superdotato

Do ut des

Ero riuscito ad entrare in un esclusivo circolo sportivo romano, di quelli frequentati da gente importante, grazie all’invito della mia amica Lavinia, ricca figlia di nobiltà capitolina. Ero lì con lei con uno scopo preciso: trovare qualcuno disposto ad aiutarmi in un mio progetto, una idea imprenditoriale che avevo. Avevo bisogno di appoggi per riuscire a farlo, aiuti finanziari ma anche appoggi politici. Io ero giovane e non ero nessuno. Avevo bisogno di qualcuno che potevo trovare solo in quel posto.

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Scambio di potere

Il taxi mi lasciò di fronte all’ingresso del ministero. Scesi stando attenta a dove appoggiavo i tacchi a spillo sui sanpietrini e poi mi diressi sculettando incerta verso la portineria. Mi chiesi cosa pensasse il tassista e cosa pensassero le guardie nel vedere una bella donna agghindata come per una serata di gala avvicinarsi ad uno dei palazzi del potere nazionale. Probabilmente erano abituati a vederne di ogni, in quanto ingranaggi di basso grado di un sistema non immacolato.

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