Col sesso si possono ottenere tante cose. C’è chi ottiene godimento, chi ottiene un lavoro e chi una nuova consapevolezza.
“Ho fatto una cazzata, vero?” domandai con voce disperata a Elena, l’amica della mia fidanzata.
La situazione era un po’ paradossale. Era sabato sera, Alessia era via da due giorni insieme all’altra amica Caterina. Io avevo passato la notte di venerdì e tutto sabato a rodermi. Alla fine non ce l’avevo fatta e avevo chiamato l’unica persona con cui potevo parlare di questa cosa, l’unica che sapeva oltre a me dove erano andate quelle due.
Erano fuori da venerdì pomeriggio. Erano in barca con un ricco imprenditore. Due ragazze trentenni insieme ad un uomo cinquantenne.
Tutto era cominciato qualche settimana prima: Caterina aveva conosciuto un amico di questo imprenditore. Caterina voleva cambiare lavoro e aveva chiesto se lui glielo poteva presentare. Voleva fare colpo su di lui, voleva conoscerlo, forse anche concedersi per poi avere in cambio un lavoro. Non molto ortodosso come sistema ma Caterina non si faceva troppi problemi. Lei aveva il curriculum per ottenere quel tipo di lavoro, semplicemente cercava una scorciatoia.
L’amico aveva organizzato una uscita, ma servivano altre due amiche. Sì, perché oltre a lui ci sarebbe stato l’imprenditore e un terzo amico e dunque volevano uscire a cena con tre ragazze, tre belle ragazze. Alessia ed Elena si erano così prestate per fiancheggiare l’amica.
Mi ingelosiva che Alessia uscisse con degli uomini, soprattutto in una occasione in cui la sua presenza era richiesta proprio per simulare una uscita che prevedeva una sorta di corteggiamento degli uomini nei loro confronti. Ma Alessia era stata irremovibile. Caterina andava aiutata.
Mi raccontò di una cena piacevole, di un costante flirtare tra loro e gli uomini ma senza che questo portasse ovviamente a niente. L’unico scopo è che Caterina instaurasse un rapporto con il suo futuro datore di lavoro. La ragazza voleva sfruttare il potere che una bella donna ha su un uomo ricco e annoiato. Era disposta anche a scendere a compromessi. Voleva quel lavoro disperatamente.
Alla cena seguì un invito. Un weekend in barca con lui. Ma l’imprenditore quella sera era rimasto affascinato più da Alessia che da Caterina e dunque alla ragazza fece una sola richiesta:
“Perché non porti anche la tua amica Alessia? In tre ci si diverte di più.”
Subito Alessia non mi disse tutto. Fu vaga nel descrivermi l’ipotesi del weekend in barca. Non fu chiaro fin da subito con chi andava. Io insistetti un po’ e lei alla fine confessò. Sarebbero stati solo lei, Caterina e lui.
Io mi alterai. Le negai il permesso di andare. Lei mi rispose che non dovevo darle nessun permesso. Litigammo. Lei mi disse che lo faceva solo per l’amica. Io le chiesi fino a dove si sarebbe spinta per l’amica, e cosa invece era disposta a (non) fare per me.
Poi mi convinse. Non so come ma accettai. Anzi in parte so come mi convinse. Usò il sesso. Non le resistevo e in cambio di promesse sessuali acconsentii alla sua partenza per il weekend.
Poi non dormii la notte, quando lei partì. Pensavo a lei, con lui. Pensavo al fatto che mi stesse tradendo. Ero disperato. Eppure mi veniva il cazzo duro e questo mi alterava ancora di più.
Anche il sabato fu un giorno infernale. Non riuscivo a fare niente, a concentrarmi su nulla che non fosse l’immagine mentale della mia ragazza scopata da uno sconosciuto sulla barca. Sesso in cambio di lavoro, neanche per lei, tra l’altro.
Chiamai così Elena, che era anche amica mia. Mi sentì disperato e venne a casa mia a consolarmi. Mi ascoltò, mi lasciò sfogare. Poi parlò.
“Ma di cosa hai paura?”
La domandà mi spiazzò. Non avevo una risposta precisa. Quella che mi venne mi sembrò assurda nel momento in cui la pronunciai.
“Che Alessia mi lasci.”
“Ma sei scemo? Ma secondo te Alessia ti lascia solo perché una volta va con uno che non le interessa?”
“Quindi è vero? Mi sta facendo le corna con quello? Si sta facendo… scopare?” feci fatica a pronunciare l’ultima parola.
Elena mi guardò con aria di compatimento.
“Dimmi una cosa, se tu in questo weekend avessi fatto sesso con una che non ti interessa minimamente dal punto di vista sentimentale, cambierebbe qualcosa in quello che provi per lei?”
“Uhm… no.” risposi dopo un po’.
“Quindi…” lasciò la frase in sospeso e rimanemmo per un po’ in silenzio.
“Cosa faccio, allora? Come devo fare?” le domandai.
“Non ci pensare. Fai finta di niente. Tornerà da te e sarà tutto come prima.”
“Non ci riesco.”
“Provaci. Pensa ad altro.”
“Non ci riesco. Io già normalmente penso continuamente al sesso, e ora per forza penso a quello e penso a lei, a lei con… quello.”
“E che pensieri fai?”
“Pensieri… assurdi. Non riesco a comprenderli neanche io.”
“In che senso? Cosa vuoi dire?”
“Non so… hai presente cosa vuol dire guardare un porno?”
“Sì, certo.”
“Tu guardi un porno, vedi altra gente che fa sesso e ti ecciti. Vorresti essere uno di loro oppure semplicemente ti eccita vederli. A me succede questo. Ho in testa Alessia che fa sesso… come fosse la protagonista di un porno… e il protagonista non sono io.”
“E questo ti eccita lo stesso?”
“Sì. Dannazione. Non dovrei.”
Elena mi guardò con aria pensierosa, come se mi stesse studiando.
“Ci stai pensando adesso?”
“Sì.”
“Sei eccitato?” mi chiese e mi guardò tra le gambe. Il rigonfiamento era visibile per cui neanche risposi.
Restammo un po’ in silenzio. Poi dopo un po’ lei mi sfiorò con le mani in quella zona.
“Che fai?” le chiesi sorpreso.
“Lasciami fare. Te lo meriti, secondo me.”
Non mi opposi. La lasciai fare. Mi abbassò la cerniera. Infilò la mano e mi prese il cazzo. Dopo un po’ lo tirò fuori abbassandomi i pantaloni. Lo prese in bocca. Un’amica della mia ragazza mi stava facendo un pompino, mentre, con molta probabilità, in quel momento la mia ragazza stava facendo la stessa cosa ad un altro uomo.
Pensai ad Alessia. La stavo tradendo. Lei mi stava tradendo. Non mi sentivo in colpa. Non mi sentivo arrabbiato con lei. L’idea di lei che lo succhiava ad un altro mi eccitò quasi di più del pompino stesso che stavo ricevendo. E quindi sborrai. Elena non si spostò e la ricevette tutta in bocca.
Si tirò su. Mi guardò con aria felice. Fu palese il suo ingoiare tutta la mia sborra.
“Lo fa questo Alessia?” mi domandò languida.
Io scossi la testa.
“Ognuna di noi fa cose nuove e diverse quando lo fa con un altro…” insinuò maliziosa.
Questa ipotesi invece di ingelosirmi mi eccitò ancora di più. E il mio cazzo reagì subito a quel nuovo stimolo.
“Voglio scoparti.” dissi ad Elena.
“Vuoi scoparmi?” mi chiese lei divertita, “Vuoi tradire la tua ragazza?”
“Voglio… scoparti. Non mi interessa il resto.”
“Perché non ti interessa?”
“Perché non è importante ora. Non c’entra niente lei in questo momento. È solo… è solo sesso.”
“Anche per lei sarà così, no?”
“Sì. Anche per lei sarà così.”
“Quindi?”
“Quindi… non lo so, cosa vuoi che dica?”
“Che non ce l’hai con lei per quello che ha fatto.”
“No, non ce l’ho con lei. Ora non mi interessa, voglio solo scoparti.”
Scopammo. Elena fu partecipe e parecchio disinibita. In certi momenti mi sentii in colpa perché mi piacque talmente tanto che ero proprio felice di star tradendo la mia ragazza.
“Non è vero che non ti interessava. Pensavi a lei. Me ne sono accorta.” commentò Elena mentre si rivestiva.
Io abbassai lo sguardo. Era vero. Non volevo ammetterlo.
“Sai cosa vuol dire?” mi chiese.
“No.”
“Che la ami. Scopavi me ma pensavi a lei. E scommetto che pensavi a lei che ti tradiva.”
“In effetti sì.” ammisi.
“Parlale quando torna. Dille che ti piace ciò che ha fatto.”
“Ma non è vero!” protestai. Elena mi guardò con l’aria di chi rimprovera. Non ci fu bisogno di dire altro. Aveva ragione. L’idea di Alessia che faceva sesso con un altro si era trasformata in una perversione eccitante dalla quale non riuscivo a liberarmi.
Ma quando Alessia tornò non riuscii ad affrontare il discorso. Era troppo folle dire alla propria ragazza di essere contento ed eccitato dall’idea che mi avesse tradito. E così contattai Elena. Parlai con lei e le chiesi di spiegarlo lei ad Alessia. Tra amiche su certe cose c’è più confidenza che tra fidanzati.
“Devo dirle anche che abbiamo scopato fra noi?” mi chiese provocatoriamente Elena.
“No! No… non credo che lo accetterebbe… anche per te, sei una sua amica…”
Mi guardò con aria strana, come se ne sapesse più di me su cosa avrebbe accettato la mia ragazza.
Poi una sera, qualche tempo dopo, eravamo a letto. Alessia era sotto di me, girata a pancia in giù. Il mio cazzo entrava in lei, lentamente e profondamente. Lei ansimava ad ogni mio affondo. Andavamo avanti da un po’, tanto che stavo perdendo durezza e consistenza.
“Vuoi sapere cosa ho fatto sulla barca?” mi sussurrò Alessia senza preavviso e senza che ne stessimo parlando o ne avessimo mai parlato. Capii che era stata Elena.
“Sì…” mormorai mentre il mio cazzo riprendeva vigore.
E lei raccontò.
Io dovetti uscire da lei, smettere di scoparla ed evitare anche di toccarmi il cazzo perché le immagini che si formavano nella mia testa erano talmente eccitanti che quasi sborrava da solo.
Lei e Caterina nude a prendere sole, mentre lui conduceva la barca al largo. Completamente nude. Ognuna che spalma la crema solare all’altra, mentre lui guarda. Loro due che, spinte dal suo sguardo famelico, iniziano a baciarsi, prima timidamente, poi con passione. Si toccano. Toccano l’altra. Per entrambe è il primo rapporto saffico. Lui tira fuori il cazzo mentre le osserva. Loro sperimentano il sesso orale su una donna e da parte di una donna. Godono. Caterina che si offre a lui. Vuole in cambio qualcosa. Ma lui vuole anche Alessia, anzi più Alessia di lei. Ma di certo non si lascia scappare la possibilità di scoparsene due. Il patto è abbastanza esplicito. Lui fa promesse a Caterina ma pretende cose anche dalla mia Alessia. Non lo nasconde, lei gli piace di più e soprattutto lei è fidanzata. Lui gode nello scopare le donne altrui. Caterina gli interessa meno anche per questo. E allora la mia fidanzata si posiziona come vuole lui, a pecorina. Caterina spalma la crema sul cazzo di lui, per lubrificarlo. E poi lei stessa lo guida dentro all’amica. In fondo è il primo lavoro che fa per lui. La passione di lui sono le donne sposate e fidanzate, ma non solo. Lui adora scoparle in un certo modo, nel modo più osceno. Alessia urla, in mezzo al mare, tutto il suo godimento. Lui le chiede di me, del cornuto. Lei si eccita a pensare a me mentre lo prende in culo da lui. Lo incita e lo invita a continuare. Intanto Caterina, su indicazione di lui, si è spostata dietro, si è chinata e sta infilando la lingua tra le chiappe di lui. Le due ragazze sono in suo totale controllo. Faranno tutto ciò che vuole. Nessuno si rivestirà più durante la permanenza in barca. Quando lui non le sta scopando, le due ragazze lo fanno tra loro, per esibirsi davanti a lui e per sfogare un desiderio lussurioso che non fa altro che crescere.
Dovette raccontarmelo in più episodi perché ad un certo punto io non resistevo e sborravo. Era meglio di qualsiasi porno potessi aver visto. Solo immaginare ciò che mi diceva mi faceva godere. E poi la fermavo, non volevo continuasse.
Caterina venne assunta nell’azienda dell’imprenditore, che candidamente ammise che probabilmente l’avrebbe assunta comunque, ma ne aveva approfittato. E di certo non era necessario l’intervento della mia ragazza per convincerlo, ma anche in quel caso ne aveva approfittato. Alessia gli piaceva e ancor di più lo attizzava il portarla via, anche se temporaneamente, a me, al suo fidanzato.
“Ho ricevuto l’invito per un altro weekend in barca.” mi comunicò un giorno Alessia. Non stavamo scopando, non era un momento intimo. Lo disse così, di punto in bianco. E non aggiunse altro. Non mi chiese il permesso o anche solo un parere. Era una affermazione, come se volesse solo informarmi di una decisione già presa.
“Tu, lui e… Caterina?” domandai io dopo un po’, incerto su cosa dire.
“No.”
“Solo tu e lui?” chiesi un po’ allarmato.
“No. Io, lui e…” fece una pausa, lunga, durante la quale il mio cervello non riuscì a formulare nessuna ipotesi, tutto il mio sangue stava infatti defluendo in un’altra zona del corpo.
“…io, lui e un suo amico.” concluse.
Non dissi niente. Mi alzai. La presi. La spogliai. In un attimo il mio cazzo stava cercando il pertugio per entrare in lei. La sbattei con foga. Dandole della troia. E godendo entrambi di questo.
Sempre più eccitanti questi racconti!!!
Grazie
Mi sto quasi convincendo a fare un’esperienza simile con mia moglie e un’amico
Sto pensando di fare un’esperienza simile, far scopare mia moglie da un amico e poi farmi raccontare.
Ti auguro di riuscirci
Sarebbe bello che mia moglie facesse un’esperienza simile può mi venisse a raccontare.
Bel racconto. Penso che a molti uomini ecciti avere la donna porca, un po’ troia, che poi siano fantasie o anche realtà cambia poco.
Ed anche per molte donne sentirsi troie e condividere questi stati d’animo piace. Non per forza bisogna realizzare subito le fantasie.
Sono d’accordo
Perfettamente d’accordo.
Anche questo racconto meriterebbe un sequel…
Sono contento che alcuni racconti lascino la voglia di leggerne ancora, un po’ come il sesso migliore che ti lascia la voglia di rifarlo al più presto
Confermo! Un sequel sarebbe il top