Verità alternative

Tutta la verità, nient’altro che la verità che uno vuol sentirsi dire.

“Pronto?”

“Ciao, amore, sono io.”

“Ciao, cosa c’è?”

Ero al lavoro, mia moglie era a casa. Da un po’ di tempo era senza lavoro.

“Niente… ti ho chiamato così… volevo sentirti… come va?”

“Sto lavorando…”

“Eh lo so… io invece sono qui a casa…”

“Lo so. Non hai niente da fare?”

“No, mi sto annoiando…”

“Mi spiace…”

“Vuoi sapere come mi sto annoiando?”

“In che senso?”

“Vuoi sapere dove sono, come sono?”

“Ok, però… dimmi che fra poco ho un impegno.”

“Ok, amore, faccio presto, volevo solo un po’ di compagnia… sono a letto.”

“Sei ancora a letto?”

“Sì… sono a letto… e vuoi sapere come?”

“Come, in che senso?”

“Sono nuda…”

“Ah…”

In mezzo alle mie gambe qualcosa diede segni di vita. Non era quello il luogo, ma sentire la voce calda di mia moglie che mi diceva quello e che chiaramente voleva un po’ giocare su quella situazione mi eccitò all’istante.

“Mi stavo annoiando e stavo pensando… stavo facendo strani pensieri e…”

“E?”

“E mi stavo toccando…”

“Dai non dirmi così… sono al lavoro…”

“E allora?”

“E allora non posso… diciamo così… godermi come vorrei il pensiero di te a letto… nuda…” deglutii nervosamente prima di pronunciare l’ultima parola.

“Ti è venuto duro?”

“Sì.”

“Bene. Sono contenta. Era proprio la reazione che volevo provocarti. Stavo proprio pensando al tuo cazzo duro. Lo vorrei qui. Ora. Mi sto toccando in questo momento. Ho le dita nella fica.”

“Dai, smettila…”

“No, non riesco, è tutta la mattina che sto pensando al sesso e che mi masturbo…”

“Vorrei essere lì…”

“Anche io vorrei che tu fossi qui, vorrei che ci fosse qui qualcuno, uno con un cazzo duro.”

“Qualcuno? Vorrai dire che vorresti che io fossi lì…”

“Sì, ma…”

“Ma?”

“Ma mi andrebbe bene un cazzo qualunque. Ho voglia di cazzo. Non importa chi…”

“Come sarebbe a dire non importa?”

“Infatti ti ho chiamato anche per questo.”

“Per cosa?”

Mi sistemai il cazzo nei pantaloni perché non voleva starci.

“Stavo pensando di chiamare qui qualcuno…”

“Cosa vuoi dire?”

“Volevo chiederti se eri troppo geloso se la tua mogliettina passava il tempo con qualcun altro, così, per annoiarsi di meno, per svagarsi un po’… tu non ci sei mai…”

“Ma stai scherzando? Dai, non mi prendere in giro… e poi… chi mai potresti chiamare?”

“Beh, qualcuno in mente ce l’ho…”

“Come? Cosa stai dicendo? Di chi stai parlando?”

“Non so… quel tipo che ti dicevo che mi veniva dietro in palestra, secondo me se lo chiamo viene…”

“Dai, non è divertente…”

“Ah no? Non ti piace? Ti si è ammosciato a sentire la tua mogliettina che ha voglia di essere scopata da un altro?”

“Ehm…”

“Eh? Dimmelo. Se non ti piace quello che ti sto dicendo smetto. Se non sei più eccitato non te lo dico più. Dimmi, ce l’hai ancora duro?”

“Ehm… sì.” ammisi a malincuore.

“Allora ti piace pensare a quello che ti sto dicendo.”

“Sì, ma…”

“Ma cosa?”

“Sì, mi piace immaginarti lì a letto… nuda… pensarti che stai scopando… con uno… mentre io sono al lavoro…”

“E allora…”

“Però non farlo veramente…”

“Perché?”

“Come perché? Sei mia moglie… non puoi tradirmi.”

“Non posso? Neanche se ti eccita sentirmi dire che lo farò?”

“No…”

“Hai una riunione adesso?”

“Sì.”

“Hai il cazzo duro?”

“Sì.”

“E come fai ad andare in riunione con il cazzo duro?”

“Eh… cercherò di placarlo prima.”

“E come farai?”

“Ehm… andrò un attimo in bagno.”

“A segarti?”

“Sì.”

“Che bello! Penserai a me mentre ti seghi?”

“Certo.”

“A cosa penserai? A me che sono qui nuda nel letto che mi tocco?”

“Sì.”

“Oppure penserai a me nuda nel letto mentre vengo scopata da un altro?”

“Dai…”

“Dimmelo, quale pensiero userai per essere certo di svuotarti per bene prima della riunione?”

“Ehm… il secondo…”

“Cioè?”

“Cioè penserò a te… insieme a un altro.”

“Bravo, fai bene perché… è quello che succederà…”

“Smettila…”

“Ok.”

“Dai, devo andare, adesso. Ci vediamo stasera.”

“Eh, no, stasera no, ti ricordi che esco con Giulia.”

“Ah, ok. Quindi dopo, quando torni.”

“Sì. Comunque ti lascio qualcosa per cena.”

“Grazie.”

“Allora, buon lavoro e buona sega. Ciao, ti amo.”

“Anche io. Ciao, grazie e tu buon…”

“Dai, dillo.”

“Ehm, buona scopata.”

“Ahaha, ciao amore!”


Rientrai a casa tardi quella sera. Trovai la tavola apparecchiata con sopra un bigliettino che mi spiegava cosa potevo scaldare o tirare fuori dal frigo. Sotto alle scritte sul foglietto di carta era impresso un bacio col rossetto.

Prima di mettermi a cenare andai in camera. Il letto era rifatto, perfettamente. Sollevai coperta e lenzuolo e annusai. Sapeva tutto di pulito. Andai in bagno. Nell’aria c’era ancora un po’ di umidità e il leggero profumo del bagnoschiuma di mia moglie. Si era fatta una doccia prima di uscire con la sua amica.

Rovistai nel cesto dei panni sporchi. C’erano le lenzuola che aveva cambiato. Le tirai fuori e le annusai. Non erano sicuramente pulite. Sembravano umide in certi punti. Sembrava l’odore di lei, dei suoi umori. Si era masturbata quella mattina, probabilmente le aveva bagnate. Oppure… addirittura… forse non scherzava del tutto quella mattina al telefono.

Notai qualcosa che era caduto tirando fuori le lenzuola. Erano delle mutandine viola, di quelle che lei usava nelle occasioni speciali, non certo tutti i giorni. Le annusai. Erano umide. Erano state usate quel giorno stesso.

Rimisi tutto a posto. Mi alzai e mi guardai allo specchio. Mi passai una mano sulla testa, scompigliandomi i capelli. Come se volessi sentire se mi erano cresciute le corna.


Non le avevo dato quasi tempo neanche di salutarmi appena rientrò in casa quella sera. L’avevo sentita arrivare, le avevo aperto la porta e l’aspettavo appena dentro. La baciai appassionatamente appena entrò.

“Mi mancavi.” le dissi. Poi mi inginocchiai, le sollevai la gonna, le abbassai le mutande e mi misi a leccarle la fica. Lei appoggiò entrambe le mani sulla mia testa ed emise un lungo gemito.

“Anche tu.” aggiunse.

Finimmo in un attimo a letto a scopare. Un amplesso focoso e impaziente. Poi ad un certo punto ci ritrovammo con lei stesa a pancia sotto ed io sopra con il cazzo puntato contro i suoi orifizi. In quel momento mi fermai un attimo.

“Hai cambiato le lenzuola oggi.”

“Mm-mh”

“Le ho visto nel cesto della roba sporca.”

“Mm-mh”

“E ho visto anche un paio di mutande… che di solito non metti.”

“Sì. E allora?”

“Cosa hai fatto oggi?”

“Te l’ho detto, mi annoiavo e…”

“E cosa?”

“Tu cosa speri che io abbia fatto?”

“Non conta cosa spero io, voglio sapere cosa hai fatto.”

“Potrei dirti qualunque cosa. Potrei dirti che mi sono vestita sexy, con quelle mutande, perché mi eccitava farlo e ho continuato a masturbarmi così, tutto il giorno. Oppure potrei dirti che le ho indossate per accogliere il ragazzo che ho chiamato qui a casa e da cui mi sono fatta scopare tutto il pomeriggio.”

Dopo aver detto questo allungò una mano e mi afferrò il cazzo.

“Potrei dirti tutto e tu non avresti modo di sapere se mento o se dico la verità. Per questo ti dirò quello che vuoi sentirti dire…”

“Ma… io…”

“Ssssh, non c’è bisogno che parli. Ti lascio scegliere in un altro modo. Ora ti inizierò a raccontare il mio pomeriggio, ma se vuoi la prima versione mi devi scopare nella fica, mentre se vuoi la seconda versione puoi usare il secondo canale, come viene chiamato.”

“Cazzo… io, io volevo la verità e io penso che la verità sia la prima versione…”

“E allora sai cosa fare…”

“Ma io ho voglia di scoparti il culo.”

“Allora accomodati… è la stessa cosa che mi ha detto lui, tra l’altro…”

A quella frase persi il controllo e in un attimo affondai la spinta, prendendola anche un po’ di sorpresa e facendole probabilmente un po’ male vista la poca delicatezza. Ma ero troppo eccitato e lo era anche mia moglie per cui in attimo ci assestammo ed il mio cazzo cominciò a regalarle piacere entrando e uscendo dal suo ano elastico. Il tutto mentre lei mi raccontava come aveva subito lo stesso trattamento poche ore prima da parte di un altro uomo che io neanche conoscevo.

Le sborrai nel culo tutta l’eccitazione accumulata durante quella giornata nella quale non avevo fatto altro che pensare a lei e a cercare di capire quale fosse la verità. O meglio non la verità dei fatti, ma quella che io speravo fosse la verità. Non sapevo né l’una né l’altra anche se mentre ero dentro al culo di mia moglie ero sicuro di averlo capito.

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