Due di Picche, Regina di Cuori

I – lui

passare l’estate come bagnino di salvataggio in una località turistica della costa adriatica mi garantiva un discreto successo con le ragazze, attirate dalla mia figura e dal mio fisico da nuotatore. inoltre le turiste si sentono sempre più libere di trasgredire e sono disponibili anche a storie di una sola notte.

ce ne sono alcune, però, con le quali capita di fissarmi ma da cui non vengo nemmeno preso in considerazione. una di queste era federica, milanese, neanche vent’anni e bellissima. io, che di anni ne avevo venticinque, provai fin dal primo giorno a corteggiarla. mi piaceva tantissimo. ricordo che pensai che il suo corpo e il suo viso sembrava disegnato da milo manara, l’autore di fumetti erotici.

aveva l’ombrellone proprio vicino alla mia torretta di bagnino, per cui potevo osservarla a lungo durante la giornata. era insieme a quella che, di primo acchito, feci fatica a classificare come madre o come sorella maggiore. era la sua fotocopia più vecchia e sembrava non arrivare ai quarant’anni. capii che si trattava in effetti della madre che, evidentemente doveva averla avuta molto giovane.

II – lui

ogni scusa era buona per passare vicino a federica e feci in modo di presentarmi e di parlarci. io ero totalmente rapito da lei tanto che concentrai su di lei tutte le mie energie, ignorando eventuali altre potenziali prede, nonostante fu subito evidente che non mi considerava.

non dico che fossi innamorato perchè i miei scopi non andavano molto al di là del sesso, però mi capitava raramente di essere affascinato in quel modo da una singola ragazza.

arrivai anche al punto di far amicizia con la madre, per apparire ai suoi occhi come affidabile, come se questo potesse avere influenza. come se la madre potesse dire alla figlia: “mi sembra un bravo ragazzo. perchè non te lo porti a letto?”

chiaramente non lo pensavo, ma le stavo comunque provando tutte.

III – lui

dopo una settimana di corteggiamento spudorato riuscii a strapparle una uscita serale, insieme ad un gruppetto di altri ragazzi della spiaggia con cui lei aveva legato e in cui anche io mi ero introdotto.

la andai a prendere nella casa che aveva in affitto e dovetti aspettare che finisse di prepararsi. intanto parlai con la madre di cui ammirai l’aspetto. era anche lei pronta per uscire ed era tiratissima. già ne avevo apprezzato il fisico in spiaggia, ma vestita sexy e da sera era uno spettacolo quasi quanto la figlia. gli anni in più non le toglievano niente.

ad un certo punto, mentre mi chiedeva cosa avremmo fatto quella sera e mi diceva di non riportarla a casa troppo tardi, mi mise in tremendo imbarazzo.

“mi raccomando. fai attenzione.” mi disse. “suo padre era come te. io avevo la sua età e siamo andati in spiaggia e non abbiamo fatto attenzione.”

io diventai rosso e balbettai. “no, no, ma non ho certo intenzione…”

“sono più grande te. conosco vuoi ragazzi. e conosco le ragazze. ci sono passata anche io.”

IV – lui

andammo in giro per la cittadina, fermandoci a bere in uno street bar. dopo le prime bevute cominciò un po’ sciogliersi, abbandonando quella patina di ostilità che aveva sempre avuto. io andai su di giri, pensando che forse sarei riuscito ad ottenere qualcosa.

non so come, probabilmente non per merito mio ma dell’alcool che aveva in corpo, la convinsi a fare un giro noi due soli in spiaggia.

seduti su un lettino, in una zona totalmente buia, cominciai a erodere le sue difese. lei mormorò di un ragazzo che aveva a milano.

dopo cinque minuti, però, ci stavamo baciando in bocca. per me era già molto, ma avrei provato ad andare oltre ad un semplice bacio. con le mani le esplorai il corpo ma lei mi respingeva. andammo avanti così a lungo. sembravamo due adolescenti, semplici baci e lui che cerca di toccarla e lei che si ritrae.

alla fine feci una cazzata. anche io avevo bevuto parecchio, ero stra-eccitato e non mi controllai. mi aprii i pantaloni, estraendo il cazzo duro, e le presi la testa spingendola dalla nuca verso il mio sesso, desiderando che me lo prendesse in bocca.

si oppose. mi diedi uno schiaffo e una spinta. si alzò e scappò via, dandomi dello stronzo e mandandomi a fanculo.

V – lui

per fortuna il giorno dopo lei non si fece vedere sotto l’ombrellone. non avrei saputo come affrontarla. c’era solo la madre e, da come mi salutò, capii che non sapeva nulla di quello che era successo.

in serata le mandai un sms, sicuro che non sarebbe servito a niente, ma in ogni caso volevo chiarire: “vorrei scusarmi per ieri sera. ci possiamo vedere?”

inaspettatamente rispose subito: “ok. vieni da me alle 10.”

mi preparai il discorso da farle. avrei dato la colpa al fatto che ero un po’ ubriaco e avrei provato a ricominciare. ero fiducioso perchè pensavo che lo scoglio più difficile era che lasciasse che ci incontrassimo. pensavo che non avrebbe più voluto vedermi.

VI – lui

suonai il campanello e sentii il cancelletto aprirsi. dalla casa non venivano luci. anche la porta era aperta ma dentro era tutto buio.

“permesso?” chiesi titubante avanzando nel corridoio.

improvvisamente qualcuno mi prese alle spalle. una mano femminile mi coprì gli occhi ed un’altra mi abbracciò alla vita.

“mi perdoni se sono stata io a rispondere al tuo messaggio al posto di mia figlia?” mi sussurrò all’orecchio colei che mi stava abbracciando, premendo i suoi seni sulla mia schiena.

subito non compresi la situazione. lo spavento mi fece andare in confusione.

“guarda che non ho fatto nulla di male con federica. non abbiamo fatto niente.” pensavo che ce l’avesse con me.

“non è per questo che ti ho fatto venire qui…” disse mentre con la mano saliva accarezzandomi il petto.

VII – lui

preso dal desiderio per la figlia non mi ero accorto che la madre aveva messo gli occhi su di me. nel cambio non ci persi nulla, anzi.

“wow. siete subito pronti voi giovani.” disse mentre con la mano era scesa fino a palparmi il cazzo che, capita la situazione prima di me, si era già inturgidito.

infilò la mano nei pantaloni afferrandolo alla base. poi si avviò verso la camera, nella casa in penombra, tirandomi proprio per il pene.

non credo che con la figlia avrei potuto fare qualcosa di paragonabile a quello che mi fece fare durante quella sera. era instancabile e mi fece provare molte posizioni che non avrei neanche mai immaginato.

VII – lui

“non dirmi che sono riuscita a stancarti” mi disse mentre giocherellava con il mio pene che rimaneva morbido nonostante la manipolazione.

“dammi un momento per riprendermi.” chiesi io, quasi implorando.

“no, non voglio aspettare, ma so come risvegliarlo in un istante.” disse maliziosa e si avvicinò al mio orecchio per sussurarci dentro. “sai, è meglio se torna duro, perchè per poter entrare nel mio ingresso posteriore bisogna bussare e poi spingere.”

aveva la mano attorno al mio cazzo che cominciò subito ad indurirsi.

“ingresso posteriore? vuoi dire…”

“sì, voglio dire il culo. hai mai sodomizzato una donna?”

“no, ma ho sempre sognato di farlo. le ragazze con cui sono stato si sono sempre rifiutate. dicevano che ce l’ho troppo grosso.”

“sono giovani ed inesperte. non sanno cosa si perdono. scopa quelle della mia età, nessuna ti dirà di no.”

IX – lui

nel cuore della notte, mentre ero intento a leccarle la figa, improvvisamente mi interruppe.

“ssshh!” mi fece cenno di fare silenzio. dalla finestra aperta si udivano delle voci. una risatina femminile ed un borbottare maschile. andammo alla finestra e spiammo verso il basso. c’era sua figlia insieme ad un ragazzo. si stavano scambiando effusioni.

la madre si inginocchiò davanti a me e me lo prese in bocca. mi gustai il pompino mentre spiavo la figlia che si lasciava toccare fra le gambe dal ragazzo.

improvvisamente sentii qualcosa che premeva sul buco del culo ed un dito si infilò dentro. questo mi fece venire e gli schizzi, inaspettatamente copiosi viste le fatiche della serata, finirono fuori dalla finestra, a pochi metri dai due amanti.

X – lui

il mattino dopo, mentre la madre ancora dormiva nel letto io spiai, rimanendo dentro la camera e guardando dal buco della serratura, la figlia che si aggirava per casa con addosso solo delle striminzite mutandine.

avevo un disperato bisogno del bagno, ma non potevo uscire fin quando c’era lei in casa. quando finalmente uscì mi fiondai dentro per espletare il mio bisogno. non chiusi neanche la porta e venni così sorpreso dalla madre che mi guardò compiaciuta in quel momento intimo. mi trascinò sotto la doccia e riprendemmo da dove ci eravamo fermati la notte prima.

federica rimase un traguardo irraggiungibile ma non rimpiansi mai quel due di picche.

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