La partita

I – lei

mi hai avvisato con un sms: “fatti trovare pronta”. ho indossato il reggicalze mettendo solo dopo le culotte in modo che si possano sfilare lasciandolo su. quelle scarpe col tacco così alte che riesco a portarle solo in casa, solo per fare sesso. sopra una guepiere e dei guanti di seta nera senza dita che arrivano oltre il gomito. ho tirato su i capelli, mi sono truccata in modo pesante. al collo ho messo una fascia elasticizzata.

così mi trovi, sul letto, quando rientri in casa dal lavoro. vengo a gattoni verso di te, ti afferro la cravatta e ti bacio.

II – lei

ti slaccio i pantaloni. sei già duro. mi salti sopra. mi fai sentire la possanza del tuo fisico. mi sfili le culotte. mi giri. mi mordicchi le natiche. mi sali sopra. sento il tuo sesso nell’incavo dei glutei.

fai come per sfilarmi la fascia che ho attorno al collo ma ti fermi in modo che essa copra i miei occhi. ora sono come bendata. non vedo nulla. mi prendi i polsi. mi lascio dominare. mi preparo a sentirmi penetrata.

invece no. non capisco subito cosa stai facendo ma mi leghi i polsi alla testiera del letto. non faccio resistenza. anche quando mi immobilizzi perfino per le caviglie.

III – lui

sei spettacolare così legata sul letto. ti infilo dei cuscini sotto alla pancia in modo che il tuo culo sia spinto verso l’alto, per apparire ancora più disponibile.

“dai prendimi. sono la tua troia. mi hai legato. puoi farmi quello che vuoi. dai, lo sai che mi piace sentirmi così vulnerabile. cosa aspetti? lo vedi il mio culo come si muove? aspetta solo te.”

è dura resisterti. scorgo il buchetto che fa capolino tra i glutei. quasi quasi ne approfitto subito. anche se i miei programmi sono altri. il suono del campanello mi interrompe.

“chi è?” sobbalzi.

IV – lei

vai a rispondere. chi sarà mai? non aspettiamo nessuno. speriamo che non sia una interruzione. mi hai fatto così eccitare.

rientri in stanza. mi vieni vicino e mi parli all’orecchio.

“non te l’ho detto, ma ho invitato i miei amici. ci mangiamo una pizza e ci guardiamo la partita di champions. a te non dispiace vero?”

“cazzo, slegami subito, allora!”

“e perchè? tanto a te la partita non interessa, no? stai qui, dopo torno. non ti preoccupare la porta la chiudo. a loro dico che sei uscita.”

“ma tu sei pazzo! slegami!” cerco di divincolarmi. mi hai stretta bene. oltretutto non vedo niente.

V – lei

ti urlo dietro mentre te ne stai andando. mi dici di fare silenzio, se non vuoi che mi sentano.

rimango lì, nuda, col culo in bella mostra. se qualcuno entrasse vedrebbe proprio un bello spettacolo. sento le vostre voci. non capisco in quanti siete. sento che arrivano le pizze. io avrei anche fame. vi sento esultare e imprecare mentre seguite la partita.

ogni tanto sento passi che si avvicinano, gente che va in bagno passando vicino alla porta chiusa.

sto sicuramente sporcando il cuscino. dalla mia figa continuano a colare gli umori del mio stato di eccitazione che permane.

VI – lei

improvvisamente sento qualcuno che entra nella stanza. sarai tu? una mano sul culo.

“sei bellissima. ti stai annoiando? sento che sei ancora eccitata. vuoi che ti mandi di qua qualcuno?”

“sì stronzo, mandami qualcuno dei tuoi amici, così oltre che stronzo sarai anche cornuto.”

“senti, che ne dici? se perdiamo li faccio venire tutti di qua così ci consoliamo?”

ho dei brividi al pensiero. brividi di piacere.

VII – lei

c’è stato l’intervallo, l’ho capito dal via vai verso il bagno. ogni volta che sentivo la porta del bagno aprirsi sussultavo perchè non ero sicuro se era quella o quella della stanza. poi la partita riprende, ma a un certo punto qualcuno entra nella stanza. “sei tu?” chiedo. sento che sale sul letto, si slaccia i pantaloni. sento un pene spingere contro la mia figa, che istantaneamente si bagna e che si apre per accoglierlo. lo sento molto grosso. mi sembra quasi più grosso del tuo. possibile che sia un tuo amico? non mi tocca quasi, non dice niente. forse sei tu ma mi vuoi lasciare questo dubbio.

con il pollice mi allarga lo sfintere e poi vi sposta lì il cazzo. due o tre colpi e mi riempe l’intestino. troppo breve, ma la sensazione è che non fossi tu. non sapevo avessi un amico più dotato di te. me lo hai tenuto nascosto perchè mi conosci?

VIII – lei

li sento andare via. poi la casa rimane silenziosa.

entri in camera. mi sembri da solo. con un dito mi tocchi l’ano e poi me lo porti sotto il naso.

“sei sporca di sperma.” dici. io ti lecco il dito.

“dimmi di chi è”

“è mio. di chi vuoi che sia?”

“non lo so. non mi sembravi tu. prova a mettermelo nel culo, vediamo se ti riconosco.”

IX – lui

ti scopo ma dura poco. è stato più bello forse tutto il tempo in cui ti sapevo di qua, nuda e indifesa, rispetto alla conclusione.

per completare l’opera di sottomissione nei miei confronti ti faccio risistemare il salotto, così, svestita come sei. stai al gioco e riassetti casa sculettando, in tacchi, reggicalze e guepiere, mentre io mi guardo gli highlights delle partite.

solo alla fine ti prendi una rivincita.

“non eri tu. ce l’aveva più grosso del tuo. grazie per avermelo mandato di là, ma ora mi dici chi è. altrimenti me li faccio tutti finchè non lo trovo.”

3 commenti su “La partita”

  1. Uno stupendo racconto, recuperato dagli archivi.. Non so se è più eccitante pensare che la ‘violazione’ sia avvenuta senza che il fidanzato cuckold ne conoscesse l’autore, o a seguito magari di una scommessa persa tra amici, guardando la partita.. Comunque un tema da rielaborare nei prossimi racconti..

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