L’importante è il pensiero… erotico
“Allora cosa posso regalarti per i tuoi quarant’anni?”
“Questa vacanza è il mio regalo.” le risposi.
“Ma la paghi tu questa vacanza!” si mise a ridere. “Dai, cosa posso prenderti?”
“Non mi serve niente. Ho tutto quello che mi serve.”
“Appunto. Ma ci sarà qualcosa che posso farti come regalo. Dimmelo.”
La mia compagna aveva la testa appoggiata al mio petto. Eravamo stesi nel letto nella penombra della stanza. Avevamo appena scopato. Era il primo giorno di vacanza. Eravamo in un resort sul mare.
Mi tirai su appoggiandomi ad un gomito. La guardai. Era bella. Bionda, occhi celesti. Più giovane di me, aveva da poco superato i trenta.
“Forse qualcosa che potresti regalarmi c’è…”
Anche lei si tirò su, con aria incuriosita dalle mie parole.
“…non è qualcosa di materiale. Ma qualcosa che potresti fare. Anzi, a dirla tutta, mi dovresti togliere qualcosa.”
“Togliere?”
“Sì. Togliermi uno sfizio. Togliermi una fantasia.”
Alzò le sopracciglia non capendo a cosa mi stessi riferendo.
***
Dopo la cena ci eravamo spostati nella zona lounge del resort. C’era un po’ di musica e un bar in cui ordinare qualche cocktail.
“Guardati attorno. C’è qualcuno che ti ispira?” le mormorai parlandole da dietro, con una mano appoggiata al suo fianco. Lei girò un po’ la testa, per guardarmi con la coda dell’occhio.
“Che mi ispira? Ma per quel discorso di prima?” mi domandò.
“Sì. Per il regalo che ti ho chiesto.” dissi.
“Ma dicevi sul serio? Non stavi scherzando?”
“Certo che dicevo sul serio. Te l’ho detto.”
“Sì, ma non ci ho creduto.”
“Perché non ci hai creduto.”
“Perché nessuno chiede alla propria donna, come regalo, di fargli le corna e scopare con il primo che capita.”
“Non ho detto col primo che capita. Con uno che ti piace.”
“Non è questo il punto.” rispose un po’ seccata. “Sono le corna il punto. Non si chiedono alla propria donna. Anzi non si vogliono proprio.”
“Io invece le voglio.” dicendo così mi appoggiai a lei facendole sentire chiaramente la mia erezione contro i suoi glutei.
“Ma perché?”
“Non lo so perché. Mi eccita. Tu sai spiegare il motivo di tutte le piccole cose che ti eccitano in un uomo?”
“Non mi sembra una piccola cosa, questa.”
“No, non lo è, è una cosa grossa. Per questo mi eccita tanto. Per questo te l’ho chiesta come regalo.”
“Ma lo vuoi solo per vedermi insieme a un altro? Come se guardassi un porno dal vivo?”
“Non necessariamente. Anzi. A dire il vero vorrei sia vederti che non vederti. Vorrei provare entrambe le cose. Prima il non vederti, sarebbe meglio.”
“Faccio fatica a capirti. Sempre di più.”
“Ma ti eccita un po’ anche a te?”
“Mi eccita sentire quanto sei eccitato.” disse spingendo un po’ indietro il culo per premere contro la mia erezione.
“Ecco. Più o meno è la stessa cosa.”
“Cioè?”
“A me eccita l’idea che tu sia così eccitata da farlo con un altro. Da essere così vogliosa da non resistere e tradirmi. Da avere così voglia di cazzo da cercarne altri oltre al mio.”
La mia compagna diede un lungo sorso al cocktail che teneva in mano, finendolo. Poi girò la testa, mi baciò e poi mi mise la lingua nell’orecchio e sussurrò:
“Ho voglia di cazzo.”
“Bene.” risposi quasi ansimando. “Scegline uno e portartelo in camera.”
Mi guardò in modo strano. Poi portò una mano dietro di sé e strinse il mio cazzo.
“L’ho scelto.” rise.
Mi trascinò nella nostra camera quasi tirandomi per il cazzo. Ok, quella sera non sarebbe successo, ma ero così eccitato che non avrei certo rifiutato un’altra scopata con la mia donna. Avevamo altri giorni di vacanza, avrei continuato a stuzzicarla e alla fine avrebbe ceduto.
***
“Dai dimmelo almeno così per curiosità.” avevo ritirato fuori il discorso il giorno dopo, mentre eravamo stesi al sole in spiaggia.
“Ma cosa?” disse lei quasi spazientita.
“Chi ti faresti. Degli uomini che vedi in giro, chi ti ispira sesso? Se potessi farlo senza nessuna conseguenza, sicura al 100% che io non lo possa mai venire a sapere, chi ti faresti?”
Mia moglie si guardò attorno dubbiosa. Poi però si rivolse subito a me.
“Ma che gusto ci sarebbe a tradirti con la certezza di essere al sicuro?” mi domandò e subito non capii cosa volesse dire.
“In che senso? Non capisco.”
“Voglio dire, il bello del tradimento è il gusto del proibito, del rischio, del fare una cosa che non andrebbe fatta. Del farla, come dici te, perché la voglia è superiore alla paura di essere scoperti. Se fossi sicura di non essere scoperta non mi piacerebbe farlo così, con uno qualunque…”
“Quindi è per questo?”
“Cosa?”
“Che non mi vuoi accontentare. Non ti piace farlo con un altro con il mio consenso perché così perdi il gusto della trasgressione?”
“No, non ho detto questo… cioè non lo so… ma che discorsi fai? Ma non potevo avere un marito normale, uno geloso che si altera se io mi metto a guardare qualcuno in spiaggia?”
“Ma io sono geloso, io mi altero se tu guardi qualcuno… solo che mi piace e già mi sto alterando solo all’idea.” dissi ammiccando e indicandomi il costume dove c’era un rigonfiamento.
Mia moglie sospirò e alzò gli occhi al cielo, sconsolata.
“Dai, dimmi con chi ti piacerebbe farlo?” insistetti ma lei per un po’ non disse niente.
Rimase a guardarsi attorno, seduta con le braccia che tenevano le ginocchia piegate. Non fece nessun cenno per diverso tempo, io non capivo se stava facendo le valutazioni che le avevo chiesto o no.
***
“Vuoi saperlo, allora?” mi disse mia moglie mentre stava dolcemente cavalcando il mio cazzo, nel nostro letto, dopo cena.
“Sì.” risposi io capendo subito cosa voleva dirmi. Di certe cose evidentemente riusciva a parlare solo quando era eccitata, però voleva dire che durante la giornata ci aveva pensato.
“Sarò banale, però.” esordì.
“Non ti preoccupare, l’importante è che siano le tue vere voglie.”
“Il bagnino di salvataggio.”
Provai mentalmente a ricordarmi il suo aspetto. Non ci avevo fatto troppo caso, lo avevo ignorato guardando più che altro la gente attorno a noi.
“Perché?” le chiesi.
“Non è ovvio il perché?” disse lei.
“Forse, ma voglio sentirtelo dire.”
“Per… quel corpo… quelle spalle… quei muscoli… così giovane, poi…”
“È questo che ti eccita? Il fisico? Vorresti scopare con uno messo meglio di me come fisico?”
“Beh, se penso di tradirti sì… il coinvolgimento mentale ce l’ho già con te…”
Ansimai e gemetti, spingendo il cazzo dentro di lei il più possibile. Lei si accasciò su di me.
“Sei venuto?” mi chiese ridacchiando.
“Sì.”
***
“Ho pensato questo, per oggi.” esordii così con mia moglie durante la colazione. “Io pensavo di andare a fare la gita in barca che organizzano, quella che tu hai detto che non ti interessava.”
“Mah… perché? E io? Mi lasci da sola?”
“Sì…” risposi ammicando.
“Dai, non vorrai mica che…?”
“Sì, certo. Ti lascio libera… senza sapere nulla… anche se potrei ad un certo punto tornare.”
“Ma anche se volessi? Come vuoi che faccia a… cioè non posso mica andare da lui e…”
“Sì, che puoi. Non c’è mica bisogno di essere esplicita, lo capirà subito, non sarai mica la prima turista che gli mette gli occhi sopra.”
“Ma io… cioè… non ce la faccio…”
“Se vuoi, sì. È l’unico privilegio che avete voi donne, sfruttalo.” dicendole questo le spostai la mano sopra al mio pacco duro.
***
Rientrai nel primo pomeriggio dal giro attorno all’isola. Andai subito nella spiaggia di fronte al resort. Di mia moglie non c’era traccia. Il bagnino era al suo posto, a controllare che nessuno avesse problemi in mare. Girai un po’ per il resort per vedere se la trovavo. Poi, alla fine, mi diressi nel nostro alloggio.
Entrai, era in penombra e in silenzio. Mi affacciai nella camera e lei era lì, stesa sul letto a pancia in giù, nuda. Stava dormendo, o almeno così sembrava. Mi avvicinai lentamente e senza fare rumore. Avevo il cazzo duro.
Cercai di trovare indizi che mi dicessero se aveva scopato con qualcuno su quel letto. Mi avvicinai al suo culo nudo per annusare. Rimasi incerto, poteva averlo fatto o poteva non averlo fatto. Non c’erano tracce inequivocabili, ma un leggero afrore sembrava quello dei suoi umori. Poteva però essersi solamente masturbata a lungo nel letto da sola.
Cercai altre tracce, andai perfino in bagno a guardare se nel cestino c’erano dei preservativi. Rimasi eccitato nonostante la mancanza di conferme. Poteva essere successo e quello mi bastava.
Mi spogliai e andai sul letto con lei. Dopo poco, a causa dei miei movimenti lei si destò e rotolando su se stessa mi venne ad abbracciare. Facemmo l’amore, in modo dolce e complice.
Provai un brivido nel momento in cui il mio cazzo penetrò nella sua fica. Nella mia testa c’era il dubbio che qualche ora prima fosse stata aperta da un altro cazzo. Provai a percepire, pur pensando che probabilmente era una cosa infondata, se mi sembrasse di una elasticità diversa o più lubrificata. Ovviamente non capii nulla.
“C’è qualcosa che mi devi dire?” le chiesi dopo che stavamo scopando da diversi minuti.
“Su cosa?” disse lei con una innocenza forse fin troppo accentuata.
“Su… su come è andata la tua giornata.”
Mi guardò negli occhi con quello sguardo erotico che mi faceva sciogliere. Un leggero sorrise le increspava la bocca ma poteva anche essere il classico sorriso che aveva quando aveva il mio cazzo dentro di sé. Non mi disse niente. Poi si girò, offrendomi le terga.
Io mi posizionai per scoparla da dietro ma lei mi fermò e con la mano spostò il cazzo più in alto, in modo che la punta si andasse ad infilare tra i glutei carnosi. Io attesi un attimo per essere sicuro di non aver frainteso la mossa, poi spinsi e pian piano mi insinuai nel suo culo.
Cercai di dare una interpretazione a quel suo gesto a quella sua voglia. Poteva essere un modo per farsi perdonare, un modo per essere punita. Oppure il sintomo di una voglia non soddisfatta. O il voler continuare qualcosa che aveva fatto prima e di cui aveva ancora voglia. Poteva voler dire tutto e il suo contrario. Di sicuro per me significava che era troppo bello incularla a prescindere dal significato e sborrai poco dopo.
***
Era quasi ora di pranzo e noi eravamo ancora in spiaggia. Nei giorni precedenti avevamo sempre mangiato in uno dei locali sulla spiaggia proposti dal resort, ma non era ancora l’ora di andare. Però vidi ad un certo punto che mi moglie si stava preparando, legandosi il pareo in vita e prendendo la borsa.
“Andiamo? Già?” chiesi io impreparato.
“No. Io vado un po’ in stanza. Tu rimani pure qua.”
La guardai interdetto.
“Ma poi torni qui e andiamo a mangiare?”
“Uhm. Non lo so. Se poi ti viene fame e non sono ancora tornata… vienimi a cercare.”
Mentre disse quell’ultima frase colsi un suo sguardo laterale, verso il mare. Guardai anche io in quella direzione. C’era la postazione del bagnino e lui era sceso. Dai gesti che stava facendo si capiva che stava preparandosi ad abbandonare la postazione, come faceva tutti i giorni verso quell’ora per poi rientrare nel primo pomeriggio. Guardai mia moglie. Stava sorridendo.
“A dopo.” mi disse con aria allegra. La osservai allontanarsi sculettando sulla sabbia. Il mio cazzo si era indurito.
***
Dopo che mia moglie era sparita dalla vista avevo seguito i movimenti di lui. E poi lo avevo seguito. Era diretto proprio dove pensavo. Mi posizionai fuori dalla finestra e spiai, seppur con qualche difficoltà visiva, tutto il loro amplesso. Intuii il corpo muscoloso del ragazzo che scopava quello sinuoso di mia moglie. Ascoltai le urla di godimento di lei e i grugniti di lui. Il tutto cercando una posizione da cui non essere visto neanche da eventuali persone che passassero di lì. Tra questo e la penombra della stanza in confronto alla intensa luce esterna, non riuscii a vedere molto ma la cosa paradossalmente mi eccitò ancora di più. Era la solito questione del vedo-non-vedo, un classico dell’erotismo. In più rendeva quello che stava facendo mia moglie ancor più simile ad un tradimento, sia per me che per lei, che sicuramente si stava chiedendo se io avessi capito e fossi lì a spiarla in qualche modo.
La conferma di ciò la ebbe pochi secondo dopo che lui se ne andò dal nostro alloggio. Io mi precipitai dentro e trovai mia moglie esausta e nuda sul letto, proprio come doveva essere stata il giorno prima. Non mi disse niente, si limitò a guardarmi sorridente e soddisfatta. Io mi denudai in un attimo e mi buttai sul letto, affondando la testa in mezzo alle sue gambe.
“Non hai fame? Vuoi che andiamo a mangiare?” mi disse lei cercando di frenare la mia foga.
“Sì, ho fame, ma voglio mangiare il mio regalo.” risposi andando a prendere in bocca la sua fica, ancora tutta madida di umori.