30 e lode

I – lei

quando arrivò la nuova inquilina, a settembre, all’inizio di un nuovo anno accademico, fu subito chiaro che ci avrebbe movimentato la vita. elena era una ragazza molto bella, un fisico da velina, un visetto impertinente e lunghi capelli lisci neri. ma soprattutto si mostrò subito simpatica e vitale, travolgente e priva di inibizioni, allegra ed esibizionista.

non che noi due, io e sara, fossimo bigotte o inibite, ma la carica di elena all’inizio ci travolse un po’. tra noi amiche capitava di parlare di sesso, ma mai prima di allora avevamo passato serate a parlare di vibratori, di tecniche masturbatorie, di ragazzi in maniera così esplicita. elena contribuì decisamente alla nostra emancipazione sessuale.

lei lo faceva in maniera molto naturale, non sembrava forzata. ma non era diversa da noi, semplicemente evitava di essere condizionata dalle sovrastrutture dell’educazione repressiva.

II – lei


altra cosa che per lei era del tutto naturale era la nudità. grazie alla fine estate ancora calda ci abituammo presto a vederla girare per casa con indosso soltanto uno striminzito perizoma. aveva un corpo perfetto ed era un piacere ammirarla anche per noi che non avevamo tendenze lesbo. pian piano anche noi ci abituammo ad avere meno pudore finchè stavamo in casa, fra amiche.

elena, inoltre, si stendeva sul balconcino a prendere il sole come mamma l’aveva fatta. non sappiamo se regalò gioia a qualcuno. gli unici che potevano vederla erano gli abitanti di alcuni palazzoni un po’ lontani.

in compenso, una volta, rese felice un nostro amico che, capitato a casa nostra per caso, se la vide passare davanti con indosso solo delle mutandine a vita bassa e un reggiseno a balconcino. questo fatto la rese subito leggendaria fra i nostri amici con i quali però elena cercò di evitare altre esibizioni per non creare problemi.

anche con i nostri rispettivi fidanzati evitò sempre di mettersi in mostra, per non creare gelosie o turbamenti nei nostri rapporti. era una buona amica, non era stupida e sapeva benissimo che il suo libertinaggio poteva creare disagi nelle altre persone.

III – lei


una volta che l’avevo vista totalmente nuda avevo fatto un apprezzamento al fatto che si depilava completamente. le dissi che mi sarebbe piaciuto anche a me farlo. si offrì subito di darmi una mano a farlo. sara si unì a noi, indecisa se imitarmi.

“vedrai che anche il tuo ragazzo apprezzerà molto” mi disse facendomi l’occhiolino.

ci posizionammo in bagno e lei, con molta maestria, mi rasò il pube rendendolo del tutto liscio. nel farlo spiegava a sara le mosse che faceva.

“toccati, goditi questa sensazione. la prima volta che ti depili è unica. le altre volte è meno intensa.” mi consigliò amorevolmente, iniziando lei, senza chiedere nulla, a toccarmi. la lasciai fare e mi portò in un attimo ad un orgasmo. non ci fu imbarazzo fra noi. pian piano grazie ad elena venivano abbattuti tanti muri di intimità fra noi. avevo avuto il primo orgasmo provocatomi da una donna e davanti a un’altra mia amica.

IV – lei

“ora girati, che facciamo anche il dietro” mi ordinò elena quando mi ripresi.

“dietro? e perchè?”

“vuoi mettere la differenza di farti leccare il buchetto totalmente depilato?”

la guardai un po’ interdetta.

“non mi dirai che non ti fai leccare il culo dal tuo ragazzo?” domandò lei, sinceramente stupita. “è un ottimo modo per prepararsi alla penetrazione.” aggiunse. poi guardandomi capì: “cioè, vuoi dire che non ti fai scopare nel culo?”

“no…” ammisi quasi vergognandomene. “giusto un dito, qualche volta.”

“cara mia, non sai cosa ti perdi. mi dispiace anche per lui.” scosse la testa. “e tu?” disse rivolta a sara, dalla cui espressione capì subito la risposta. negativa.

V – lei

nel primo semestre vedemmo passare da casa nostra una dozzina di ragazzi diversi. e sicuramente ce ne perdemmo qualcuno visto che lei, venendo da più lontano di noi, si fermava quasi tutti i weekend. li rimorchiava in università, oppure nel locale dove lavorava come barista alcune sere alla settimana.

le sottili porte del nostro appartamento da studenti facevano fatica a contenere i rumori delle altre stanze. mi capitò più di una volta di masturbarmi, nel letto, ascoltando elena che scopava, con il fusto di turno. il giorno dopo, a volte, scherzosamente, lei con noi assegnava un voto e decantava o scherniva le capacità amatorie del partner della sera prima.

rimanemmo stupite quando un tipo, forse il più bruttino e anonimo che avesse mai portato, scavalcò nella graduatoria il tipo rasta di colore.

“aveva delle doti nascoste.” ci giurò lei, per giustificarne il voto. “le avevo verificate nel bagno del pub, prima di portarlo qui.”

VI – lei


una domenica tornai in città molto prima del solito perchè dovevo studiare. sapevo che in casa ci sarebbe stata elena, ma non avrei mai pensato di assistere alla scena che mi si presentò quando entrai in casa.

elena era insieme ad un tipo, molto carino e piuttosto palestrato. erano entrambi nudi, in cucina. stavano bevendosi un caffè. io mi scusai, imbarazzata. elena chiaramente non diede segno di essere seccata dalla mia intrusione. anche il tipo fu molto tranquillo e si coprì distrattamente il sesso con un mano, gesto che però non fece altro che attirare la mia attenzione su ciò che solo parzialmente nascondeva. ce l’aveva a riposo eppure aveva dimensioni che, ad occhio, sembravano pari a quelle del mio fidanzato da eretto. indugiai, forse troppo a lungo, con lo sguardo nelle sue parti basse.

andai in camera mia, li sentii che finirono tranquillamente il loro caffè conversando e ridendo. poi vidi, con la coda dell’occhio, che passarono davanti alla mia porta. elena lo trascinava tirandolo per il pene.

misi la musica alta e provai, inutilmente, a studiare. i miei pensieri erano rivolti a tutt’altro che i libri.

VII – lei


il mattino dopo la casa era in silenzio. “elena deve essere andata a lezione” pensai. mi diressi in bagno, nuda come ero, ormai avevo adottato anche io questa abitudine.

ancora assonnata aprii la porta e rimasi di sasso. in bagno c’era il ragazzo del giorno prima. con lo stesso abbigliamento del giorno prima: ovvero nudo. stava pisciando. il mio sguardo si fissò inevitabilmente sul suo sesso penzolante dal quale usciva il getto di urina. con molto ritardo mi voltai, chiedendo scusa.

non c’è problema” disse lui tranquillo, “scusami tu, il bagno è tuo.” sentii tirare l’acqua. poi, rimanendo girata, sentii un sciaquio. si stava lavando sul bidet.

puoi anche girarti. non mi vergogno.” disse ed io, incapace di oppormi ai miei desideri, non esitai a farlo. lo guardai mentre si stava asciugando il sesso, sbattendolo qua e là. ce l’aveva davvero lungo e grosso. mi si avvicinò. ci guardammo un attimo negli occhi poi il suo sguardo seguì il mio che era calamitato verso il basso.

lo vuoi toccare?” mi chiese quando fu a pochi centimetri da me.

VIII – lei


ero stesa nel letto. lui se ne era andato così come la mattina che avrei dovuto dedicare allo studio.

ripensai a ciò che avevo fatto. mi ripromisi di chiedere a elena il voto che aveva assegnato a lui. per capire, nella sua scala, a cosa equivaleva quello che per me era stato un 30 e lode. a lei lo avrei detto, sicura che non se la sarebbe presa, ma mi avrebbe solo elogiato. per lei erano solo amanti di letto, per una notte o poco più.

al mio fidanzato invece non avrei detto niente. non avevo programmato di tradirlo, eppure era successo. e la cosa strana era che non mi sentivo in colpa. forse era l’euforia che avevo in corpo. forse più tardi avrei avuto un rimorso, ma per ora sentivo in me solo un piccolo scrupolo. sentivo di avergli fatto un torto che non era tanto il tradimento, ma bensì il fatto che avevo concesso a questo amante sconosciuto una cosa che non avrei potuto più concedere al mio fidanzato.

il mio ragazzo era stato per me il primo. a lui avevo concesso la mia verginità, ma non poteva più essere il primo a prendersi anche la seconda verginità. avevo concesso il culo a questo amante superdotato. lui ci aveva provato ed io, sentendomi eccitata come non mai, non mi ero tirata indietro. era andata benissimo, a dispetto delle dimensioni che mi intimorivano.

IX – lei

“ieri mi sono sentita con 30 e lode” mi disse qualche tempo dopo elena, usando il nomignolo che quel ragazzo aveva acquisito in casa, dopo la mia confessione.

“e mi ha fatto una proposta…” aggiunse. “ha detto che la prossima settimana è il suo compleanno. ha chiesto se gli faccio un regalo. anzi, ha chiesto se gli facciamo un regalo…”

ci guardammo, c’era anche sara.

“vuole noi due? insieme?” chiesi quello che era ovvio.

“penso che anche tutte e tre non gli farebbe schifo.”

sara, che ci aveva sentito parlare a lungo di questo ragazzo, e che veniva da un periodo negativo con il proprio compagno rispose con un sorriso che diceva tutto.

“ragazze però vi avviso.” ci disse elena. “con un uomo e tre donne è inevitabile dover fare cose anche solo fra noi… per me non c’è nessun problema, non so per voi…”

ci guardammo. non dicemmo nulla. chi tace acconsente.

X – lei


effettivamente, nonostante la prestanza fisica di mister 30 e lode, dopo un po’ si avvertì la abbondanza di orifizi rispetto a chi poteva penetrarli.

iniziammo la serata con uno spettacolino lesbo che, devo ammettere, provammo già le sere prima per evitare imbarazzi. poi ci posizionò in ginocchio sul divano, una a fianco all’altra, e ci scopò a turno, in entrambi i buchi.

in seguito io e sara lo rianimammo, contendendoci a colpi di lingua il suo cazzo, mentre elena gli andò dietro stimolandogli l’ano con la lingua. fu lì che ebbe la buona pensata di andare a prendere alcuni dei suoi vibratori, inaugurandone l’uso, con mia sorpresa, non tra di noi, ma infilandone uno su per il culo dell’uomo. fu eccitante apprezzarne la reazione direttamente dall’indurimento ulteriore del suo sesso. mi ripromisi che avrei dovuto sperimentare la cosa anche con il mio ragazzo sperando che, dopo la concessione del culo, non si insospettisse troppo per questa mia ritrovata porcaggine.

a fine serata, scherzando fra noi, chiedemmo a sara se confermava anche lei il mio giudizio.

“no. per me non ha superato l’esame. deve tornare…” ridemmo.



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