Invito a cena con il dolce alla fine
Con tutto lo spazio che c’era in spiaggia quella coppia arrivò e si mise proprio vicino a noi. Era una spiaggia nudista e c’era poca gente, giusto qualche uomo solitario. Inizialmente rimasi un po’ infastidito del fatto che si fossero messi così vicino a noi. Mia moglie invece sembrava non averci fatto caso.
Erano una coppia sulla cinquantina, entrambi in forma e a giudicare dall’abbronzatura degli assidui naturisti. Dunque erano più vecchi di noi di circa dieci-quindici anni. Ci scambiammo qualche sguardo e un classico cenno di saluto fra sconosciuti.
Ma Franco e Laura sconosciuti lo rimasero per poco. Si rivelarono molto amichevoli e loquaci. Inizialmente dovettero superare la nostra diffidenza e scarsa propensione a fare amicizia in un contesto simile, ma poi si rivelarono persone piacevoli. Per noi era una novità ed era strano conoscere qualcuno mentre si era tutti nudi.
Ad aiutare a fare conoscenza fu anche la struttura che loro misero in piedi usando tronchi e teli in modo da creare una zona ombreggiata. Noi avevamo soltanto un piccolo ombrellone e fu gradevole accettare il loro invito a ripararsi nella loro zona durante le ore più calde.
A fine pomeriggio sembravamo conoscerci da sempre e un osservatore esterno avrebbe giurato che fossimo in vacanza insieme.
Quando fu ora di andarsene dalla spiaggia arrivò da parte di Laura il loro invito:
“Perché non venite a cena da noi stasera? Si sta bene, abbiamo una bella casa con giardino, in cui rilassarsi in libertà?”
Io e Francesca ci guardammo cercando ognuno nell’altro una plausibile scusa per rifiutare oppure cercando di capire se entrambi volevamo accettare.
“Non c’è bisogno che ce lo dite subito, ditecelo dopo, anche all’ultimo momento, per noi non c’è problema.” aggiunse lei vedendoci un attimo indecisi.
Rientrammo nel campeggio in cui alloggiavamo e mentre Francesca era sotto la doccia ne parlammo.
“Che ne dici? Cosa vuoi fare stasera?” le chiesi.
“Non so. Ammetto che il loro invito non mi dispiace molto, invece che andare a cercare l’ennesima pizzeria in cui cenare.”
“Quindi ci passeresti insieme anche la serata, dopo tutta la giornata insieme?”
“Mi sembrano persone piacevoli, no?”
“Sì, sì, abbastanza…”
“Non sei convinto.”
“No, non lo so… ma secondo te dietro all’invito c’è un secondo fine?”
“Cosa intendi?”
“Mah… quegli accenni allo stare in libertà, tutti i discorsi che hanno fatto oggi, mi sembrano una coppia abbastanza… non so come dire… aperta.”
“In effetti anche io ho avuto l’impressione che intendessero che anche stasera si starebbe nudi.”
“Vero? Non l’ha detto esplicitamente ma…”
“E credi che abbiano altre intenzioni oltre a quello?”
“Non lo so… non credo… cioè comunque ce l’avrebbero chiesto, no?”
“O forse ce lo propongono stasera e vedono come reagiamo.”
“Ecco. E se ce lo propongono come reagiamo.”
“Non lo so. Tu cosa ne penseresti?”
“Non abbiamo mai fatto qualcosa del genere.”
“Però lo abbiamo immaginato spesso.”
“Sì, ma…”
“Non ti sembrano adatti? Perché sono più vecchi di noi?”
“No, no, non è quello, è che…”
“Che?”
“Non so. Sono cose che non si possono decidere a tavolino.”
“Appunto… allora andiamo e… vediamo.”
“Se lo dici tu.”
“Siamo sempre in tempo a venire via.”
“Ok. Gli scrivo allora, gli dico che andiamo.”
“Ok.”
Francesca era dentro al box doccia mentre ne discutevamo e non aveva visto che il mio cazzo si era ingrossato nell’immaginare che quella coppia potesse proporci qualche gioco erotico. Non so se anche lei si fosse eccitata durante quella conversazione, non so se i movimenti delle sue mani sul suo corpo fossero solo per insaponarsi e sciacquarsi o anche per stimolarsi.
Quando ci avviammo verso casa di Franco e Laura, però, mi ero convinto che fosse tutta una costruzione della nostra mente, che in realtà sarebbe stata una cena normale, tra coppie normali e non sarebbe successo niente. Meglio così, pensavo, certe cose era meglio che restassero fantasie.
Avevano una bella villetta in mezzo al verde. Andammo a suonare alla porta e ci venne ad aprire Laura e in quel momento capimmo che non sarebbe stata una serata normale.
Laura era una bella donna. Dimostrava i suoi cinquant’anni ma aveva un corpo tonico e in forma. Era piccolina, bionda con i capelli corti. Quando ci aprì la porta indossava soltanto un paio di zoccoletti col tacco ed un pareo trasparente aperto sul davanti. Quindi era praticamente nuda.
Ci accolse con calore e ci fece accomodare direttamente in giardino dove avevano apparecchiato. Si affacciò anche Franco, che era impegnato in cucina. Anche lui era un uomo in buona forma per la sua età e si presentò con indosso un grembiule. Quando si girò ci confermò l’idea che ci eravamo fatti: sotto non indossava nient’altro.
“Ehm… ci dobbiamo spogliare anche noi?” domandai titubante.
Laura mi sorrise comprensiva.
“Non dovete fare nulla. Sentitevi liberi. Spogliatevi se volete, restate vestiti se volete. Qui ognuno fa quello che vuole. Tu, Francesca, vestita così poi stai benissimo, quindi il piacere che ci doni è immutato che tu sia nuda o meno.”
“Grazie.” rispose mia moglie arrossendo.
“Anzi, vedendo quanto ti sta bene questo vestito te ne farei provare altri che io ormai non porto più. Ti piacerebbe?” le disse proponendole di andare in camera a spulciare il loro armadio. La mia fidanzata dopo un attimo di esitazione di fronte a questa proposta accettò con piacere.
Le due donne andarono dunque in un’altra stanza mentre io rimasi in compagna del cuoco seminudo Franco. Il modo in cui Laura aveva invitato Francesca ad andare con lei mi aveva fatto tornare in mente pensieri strani. Sembrava esserci stata della malizia in quella proposta e l’immaginare le due donne spogliarsi e provare vestiti insieme mi aveva eccitato. Decisi quindi di non spogliarmi per non far vedere il mio stato di eccitazione.
Poi fu pronta la cena e Franco chiamò a gran voce le due. Quando si presentarono nella sala da pranzo erano entrambe completamente nude a parte i sandali ai piedi. Io fui stupito dal fatto che Francesca si fosse spogliata e allo stesso tempo trovai la cosa eccitante. Franco intanto si era liberato del grembiule e così io ero rimasto l’unico vestito. Francesca mi guardò quasi con aria di rimprovero e insistette perché mi spogliassi anche io. Provai a trovare qualche scusa a rifiutarmi ma fu inutile. A quel punto l’unica cosa che rimaneva da fare era cammuffare un po’ l’erezione che avevo cercando di non farla notare, ma fu inutile anche quello. Colsi uno sguardo divertito e compiaciuto di Laura diretto al mio cazzo eretto.
La cena fu piacevole, il cibo ottimo. I discorsi di conversazione virarono ben presto su cose un po’ piccanti e Franco e Laura ci tennero a raccontarci la loro mentalità di coppia, molto aperta come avevamo sospettato. Lui poi ogni tanto doveva alzarsi per andare in cucina a preparare le portate successive. Quando lo faceva il suo cazzo era sempre come minimo barzotto, evidentemente stimolato dai discorsi allusivi, così come lo era il mio, che però rimaneva nascosto dal tavolo alla vista degli altri. Notai lo sguardo di Francesca che andava sempre a cercarlo quando lui si alzava. Mi chiedevo se entrambe le donne fossero eccitate quanto noi due uomini e mi chiedevo dove sarebbe finita quella strana serata.
Quando fu il momento del dolce Franco ci avvisò che doveva andare a finire di prepararlo e a quel punto Francesca mi stupì. Gli fece i complimenti per la sua cucina e si propose di aiutarlo a completare il dolce, con la scusa di essere gentile e anche di imparare qualche trucco culinario. Io non feci in tempo a chiedere se in quell’imprevista disponibilità della mia ragazza ci fosse qualche secondo fine che fui distratto dall’espressione di Laura, che mi fissava con aria divertita e maliziosa.
Non ebbi tempo di chiedermi come mi dovevo comportare che sentii qualcosa toccarmi prima la tibia, poi la coscia e infine il cazzo. Era il piedino di Laura, nudo, che era salito a stimolarmi. Feci per fermarlo, ma con pochissima convinzione. Adoravo i piedi e adoravo quando Francesca mi massaggiava il cazzo con essi. Quindi quel gesto di Laura, inaspettato, era irresistibile.
“Mah… ci sono…” balbettai indicando verso la cucina e cercando di far smettere Laura prima che tornassero gli altri due. Magari la serata sarebbe finita come a quel punto speravo che finisse ma non mi andava di farmi trovare dalla mia ragazza con i piedi di un’altra donna che mi facevano una sega, senza aver prima concordato i limiti oltre a i quali potevamo spingersi.
Laura mi tranquillizzò e mi fece capire che in cucina non si sarebbero posti i problemi che mi stavo ponendo io. Capii che quando erano state in camera le due donne, oltre a provare alcuni vestiti, avevano anche parlato e preso accordi.
Laura mi porse la mano, per farmi alzare da tavole e poi mi condusse in cucina, stringendomela però intorno al cazzo invece che intorno alla mia mano. La scena che vidi quando mi affacciai mise a dura prova il mio autocontrollo. Francesca era inginocchiata. Franco si stava spalmando della crema sul cazzo per fargliela leccare via subito, avidamente e con golosità. Quando ci videro si girarono entrambi e sorrisero alzando le spalle.
Laura a quel punto mi tirò verso di loro, sempre per il cazzo, e si fece passare un po’ di crema dal marito. La spalmò sul mio cazzo ed iniziò così a gustare il dessert.
Non tornammo più a tavola per finire la cena. Il dolce venne gustato sul pavimento della cucina, spalmandone i componenti sui nostri corpi e poi leccandocelo via. Le donne prevalentemente dal cazzo ma anche dal nostro petto. Noi dal loro seno o dalla panciao dalle chiappe. Poi Laura si infilò un biscotto oblungo nella fica e volle che io glielo mangiassi affondando lì il più possibile la mia faccia. Francesca subitò la imitò.
Poi le due donne si leccarono il dolce a vicenda dalle dita finendo poi con il baciarsi voluttuosamente in bocca. Mentre facevano quello i loro seni, sporchi di dolce, premevano l’uno contro l’altro e io mi ci tuffai con la lingua per leccarli un po’ entrambi. Fu in quel momento che sentii qualcosa che mi veniva spalmato di nuovo sul cazzo e una bocca che poi se lo mangiava via. Era evidetemente quella di Franco che non si faceva troppi problemi a mischiare i sessi.
Nel loro bagno c’era una grande doccia in cui riuscimmo ad entrare tutti e quattro, anche se un po’ stretti. Ci sciacquammo via i residui di cibo dai nostri corpi, insaponandoci a vicenda. Anche in quella situazione le differenze tra i sessi si annullarono abbastanza e mi ritrovai anche io, quasi involontariamente, a toccare il corpo di Franco, anche in zone che non pensavo avrei mai toccato ad un altro uomo. Ma in quel momento valeva tutto e non era il caso di fare i difficili. L’eccitazione della situazione e del vedere la mia ragazza così coinvolta e anche lei così poco preoccupata di avere contatti bisex, mi faceva andare fuori di testa.
La tappa successiva fu invece il loro lettone matrimoniale e fu in quel momento che tutti i giochi preliminari si trasformarono in sesso vero e proprio. Franco e Laura dissero di fidarsi di noi e dissero che potevano mostrarci i test che avevano fatto pochi giorni prima che testimoniavano la loro sanità rispetto a malattie sessualmente trasmissibili. Dissero che, vista la loro vita libertina, facevano continuamente di quei test per poter poi sentirsi del tutto liberi in situazioni come quella con una coppia come noi. E così, assicuratisi anche che Francesca prendesse contraccettivi, nessuno usò preservativi e la goduta di noi maschietti era libera in ogni buco.
E di buchi inutilizzati quella sera non ne rimase nessuno. Neanche quelli di noi uomini rimasero del tutto inviolati. Quello di Franco per colpa di Laura che guidò il mio cazzo dentro al culo del marito mentre lui era impegnato a fare lo stesso a Francesca. Io non avrei voluto farlo, ma la perversione di Laura mi coinvolse e lo vidi anche come una sorta di risarcimento per il fatto che lui stava violando quello che consideravo di mia proprietà.
Il mio buco posteriore, invece, venne violato soltanto dalle dita di Laura, durante un lungo pompino, che vennero poi sostituite da quelle di Franco. Ma quando lui mi fece capire che avrebbe volentieri ricambiato l’inculata che io gli avevo riservato pochi minuti prima io mi tirai indietro, per la loro delusione. Non capii se anche Francesca rimase delusa da quel mio passo indietro e non ebbi il coraggio poi di chiederglielo quando, tornati a casa, parlammo un po’ di quella esperienza imprevista.
Forse più che altro lei si sentiva in dovere di accontentare il più possibile le voglie dei nostri ospiti, che erano stati così gentili e che ci avevano introdotto nel mondo degli scambi di coppie. Fu forse per quello, oppure semplicemente perché ne aveva troppa voglia, che appena Franco mostrò un po’ di delusione per il mancato accesso al mio culo, lei si prodigò subito per offrirgli nuovamente il suo. E lui fece la sua seconda sborrata dentro alla mia ragazza, dopo una in fica e prima della successiva, in bocca.
Io invece venni una volta in faccia ad entrambe, una volta su me stesso grazie ad un sega coi piedi di Laura, e infine dentro alla sua fica.
Il giorno dopo, in spiaggia, dormimmo quasi tutto il tempo.