Donna in carriera
Farsi comandare per superare l’ansia di dover comandare
A cena Era una nostra ricorrenza importante e le avevo detto che l’avrei portata a mangiare in un bel ristorante. “Vestiti bene, Ary.” le avevo suggerito in modo ammiccante. Lei sapeva che questa mia richiesta significava che volevo si vestisse in modo sexy e un po’ provocante, chiaramente in maniera adeguata al contesto in cui
Me l’ero immaginata diversa, ma è sempre bello quando la realtà supera in qualche modo l’immaginazione
Ripubblico il primo racconto lungo scritto nel 2018 Capitolo 1 Era la terza volta in pochi minuti che il mio telefono vibrava. Lo sollevai per sbirciare chi fosse il chiamante. Sullo schermo compariva un’unica lettera: P. Presi il telefono in mano e mi alzai. “Scusate, devo rispondere.” farfugliai mentre mi affrettai ad uscire dalla stanza.
Ero riuscito ad entrare in un esclusivo circolo sportivo romano, di quelli frequentati da gente importante, grazie all’invito della mia amica Lavinia, ricca figlia di nobiltà capitolina. Ero lì con lei con uno scopo preciso: trovare qualcuno disposto ad aiutarmi in un mio progetto, una idea imprenditoriale che avevo. Avevo bisogno di appoggi per riuscire a farlo, aiuti finanziari ma anche appoggi politici. Io ero giovane e non ero nessuno. Avevo bisogno di qualcuno che potevo trovare solo in quel posto.
Fu un periodo strano quell’estate dei miei quarantasette anni. Ero da poco rimasta senza lavoro mentre il mio compagno Giorgio proprio in quel periodo doveva seguire un cantiere all’estero e quindi stava via per settimane. Erano quasi sei anni che stavamo insieme, ma non eravamo sposati. Lui aveva cinque anni più di me e un figlio, Omar, di vent’anni avuto con la sua ex moglie. Omar viveva insieme al padre e quindi con me. Anche Omar non aveva un lavoro e aveva deciso svogliatamente di provare ad iscriversi all’università. In quella estate, dunque, io ed il ragazzo ci ritrovammo a casa entrambi senza molto da fare.
Quell’appuntamento rimediato su Tinder non l’avevo rivelato neanche alla mia amica più stretta a cui raccontavo tutte le esperienze che avevo con ragazzi conosciuti tramite quell’app. Non sapevo bene perché non glielo avevo detto, forse perché non sembrava essere un appuntamento come gli altri perché lui non si era presentato come gli altri.