mi permise anche in quel caso di capire in un attimo lo stato d’animo di lei. Non era spaventata. Non si sentiva colta sul fatto. Non stava chiedendo il mio aiuto per liberarsi dell’uomo. Tutto al contrario: era divertita e lusingata dal corteggiamento di quell’uomo. E lui era di suo gradimento, in modo evidente. Sapevo cogliere i segnali che lei mandava. Era chiaramente a suo agio e stava gradendo la situazione. Avrei persino osato dire che la vedevo parzialmente eccitata dalla cosa.

Mia moglie non si fece notare dal suo corteggiatore mentre scambiava qualche sguardo fugace con me. Io mi bloccai, non andai verso di loro e gli ultimi scambi a distanza con lei mi confermarono che avevo fatto la cosa giusta. Voleva essere lasciata in pace, voleva continuare a parlare con quell’uomo. Non mi voleva tra i piedi. Voleva fare da sola. Ma fino a dove aveva intenzione di spingersi?

Tra noi ogni tanto avevamo ipotizzato situazioni in cui lei si concedeva ad altri tradendomi e nelle nostre fantasie erotiche un accadimento del genere era visto solo come un gioco che non metteva a rischio la nostra coppia. Io sostenevo che avrei capito e anzi trovavo eccitante l’idea che lei, solo per sfizio, si togliesse qualche voglia sessuale che non intaccava i sentimenti fra noi.

Forse era giunto quel momento? Davvero lei sarebbe stata capace di andare con un altro e in maniera così palese davanti a me?

Mi sedetti in un tavolino lontano da loro continuando ad osservarli in modo da poter vedere bene mia moglie e in modo da non essere visto da lui di cui continuavo a vedere solo le spalle. Quanto era bella lei? Quanto era sexy? Non mi stupivo che un uomo, vedendola seduta da sola a quel bar, avesse provato ad avvicinarla. Non mi stupivo neanche che lei si fosse mostrata subito disponibile. Adorava essere corteggiata, adorava piacere agli altri, sentirsi desiderata. E lui, evidentemente, rientrava nei suoi gusti, le piaceva.

Un cameriere venne a chiedermi qualcosa ed io ordinai un altro cocktail. Poi continuai a fissare mia moglie e il suo seduttore. La vidi fare una espressione stupita e poi ridere. La vidi appoggiare una mano sul braccio di lui. Lui sembrò scusarsi, ma lei sembrò tranquillizzarlo. Poi la vidi che con un gesto lento e sensuale scavallava e accavallava le gambe. In quel momento pensai al fatto che era senza mutande. Mi chiesi se lui potesse averlo notato. Mi chiesi addirittura se lei fosse tanto eccitata che se ne potesse sentire il profumo. Nel mezzo di questi pensieri, intanto, il mio cazzo era rigido come non mai.

Mia moglie si voltò alcune volte, impercettibilmente, verso di me. Provò a comunicarmi qualcosa con lo sguardo, ma stavolta non colsi, o meglio non ero sicuro di cosa volesse. Voleva che io intervenissi per liberarsi del corteggiatore o, tutto il contrario, voleva che io le lasciassi campo libero? La seconda idea era così folle che forse non volevo prenderla in considerazione pur sembrandomi a intuito quella che aveva provato a suggerirmi.

Poco dopo, approfittando di un momento nel quale lui si rivolgeva al barista, mia moglie tirò fuori dalla borsetta il telefono e immediatamente dopo il mio vibrò. Mi aveva mandato un messaggio. C’era scritto soltanto: “Posso?”


Mi sentivo figa. Mentre scendevamo mi ero ammirata nello specchio dell’ascensore. Quel vestito che non avevo avuto ancora l’ardire di indossare mi stava bene. Mi piacevano le mie gambe, ero soddisfatta di come la palestra aveva rimodellato il mio corpo non più giovanissimo. Le Louboutin che avevo ai piedi le adoravo e stare sui tacchi mi faceva sentire più forte e più sicura di me. Il fatto che sotto non avessi nulla mi stava già eccitando. Mio marito sembrava su di giri quanto me. Si prospettava una serata piccante ma io sentivo che qualcosa di tutta questa situazione non mi soddisfaceva del tutto.

Non riuscivo a comprendere bene cosa mi mancasse in quel momento o forse stavo solo inconsciamente scacciando il pensiero. Ero eccitata, ero vogliosa. Sarebbe stata una serata romantica e allusiva con mio marito e poi saremmo tornati in camera e avremmo scopato, probabilmente in maniera più passionale del solito. Ma tutto questo non mi bastava. Non so se fosse l’essere nuda sotto al vestito ma sentivo di avere delle voglie trasgressive diverse dal solito. Desideravo qualcosa di diverso. Ma non sapevo cosa. Qualche indizio per comprendere i miei desideri di quella serata lo ebbi quando ci sedemmo al bancone del bar dell’hotel per bere qualcosa. Guardai il barman, un bel ragazzo giovane. Ecco, in quel momento desiderai più lui di mio marito. Avrei voluto scopare con lui. O forse con entrambi. Ma come potevo confessare una cosa del genere a mio marito. Era capitato di parlarne e lui non sembrava neanche contrario a queste trasgressioni. Ma erano discorsi difficili. E se lui non voleva? Avrei rovinato la serata. E poi serviva la persona giusta. Decisi che era meglio berci su e limitarsi a lavorare di fantasia.

Purtroppo mio marito ricevette una telefonata di lavoro e questo interruppe la nostra serata romantica. Uscì dal bar e mi lasciò sola. Fui un po’ seccata da questo inconveniente, ma dopo qualche minuto vidi tutto sotto una luce diversa. Nel bar era entrato un uomo e si era seduto anche lui al bancone, a qualche metro di distanza. Era vestito molto elegante, era brizzolato e aveva presumibilmente qualche anno più di noi. Era un bell’uomo. Notai che mi guardò. D’altronde ero molto appariscente e provocante. Il suo indugiare su di me mi lusingò. Gli sorrisi.

L’uomo si avvicinò col bicchiere in mano e si presentò. Iniziammo una tipica conversazione tra sconosciuti ma che si trasformò subito in un corteggiamento evidente da parte sua. Mi fece molti complimenti ed io ero molto fiera di aver fatto colpo. Mi accorsi di come mi guardava le gambe. Se solo avesse saputo che sotto non avevo nulla, chissà come avrebbe reagito.

Mio marito non tornava e intanto l’uomo si stava facendo più intraprendente. Io non gli avevo detto che ero già accompagnata. Ero rimasta molto sul vago. Mi piaceva flirtare con lui e mi stavo eccitando più di quanto fossi eccitata prima mentre ero in compagnia di mio marito. Le voglie che avevo sentito prima si stavano trasformando in qualcosa di più concreto. Se avessi potuto scegliere avrei preferito tornare in camera con quell’uomo invece che con mio marito. Senza nessun motivo particolare se non la voglia di trasgressione, di novità. Avrebbe mai acconsentito a questo gioco mio marito? Dovevo provare.

Quando mio marito rientrò nel bar lo guardai, senza farmi notare dal mio corteggiatore. Sapevo che mi avrebbe potuto capire al volo. Per lui ero trasparente nelle mie emozioni, capiva sempre cosa avevo e cosa volevo. E cercai di fargli capire che volevo essere lasciata ancora un po’ in compagnia di quello sconosciuto. Lui capì e anzi sembrò quasi apprezzare questo gioco di seduzione e di provocazione. Rimase a osservarci da lontano. Gli piaceva che la sua donna avesse fatto colpo su un altro uomo. In fondo mi aveva chiesto di vestirmi così provocante proprio per farmi notare.

“Ma quindi che regalo vuoi per passare qualche ora con me? E per l’intera notte?”

Ad un certo punto l’uomo se ne uscì con questa domanda. Subito non capii, poi mi venne da ridere. Lui capì di avere fatto una gaffe e arrossì. Io non mi offesi, anzi trovai divertente che mi avesse scambiato per una escort.

“Scusami. Temo di avere equivocato. Ma sei così bella, così sexy, così provocante e seduta da sola ad un bancone di un hotel di lusso. Poi mi sei apparsa subito così disponibile, così propensa a lasciare che un uomo ci provasse con te. Spero di non averti offesa. Non era mia intenzione.”

“No, tranquillo. In un certo senso lo prendo come un complimento. Ma dimmi: tu fino a quanto saresti stato disposto a spendere per una come me?” gli appoggiai una mano sul braccio e lentamente cambiai posizione alle mie gambe per provocarlo ulteriormente.

“Più di quel che pensi.” mi rispose in modo subdolo. “Vuoi scoprirlo? Sono disposto a farlo se ti eccita essere pagata. Ma soltanto se verresti con me anche gratis. Che ne dici?”

Lo guardai in modo malizioso. Mi intrigava la situazione. Con lui ci sarei andata comunque, ma l’idea di essere trattata come una prostituta, per gioco, mi stuzzicava.

“Intanto offrimi ancora da bere.” gli dissi per lasciarlo un po’ sulle spine. In fondo avevo un altro piccolo problema da risolvere, prima: mio marito.

Mentre l’uomo ordinò un altro paio di cocktail al barman presi in mano il cellulare e scrissi a mio marito. Lui ricevette il messaggio e ci fissammo per un attimo negli occhi. Lo vedevo combattuto e incerto. Ma già il fatto che non fosse intervenuto per interrompere il flirt in corso l’avevo interpretato come una sorta di accettazione. Se non mi bloccava ora sarebbe stato un via libera. Lo sapevo io e lo sapeva lui. Non fece niente. Io sorrisi e tornai a dare attenzione al mio nuovo compagno.

Poco dopo ci alzammo. Lui mi mise una mano sul fianco, facendola scendere verso il culo. Passammo a fianco di mio marito. Lo guardai riconoscente e arrapata. Lui sembrava più spaventato di me ma ugualmente eccitato dalla trasgressione. Non potè non notare la mano dell’altro sul mio culo. Sapevo che questo l’avrebbe fatto impazzire.


Ebbi la tentazione di fermarla mentre mi passava a fianco insieme a quell’uomo. Cosa stavamo facendo? La serata doveva andare in tutt’altro modo. Era folle quello che stava succedendo.

Mentre mi superavano vidi la mano di lui sul culo di lei. Un segno inequivocabile di chi possedeva le voglie di mia moglie in quel momento. Era sua e non mia. Quel culo sarebbe stato suo e non mio. Era pazzesco.

Appena mi oltrepassarono e uscirono dalla zona bar ebbi una reazione incontrollata. Mi piegai in avanti, strinsi le gambe e portai le mani a coprirmi il pacco. Gesti inutili per contenere quello che mi stava accadendo: il mio cazzo stava sborrando senza sosta, inondandomi le mutande.

Poco dopo, con l’eccitazione che svaniva ebbi un momento in cui mi odiai per quello che avevo lasciato che capitasse. Cosa avevo permesso? Mia moglie con uno sconosciuto? Dovevo fermare la cosa, non poteva succedere veramente. Corsi fuori dal bar, nella speranza di trovarli ma erano già spariti. Non sapevo cosa fare.

Indugiai indeciso sul da fare e quel tempo trascorso permise ai miei ormoni sessuali di ricaricarsi e di ricominciare a riempirmi il cazzo e a convincere il mio cervello che la situazione fosse eccitante e desiderabile. Col cazzo di nuovo duro non volevo più fermare mia moglie, ma semplicemente avrei voluto sapere cosa stava facendo con quel porco.

“Tutto ok, amore. Mi ha scambiata per una escort e mi ha chiesto se passo la notte con lui.”

Mi arrivò alcuni minuti dopo questo messaggio. Un misto di incazzatura ed eccitazione mi pervase. Ci pensai su. Dovevo sbrigarmi a risponderle ma ero molto indeciso. Il mio cazzo era come se mi implorasse di lasciarla fare, in cambio, mi prometteva, avrebbe sborrato tutte le volte che volevo.

“Ok. Se proprio vuoi farlo, proviamo questa trasgressione. Ma stai attenta.” risposi.

“Non ti stavo chiedendo il permesso. Avevo già deciso. Sono troppo eccitata. Ci vediamo domani. Ti amo.”

Fu la sua risposta lapidaria. Sentii quasi il mio cazzo ridacchiare, mentre minacciava un’altra sborrata improvvisa.

Tornai in camera. Provai a mettermi a lavorare sull’incontro del giorno dopo perché era l’unico modo in cui forse riuscivo a restare sano di mente. Non potevo pensare a mia moglie. Avrei alternato momenti di godimento a momenti di struggimento. Fu difficile, dovetti lottare contro me stesso, ma lo sforzo di concentrarmi su qualcosa di noioso e decisamente poco sexy come il lavoro mi fece venire anche alcune buone idee per l’incontro del giorno dopo.

Per certi versi fu una fortuna. Fu grazie a quelle idee venute in quella serata folle che l’incontro si concluse con un buon esito per la nostra parte. E questo nonostante io lo affrontai con la tensione di non avere più saputo niente da parte di mia moglie, il cui telefono era rimasto spento fino al momento in cui io avevo iniziato a lavorare.

Fu quasi un segno del destino che intravidi il messaggio di mia moglie che mi diceva che era tutto ok e che mi aspettava in hotel nel momento in cui sul lavoro le cose iniziarono a girare a nostro favore.

Finii la riunione con la mente altrove e col cazzo duro, ma questo non compromise il risultato dell’incontro.


Un uomo che scopa con una escort riesce a trovare l’equilibrio perfetto tra generosità ed egoismo che ci vuole per scopare bene una donna. Un buon marito, e il mio lo è abbondantemente, sarà tendenzialmente molto generoso ma l’amore per la donna gli impedirà di essere così egoista da trattarla anche come una troia. Uno che invece ti vuole solo scopare ma non è disposto a dare nulla in cambio, come i soldi, non sarà neanche generoso nel sesso. Se un uomo ha pagato e tanto per portarti a letto vorrà non sprecare quell’investimento e cercherà di fare il sesso migliore che abbia mai fatto, in modo sia egoista che altruista. E ti tratterà male come tuo marito mai ti ha trattato, ma in modo così generoso che ti piacerà.

Facevo queste riflessioni risvegliandomi dopo una nottata in cui ero stata trattata come la peggior troia e mi ero comportata come la miglior escort. Non avevo negato nulla e mi ero lasciata fare tutto quello che la mente perversa di quell’uomo voleva farmi. In cambio avevo ottenuto non solo soldi, tanti, ma anche ore di godimento e orgasmi continui.

Mentre appoggiava le banconote sul comodino, prima di iniziare per sancire bene quel patto perverso, le contavo mentalmente e nello stesso tempo mi figuravo la vetrina di un negozio che avevo visto quel giorno e pensavo che le scarpe che portavo avrebbero avuto presto delle compagne.

Una donna che sceglie di essere pagata per scopare si sentirà più libera di una che lo fa solo per piacere. Perché dentro alla sua testa si libererà di ogni tabù, trovandone giustificazione nella transazione economica. E così tutte quelle cose di cui ha paura perché la farebbero sembrare agli occhi del proprio uomo, o forse più che altro agli occhi di se stessa, può farle e dirsi che le fa perché è obbligata e non perché le piacciono. Anche se le piacciono, le piacciono maledettamente.

Questi erano gli altri pensieri che facevo rotolandomi nel letto sfatto, teatro degli amplessi notturni con quello sconosciuto. Lui era già andato via. Io potevo crogiolarmi nel rivivere mentalmente le nostre acrobazie, masturbandomi dolcemente. Ogni tanto pensavo anche a mio marito, ancora ignaro di tutto, tranne del fatto che qualcosa era successo e lui lo aveva lasciato succedere. Lo amavo per questo e il pensiero mi eccitava ancor più del ricordo della notte.

Pregustavo il momento in cui gli avrei raccontato tutto. Pensai alle parole che avrei potuto usare per descrivergli quello che avevo fatto in quella che doveva essere la nostra serata perfetta e per me lo era stata. Se per lui non lo era stata lo sarebbe diventata. Sapevo che l’avrei fatto impazzire di invidia per come mi ero concessa a quell’uomo.

Mentre mi infilavo il dito delicatamente nel culo, percependone l’indolenzimento per l’uso eccessivo che ne era stato fatto quella notte, ragionavo sulle parole giuste per confessare un rapporto anale al proprio marito.

A metà mattina mandai un messaggio a mio marito per fargli sapere che era tutto ok. Lui mi aveva cercato, probabilmente fino al momento in cui era poi entrato in riunione. Poi uscita dall’hotel mi recai in quel negozio e quelle banconote di grosso taglio rimasero nel mio portafoglio per pochissimo tempo.

Le scarpe che mi comprai erano bellissime e sarebbero state l’unica cosa che avrei indossato aspettando mio marito in hotel, per raccontargli tutto con indosso soltanto il frutto del mio adulterio.


“Quindi è stata una serata perfetta per entrambi?” mi chiese mia moglie mentre lentamente riacquistava il respiro normale dopo aver ansimato e goduto cavalcandomi a lungo, con indosso soltanto un paio di scarpe nuove che aveva acquistato quel giorno con i soldi che le aveva dato quell’uomo.

Mi aveva raccontato tutto mentre scopavamo e il mio cazzo aveva sborrato più volte senza quasi ammosciarsi tra un momento e l’altro, grazie alle porcate che lei continuava a dirmi.

Io le avevo raccontato di come l’essere rimasto da solo la sera prima dovendo necessariamente distrarmi dai pensieri più disturbanti sul fatto che mia moglie fosse con un altro in quei momenti, mi aveva consentito di avere una serie di intuizioni che si erano rivelate decisive per l’incontro di lavoro.

“Dovremmo farlo più spesso, quindi?” mi incalzò lei.

“Cosa?”

“Passare serate… perfette.”

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