Donna in carriera
Farsi comandare per superare l’ansia di dover comandare
Quella volta che l’ho detto Sono steso nudo sul letto a pancia in giù. Sono sudato, fa caldo anche perché abbiamo spento l’aria condizionata della stanza per aprire un po’ la finestra. Il mio respiro sta tornando normale, dopo lo sforzo fisico. Da fuori giungono i rumori della gente nella piazzetta sottostante, piena di locali
A cena Era una nostra ricorrenza importante e le avevo detto che l’avrei portata a mangiare in un bel ristorante. “Vestiti bene, Ary.” le avevo suggerito in modo ammiccante. Lei sapeva che questa mia richiesta significava che volevo si vestisse in modo sexy e un po’ provocante, chiaramente in maniera adeguata al contesto in cui
Me l’ero immaginata diversa, ma è sempre bello quando la realtà supera in qualche modo l’immaginazione
Ero riuscito ad entrare in un esclusivo circolo sportivo romano, di quelli frequentati da gente importante, grazie all’invito della mia amica Lavinia, ricca figlia di nobiltà capitolina. Ero lì con lei con uno scopo preciso: trovare qualcuno disposto ad aiutarmi in un mio progetto, una idea imprenditoriale che avevo. Avevo bisogno di appoggi per riuscire a farlo, aiuti finanziari ma anche appoggi politici. Io ero giovane e non ero nessuno. Avevo bisogno di qualcuno che potevo trovare solo in quel posto.
La stessa modalità, a parti invertite. Le avevo lasciato le istruzioni e l’avevo trovata diligentemente in posizione nel momento in cui ero entrato nella camera d’hotel, lo stesso hotel, che avevo prenotato.
Quell’appuntamento rimediato su Tinder non l’avevo rivelato neanche alla mia amica più stretta a cui raccontavo tutte le esperienze che avevo con ragazzi conosciuti tramite quell’app. Non sapevo bene perché non glielo avevo detto, forse perché non sembrava essere un appuntamento come gli altri perché lui non si era presentato come gli altri.