Con poca esperienza anche la semplice nudità è già trasgressione.
Era l’estate tra la quarta e la quinta liceo. Avevo appena compiuto di 18 anni. Non avevo ancora la patente. Ero ancora vergine.
Ero al mare, nella solita località in cui andavo da anni insieme ai miei genitori. Lì avevo un gruppo di amici e amiche che rivedevo ad ogni estate e che avevano tutti più o meno la mia età.
Fu durante una serata di cazzeggio in spiaggia che da qualcuno venne fuori una proposta.
“Avete sentito che qui vicino c’è una spiaggia nudista? L’avete mai vista?”
Seguirono vari no e varie battutacce su chi la frequentava.
“Perché non andiamo a vedere com’è?”
La proposta venne in parte presa sul ridere in parte seriamente. A me turbava l’idea di essere nudo davanti ad altre persone, sia in senso positivo che negativo. Mi stuzzicava e nello stesso tempo mi vergognavo. Ma ero anche notevolmente incuriosito dall’idea di vedere altre persone nude e, considerando la proposta, molto attratto dall’idea di vedere alcune delle ragazze della compagnia nude. Per questo motivo ero favorevole a quella proposta ma non lo diedi molto a vedere.
Le reazioni furono prevalentemente scherzose. Nessuno disse apertamente di no, ma nessuno sembrava del tutto convinto. Io stesso non mi mostrai deciso ad andarci ma mi adeguai al clima. Alcune ragazze sembravano possibiliste, altre sembravano scandalizzate. Di fatto prendemmo accordi sull’orario e su dove trovarci il mattino dopo. Ma non era chiaro su l’appuntamento era vero o se fosse tutto uno scherzo.
Veniva preso in giro sia chi dichiarava che non ci sarebbe mai andato (“Non vuoi andarci perché dopo vediamo tutti che ce l’hai piccolo!” con i ragazzi e cose tipo “Sei una suora!” alle ragazze) sia chi mostrava interesse (“Sei un frocio? Guarda che là è pieno di froci, vuoi guardarteli?” ai ragazzi e “Sei una puttana!” alle ragazze).
Alla fine il discorso si esaurì, affogato anche nell’aumentare del tasso alcolico della serata. Ma l’appuntamento era stato di fatto fissato.
Tornando a casa con un paio di miei amici li salutai chiedendo cosa avrebbero fatto l’indomani.
“Ma che ci vuoi andare veramente?” mi chiese uno di loro.
“Beh… mi pare che alla fine si sia detto di andarci, no?” dissi io incerto.
“Ma sei scemo? Ma non ci andrà nessuno, si stava scherzando. Figurati se ci va qualcuno.”
“E se qualche ragazza ci andasse? Stare nudi con loro non sarebbe male…” provai a proporre.
“Ma soprattutto delle ragazze non ci andrà nessuna. Sono tutte delle suore, non si fanno vedere nude da noi.”
“Siete sicuri?”
“Ma sì! Ma poi è un postaccio, pieno di froci. Se vai là te li ritrovi attorno che ti si vogliono inculare.”
Seguirono altre battute da caserma e altre prese in giro a me che avevo anche solo pensato di andare nella spiaggia nudista. Li salutai ma non ero convinto. Nel discorso generale io avevo colto la disponibilità da parte di qualcuno ad andarci. Secondo me i miei amici non avevano capito… oppure si vergognavano molto più di quello che volevano dare a vedere.
La mattina dopo mi alzai presto. Presi la mia bici un po’ scassata dato che al mare solo quella avevo e niente motorino, e decisi di andare nel luogo dell’appuntamento. Poi se non si presentava nessun altro tornavo a casa mentre se altri la pensavano come me…
Arrivai puntuale ai limiti della pineta retrostante la spiaggia. E aspettai fino a convincermi che avevano ragione i miei due amici. Ero l’unico ad aver preso sul serio quella proposta, tutti se ne erano stati a casa e probabilmente erano andati nella solita spiaggia.
Stavo per inforcare la bici per tornarmene indietro quando ci fu una vera e propria apparizione: la Francy e la Kamy. Le accolsi con un gran sorriso.
“Siamo in ritardo!” esclamarono ansimanti dopo la pedalata. “Gli altri sono già in spiaggia?”
Io ridacchiai.
“No. Non c’è nessuno. Non è arrivato nessuno.”
“Ma come? Ieri tutti a fare gli spavaldi che cosa vuoi che sia mostrarsi nudi e poi non sono venuti?” disse Francesca.
“Eh… no.” alzai le spalle.
“Beh, peggio per loro!” commentò Kamila.
Ci incamminammo noi tre dentro la pineta in cerca della spiaggia per nudisti. Io ero al settimo cielo. Ero da solo con le due ragazze più carine della compagnia. Quelle che ero convinto che non sarebbero mai venute. La cosa ironica è che forse anche io, tra i ragazzi, ero quello che tutti avrebbero pensato che non sarei venuto dato che ero stato quello più cauto ieri sera.
Camminavo qualche passo dietro di loro e me le guardavo pregustando il momento in cui le avrei viste totalmente nude. Francesca era molto carina, con un corpo magro, due belle tette e un culetto piccolo ma sodo. Era bionda con capelli molto lunghi e un volto molto carino: un nasetto tondo all’insù e due occhioni azzurri. Kamila invece aveva la pelle molto scura, quasi nera, una chioma di capelli ricci e un corpo più formoso, soprattutto il fondoschiena largo e sporgente. Quell’estate le due ragazze mi avevano colpito perché le avevo viste cambiare dall’anno prima. Mi sembravano diventate donne mature, il loro corpo era cambiato.
Arrivammo in spiaggia. C’era poca gente, in maggioranza uomini, e cercammo un posto un po’ isolato dove stendere i teli. Ci sedemmo su di essi e rimanemmo un po’ lì a commentare la bellezza del posto. Nessuno osò spogliarsi subito del tutto, rimanemmo in costume. Era un po’ imbarazzante l’idea di togliersi tutto, forse più di quello che avevamo pensato. Io, poi, avevo anche un altro problema che volevo si risolvesse prima di togliermi i boxer: avevo il cazzo duro all’idea di vedere la Francy e la Kamy nude, quindi volevo aspettare che si placasse.
“Bisognerebbe spogliarsi.” commentò Francesca.
“Sì, almeno tu.” disse Kamila.
“Perché almeno io?”
“Eh, perché tu sei un maschio. Se non ti spogli passi per un guardone che è venuto in spiaggia a guardare le donne nude.”
“E voi no? Perché voi non sareste delle guardone?”
“Perché i guardoni sono uomini… poi guarda,” disse indicando una coppia in lontananza, “ci sono coppie in cui l’uomo è nudo e la donna solo in topless.”
“Eh, però poi vi spogliate anche voi…” mi lamentai cercando di non apparire patetico.
“Sì, sì. Ma inizia tu intanto.” disse Francesca.
“Dai, noi iniziamo con il topless.” concluse Kamila.
Già vederle in topless sarebbe stato eccitante. Ma anche lo spogliarmi davanti a loro era eccitante. Insomma il mio cazzo non ne voleva sapere di mettersi a riposo.
“Dai, che aspetti?” mi fecero mentre loro iniziavano a slacciarsi il reggiseno.
“Un attimo… c’è un problema.”
“E che problema c’è? Dai.” fece Kamila e, a tette nude, allungò le mani prendendo l’elastico dei miei boxer e iniziando a tirarli in giù.
“No, aspetta…” feci io portandomi le mani sul davanti ma senza bloccare il suo movimento.
Fecero un po’ di fatica a scendere, incastrandosi nel cazzo duro, ma poi riuscì ad abbassarli fino alle caviglie. Io in parte cercai di coprirmi e in parte invece non volevo coprirmi. Il mio cazzo svettava duro. Ero nudo davanti a loro.
“Era quello il problema?” chiese Francesca indicandomelo.
Io annuii e tolsi del tutto le mani da davanti. Ero nudo, avevo il cazzo duro e le due ragazze me lo stavano fissando e ridacchiavano.
“Ecco perché tu sei venuto e gli altri no. Tu di certo non ce l’hai piccolo, gli altri a questo punto forse sì.” commentò Kamila apprezzando dunque ciò che stava vedendo.
Dentro di me c’era un turbinio di emozioni. Un po’ di vergogna, ma tanta tanta eccitazione. Il fatto di essere nudo di fronte a due ragazze non nude, poi, era qualcosa che mi sconvolgeva. Sentivo un vuoto allo stomaco. Sentivo un qualcosa di strano, qualcosa che saliva da dietro alle palle…
Mi buttai a pancia in giù sul telo, sperando inutilmente di fare in tempo prima che se ne accorgessero. Il mio cazzo aveva cominciato ad eiaculare. Avevo avuto un orgasmo così, senza neanche toccarlo, solo per il fatto di essere nudo. Continuai la copiosa sborrata sul telo, con spasmi per tutto il mio corpo. Le ragazze risero e mi chiesero se era tutto a posto.
Ero imbarazzatissimo. Ero venuto così, con niente. Chissà che avrebbero pensato di me. Che ero uno eiaculatore precoce. Neanche me l’avevano toccato e già ero venuto.
“Che fai? Rimani lì.” mi chiesero dopo un po’. Non avevo il coraggio di alzarmi. E poi il mio cazzo neanche si era ammosciato. Mi bastava l’idea che da quella posizione loro mi guardassero il culo nudo per tenermi eccitato.
“Noi andiamo in acqua.” dissero. Le guardai mentre si avvicinavano alla riva. Non si erano ancora tolte il pezzo sotto del costume, ma vederle sculettare in topless era sufficiente per contribuire alla mia erezione.
Quando tornarono su io mi ero messo a sedere. Finalmente il mio cazzo si era messo a riposo. Ma appena loro due furono da me diede di nuovo segni di vita. Cercai di nasconderlo meglio che potevo, ma senza farmi notare troppo.
Si asciugarono, si stesero un po’ al sole. Ancora nessuna delle due si era messa nuda.
“Boh, che si fa. Abbiamo visto com’è questo posto, io direi che si può anche andare via.” disse Francesca.
“Sì.” rispose Kamila.
“No, aspettate. Non vi siete neanche messe nude.”
“E allora?”
“Eh… io invece sì. Cioè voi mi avete visto nudo ed io non vi ho visto.”
“Allora lo vedi che sei un guardone!” mi presero in giro. “Cosa ti cambia. Ne hai viste altre di donne nude qui in spiaggia, non ti basta?”
“Sì, ma voi… cioè voi siete mie amiche… io a voi mi sono mostrato… anzi mi sono anche reso ridicolo…”
“Non eri ridicolo, è stato bello vederti reagire così.” disse Kamila con un sorriso.
“Dai su, ci hai visto in topless, fattelo bastare. Dalla tua reazione poi direi che ti è bastato, no?” mi schernì Francesca.
Non ci fu nulla da fare, ci rivestimmo e ce ne andammo. Non le avevo viste nude.
“Lo raccontiamo agli altri che siamo stati nella spiaggia nudista?” chiese Kamila mentre pedalavamo via.
“Perché no?” disse Francesca.
“Eh, no, almeno questo no.” dissi io.
“Perché?”
“Perché se lo raccontiamo viene fuori che io mi sono spogliato davanti a voi e voi no e poi che io ho sborrato senza che voi faceste niente… insomma verrei preso in giro per sempre.”
“Forse ha ragione…” commento Kamila. “Vuoi che raccontiamo che ci siamo spogliate anche noi?”
“No, no… non c’è bisogno…”
Proseguimmo il percorso in bici. Loro due davanti, io pochi metri dietro. Sentivo che confabulavano tra loro, ma non capivo cosa si dicevano. Arrivati in paese ci fermammo.
“Andiamo in spiaggia dagli altri?” chiesi.
“No, abbiamo deciso una cosa.” mi dissero con aria di chi ha in mente qualcosa di losco. “Vieni con noi.”
Le seguii senza fare altre domande. Andammo a casa di Francesca.
“Non c’è nessuno?”
“No, i miei sono al mare.”
“E che facciamo qui?”
“Ci riposiamo un po’ in giardino, vieni.”
Andammo nel giardino dietro la casa dove c’era una piccola piscina e dei lettini. Francesca era di una famiglia ricca e avevano una bella casa grande. Ci sistemammo. Io ero contento comunque di passare del tempo da solo con loro due, anche se persisteva l’imbarazzo per la scena successa poco tempo prima.
Ad un certo punto loro due sparirono dentro casa e poco dopo mi urlarono di chiudere gli occhi che c’era una sorpresa. Io obbedii e cominciai a sperare, ma non mi volevo illudere.
“Li hai chiusi?” chiesero conferma.
“Sì.”
Le sentii arrivare ridacchiando. Non osai aprire gli occhi per non scontentarle, ma ormai ero convinto di sapere cosa avrei visto e anche il mio cazzo se ne era convinto. Avrei aperto gli occhi e le avrei viste nude…
Splash!
Sentii arrivarmi addosso una gran quantità d’acqua. Mi avevano fatto un gavettone.
“Aaah, stronze!” esclamai zuppo d’acqua aprendo gli occhi ed essendo pronto a scattare verso di loro per punirle, ma…
Ma aprendo gli occhi le vidi. Ed erano effettivamente completamente nude. Con due secchielli in mano che avevano svuotato su di me, ma nude.
Restai imbambolato recedendo da tutti i miei propositi di vendetta. Erano bellissime. Non c’era molta più pelle in vista rispetto a quella che c’era quando le guardavo in costume in spiaggia, eppure l’effetto era dirompente. Non riuscivo a distogliere lo sguardo, non riuscivo a dire niente, non riuscivo neanche a chiudere la bocca o a sbattere le palpebre.
Guardai il pube depilato di Kamila, la sua pelle scura e leggere sfumature di rosa che si intravedevano tra le labbra della figa. Poi guardai invece quello coperto da un fitta peluria quasi rossiccia di Francesca.
“Posso?” domandai con pudore mentre mi abbassavo i boxer. Il mio cazzo era sempre durissimo. Iniziai a toccarmelo. Ero seduto sul bordo del lettino. Le due ragazze erano in piedi davanti a me e non facevano altro che muoversi leggermente. Ogni tanto si portavano un dito alla bocca, oppure si sfioravano il corpo.
Cominciai a segarmelo platealmente davanti a loro.
“Siete bellissime, scusate.” domandai perdono per quello che non riuscivo ad evitare di fare.
Loro si avvicinarono. Si sedettero sui talloni davanti a me. Mi fissavano il cazzo, incuriosite.
Poi schizzai. Uno, due, cinque, dieci schizzi potenti. Tanta sborra. Mai vista così tanta. Alcuni finirono su di loro. Su Kamila in particolare. Il contrasto tra la sborra bianca e la pelle nera.
“Che schifo!” esclamò lei ma scherzava più che dire sul serio.
Poi ci buttammo tutti e tre in piscina. E i nostri corpi nudi si toccarono. E a fine estate io non ero più vergine.
Molto intrigante. Sarebbe bello sapere il seguito
Grazie