Erano giorni caldi.
Mi svegliai che forse il sole non era ancora sorto. La stanza dell’agriturismo in cui alloggiavo insieme alla mia ragazza era nella penombra. Mi alzai, nudo com’ero, e indossai nel buio la prima cosa che trovai: un paio di pantaloncini e un paio di ciabatte. Uscii dalla stanza ed andai fuori in giardino. Erano i giorni più caldi dell’anno e già a quell’ora si stava più che bene seminudi all’aria aperta. Passeggiai fino alla piscina che era più in basso lungo il pendio della collina e nascosta dagli alberi. Arrivai lì e ovviamente non c’era nessuno. Tutti dormivano, ospiti e gestori di quella struttura di villeggiatura.
L’acqua della piscina era calma e pulita. Molto invitante. Mi venne voglia di fare un bagno. Mi guardai attorno. Non mi avrebbe visto nessuno. Dunque potevo anche farlo, cioè potevo togliermi i pantaloncini e tuffarmi nudo nell’acqua. Dopo qualche esitazione lo feci e mi sentii decisamente libero. Era molto piacevole nuotare nudi e lo era ancora di più farlo in un luogo in cui normalmente non avrei potuto farlo. Mi godetti alcuni minuti nell’acqua, attento che non scendesse qualcuno dall’agriturismo. Pensai che poi non avevo nulla con cui asciugarmi, che avrei bagnato i pantaloni, ma pazienza.
Fu tutto molto rapido: sentii alcuni passi e improvvisamente comparve da sotto una persona. Io controllavo che nessuno scendesse dalla stradina per arrivare alla piscina e invece qualcuno era sceso prima di me e ora stava risalendo. Era una donna, una delle ospiti dell’agriturismo, evidentemente anche lei molto mattiniera come me. L’avevo notata la sera precedente, era una bella donna, con diversi anni più di me.
“Buongiorno.” mi disse quando mi vide dentro l’acqua. Io risposi e mi affrettai a spostarmi contro la parete della piscina per non far vedere che ero nudo. Sperai che lei tornasse subito su. E invece si fermò a bordo piscina, sedendosi su uno dei lettini.
Scambiammo due parole. Sulla bellezza del posto, sul caldo di quei giorni, sulla pace che c’era in quel momento, di mattino presto. Io stavo aggrappato al bordo, vicino a lei che quindi non poteva vedere la parte inferiore del mio corpo. Quella condizione di nudità segreta e a rischio di essere scoperta aveva intanto causato una reazione non prevista del mio corpo. Mi era venuto duro.
Intanto il sole era sorto e i suoi raggi ci illuminavano. Più tempo passavo lì e più rischiavo che arrivasse qualcuno, magari qualcuno dell’agriturismo per preparare la piscina per gli ospiti. Dovevo uscire e farmi vedere soltanto da quella donna era probabilmente meglio che anche da altri. Lei non sembrava avere intenzione di tornare subito in camera, quindi non potevo aspettare.
“Ehm, scusa… io dovrei uscire dalla piscina…” le dissi interrompendo la conversazione.
Lei mi guardò stupita, non capendo giustamente perché glielo dicessi.
“E… esci.” mi disse alzando le spalle.
“Sì, è solo che, ecco, vedi… quando mi sono tuffato non c’era nessuno e non pensavo arrivasse nessuno e quindi… non ho il costume… non ho niente addosso…”
“Ah…” rispose lei “Ok. Quindi vuoi che mi giri e non ti guardi mentre esci?”
“Sì. Cioè. Lo dico per te. Magari non vuoi vedere uno che esce così dalla piscina…”
Lei mi guardò. Sorrise. Era molto affascinante, avrà avuto circa quarant’anni, quindi almeno una decina abbondante più di me.
“E se invece volessi vedere?” mi disse con un sorrisetto diabolico.
Io non avevo in fin dei conti troppi problemi a mostrarmi nudo, non avevo nulla di cui vergognarmi, anzi. Il mio cazzo all’idea di farsi vedere da una così bella donna reagì indurendosi ancora di più. Però, ecco, proprio a causa della mia erezione forse avrei dovuto evitare.
“Quindi?” insistette lei. Sembrava divertita dalla situazione.
Aspettai un attimo, ma ogni minuto che passava il rischio che arrivasse qualcun altro aumentava ed era meglio farsi vedere solo da lei, anche se il mio cazzo non accennava a sgonfiarsi, anzi.
Nuotai fino alla scaletta e cominciai a risalire. Diedi a lei una rapida occhiata. Mi stava guardando. Sicuramente aveva visto il mio cazzo dritto. Appena salito mi venne istintivo coprirlo un po’ con le mani mentre andavo verso i miei pantaloncini che erano appoggiati al lettino al fianco di quello dove era seduta la donna.
“Puoi anche non coprirti. Ho già visto quello che c’era da vedere. E non vedo perché nasconderlo.” mi disse maliziosa.
Io mi fermai davanti a lei. Tolsi le mani e lasciai che il mio cazzo, più duro che mai, fosse in bella vista.
Ero tutto bagnato e un breve refolo di vento mi fece venire i brividi.
“Non ci siamo neanche presentati.” disse lei porgendomi la mano. “Io sono Anna.”
Allungai la mia mano avvicinandomi così ulteriormente a lei e dicendo il mio nome. Lei mi tenne la mano per qualche secondo in più del normale e poi mi guardò negli occhi dal basso verso l’alto. Restammo così qualche istante. Poi Anna si piegò in avanti e aprì la bocca. Il mio cazzo finì subito tra le sue labbra.
“A… aspetta.” dissi io quasi subito tirandomi indietro e appoggiando le mani sulle sue spalle per staccarla da me.
“Non ti va?” chiese lei con aria innocente.
“No è che… cioè… tutta questa situazione… questo tuo gesto… sono troppo eccitato e sto già per venire…”
“Be’, non abbiamo poi tutto questo tempo…” disse lei e si piegò di nuovo in avanti per riprendere il mio cazzo in bocca.
Non so se era solo la situazione a rischio e l’eccitazione per un incontro imprevisto con una sconosciuta oppure non so se era Anna ad essere particolarmente brava ed esperta nel succhiare cazzi rispetto alla mia giovane fidanzatina, fatto sta che fu un pompino così bello e piacevole che effettivamente durai molto poco. Un po’ più di quello che temevo, ma comunque sempre molto poco.
“Sto per venire.” le dissi, per avvisarla. Poi lo ripetei, pensando che non avesse sentito.
Invece aveva sentito ma non aveva nessuna intenzione di spostarsi come faceva sempre la mia ragazza. Sborrai tanto e a lungo in gola a quella donna sconosciuta.
Quando riacquistai lucidità mentale mi guardai attorno, terrorizzato che qualcuno potesse averci visto. Mi venne anche la paura che la mia ragazza avesse potuto svegliarsi e non trovandomi uscire per cercarmi. Non sembrava comunque esserci anima viva oltre ad un uccello che si librò in volo da un albero lì vicino.
Anna sembrò quasi più soddisfatta di me, io però mi sentivo in debito con lei. Mi aveva fatto godere e io non avevo fatto niente. Provai a farfugliare qualcosa per chiederle cosa dovevo fare. Lei scrollò le spalle, dicendo che non c’era bisogno e che avevamo già rischiato abbastanza.
“Dai, rivestiti.” mi disse indicando i miei pantaloni. Poi mi salutò e tornò verso le camere. Io rimasi ancora lì qualche minuto, per finire di asciugarmi e per capire se quello che era successo era stato tutto vero.
(Continua qui)
Purtroppo mai successo!
Bell’inizio per una vacanza 😍
Pingback: L’agriturismo (2ª parte) – analcoholic
l’inizio è, piacevole…….